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Autore: Satellite_29    22/01/2013    2 recensioni
Sono Lavinia Merryweather, una sedicenne con una paura folle per il Latino. Perchè? Non me lo so spiegare neanche io.
So solo che per colpa di questa stupida lingua morta Kyle Hunter, un figo da paura, mi farà da professore di ripetizioni per aiutarmi. Riuscirò a resistere al fascino del bel professorino?
Dal capitolo 1:
Chissà com’è ‘sto tizio. Sarà il solito sfigato che per racimolare un po’ di soldi per cambiare città è disposto a fare ripetizioni ad una ragazzina come me. Deve stare messo proprio male per voler iniziare così presto.
"..." Tutte le teorie sul povero sfigato figlio di una povera vedova erano sbagliate, completamente. Nella mia stanza c’è un bellissimo ragazzo, che non ha nulla a che vedere con la vecchia amica di mia madre. E io dovrei fare lezioni con questo tizio che potrebbe benissimo essere uscito da Abercrombie? Prevedo giorni duri, molto duri.
Dal capitolo 7:
Si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 19: Roma, damme 'na mano a faje di de sì

Che cosa orribile dover partire a l’una di notte per arrivare a Roma in mattinata.
Dico, farci andare il treno o in aereo non era più comodo? L’unica cosa che mi consola e che, stranamente, nessuno ha voglia di far baldoria. Avranno tutti sonno come me.
Mi giro su un fianco, rivolta dalla parte del finestrino. Dove diavolo ho messo gli auricolari? Ah, eccoli, ingarbugliati come al solito. Sento un rumore vicino all’orecchio e sobbalzo.
Brutta cosa essere sedute vicino a Eric Gilmoure.
E’ carino, simpatico, gentile, un vero amico, ma è uno dei pochi che russa così forte. Sinceramente, avrei preferito sedermi vicino a Brooke, ma mi dispiaceva farla stare senza Lucas.
Ora sono addormentati insieme, lui con la guancia appoggiata al finestrino, lei con la testa inclinata sulla sua spalla. Riprendo a districare i nodi dei miei auricolari, quando ricevo una telefonata.

Leggo il nome e sorrido.
- Da quando soffri di insonnia, Hunter? – chiedo, con un tono divertito, al mio caro interlocutore.
- Da quando ho un esame a breve e in questi giorni non potrò studiare. Ho cercato di anticiparmi tutto il possibile, spero di farcela appena tornerò in città. – risponde.
E’ esausto, già lo immagino con la testa tra i libri e le palpebre più chiuse che aperte.
- Dove devi andare? – chiedo incuriosita. Abbasso un po’ il tono: non voglio che i ragazzi svegli ascoltino la mia telefonata.
- Fuori città a partecipare ad una conferenza tenuta da uno dei miei professori dell’università .. Quello con cui devo tenere l’esame tra dieci giorni. – sbuffa, come se non gli piacesse parlarne – Ci ha praticamente costretti ad andare, perciò sarà meglio che io mi faccia vedere. Vorrei poter concedermi anche io una settimana di pausa come te!
- Si certo, come se la mia gita fosse una vacanza. – rido – Cosa credi? Cammineremo tutto il giorno a destra e a manca tra musei e monumenti vari. E poi ..
- E poi la notte non dormirai per colpa dei festini che avete in mente di organizzare. – conclude lui, ridendo.
- Esattamente. – rido, insieme a lui – Sarà una gita distruttiva, altro che vacanza! Se non fosse stata Roma la destinazione, quasi quasi non ci sarei andata.
- Ma non dire cavolate! Le gite si devono fare tutte quante, dalla prima all’ultima. Sono sempre esperienze, e ci si diverte sempre.
- Ma tu – inizio a dire, e mi scappa uno sbadiglio – non hai sonno?
Kyle ride per il mio sbadiglio. Cos’ha che non va il mio sbadiglio? – In realtà ho tanto sonno, ma ho anche tanta voglia di parlare con te. – a quelle parole avvampo improvvisamente.
Lavinia, e vabbè che dormono tutti, ma datti un po’ di contegno!
- Dovresti dormire. – gli dico, sorridendo – Domani devi partire anche tu se non sbaglio. Dai, non mi offendo mica! – rido, facendo scoppiare a ridere anche lui.
Mi ricordo quando le prime volte che eravamo usciti pensavo sempre a quanto le nostre due risate messe insieme fossero in sintonia. Sorrido a quel pensiero.
- Come vuoi tu. Dormi un po’ anche tu, se ci riesci. Buona notte, scricciolo. – dice, quasi sussurrando le ultime parole.
