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Autore: slashington    22/01/2013    1 recensioni
una ragazza, Ems.
testarda, combattiva, ma con la dolcezza nascosta in una parte remota di sé.
il suo migliore amico, Louis.
l'unica persona davvero in grado di capirla, e di aiutarla.
perché di aiuto, lei ne ha bisogno.
specialmente da quando entrerà un ragazzo nella sua vita, nei suoi pensieri.
lui, che sarà per lei un gran peso.
un peso pieno di speranza, come l'amore, ma straziante come l'odio.
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è la mia prima storia, ho conservato gli spunti per scriverla per un anno, ora ho trovato il coraggio di pubblicarla. spero vi piaccia!
Genere: Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due.
 

-E così hai deciso di andartene?- chiesi. La pancia era così piena da scoppiare, non mangiavo così tanto da molto tempo. Ma Louis aveva insistito per una ‘grande cerimonia’ in onore del suo ritorno.
E chi poteva dire di no al suo entusiasmo?
-Esatto.- disse il ragazzo come se fosse la cosa più semplice del mondo -Sai che non sono mai andato d’accordo con papà. E vivere a New York con lui, non era il massimo.. E di stare con mamma, non avevo proprio voglia. Eri rimasta solo tu.-
quindi, stava forse dicendo che, per degli stupidi capricci, avrei dovuto subirlo? Avrei dovuto ospitare e convivere, ancora, con mio fratello?
Oh, si sbagliava. Non l’avrei sopportato.
-Alex, chi ti dice che ti farò rimanere in casa mia?-
Sentii un –veramente..- flebile di Louis. Lo fulminai con gli occhi.
La permanenza di Alex era fuori discussione, stop.
-Sorellina, vorresti dire che mi lascerai solo, senza casa, senza famiglia e affetto?-
‘sorellina’. Certo, non gli interessava molto della sua ‘sorellina’ quando la mia, la nostra, famiglia andava a rotoli. Gli interessava solo dei suoi ‘amici’: alcool e droghe.
E adesso, rieccolo qua. Diciannove anni, grande e vaccinato, che veniva a chiedermi un posto dove vivere? Davvero?
-Ems, non credo che la sua permanenza possa dare problemi.. insomma, potrebbe essere una cosa provvisoria.. troverà casa e lavoro, lo aiuteremo- lo guardai inarcando un sopraciglio –okay, lo aiuterò solo io, magari..-
Alex sorrise annuendo –Ah, e potrei dormire sul divano, andrà benissimo!-
Alzai gli occhi al cielo –Perché, pretendevi di avere una camera tutta per te, anche?- dissi acida.
-Aspetta..- ci pensò su Alex -..questo.. questo è un sì, vero?-
Senti le labbra di Louis aprirsi in un mezzo sorriso –Sì, è un sì. Ma giuro che se mi crei qualsiasi tipo di problema, io…- non finii la frase, che un insieme di urla e risatine si sollevò.
Cosa avevo fatto di male per meritarmi un fratello così, cosa?
Ero troppo buona, troppo.
 
 
 
 
 
