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Autore: bik90    22/01/2013    3 recensioni
Natsuki è una nuova studentessa dell'Accademia degli Spiriti avendo ricevuto un dono molto particolare come tutti gli altri studenti che vi studiano. Eppure in lei e nel suo Spirito c'è qualcosa di diverso, qualcosa che gli altri non hanno e non avvertono nemmeno. Perché solo lei si sveglia nel cuore della notte urlando e tremando dopo aver sognato cose orribili? Sono forse reali? A chi potrà rivolgersi per chiarire i suoi dubbi? La Presidentessa del Consiglio Studentesco, come anche la Preside dell'Accademia sembrano sapere qualcosa.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Natsuki corri, siamo in ritardissimo! >> esclamò Mai mentre si dirigevano in classe.
La mora le andava dietro coìn una pila di libri in mano che le impediva di avere una buona visuale del corridoio. Quella mattina si era svegliata tardi nonostante la rossa le avesse urlato chissà quante volte di alzarsi dal letto.
<< Miss Maria ci metterà in punizione! >> si lamentò la rossa senza smettere di correre.
Non erano riuscite nemmeno a fare colazione ma la ragazza aveva preparato il bento per entrambe. Questa era l’unica consolazione di Natsuki che già sentiva lo stomaco brontolare. Improvvisamente Mai svoltò a sinistra e nell’imitarla, la sedicenne dagli occhi verdi andò a sbattere contro qualcuno. Cadde per terra facendo rovesciare tutti i libri che aveva.
<< Ma porc… >> mormorò la mora a denti stretti dopo che il volume più grande le cadde sulla testa.
<< Haruka-san! >> esclamò Mai tornando indietro di pochi metri << Si è fatta male? >>.
Solo in quel momento Natsuki posò gli occhi sulla figura della ragazza contro la quale era inciampata.
<< Non lo sai che non si corre nei corridoi? >> la sgridò la bionda rialzandosi.
<< Siamo in ritardo per la lezione, ci dispiace molto! >> rispose la rossa al posto dell’amica raccogliendo i libri sparsi nel corridoio mentre l’altra si massaggiava il sedere.
<< Questo non vi giustifica! >>.
<< Ci scusi >> continuò Mai facendo un breve inchino << Non accadrà più >>.
<< Oh che palle >> disse invece Natsuki sbuffando << Anche lei è in ritardo come noi, non farne un dramma Mai >>.
<< Che cosa? >> tuonò l’altra ragazza che dai colori della divisa doveva avere la stessa età di Shizuru << Stai per caso insinuando che sono ritardataria? >>.
La mora stava per controbattere ma la mano della rossa la bloccò.
<< Natsuki >> sussurrò << Per favore >>.
<< Mi domando dove sia finita l’estradizione di voi ragazze più piccole! >>.
Natsuki guardò Mai. Che aveva detto?
<< Si dice educazione, Haruka-san >> intervenne Shizuru avvicinandosi al trio << E, Natsuki, noi non siamo ancora in classe perché abbiamo una riunione. Facciamo parte del Consiglio Studentesco >>.
La sedicenne dagli occhi verdi si voltò nella sua direzione e arrossì comprendendo la brutta figura che aveva fatto.
<< Esatto, la bubuzuke ha ragione! >>.
Natsuki lanciò un’occhiata interrogativa alla diciottenne per come l’aveva chiamata ma l’altra si limitò a sorriderle.
<< Buongiorno Shizuru-san >> salutò cordialmente Mai.
<< Per questa volta lasceremo stare, ma se la prossima volta vi vediamo di nuovo correre per i corridoi vi puniremo. Che ne pensi, Haruka-san? >>.
La bionda le osservò entrambe per qualche secondo prima di annuire.
<< Va bene, va bene. Sei tu la Presidentessa. Ma solo per questa volta, intese? Ora muovetevi ad andare in classe prima che ci ripensi >>.
La rossa si affrettò ad annuire inchinandosi e costrinse l’amica a fare lo stesso.
