Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Scarlett_00_98    22/01/2013    7 recensioni
Cosa succede se un demone si innamora di un angelo?
E se questo demone è proprio quello destinato a sterminare gli angeli, fsacendo invasione nel Paradiso?
E se questo demone fossi io?
Scarlett Pywenn?
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DUE: "TI PRESENTO TUO MARITO"
 

 
Il mio blocco da disegno era completamente bianco, aspettando, per la prima volta, che il pennello vi si posasse sopra.
Odiavo quel persistente colore bianco, che mi provoca ancora oggi, invitandoti a fargli vedere che so fare.
“Be’, ecco cosa so fare!” Pensai, mentre disegnavo, con un colore argentato, la luna.
Con una pennellata fluida feci la sua circonferenza, mentre pensavo già a cosa avrei dovuto disegnare dopo.
Le ispirazioni mi arrivavano così, all’improvviso, come se fosse il pennello a suggerirmele.
Fin da piccola avevo questa passione, reputata inutile dai miei genitori.
«Oh, Scarlett, non perderti in queste futili cose… pensa al potere. L’unica cosa che conta realmente» mi aveva detto mio padre, quando ancora non avevo compiuto cinquant’anni.
Allora ero solo un bambina indifesa che giocava con i suoi ricci castani, e non pensava ancora alla vita. Quella vera, intendo.
Non sapevo ancora cosa aspettarmi, non sapevo cosa Lucifero avesse progettato su di me.
E lo scoprii quando avevo appena compiuto cento anni, quado ricevetti il Demon-captur.
 Il dispositivo che rileva l’indice di potere di ogni Demone.
Era una tradizione; a cent’anni ogni Demone di famiglia nobile doveva sapere quanto era alto il suo potere demoniaco.
Scossi la testa, quanto avrei voluto manomettere quell’aggeggio.
Eppure non riuscii, dannazione, non riuscii.
Ricordai lo sguardo assetato di potere dei miei genitori, mentre il Demone addetto alla stima del mio potere scriveva la percentuale del mio potere.
200%.
Ed è li che scoprii di possedere il Bacio.
Quando quel Demone grassoccio mi rivolse un sorriso fiero avrei voluto saltargli addosso e dissanguarlo, ma non ero capace. Non sentivo dentro l’odio dei miei genitori, come non sentivo quella percentuale di potere.
Ero come un estranea a me stessa, uno spettatore invisibile, un’anima che cerca pace nella morte.
Ma, anche per quella, avrei dovuto aspettare ancora mille anni.
 Rimisi via il blocco da disegno, notando che la campana del pranzo risuonava per tutta la villa.
Percorsi le scale, mentre sollevavo la gonna, casualmente, scarlatta.
Odiavo quel colore, il colore del sangue, dell’ira, e di tutto ciò che va oltre la normalità. Lo so, detto da me poteva sembrare strano.
Ma, nonostante odiassi quel colore, lo sentivo stranamente vicino. Come quando hai talmente paura di morire, che ne diventi immune.
 Entrai nell’enorme sala da pranzo, e presi posto al fianco di mia madre.
I suoi capelli scarlatti le accarezzavano le spalle, sfiorando il tessuto pregiato del suo vestito.
Mio padre mi rivolse uno sguardo freddo; segno che stava aspettando solo me per cominciare la preghiera.
«Bene, è ora di consumare il nostro umile pasto, ricordando che ce lo offre Lucifero. E che di Lui, non bisogna mai dimenticarsi» disse mio padre, mentre aspettava che Margaret portasse in tavola il mangiare. Mio fratello giocherellava con le posate in argento, mentre i suoi capelli castani venivano riflessi nel piatto di porcellana.
 Il solo pensiero di quello che aveva fatto il giorno prima mi disgustava. Potevo sentire ancora riecheggiare le urla di Tom per la casa, mentre i suoi occhi vitrei perdevano a poco a poco vitalità.
 «Scarlett, io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa. » cominciò mi madre, mentre consumava con avidità la sua razione di coccodrillo. Sì, lo so… ma per noi Demoni è molto nutriente.
«Sì, madre» risposi prontamente, mentre tentavo di capire cosa dovessero dirmi.
«Fra pochi minuti arriverà Rafael. » sputai l’acqua che stavo bevendo.
«Ma…perché ora? » chiesi, mentre cercavo di respirare.
«Perché il matrimonio avverrà fra soli due mesi! Scarlett, dovete conoscervi prima o poi» la voce di mia madre era calma, mentre rivolgeva sguardi di conferma  a mio padre.
 «Sì, avete ragione…» li accontentai, tanto qualsiasi cosa avessi detto sarebbe stata vana. Avevo una paura mortale di incontrarlo, un ansia terribile. Non per amore, si intenda, ma perché non sapevo come comportarmi.
Cosa avrei dovuto dirgli?
“Salve, marito mio, io sono tua moglie?”
Contavo i minuti, mentre l’ansia saliva, assieme alla mia temperatura corporea. Noi Demoni potevamo arrivare a circa 140 gradi, e non avevamo mai freddo. Il vestiti erano solo per ragioni di pudore.
Sentimmo un rombo provenire dalla strada, e sul viso di mia madre comparve un sorriso irreale.
«Eccolo, è qui. Margaret, vai ad aprire. E tu, Scarlett, va in camera tua a prepararti. » mio padre era più agitato del solito. Be’, lo capivo, quell’incontro avrebbe dovuto segnare la prima mossa per la conquista del paradiso.
Ed io e Rafael eravamo solo due pedine impotenti, succubi del fato.
Mentre salivo verso la mia camera, pensai al suo nome, Rafael. Che assurdità dare ad un Demone il nome di un  Arcangelo. Ma nella mente sapevo il perché. Da sempre la mia stirpe cerca di schernire gli Angeli indirettamente.
Il nome del mio futuro marito ne era la prova. Quando avrebbe aperto il portale per il Paradiso, e lo avrebbe invaso, nei libri di storia sarebbe risultato il nome:
Rafael, il Demone che pur avendo un nome d’Angelo non esitò a sterminarli.
Appena riscesi la scalinata trovai ad accogliermi un Demone alto, con capelli neri e occhi di ghiaccio, che guardava boccheggiante le mie curve, mentre scendevo la scala.
Appena mi ritrovai davanti a lui gli porsi la mano, mentre lui s’inchinava e la baciava. Era un bacio opprimente, possessivo, che non si limitava a sfiorarmi il palmo, ma a baciarlo freneticamente.
Come qualcosa che gli appartenesse già.
La voce di mia madre interruppe la mia riflessione:
«Scarlett, ti presento Rafael Von Demonis, tuo marito» dovetti trattenere a fatica le risate.
 

  
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