Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
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Autore: pollama    22/01/2013    4 recensioni
Jade Arc, una ragazza di 22 anni come tante, sogna di divenire una musicista di successo e proprio per questa sua passione si trasferisce a Parigi per incominciare la sua carriera in un piccolo bistrot nel centro della città. Per lei sembra tutto così nuovo, così magnifico e ad aumentare questa sua convinzione c'è Frederic Suén, un ragazzo dall' aspetto ammaliante che nasconde un inaspettato segreto.
Buona lettura :D
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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-11-



Jade sentì dei brontolii che le parvero strani, come se fossero state parole sommesse e colpi di tosse furiosi.
«Frederic?» disse il nome del ragazzo, sentendo l’ansia crescerle nel petto.
Entrò nella stanza accanto, cercando con lo sguardo gli occhi blu di lui, ma non vide nessuno, anzi nulla.
La luce si era spenta, lasciando avvolgere l’intera camera nel buio.
Solo un angolo della stanza era leggermente illuminata dalle luci dei lampioni che adornavano la strada fuori la palazzina antica.
«Frederic, mi stai spaventando… Dove sei?» la voce di Jade era fioca ed esitante. I brontolii, divenuti simili a lamenti parvero trasudare dalle pareti scure.
«Va'… Va' via!» gridò ad un certo punto il ragazzo, cascando in ginocchio sul pavimento e contraendo in modo convulso tutti i muscoli del corpo.
«Frederic!» Jade sentì il sangue gelarsi nelle vene.
Il ragazzo aveva i capelli biondi completamente bagnati di sudore che veloce scorreva sul viso; gli occhi gli divennero giallo oro ed urlò talmente forte che Jade indietreggiò velocemente battendo forte la schiena contro il muro.
“Che cosa sta succedendo?”, pensò ponendo le mani tremanti sulle orecchie. Quegli strilli erano tremendamente laceranti.
Frederic iniziò ad ansimare sempre più rumorosamente, mentre folti peli grigi si iniziarono a spargere sulle mani; le dita erano divenute irregolari, come se le ossa si stessero spezzando dall’interno.
Con un balzò ed un altro grido assordante, il ragazzo si fiondò nell’angolo più buio della stanza.
Poi, ci fu il silenzio. Jade udiva solo il suo respiro spezzato dai gemiti del pianto iniziato da poco.

Ad un tratto, un ululato fievole, ma tremendamente inquietante, riempì i timpani della ragazza.
Cercò nel buio qualcosa, non sapeva nemmeno lei chi, o cosa, potesse celarsi al di là di quella coltre di nero inchiostro.
Due occhi azzurri e brillanti la iniziarono a scrutare, una grossa zampa nera ed uncinata per colpa dei lunghi artigli, avanzò e sembrò già vicinissima a lei.
Jade sentiva il respiro pesante di quella bestia.
“No, non può essere… lui”, pensava con il cuore che martellava nel petto. Il fiato le si spezzò in gola, appena vide una grande e spaventosa creatura sporcare con la saliva fluida il pavimento.
Un lupo.
Ma non era un lupo vero e proprio, perché un lupo affamato le avrebbe fatto meno paura in quel momento.
Gli occhi scintillarono e con un guizzo iniziò ad avanzare verso di lei.
L’avrebbe uccisa, ne era certa.
Jade sentì le gambe vacillare e le ginocchia piegarsi contro il suo volere, la vista si oscurò e con le ultime forze pregò di rimanere ancora in vita.

«Svegliati… Cazzo, svegliati!» Jade sentì quelle parole ripetersi più volte. Aprì gli occhi lentamente, ma li sgranò appena vide di fronte a sé Logan che tentava di mantenere il più lontano possibile la bestia da lei.
«Tu… Tu come… cosa?» balbettò lei, squadrando meglio il ragazzo dai capelli scuri e ribelli.
«Ora sono un po’ occupato. Che ne dici se rimandiamo la spiegazione a dopo?»
Jade si alzò in piedi, la testa le girava ancora, diede una rapida occhiata al lupo e iniziò a correre.
Si lasciò alle spalle dei forti ruggiti ed un fracasso assordante di utensili infranti sul pavimento.
Delle lacrime calde le scivolarono sulle guance, mentre apriva la porta d’ingresso ed in quell’istante, sentì una mano calda avvolgere la sua.
Si voltò e vide il volto di Logan sporco di sangue, la tempia era lacerata ed il braccio anche.
In un sol fiato disse: «Dobbiamo andar via, ma ti giuro che ti spiegherò tutto.»
La sua voce era tranquilla, come se ciò lo avesse vissuto più di una volta. Jade ne rimase colpita, ma si meravigliò soprattutto del senso di protezione che quella stretta di mano irradiava in lei.