<< Grazie infinite Shizuru-san e Haruka-san! >> disse.
<< Grazie… >> mormorò semplicemente Natsuki senza staccare gli occhi dalla figura della diciottenne mentre veniva trascinata via dall’altra.
 
Natsuki sbadigliò e scattò in piedi stiracchiandosi quando suonò la campanella mettendo fine alla prima parte delle lezioni. Odiava restare per tanto tempo ferma soprattutto se era a scuola e se era una lezione. Emise un secondo sbadiglio mentre guardava Mai chiacchierare con altre ragazze vicino il suo banco. Si domandò come facesse ad essere entusiasta e allegra per tutto. Tornò a sedersi aspettando che terminasse. Ancora non se la sentiva di inserirsi nella sua cerchia di amicizie, non era tagliata per avere molte persone intorno. Lo sguardo le cadde sugli scarni appunti che aveva preso. Era stata una lezione per lo più di ripasso per la classe in vista degli esami che si tenevano ogni due mesi per controllare il livello generale dei ragazzi. Nel ripensarci le vennero i brividi. Interrogazioni e compiti, questo significava un sacco di rogne per lei che di voglia ne aveva ben poca. Rilesse ciò che aveva scritto trovando le sue frasi banali e molto sterili.
Gli Spiriti sono custoditi nelle gemme. Ogni gemma è unica esattamente come lo Spirito, non esistono due pietre uguali ma con animali diversi e viceversa. Il legame che si crea col possessore di una gemma si spezza solo con la morte. Uno Spirito muore solo se la sua gemma viene distrutta; al contrario, se è il padrone a morire, l’animale scompare e cerca qualcun altro cui legarsi. Durante un combattimento lo Spirito può essere ferito anche gravemente ma mai ucciso. Quando ciò accade, l’animale si ritira dal campo e viene dichiarato sconfitto. Uno Spirito guarisce da solo e non c’è un tempo preciso, varia a seconda della tempra dell’animale e da quanto è stato ferito.
Rilesse e si fermò per diversi secondi su una sola parola.
Combattimento.
Credevano davvero che avrebbero lottato una volta fuori dall’Accademia? Che ci sarebbe stato qualcuno da dover sconfiggere o qualcuno che desiderava uccidere? Non c’era nessuna guerra in atto nonostante i fragili equilibri che regnavano tra i vari stati. Lei di politica non ne capiva molto ed era certa che proprio per questo, stare accanto a uno di loro e assoggettarsi alla sua volontà, non faceva per lei. Si vedeva molto di più a correre con la sua moto per le strade deserte mentre, magari, Duran le era accanto. Sentì Mai staccarsi dalle amiche e avvicinarsi a lei da dietro. Si voltò ancor prima che la ragazza avesse detto o fatto nulla per richiamare la sua attenzione. Da quando il lupo era andato da lei, tutti i suoi sensi si erano affinati notevolmente. Vedeva bene al buio, la sua velocità e la sua agilità negli spostamenti era aumentata. Per non parlare della fame che provava. La rossa le sorrise porgendole il bento.
<< Studiavi? >> le domandò sedendosi di fronte a lei.
Natsuki si strinse nelle spalle.
<< Quanto manca agli esami? >>.
Mai dovette pensarsi un attimo prima di risponderle.
<< Tre settimane circa >>.
La mora sbuffò dondolandosi con la sedia.
<< Che palle, solo tre settimane per tentare di salvare il salvabile >>.
<< Dai, Natsuki, non essere drastica >> le disse l’altra allegramente << Basta un po’ di impegno e li supererai anche tu! >>.
Impegno? Quella Mai non aveva capito proprio niente allora.
<< Lavori anche oggi pomeriggio? >>.
La rossa annuì.
<< Stacco alle sei e mezza, un orario perfetto per chi ha il coprifuoco alle sette! >>.
Già, pensò la sedicenne dagli occhi verdi, Il coprifuoco, alle sette per giunta. Che posto di merda e che regole ancora peggiori! Mi manca la mia moto.
