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Autore: Seiten Shiwa    22/01/2013    3 recensioni
- allora… Cos’è successo tra te e la Scarlett?! -
- Veramente…. - occhi azzurri che si spalancano per la sorpresa - io non… CHI?! -, ed un sorriso furbesco che compare non appena le spalle vengono voltate ai giornalisti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Follie di Una Notte Selvaggia'
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Va bene… va bene!
Lo ammetto.. sono un po’ in ritardo sulla tabella di marcia con Toronto e The Ring…
Ma… spero vi siano piaciute anche “Bambini: La bocca della Verità” e “The Kill”, che seppur contrastanti nei loro generi, mi hanno soddisfatto un sacco nella stesura.
 
… Reduce di una delle gite più belle del mondo…
Dove ho potuto stritolare di coccole Kalina, Pinkymohawk e MaggieMurdock, sono tornata più ISPIRATA che mai!

Questo che posto ora è un “capitolo di transito”: ma non per questo meno importante degli altri.

 
Diciamo che… alimenterà la vostra SETE DI CURIOSITà ^______^ *devil smile*
 
Dediche: Alle mie Girls Adorate… Loro sanno chi sono… vi amo tutte, indistintamente! Siete (dopo Guendah) il mio regalo più grande!
 
Premesse: Tenere fuori dalla portata di idioti, bimbeminchia, cardiopatici, diabetici, gente con problemi di coerenza, grammatica, invidia, gelosia e chi più ne ha, più ne metta ^__^
 
Disclaimer: Jared e Colin nella realtà non li conosco, ignoro cosa facciano dalla mattina alla sera. (Ma in un angolino, tengo sempre la speranza che bumbummeggino come animali da monta! Almeno questo, nel mio cervello, me lo concedo <3 )…
 
<3 Love U So Much <3
 
Fuck The Rest  nIn
 
Buona lettura!!
 
Vostra, Pornosamente-Romantica

Seiten Shiwa
 
 
Toronto
 

 
02. Coup De Téléphone
 

 
Le tre.
Le tre e 06.
 
Notte fonda.
 
Ancora vestito, giaceva a quattro di bastoni sul grande letto matrimoniale della sua suitte.
 
Occhi spalancati, fissi sul soffitto.
 
La mente persa fra i pensieri più disparati: dai momenti di vecchia gioia, ai giorni attuali di mediocre vitalità.
 
Il BB, sul comodino, prese a vibrare.
 
Senza neppure guardare chi fosse, o minimamente cambiare la sua posizione attuale su quel letto, allungò il braccio destro, clickando con l’indice sul tasto di rifiuto chiamata.
 
Poteva essere sua madre.
Babu.
Jamie.
Poteva essere chiunque: anche Dio in persona, ammesso esistesse.
Lui aveva deciso di voler rimanere solo.
E ci sarebbe restato finché non avrebbe deciso il contrario.
 
Finalmente, dopo inconcludenti ore passate a pensare, si alzò dal letto, si denudò e si spostò in bagno
 
Magari, stare a mollo, al caldo, nella yakuzi lo avrebbe aiutato per lo meno a rilassarsi per prendere sonno.
 
Aprì l’acqua calda iniziando a riempire la vasca.
Si ricordò in un secondo momento di non avere le ciabatte da doccia con sé.
 
Tornò in stanza.
 
Il suo BB aveva davvero deciso di scartavetrargli le palle suonando.
 
Si avvicinò, lo afferrò, e reprimendo l’intento di gettarlo dalla finestra, rispose.
 
- CHI CAZZO è?!- chiese scontroso.
 
Si sentì un fiato trattenuto dall’altro capo.
 
Un - ehm… Mr. Leto?!- con un accento inglese un po’ troppo sforzato fu la risposta.
 
Jared si disse che non conosceva minimamente quella voce.
 
- Sì?! sono io?! Si può sapere chi è? Se non lo sa,  qui è notte fonda! Uno starebbe anche cercando di dormire, sa?!-.
 
- Mi-mi scusi… pensavo fosse ad L.A.! Sono l’agente di Jean-Marc Vallée!- spiegò l’individuo non più misterioso.
 
Il cantante dei Mars inarcò un sopracciglio.
- Mi perdoni, ma questo nome non mi dice nulla…-.
 
- È un regista canadese..- rispose l’altro, e sembrò leggermente sarcastico nel consegnargli quell’informazione.
 
- Ah..!- sembrò ricordarsi - Ma certo! Mi ricordo di lui!- o semplicemente finse di farlo.
Ci fu una piccola pausa, conclusa dal suo -Beh…?!-.
 