- ‘Notte Kyle. – sussurro e chiudo la telefonata. Riprendo a districare l’ultimo nodo dei miei auricolari e riesco a sentire un po’ di musica. Piano piano mi addormento anche io, senza che nessuno mi dia fastidio.
Se solo Kyle fosse con me ..

- Pigrona, alza le chiappe e svegliati! Siamo arrivati nella capitale! – mi urla Brooke dopo avermi staccato gli auricolari dalle orecchie.
- Ma sei impazzita? Mi hai fatto male! – urlo, massaggiandomi le orecchie.
- Dai che adesso ci sarà tutto il bordello per le stanze e le valigie, preparati. – mi dice, alzandomi dal sedile del pullman e aiutandomi a prendere il giubbotto nel vano sopra la mia testa. Appena scendo dal pullman vorrei non essermi mai portata le felpe in valigia.
- Ma si muore di caldo! – sbotto, Brooke ride – Sai, siamo a fine Aprile, sarebbe anche normale.
- Ma io in valigia ho tutte cose calde! Me lo sento, questa è la volta buona che me ne vado all’altro mondo. - esclamo, togliendomi la felpa, rimanendo solo con una canotta celeste.
Brooke mi da un colpetto sulla spalla e sussurra – Mi sa che se proprio devi morire, non accadrà per colpa del tempo … Guarda lì chi c’è.
Mi giro e vedo la quinta L al completo (al liceo classico il quinto ginnasio sarebbe il secondo liceo). Per la cronaca, la quinta L è la classe dove ci sono tutti i ragazzi più carini della mia età.
Alcuni nomi? Jake Lovelace, Eddy Caran, Mike Singh, Sebastian Gier e naturalmente all’appello non può mancare Chris.
Tutte le ragazze sono girate dalla loro parte: dire che hanno fatto un lago di bava è poco.
- Ehi voi due, chiudete quelle bocche che tra un po’ toccano il suolo per quanto sono aperte. – ci dice Lucas, mentre con due colpetti alza le nostre mascelle, facendoci anche male.
- Ahia! Come ti viene in mente? – dico io, massaggiandomi vicino ai denti. Brooke fa lo stesso e lancia uno sguardo di fuoco al ragazzo. Lui scrolla le spalle – Non fate troppa ricotta dietro a quelli, siete impegnate voi due.
- Io tecnicamente non lo sono! – sbotto, prendendo la mia valigia nello scomparto del pullman.
Lucas sospira e Brooke prendendo le sue cose gli fa – Vedere ma non toccare, almeno questo concedicelo.

- Ragazze, vi rendete conto che siamo nello stesso piano di quei bonazzi della L? – ci sussurra Elisabeth Prism mentre siamo impegnate ad ascoltare la guida del Colosseo.
- L’abbiamo notato fin troppo bene. – sogghigna Brooke. Meno male che Lucas non c’è, le avrebbe fatto un bel discorsetto.
Liz sorride come se avesse già un piano malefico in mente – Ragà, io a uno di quelli me lo porto in camera per forza! – io e Brooke scoppiamo a ridere.
Per chi non la conosce, Liz può sembrare un po’ troia, ma lei dice certe cose soltanto per scherzare.
- Elisabeth stai zitta, che tanto nessuno ti piscia.
Eccola la vera troia della classe. Clare Stockwood, la solita biondona occhi azzurri con una quarta di seno e alta un metro e ottanta. Insopportabile come sempre.
- Clare, un po’ di cazzi tuoi mai? Visto che ne hai tanti a cui badare … - le dico io, acida come non lo ero mai stata. Liz e Brooke sgranano gli occhi e poi ridono per il doppio senso.
Clare sbuffa inviperita e torna a sparlare con la sua schiavetta Georgia (quella della festa in discoteca, vi ricordate?). Brooke mi da il cinque e tutte e tre ci affrettiamo a raggiungere Willow e Leslie e Jules per chiacchierare un po’.
Le intravediamo sedute molto dietro la guida, intente a parlare con tre ragazzi. Quando ci rendiamo conto di chi sono, ci blocchiamo.
Aspettiamo che finiscano di parlare e prima di andarsene il castano saluta Willow dandole un veloce bacio a stampo. Quando siamo sicure che i tre si siano allontanati, ci avviciniamo.
- E tu da quando stai con quel tostacchione di Ed? Non dicevi che era sempre antipatico con te? – le chiedo, dandole una gomitata nel fianco.