 
<< C’è qualcosa che non va, Mashiro-san? >>.
La ragazza annuì molto lentamente mentre beveva un sorso di tè e non smetteva di osservare il fascicolo che le era arrivato quella mattina.
Takeda Masashi. Maschio, diciottenne, possessore di uno Spirito.
Possibile?, si chiese la Preside per un attimo chiudendo gli occhi, Possibile che il mio potere stia fallendo? Il mio tempo sta scadendo forse?
<< Takeda Masashi >> disse a voce alta voltandosi verso la sua cameriera.
Fumi la guardò aspettando che continuasse.
<< Non sento niente >>.
<< E’ questo il problema? >>.
<< Stando alle carte è tutto in ordine. È solo un normale ragazzo che ha ricevuto uno Spirito qualche giorno fa e ha fatto domanda per iscriversi in Accademia. Eppure io non sento niente. Il mio dono è quello di riuscire ad avvertire l’energia rilasciata da una gemma quando si lega a qualcuno ma stavolta non c’è niente >>.
<< Cosa crede che possa essere allora? >> chiese Fumi perplessa.
In tanti anni Mashiro non aveva mai sbagliato.
La Preside scosse il capo chiudendo il fascicolo e sospirando.
<< Non lo so ancora. L’unico modo per scoprirlo è attendere >>.
<< Non vuole informare Fujino-san? >>.
<< No, per ora non ce n’è bisogno. Non vorrei allarmarla per nulla. E poi il ragazzo dovrebbe arrivare tra qualche ora >>.
 
Takeda scese dall’autobus e dovette camminare per un bel pezzo prima di arrivare di fronte al cancello dell’Accademia degli Spiriti. Si guardò intorno spostando il peso del suo unico bagaglio da un braccio all’altro e quasi sobbalzò nel sentirlo aprirsi da solo. Entrò titubante, domandandosi se fosse spiato in quel momento e involontariamente abbassò gli occhi sul dorso della sua mano. Stava andando tutto come previsto per il momento. Fece un respiro profondo e notò un ragazzo che stava procedendo verso di lui.
<< Buongiorno, Takeda Masashi? >> chiese il giovane.
L’altro annuì.
<< Seguimi, Kazahama-sama ti sta aspettando >>.
Il diciottenne lo affrancò camminando.
<< Vedo che pratichi il kendo >> continuò l’allievo dell’Accademia notando la spada che l’altro portava a tracolla.
<< Esatto, e anche da molti anni >>.
<< Abbiamo un posto vuoto come Capitano nel club di kendo >> affermò il giovane << Io sono Reito Kanzaki, piacere. La preside mi ha detto che frequenterai l’ultimo anno, staremo in classe insieme >> aggiunse presentandosi.
<< Piacere di conoscerti Reito >> rispose Takeda stringendogli la mano.
Proprio mentre stavano varcando le soglie dell’Accademia Fuuka, la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò. Tutti i ragazzi, ridendo, chiacchierando e scherzando, si riversarono nei corridoi per dirigersi alla mensa.
<< Andiamo, Mai! Ho fame! >>.
Per poco Takeda non perse l’equilibrio nel sentire la sua voce. Si voltò e la vide. Era esattamente come ricordava. I loro occhi s’incontrarono e si rese conto che stava sorridendo come un ebete. Eppure non gli importava.
<< Tu? >> esclamò Natsuki notandolo tra la folla << Che cosa ci fai qui? >>.
Reito rise mentre Mai si avvicinava all’amica.
<< Vi conoscete? >>.
<< Fre…frequentavamo la stessa scuola >> spiegò Takeda balbettando.
<< Oh, ma che bello! >> disse la rossa guardando alternativamente prima la mora e poi il diciottenne << Anche tu hai ricevuto uno Spirito? Buongiorno Reito-san >> aggiunse arrossendo.
<< Buongiorno anche a te, Mai-san >> salutò l’altro con un sorriso.