- Chiamo da parte sua… perché volevo illustrarle alcune proposte che egli avrebbe da farvi!-.
 
Jared, riascoltando nuovamente la parlata del tizio, comprese che era di radice francese.
- Perché non ha chiamato il mio agente? Sa, ne ho uno anche io…- proferì sarcasticamente, con il solo intento di concludere quella chiacchierata il più in fretta possibile.
 
- Mr. Vallée mi ha cortesemente pregato di parlarle di persona… sa, si tratta di un film che vorrebbe girare, di un copione abbastanza particolare.. ma vedo che è troppo immerso in un dormiveglia agitato e nervoso per parlare, la richiamerò domani, se vorrà…-.
 
Il cantante dei Mars si incuriosì, anche se non avrebbe voluto cedere a quel sarcasmo gratuito.
Ma in fondo che pretendeva? Lui per primo aveva iniziato a risponder male al telefono.
 
- Se non le dispiace… potrebbe mandarmi per email, o fax del mio albergo, il copione del film? Almeno domani, le potrò direttamente dire se sono interessato o meno…-. Il suo tono era acido e cortese al tempo: come ci riusciva lui non ci riusciva nessuno.
 
- Come si chiama il suo albergo? Gliele invio immediatamente per fax.- in realtà, non avrebbe voluto, solo per la voglia di rompergli nuovamente i coglioni il giorno dopo… la voce di quel certo Jared Leto non era affatto male, anche se era nervoso ed indisposto a discorsi di tutti i generi quella sera.
 
- sono al **** **** hotel….- rispose sbrigativo il cantante.
 
- Ma… lei è a Toronto?!- chiese stupita la voce dell’interlocutore.
 
- Sì… perché?!-.
 
- Meraviglioso! Sono anche io a Toronto, e vi è anche Mr. Vallée! Potremmo organizzare un incontro domani?! -. L’agente di quel regista sembrava davvero aver cancellato tutta l’acidità di poc’anzi, ed esser tornato alla carica.
 
- Come? Cosa?! Quando?!- Jared era rimasto indifeso di fronte quella ripresa rapida da parte del canadese.
 
- Domani! Qualsiasi ora mi sta bene! Abbiamo l’intera giornata libera!!- cinguettò.
 
- Va-va bene!- balbettò incerto l’americano, ancora sorpreso da quel cambio di tono dell’altro.
 
- Primo pomeriggio, così la mattina la lascio riposare?!- osò anche scherzare con lui.
 
- Va bene….-.
Preferì non cogliere l’entusiasmo del tizio al telefono, per l’avergli strappato un appuntamento.
 
- Per le 15.00 al bar centrale di fronte il parco ****?!-.
Lo immaginava con l’agendina in mano, litigando con i fogli che si ripiegavano sulla pagina su cui tentava di scrivere, ed il telefono incastonato tra spalla ed orecchio.
 
- Ok, va bene…- annuì.
 
- Le inoltro subito via fax il copione!! Au revoir Mr. Leto! - riagganciò in piena letizia.
 
Jared chiuse la chiamata.
Fissò il suo BB.
 
Salvò quel numero in memoria.
 
“Agente di Mr. Vallée”.
 
Poi lo gettò sul letto…
 
Chiamò col telefono della stanza la reception: chiese di fargli consegnare un fax non appena gli fosse arrivato.
Riagganciato, si diresse in bagno.
 
La vasca era quasi pronta.
 
Lo stomacò gli brontolò.
 
Ringhiò qualche parolaccia a denti stretti e ritornò in camera.
 
Chiamò per una seconda volta la reception ed ordinò un frugale pasto vegano.
 
Ritornò in bagno a controllare la situazione della vasca.
 
Giocò con una mano nell’acqua, dopo averci versato dei sali dati in dotazione dallo staff dell’albergo.
 
Le sue dita, distese, e metà palmo della mano, roteavano in cerchi concentrici in un’acqua sempre più schiumosa, ed invitante.
 
Bussarono alla porta.
 
Afferrò l’accappatoio messo a scaldare sul riscaldamento e si diresse alla porta.
La aprì.
 
Il cameriere, pur essendo un ragazzo, vedendolo in quello stato, arrossì: e tra tremori di mano e gambe, riuscì finalmente a spingere il carrellino con la cena ed una cartellina di fogli nella stanza.
 
Stette per uscire, ma Jared lo fermò, allungandogli una cospicua mancia.
 