Willow ride e arrossisce – Stiamo insieme da un mese, dovresti saperlo. Ah giusto, sei impegnata a stare dietro a quel tuo amico .. Come si chiama?
- Kyle, e ne vale 100 di quei ragazzi, fidati Willow! – ride Brooke. Cerco di minimizzare, ma Brooke intralcia tutti i miei tentativi.
- Comunque, ringraziatemi per il regalino di stasera. – dice Jules facendoci l’occhiolino. Io e le mie due amiche la guardiamo interrogative.
Lei ride – Grazie ai contatti di Willow e al mio sorprendete carisma, stasera si esce con i Magnifici 5!
Si, è alquanto stupido, ma per scherzare li chiamiamo così. Io e le mie amiche urliamo – Che cosa?!
- Si, stasera ci vediamo giù nella hall dopo che le vecchie zitelle hanno fatto il loro giro di ricognizione e ci facciamo due giri per Roma. Non è fantastico? – esulta Jules.
Io la guardo di sottecchi – Ma a te non piaceva Will?
- Infatti è tutto un piano malefico per farlo ingelosire. Ci scommetto un occhio della testa! – dice Leslie, rivolta a Jules.
Lei sbuffa – Lui continua a ignorarmi? E io me la spasso con Jake, alla faccia sua! – fa una linguaccia, ipoteticamente rivolta a William.
- Potevi benissimo uscire con lui senza mettere noi in mezzo! – le urlo. Forse sto esagerando, meglio darmi una calmata.
- Non dirmi che uscire con Christian Murray non ti farebbe piacere. Lo sanno tutti che vi sentite! – dice Jules. Io sgrano gli occhi – Non è vero, ci sono uscita insieme per una scommessa, ma è finito tutto lì!
- Se se, dicono tutti così. – Dicono Willow e Leslie, ridendo.
- Brooke, almeno tu dammi ragione! – le dico, quasi supplicandola.
- In effetti la situazione è alquanto strana ..
- Ragazze, smettetela di disturbare la guida! Zitte e ascoltate. – ci urla la professoressa di Matematica che ci ha accompagnato.
Mi siedo su un gradino e sbuffo, pensando al guaio in cui mi hanno cacciato. Io non avevo la minima intenzione di rivedere Chris, non mi sembra giusto nei confronti di Kyle.
Dopo tutto quello che ha fatto sabato sera per controllarmi dovrei tradire la sua fiducia? Non mi va proprio, nemmeno per stare con un ragazzo bello come Chris.
Però, cavoli se è bello. Siamo tutti seduti sulle gradinate del Colosseo e lui è seduto qualche gradino più sotto di me, alla mia destra. Riesco a vedere perfettamente il suo profilo lineare e i suoi capelli così scuri da sembrare neri.
Si gira dalla mia parte e notando che lo sto fissando mi sorride e fa un cenno con la testa, come per salutarmi. Ricambio il sorriso  e poi torno a guardare la guida. Bella figura di cazzo che hai fatto, Lavi.

- Oddio, non dirmi che dobbiamo camminare ancora. I miei piedi vogliono staccarsi dalle caviglie! – dico implorante a Lucas.
Lui ridacchia – Non preoccuparti, stiamo tornando in albergo per mangiare. E’ solo che ci torniamo a piedi.
– E’ vero che mi prendi in braccio e mi porti tu per tutto il tragitto? – gli chiedo, facendogli gli occhi dolci e la voce da cucciolo bastonato.
- Mi dispiace, è impegnato a portare me! – urla Brooke, saltando sulla schiena di Lucas e appendendosi per il collo. Per l’impatto Lucas stava quasi per cadere in avanti.
- Brooke, mi stai soffocando! – le dice, cercando di spostarle le mani sulle spalle. Non capisco nemmeno io come fanno, ma si sbilanciano e cadono tutti e due col sedere sul marciapiede.
Ci mettiamo a ridere, e smettiamo solo quando ci accorgiamo di aver perso le tracce della nostra classe.
- Oh merda, avete una cartina? – chiede Lucas. Io annuisco  e gliela porgo. Per fortuna che ho segnato tutti i posti dove andremo in questi 7 giorni, compreso l’albergo. Il mio amico individua la strada e ci incamminiamo.
Durante la passeggiata parliamo tranquillamente del più e del meno, e in dieci minuti siamo davanti all’albergo. Che strano, si trova davanti a un liceo classico.
Facciamo per entrare quando una voce fin troppo riconoscibile ci urla alle spalle.
- Ehi ragazziiii! Che ci fate voi tre qui?