Istintivamente il ragazzo alzò la mano chiusa a pugno per mostrarle la sua gemma. Natsuki si strinse nelle spalle con fare indifferente.
E meno male che era un dono esclusivo, pensò, Perfino questo imbecille l’ha ricevuto.
<< Beh, allora divertiti >> affermò semplicemente la sedicenne dagli occhi verdi voltandosi nella direzione della mensa.
<< Aspetta! >> disse Takeda senza che il rossore svanisse << Ora che siamo entrambi qui…mi chiedevo se…se… >>.
Non aveva nemmeno finito di parlare che Duran si materializzò accanto alla sua padrona. Un solo sguardo da parte del lupo bastò a zittirlo completamente. Mai nel notare ciò, comprese immediatamente che le intenzioni della mora erano quelle di fargli capire il suo posto. Rise sottovoce portandosi la mano davanti la bocca. Gli Spiriti rispondevano ai desideri volontari e non dei loro padroni, spesso anche Kagutsuchi si era materializzato improvvisamente.
<< Andiamo, Mai? >>.
La rossa annuì ricordandosi che dopo la mensa dovevano pulire la loro classe come punizione per il ritardo e lei poi doveva scappare al lavoro.
<< E’ stato un piacere conoscerti Takeda-san >> affermò cordialmente facendo un breve inchino << Buona giornata Reito-san >>.
Anche i due ragazzi ricambiarono i saluti e mentre le sedicenni si allontanavano, entrambi le osservarono, ognuno immerso nei propri pensieri.
 
Natsuki si guardò l’uniforme scolastica e sospirò. Invece di pulire la loro classe, lei e Mai avevano iniziato una lotta con i cancellini che avevano finito per sporcarsi le divise. L’amica poi si era cambiata in fretta per andare al lavoro e l’aveva lasciata sola dicendole che c’era la lavanderia nell’istituto.
Già, ma dove?, si domandò passandosi una mano tra i capelli e tornando a stendersi su un banco vuoto.
Prima aveva anche visto Chie e Aoi ma aveva dimenticato di domandare qualche informazione a loro che erano tutte prese dall’arrivo del nuovo studente. Non riusciva a capacitarsi di come le voci si spargessero ad una tale velocità, praticamente tutto l’istituto ora sapeva che lei e quell’imbecille di Takeda venivano dallo stesso liceo. Si passò le dita sulla fronte pensando a quanto fosse sfigata. Tra le tante persone che frequentavano la sua vecchia scuola, proprio lui doveva essere scelto per possedere uno Spirito? Che palle, che palle, che palle!
<< Natsuki, che ci fai in classe? >> domandò Shizuru affacciandosi dalla porta.
La sedicenne si mise a sedere e l’altra sorrise nel vedere la polvere di gesso dappertutto.
<< Fammi indovinare >> continuò entrando << Miss Maria ti ha messa in punizione per il ritardo di stamattina >>.
<< Ci ha messe in punizione >> la corresse la più piccola << Anche Mai. Tu, invece, che stai facendo? >>.
<< A turno i membri del Consiglio Studentesco prima della cena controllano che tutte le aule siano in ordine, per questo sono qui >> le spiegò la diciottenne.
Le si avvicinò scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le sorrise mentre l’altra arrossiva.
<< Oggi… >>.
<< Sì, lo so >> la interruppe l’altra sbuffando << E’ arrivato quell’imbecille di Takeda in Accademia. Vuoi domandarmi qualcosa anche tu visto che ormai è di dominio pubblico che andavano a scuola insieme? >>.
Shizuru di fronte alla reazione dell’altra rise.
<< Non era questo che volevo chiederti! >> esclamò divertita << Volevo sapere se avevi iniziato a studiare, gli esami si avvicinano e hai parecchio da recuperare >>.
La sedicenne arrossì di fronte alla gaffe appena fatta e si chiese come mai quella ragazza fosse così apprensiva e gentile nei suoi confronti. Non si conoscevano per niente, eppure le parlava con una confidenza e una familiarità come se fossero amiche da sempre.