- io non…- balbettò incerto il giovane.
 
- In America è obbligatoria lasciarla…- insistette Jared.
 
- Ma qui non siamo in…- cercò di dissuaderlo, ma quegli occhi azzurri lo stavano sciogliendo dall’interno.
 
- Va ed usala per divertirti!- gli strizzò l’occhio, infilandogli i soldi fra le mani, e richiudendogliele.
 
Il cameriere arrossì completamente, e ringraziandolo perfino con un inchino, in modo sempre più impacciato, uscì dalla stanza.
 
Jared si portò il carrellino nel bagno.
 
E come la più viziata delle diveh, dopo aver riappeso l’accappatoio al riscaldamento, si privò anche dei boxer, lanciandoli nel lavandino, e si immerse nella vasca.
Avvicinò ulteriormente il carrellino delle vivande, sporgendosi con un braccio fuori dalla vasca.
 
Tirò giù, dal lato del muro, una sorta di tavolino in plastica, di cui poggiò l’altro estremo sul bordo esterno, e vi posò i piatti sopra.
 
Iniziò a mangiare.
 
Nel farlo, l’occhio, finalmente, si accorse della cartellina piena di fogli.
 
- Ammazza! Ma che aveva, l’email proprio sottomano?!-, si stupì Jared.
- Eeehhhh! I miracoli della tecnologia…-.
 
Sfilò i fogli spillati: erano pochi, più o meno sei pagine.
 
Li iniziò a leggere distrattamente.
 
Sottovalutando completamente il contenuto di quello scritto.
 
Era evidente che non era in vena di non pensare ad altro, se non alla sfuriata avuta ore prima con suo fratello.
 
E ciò, sembrò la sua principale prerogativa, finché la trama di quel film, appena propostogli, non iniziò a catturarlo letteralmente.
 
Iniziò ad accarezzarsi la barba del mento con fare pensieroso: sempre più interessato.
 
Aggiustò perfino la sua posizione stravaccata nella vasca, in una più composta.
 
Quel film lo colpì.
 
Gli piacque.
 
Ora… doveva solo capire, quale ruolo avrebbe dovuto ricoprire…
 
La risposta non gli arrivò… fino all’ultimo foglio.
 
Proprio lì, infatti, sulla sesta ed ultima pagina di quel plico, ormai marchiato da qualche goccia d’acqua, comparivano i nomi, con i vari ruoli proposti.
 
“Rayon as:” e, se quella scrittura a penna, così contrastante con tutto il resto del plico scritto al pc, non era aramaico egiziano turco giapponese, sembrava essere proprio il suo nome “Jared Joseph Leto”.
 
Prima reazione: sbiancò.
 
Lui avrebbe dovuto interpretare il ruolo di….
di…
 
- Noooooooooooo!- affermò con stupore.
 
Seconda reazione: sorrise.
 
- Holy Tomo! Che figo!-.
 
Terza reazione: iniziò a ridere da solo, senza più freno.
 
Dall’alto della sua follia, mista a dolore, decise che, qualsiasi sarebbe stata la sua retribuzione, o conseguenza di quel ruolo, lo avrebbe accettato.
 
Era la sua nuova sfida.
 
Il suo nuovo progetto.
 
Il suo nuovo obiettivo da raggiungere.
 
Un nuovo scopo per tornare a recitare, dopo tanti anni lontano dal set.
 
Ed era assolutamente qualcosa di originale per una personalità come la sua.
 
Quel ruolo offertogli era la cosa più stimolante che potesse essergli stata proposta negli ultimi tempi.
 
Dedicarsi a quel progetto lo avrebbe portato a riempirsi la testa solo di ciò, e non più di tutti i problemi che ultimamente gli gironzolavano intorno.
 
Era un ottimo diversivo. Una sfiziosa alternativa alla mondanità dolorosa e ricca di ricordi e rimpianti che era diventata la sua vita.
 
- Uhmmm…- si grattò la barba del mento - credo che per interpretare questo certo personaggio Rayon dovrò fare una bella dieta ipocalorica vegana… bene…! Sarà un ottima scusa anche per meditare…-.
 
Finì la sua insalata mista, ripose tutto sul tavolino e scivolò nell’acqua calda, lasciando fuori dalla schiuma solo naso ed occhi, che chiuse.
 
Sospirò col naso, facendo volare alcune bollicine saponate qua e là.
 
Immerse nell’acqua calda, le sue labbra si incurvarono in un sorriso…
 
 

Continua…

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