Rabbrividisco. Non ci posso credere, ma questo qui non ha un lavoro?
- Che cazzo ci fai tu qui, Hope? – urliamo noi tre all’unisono. Il rosso sogghigna – Non penserete mica che io sia il vostro angelo custode che vi segue dappertutto, vero? Sciocchini, sono qui per lavoro. – dice, guardandosi le unghie ben curate. Io sospiro – Sentiamo, che incarico hai questa volta?
- Un convegno sulla cultura classica. Oggi c’è stata la prima conferenza. Se non mi credi guarda tu stessa: lì c'è il manifesto ufficiale e tra un po’ usciranno tutti i partecipanti dalla scuola.
In effetti, un po’ di gente c’era lì davanti. E adesso ne sta uscendo altra. Do le spalle alla scuola, guardando i tre in faccia.
- Sapete, stanotte mi ha chiamato Kyle per sapere come andava, e mi ha detto che avrebbe partecipato a un convegno fuori città. E se fosse qui anche lui? – chiedo.
I miei amici guardano il cancello della scuola interrogativi e dopo cinque minuti buoni a fissarlo si guardano e scoppiano a ridere.
- Hunter qui? E’ assurdo! – dice Brooke, ridendo e piegandosi quasi in due.
- Ma dai, non potrebbe essere! – fa Lucas, facendo un risolino. E’ una mia impressione o sono risate sforzate?
- Sarebbe troppo bello se il mio patatino biscottino pasticcino adorato fosse proprio qui. – dice Hope, con lo sguardo rivolto alle porte della scuola.
- Ma che diamine avete da guardare? – dico, girandomi.
- NIENTE! – urlano i tre, girandomi di nuovo verso di loro. Li guardo con un sopracciglio rivolto verso l’alto e loro mi sorridono.
- Quei sorrisi sono più finti dei denti di mia nonna. – gli dico, provando a girarmi indietro, ma i tre mi bloccano prontamente.
- Per il tuo bene, cara, non ti girare! – mi dice Hope con un tono stranamente serio.
Un motivo in più per girarmi.
Riesco a liberarmi dalle loro strette e finalmente riesco a vedere anche io il motivo del loro atteggiamento strano.
Lo guardo stringere la mano a numerosi uomini, che dall’aria sembrano tutti professori. Cavolo, perché non sei rimasto a casa tua a studiare per quel maledetto esame, Hunter?

Dopo un’abbondante decina di minuti, Kyle si gira dalla nostra parte e mi fissa. Scende la scalinata e mi si avvicina.
Oddio, e adesso?
- Perché non mi hai detto che saresti venuto qui a Roma? – gli chiedo di getto, prima che possa dire o fare qualsiasi cosa.
- Mi hai detto che andavi al convegno, tanto valeva dirmi tutto. – conitnuo. Il tono è serio, ma non sono arrabbiata veramente.
Solo una notte prima desideravo stare con lui e adesso che ce l’ho davanti a me non posso certo fare l’incoerente e desiderare che se ne vada!
- In effetti ti avevo chiamato per dirtelo, ma poi ho preferito tacere per farti una sorpresa. Una sorpresa che non è andata in porto però, visto che si siamo incontrati prima del dovuto. – fa un sorriso sghembo.
Dal tono di voce pacato sembra che abbia paura di qualche mia strana reazione. Dopo quello che è successo tra di noi e dopo tutti i nostri litigi, lo capisco.
- Ragazzi, voi salite pure in camera. Se la prof mi cerca dite che mi sto facendo una doccia. – dico ai miei amici, che prontamente entrano nella hall. Hope sembra essersi volatilizzato insieme a loro.
Kyle mi guarda leggermente sorpreso.
- Penso che noi due abbiamo un bel po’ da dirci. – gli dico, abbassando lo sguardo. Lo vedo annuire – Ci vogliamo sedere? – chiede, indicando con il mento la scalinata della scuola di fronte. Dico di si e ci sediamo sui gradini in pietra.
- Cosa dobbiamo dirci precisamente? – chiede Kyle, teso. Io gli prendo la mano, per rassicurare lui. E per rassicurare anche me.
- Voglio capire che diamine stiamo facendo. Da quello che è successo alla festa di tua madre in poi, non ho capito più niente di quello che è successo tra noi. Insomma, tu eri ancora indeciso su cosa fare con Meredith …
- Merryweather – mi interrompe – te lo ripeto un’ultima volta: quello che è successo alla festa con Meredith non ha significato nulla. Per me è come se lei non fosse mai tornata in città. Voglio stare soltanto con te adesso.