I due iniziarono a correre su per le scale, diretti verso il terrazzo.
«Perché andiamo sul terrazzo? Così ci prenderà!»
«Abbiamo più possibilità di non far uccidere nessuno. O vuoi portare il cagnolino per strada?»
«Ma così…?»
«No, Jade. Si fa come dico io. E se rimango in vita, ti prometto che non avrai nemmeno un graffietto su di te.» il ragazzo sorrise, trascinando dietro sé la ragazza.
«Appena arriviamo sul tetto, prendi un paio di corde. Le ho messe, giusto oggi, sulla sinistra del parafulmine.»
Jade annuì e dopo aver percorso le ultime scale aspettò che Logan aprisse la porta d’accesso per il terrazzo.
Un ruggito le scosse nuovamente i timpani e con gli occhi sgranati per la paura guardò Logan che disse: «Sangue freddo.»
Aprì la porta e Jade si fiondò oltre la soglia.
Il fresco della notte fece vibrare la sua pelle per un brivido.
“Sangue freddo”, ripeteva nella mente, come per auto-calmarsi, ma vedere con quel buio era piuttosto difficile.

Dopo poco si guardò alle spalle e vide il corpo di Logan contrastare i muscoli possenti del lupo grigio.
«Jade, muoviti!»
La ragazza sussultò prima di proseguire.
“Le corde… Devo prendere le corde”, sentiva che iniziavano ad offuscarsi i pensieri, troppa agitazione… troppa paura.
Le due corde erano accanto al parafulmine, che con la sua superficie metallica rifletteva la luce argentea della luna piena.
“Ed ora?”, si chiese in mente, mentre stringeva forte le corde quasi facendosi male i palmi.
«Jade… Le… corde!»
La voce di Logan la raggiunse all’improvviso, pareva stanco e forse aveva anche qualche osso rotto.
La ragazza corse, raggiungendo Logan che continuava a trattenere per la lunga coda la bestia.
Le fece segno di lanciargli i cavi e così fece.
Con enorme velocità le srotolò stringendo rapidamente le zampe del lupo.
Fece un grido assordante, come per raccogliere le forze e con uno slancio delle braccia fece cascare la bestia a terra.
Logan aveva il fiato corto, si asciugò la fronte con un lembo della camicia stracciata e prese dalla tasca dei jeans un piccolo fiore.
Lo poggiò delicatamente sul dorso del lupo e questo ululò forte prima di accasciarsi completamente al suolo, come immobilizzato da un tranquillante.

«Ora puoi avvicinarti.» le disse Logan sedendosi sul pavimento cinereo e, facendo un paio di colpetti con la mano accanto a sé, fece intendere a Jade che la voleva accanto a lui.
«Io non credo sia una buona idea…»
«Tranquilla, so come tenerlo a bada.» sorrise.
Jade deglutì a fatica, poi fece come le era stato detto: lentamente si sedette accanto a Logan, stringendosi contro la sua spalla.
«Hai paura?»
Jade guardò stranita il ragazzo «Non dovrei?»
«Hai ragione… scusami.» ridacchiò rocamente, mentre si passava le dita sulla ferita alla tempia.
«Dovresti curarti, dopotutto sei un medico e… credo sia un gioco da ragazzi curarti quelle… ferite.»
Logan guardò per un attimo gli occhi nocciola, leggermente arrossati, di Jade.
«Non… non sono un medico.»
«Cosa?»
«Non sono un medico, ma tranquilla queste ferite passeranno in un batter d’occhio… già fanno meno male.»
Logan sbirciò il viso della ragazza, trovandola seriamente confusa.
«Vuoi che ti dica qual è la storia… la vera storia?»
«Sì.»
Quella semplice risposta scaturì in Logan un riso nervoso.
Era la prima volta che raccontava di lui e Frederic ad un… 'umano'.
«Siamo Licantropi. E non siamo cattivi… Cioè… di solito non lo siamo» indicò il lupo disteso e che pareva assonnato.
«E’ colpa della luna piena se hai visto Frederic in questo stato.»
«Perché tu non sei così?»
«Grazie a questa.» tirò fuori dalla tasca la pietra di Aconito per poi infilarsela di nuovo nei jeans.
«Dentro alla pietra, c’è quel piccolo fiore che è mortale per un Licantropo non trasformato, ma fa da calmante per chi ha subito la trasformazione al plenilunio»
Logan strofinò con la mano, libera dalle funi, i pantaloni imbrattati di polvere, poi continuò dicendo ed assumendo un espressione seria: «Promettimi una cosa: che ciò non cambierà nulla tra te e Frederic. Lui ci tiene a te. Ti vuole davvero… bene.»
Jade guardò Logan e, lentamente, fece scorrere lo sguardo verso il Licantropo disteso accanto ai suoi piedi.
Era confusa e non riusciva a dare una risposta sincera in quel momento.
In quel momento, sentiva solo i muscoli contrarsi per l’adrenalina e non aveva la voglia di pensare a cosa avrebbe detto a Frederic.
   
  
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