Il vento soffiava, un po’ troppo forte forse. I capelli lunghi venivano spostati in un modo tutt’altro che armonioso dal vento. Un po’ troppo freddo, anche. Magari non avevo scelto la giornata giusta per incontrare Elizabeth. Ma ormai ero al parco, ad aspettarla.
Lei e il suo solito ritardo. Per fortuna ero troppo felice di rivederla, per essere infastidita dall’attesa.
Già, mio grande difetto, l’impazienza.
Seduta su una panchina, fissando l’erba. Quasi aspettandomi che crescesse, lì, sotto i miei occhi.
Due mani giunsero a coprirmi la visuale. Uhm, profumo di.. di limone.. di disinfettante per mani.
Di Effy.
Mi girai e incontrai due occhioni azzurri, leggermente screziati di grigio. La particolarità dei suoi occhi era impressionante. Chiunque si sarebbe innamorati di quei diamanti.
Dissi appena un –ciao- che mi ritrovai con le sue braccia attorno al collo. Aveva ragione, non ci vedevamo da due anni.
-Mi sei mancata! Non immagini le giornate orrende passate senza di te, a chi raccontavo i miei problemi? A chi facevo dei lunghi e noiosi monologhi sui ragazzi? Con chi mi sarei sfogata reprimendo i miei istinti omicidi verso mia sorella e quei suoi quattro cantanti delle balle? Oh, ho già detto che mi sei mancata?- prese finalmente fiato.
La guardai. Aveva la fronte corrucciata, gli occhi con una punta di disperazione, e un ciuffo di capelli che le ricadeva sul naso. Era buffa.
Cercai di reprimere una risata, ma non ci riuscii e le scoppiai a ridere in faccia.
Mi guardò leggermente offesa, ma poi, poco a poco, incominciò a ridere in modo nevrotico.
Amavo quella sua risata schizofrenica. Anche se a volte mi metteva paura.
-Mi sei mancata anche tu, lo sai.- mi interruppe il suono del suo cellulare. Iniziavo a domandarmi se ci saremmo riuscite a salutare come si deve, prima o poi.
Risponde infastidita –Claire, ti ho detto di non chiamarmi.. no.. basta, ti ho ripetuto che.. no, guarda che lo dico a mamma!- anche al telefono non smetteva un attimo di litigare con sua sorella, assurdo.
-No, non mi interessa.. no, insomma.. ma sai che me frega?!.. no.. no.. dio, Claire! Smettila! Non mi interessa sapere ogni minima cosa che fanno quei cosi là! Chiaro?- alzò notevolmente la voce. Sì, era molto infastidita. E a quanto pare anche Claire lo era, perché ‘NON SONO DEI COSI, SONO I ONE DESTINATION!’ sentii gridare dall’altra parte del telefono.
Oh, Claire stava parlando di quel gruppo che le piaceva tanto. E a quanto pare si chiamavano ‘one destination’. Che nome ridicolo. Mi scappò un risolino. Povera Eff, sopportava ogni giorno queste storielle su quei quattro ragazzi.
Passarono almeno dieci minuti buoni, in cui Eff e Claire avevano continuato la loro disputa.
Momenti molto interessanti. Avevo addirittura scoperto che un ragazzo del gruppo, di nome John, frequentava una ragazza, Katy, e la band si stava ‘mezza sciogliendo’ perché, a quanto pare, anche all’individuo Cody piaceva la cara Katy, che era segretamente innamorata di un altro membro, Nathan.
Interessante, vero? Almeno scoprii a quale grado arriva l’intelligenza delle scimm.. ehm, volevo dire, ragazzine.
Finalmente vidi Effy chiudere la chiamata. Si girò verso di me, guardandomi stremata negli occhi.
-Sì, mi fai pena- scoppiai a ridere –davvero tua sorella si crea questi problemi? Assurdo.-
Mi guardò annuendo –Allora.. mi stavi raccontando, ieri, di tuo fratello..- -Sì, si è stabilito da me, cioè.. da Louis. Ma non ho voglia di parlarne, cambiamo discorso-
Sorrise –Oh, ti devo raccontare una cosa!- ridacchiai –Cos’è successo? Hai saltato una puntata del tuo telefilm preferito?- mi guardò socchiudendo gli occhi. Sì, a volte, forse, esageravo. Ma era così divertente prenderla in giro. E poi non si arrabbiava mai, sapeva che scherzavo.
-Ah, ah, ah. Divertente, davvero. No, è una cosa che ti riguarda. Ieri sera ho incontrato Lottie, e sai una cosa? Mi ha detto che una sua amica le aveva detto che ti aveva incontrata e ti aveva detto di sapere chi sei, chiaro?- la guardai confusa, strabuzzando gli occhi –Cerca di essere più chiara, Effy-
Sbuffò. Parlare e spiegarsi non era uno dei suoi punti forti, in effetti. Diciamo che non era proprio una perla d’intelligenza, ma per me era perfetta. Le volevo bene così com’era.
-La ragazzina che hai incontrato al Luna Park era un’amica di Lottie, per quello ti conosceva. Ora va meglio? Hai capito?- annuii. Ora aveva un po’ più senso la faccenda. Anche se quella, rimaneva comunque strana. E a dir la verità, aveva la voce simile a quella di Elizabeth. Ma meglio non dirglielo si sarebbe offesa.
-Allora, che si fa? Cioccolata calda?- mi sorrise.
Senza dire niente mi alzai, andando in direzione del bar più vicino, e lei si alzò, seguendomi e canticchiando.
 
 
 
 
Fuori ormai era buio, e in casa non c’era anima viva. Né Louis né Alex erano rientrati. E Louis non rispondeva al telefono. Poggiai il telecomando accanto a me, e guardai l’orologio appeso al muro.
20:37.
Decisi di prepararmi qualcosa da mangiare, avevo fame, non avrei aspettato i loro comodi.
Entrai in cucina. Presi dal frigo formaggio e affettato, e dal sacchetto a fianco un panino.
Sentii il rumore della serratura. Capii dal modo scordinato di camminare, che era mio fratello.
Mi raggiunse in cucina –Ehi!- sorrise e –ciao- sussurrai infastidita.
-Sai, ti servirebbe un po’ di svago, sei così noiosa a volte!- alzai gli occhi al cielo. Ricordatemi, per quale motivo l’ho fatto restare a casa? Ah, sì. Troppo buona, e stupida.
-Alex, arriva al sodo. Che diamine vuoi?- ridacchiò –Uuh, tratta bene il tuo fratellone, ti vuole bene, sai?- sbuffai –Comunque, dato che sei così impaziente.. Questa sera, per le undici, dovrei andare in un posticino. Credo che ti farà bene. Insomma, un po’ di vita! Il nostro criceto Sid ha più entusiasmo di te, ed è morto cinque anni fa!- scoppiò in una fastidiosa risata –Allora, piccolina. Che fai? Vieni con il fratellone Alex?- sorrise strafottente.
Dio, quanto odiavo il suo sorriso, il suo pensiero di me stupida e debole, la sua strafottenza verso di me. Gli avrei dimostrato con chi in realtà aveva a che fare, avrebbe capito che non sono la ‘stupida e insulsa sorellina’ che pensava.
Io gliel’avrei dimostrato.
 

-Dimmi di più, fratellone.-


 

Read me!

 

saaaaaaaalve!
okay, mi vergogno tantissimo, lo ammetto,
non postavo da più di un mese, quindi
MI DISPIAAAAAACE MOLTO! cwc


allora, parliamo del capitolo:
come avete visto vengono fuori cosette nuove, tra cui:
il fratello della nostra cara protagonista, Alex, che le chiede un posto dove vivere.
povera lei.
si scopre che la band amata da  Claire, la sorellina di Eff,
è i One Destination!
sì, ho fatto finta all'inizio che fossero i oned, per farmi pensare
che, appunto, fossero loro (?)
ma no, in questa storia i ragazzi NON SARANNO FAMOSI!
e di conseguenza ho dovuto anche spiegare la storia della
ragazzina al Luna Park c:

at least but not least,
volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto, recensito e altro!
grazie mille, ci tengo davvero molto!
dopo avervi annoiato,
mi dileguo!
ciao geeeeeeeente,

@xlarryswhispers on twitter.

  
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