<< Non mi piace studiare >> proclamò tornando a fissare il soffitto << Non c’è niente che mi piaccia in questa scuola >>.
Sono contenta che certe cose non cambino mai, si ritrovò a pensare la diciottenne con un mezzo sorriso.
<< Ne sei sicura, Natsuki? >> le chiese accarezzandole la guancia con la scusa di pulirla dal gesso << In fondo è solo il secondo giorno che sei qui >>.
<< Già, immagina che palle sarà trascorrere tutto l’anno qui >>.
Per un attimo quelle parole ferirono la più grande che si affrettò a scacciarle dalla sua testa.
Ricorda Natsuki, ti prego. Fallo e tutto finalmente avrà un senso. Me l’avevi promesso.
<< Sono sicura che cambierai idea >> disse speranzosa << Ora dovresti cambiarti la divisa, non puoi presentarti a mensa in queste condizioni >>.
<< Mai non mi ha detto dov’è la lavanderia >> borbottò la mora.
<< Scendi le scale principali, segui il corridoio e poi svolta a destra >> rispose prontamente Shizuru con un sorriso << Adesso devo continuare il mio giro >>.
<< Ciao Shizuru e grazie >>.
 
Stavano salendo in camera dopo cena. Salutarono Chie e Aoi continuarono per il corridoio.
<< Allora >> annunciò la rossa gettandosi sul letto stanca << Mi devi dire niente? >> domandò strizzando l’occhio all’altra.
Natsuki inarcò sul sopracciglio.
<< Andiamo, Takeda-san non ti ha staccato gli occhi di dosso per tutta la cena >>.
<< Non ci pensare nemmeno, è un imbecille a mio avviso. E non cambia niente anche ora che è qui >>.
<< Sei troppo dura, Natsuki! >> esclamò Mai << Io credo che sia carino, se vuoi un parere >>.
<< Cosa? Carino? Ma l’hai visto? Per favore, Mai >>.
<< E allora come sarebbe il tuo tipo ideale? >>.
La mora sbuffò.
<< Non mi interessa cercarmi un fidanzato >> affermò l’amica voltandosi dall’altra parte.
<< Non ti interessano i ragazzi? >> chiese la rossa << E Shizuru-san invece? >>.
<< La smetti con queste domande? Che cosa c’entra Shizuru adesso? >>.
<< Niente >> rispose ridendo Mai di fronte al suo imbarazzo << Però ieri ti ha offerto una fetta di torta mi hai detto >>.
<< E tu hai fatto il bento oggi, che cosa significa? >>.
La sedicenne dai capelli rossi le accarezzò una ciocca di capelli comprendendo che l’altra non sapeva nemmeno cosa fosse un corteggiamento.
<< Meglio dormire >>.
<< Ehi, adesso mi spieghi dove volevi arrivare! >> esclamò la mora lanciandole contro il cuscino << Guarda che ho notato come sei arrossita ogni volta che è passato vicino a noi quello, come si chiama? Reito! >>.
<< Cosa? >> rispose Mai diventando improvvisamente rossa << Non è vero niente! >>.
<< Sì che lo è, altrimenti perché saresti arrossita anche ora? >> incalzò l’altra divertita.
<< Stavamo parlando di te e poi adesso dobbiamo davvero metterci a dormire >> costatò la rossa guardando il suo orologio da polso << E’ tardi e domani mattina abbiamo gli allenamenti con gli Spiriti >>.
<< Davvero? >> domandò Natsuki.
<< Sì, non hai controllato il tuo orario? >> si passò una mano sulla faccia nel vederla scuotere il capo << Ma Natsuki, dove hai la testa? >>.
<< Significa che potremmo utilizzare i nostri Element? >>.
<< Faremo addirittura dei piccoli scontri tra noi >> disse l’altra facendole l’occhiolino e notando come le si fosse illuminato lo sguardo << Contenta? >>.
Natsuki sorrise. Finalmente qualcosa di bello.                                      
  
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