- Allora perché non siamo già fidanzati e ci scambiamo baci senza aver deciso qualcosa di effettivo? – gli chiedo. La voce è strozzata da un pianto che cerca di uscire, ma che tento di soffocare.
Più diretta di così si muore.
Perché alla fine è questo il problema: Kyle parla e parla, ma quando si tratta di passare ai fatti non quaglia nulla. E non ne capisco il motivo, visto che dice di avermi detto la verità quando mi ha detto che gli piacevo.
Kyle mi guarda sorpreso (lo avevo detto che ero stata troppo diretta!).
- Vuoi sapere la verità? – mi chiede, sorridendo. Io annuisco, preoccupata.
- In realtà, dopo quei baci di venerdì e dopo che non ti sei arrabbiata con me sabato, pensavo che fosse sottinteso che stessimo insieme. – dice.
Vedendo la mia faccia scandalizzata, ridacchia – Lo so, scommetto che adesso hai intenzione di picchiarmi, vero?
Vorrei strozzarlo. No, ma che dico, strozzarlo significherebbe fargli un favore! Gli devo far passare le pene dell’Inferno!
- Mi spieghi come cazzo fai a sottintendere certe cose?! – gli urlo e inizio a pizzicarlo sulle braccia. Lui sopporta per qualche secondo, ma non riuscendo a resistere di più, cerca di farmi smettere facendomi il solletico.
Brutto bastardo!
- Se continui a farmi il solletico giuro che mi incazzo sul serio, Hunter! – urlo, ridacchiando.
Lui sbuffa – Peccato, mi stavo divertendo.
- Si, solo perché avevi la meglio. – dico ridendo e lui alza le spalle – Touché.
Io mi appoggio alla sua spalla e lui appoggia la sua testa alla mia. Brutta cosa stare affianco ad un figone alto un metro e ottantacinque, si nota davvero troppo la differenza!
Rimaniamo un po’ tranquilli, fino a quando Kyle non rompe il silenzio.
- Quindi, se non ho capito male, vorresti che io ti dicessi ufficialmente se siamo fidanzati. E’ questo il problema? – mi chiede, mentre mi accarezza lentamente i capelli.
Io annuisco e lui mi gira il volto verso il suo prendendolo con due dita.
- Lavinia, mi piaci da impazzire. Vuoi concedermi l’onore di essere il tuo ragazzo? – mi chiede Kyle, sorridente, a un centimetro dalla mia faccia. Io faccio un sorriso a trentasei denti – Sì.
Colmiamo il vuoto tra noi e ci baciamo. Il nostro è un bacio delicato, quasi insicuro, come se non riuscissimo a credere a quello che sta succedendo.
Quando il bacio sta diventando sempre più impetuoso e passionale, il mio telefono squilla sonoramente.
Mi stacco controvoglia da Kyle e rispondo – Pronto?
- Lavi, ma tu lo sapevi che la nostra camera si affaccia proprio sulla strada principale? – mi chiede Brooke ridendo.
Io alzo immediatamente lo sguardo e vedo Lucas, Brooke e Hope (che cavolo ci fa lì quell’impiccione?!). Anche Kyle lo nota e iniziamo a ridere.
- Dai piccioncini, ci dispiace separarvi, ma tu hai un orario da rispettare. Dalla regia mi dicono che tra un po’ si mangia, quindi muoviti! Dai la buonanotte al mio zuccherino anche da parte mia! – urla Hope, che ha rubato il cellulare dalla mano di Brooke. Faccio per ribattere, ma il rosso ha già chiuso la conversazione.
- Ma quello quando la smetterà di chiamarmi con stupidi nomi? – mi chiede, visto che aveva scoperto in che modo lo chiamava Hope.
Io gli sorrido e imitando Hope gli rispondo – Penso che non lo farà mai, pasticcino patatino!
 Lui scuote la testa divertito – Prevedo tempi duri con te, scricciolo.
- Ti ho sempre detto che non sono una tipa facile. – rido e dopo avergli schioccato un bacio sulla guancia mi sussurra – E mi piaci anche per questo.


* * *
Sono tornata con questo nuovo capitolo! Beh, adesso le cose tra Lavinia e Kyle sembrano essersi stabilizzate, visto che finalmente hanno chiarito come stanno le cose tra di loro. Ma c'è sempre la quiete prima della tempesta ..
Proverò a fare il possibile per aggiornare al più presto, grazie mille a tutte le ragazze che hanno recensito e a quelle che mi seguono.
Un bacio e alla prossima! Clau

  
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