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Autore: JackPortiero    23/01/2013    1 recensioni
By JackPortiero, l'autore della teoria Tobi=Hinata. Beh... che dire... Naruto e Hinata si sono lasciati al primo giorno del 3° anno di Accademia, proprio al termine della saga precedente! :''-( ... E ora!? E ora si riprende esattamente da lì, vedendo un po' come si comporteranno i nostri beniamini da qui a poco prima dell'inizio del vero manga di Kishimoto. Certo che ne incontreranno di gente, in questa missing moment, a partire proprio da "COLUI" che era intervenuto a proteggerli da quei tre odiosi bulletti: SASUKE-KUN, l'idolo delle ragazze! E anche se siamo sembre sotto l'illusione di Tobi/Hinata, quando c'è di mezzo il clan Uchiha, i colpi di scena sono reali e garantiti! ;-)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Hinata/Sasuke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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HANABI HYUGA (...Key of the Dream...)


La lettera di Hinata alla sorella (parte finale, dopo una serie di siffatte cattiverie)

 
...perché ti sto dicendo queste cose, Hanabi!? Per capire... se sono in grado di essere un ninja.
Uno shinobi, infatti, deve sopprimere qualsiasi genere di sentimento. E' così che funziona, alla Foglia.
Per cui... lo sto facendo, sto rompendo con te; sto testando fin dove posso arrivare. Mi sembra una ragione valida.

Il nostro, è sempre stato un clan dove la principale se ne lava le mani, del sangue della cadetta, pur di mantenere intatto il suo onore!
Mandiamo al massacro i pezzi migliori, per proteggere il Byakugan, e releghiamo nella cadetta i fratelli, per trasmettere occhi purissimi.
E anche tu... dal momento in cui nata in questa famiglia dopo di me, sei stata incatenata a questo destino di schiavitù!

Ma io, invece, ti sigillerò, e sarò al di sopra della maledizione di questo clan!... Conoscerò i suoi segreti, scoprirò il vero potere di questi occhi.
E sarò libera da ogni vincolo, e potrò finalmente volare. Il sacrificio di una di noi, sarà la salvezza dell'altra!
Io... non mi sono mai realmente affezionata, a te. Sei la mia nemica. E' solo questo, il legame che c'è tra di noi.

Ma non penso valga neanche la pena, di sigillarti subito... stupida sorellina! tanto... quei tuoi occhi non ti servono a nulla!
Sarebbe... uno spreco; nel caso dovesse succedere qualcosa ai miei. Tu... sei pur sempre il mio possibile PEZZO DI RICAMBIO!
Papa'... secondo me sarebbe d'accordo. Sono io, la sua preferita. Tu... sei solamente "un errore"...

Se poi hai intenzione di punirmi, provaci. Colpiscimi. E soprattutto, ODIAMI... Allenati,
aggrappati a questa flebile speranza.
Allenati, allenati, non fare altro che questo. Ma sappi... che non ti mostrerò mai, il mio vero livello, e alla fine, ti umilierò con il Juken.
Così, quando infine ti avrò marchiata, dovrai fare quello che dico. E non sarà stato, invano, l'aver rimandato.
Perché così, nel frattempo... sarai diventata più forte. Sarai un ottimo strumento da mandare avanti al mio posto...

Dunque, direi che finalmente l'hai capito, che non mi devi più scocciare. Hai capito... che genere di persona io sono realmente...


*****



Dopo che in tutta fretta, a fronte di una visita inaspettata, la piccola Hanabi vide mobilitarsi così prontamente la sorella (quasi non aspettasse altro che di liberarsi della sua presenza), questa specie di serpe, profittando del fatto che al di fuori della lotta non si dovevano in alcun modo toccare, ordì di sovrastarla in statura da così vicino, soffermandosi senza il minimo garbo, con sfacciata aria di superiorità, e senza nemmeno degnarla di uno sguardo.

"Sto uscendo col mio fidanzato. Se ti azzardi a parlarne o a uscire di casa, stavolta ti distruggerò con il Juken, Hanabi..." - minacciò sottovoce Hinata, con timbro pacato e neutrale, ma inflessibile.
"Siete detestabile, a sostenere ogni volta di potermi battere, sorella..." - replicò la secondogenita, con perfetto autocontrollo - "Siete soltanto brava a recitare..." - sentenziò, mascherando di fatto il terrore.


"Perché... fai così? Oggi che non c'è papà, non c'era alcun bisogno di fingere, che siamo nemiche..."

Hinata... le parlava in maniera così meschina soltanto in quei due giorni in cui erano tenute a scontrarsi; quasi facesse parte dei suoi obblighi. Altrimenti, nel restante arco del mese, evitava di importunarla.
Ma l'attenta bambina, dotata di una estrema e precoce raffinatezza, poté notare più del consueto l'espressione rigida e indifferente della sorella maggiore, che in apparenza lasciava trapelare fino al midollo come la reputasse, a tutti gli effetti, una perfetta estranea. Poi, Hinata si avviò meccanicamente verso l'uscio, piantandola in asso, e la porta fu chiusa con decisione, a chiave, con celere e simulata cattiveria.

In questo modo... Hinata l'ammoniva severamente di adeguarsi a quanto aveva detto. Per il bene di entrambe, s'intende, cosicché anche stavolta fosse archiviata la pratica, senza permanenti ripercussioni.

"E ora che siete uscita, perché abbassate così la testa!?..." - si interrogò con leggero sforzo Hanabi, avendola di getto, per intima necessità, spiata oltre col byakugan, sebbene conscia dei rischi.

La piccola, sebbene le fosse stato proibito un utilizzo del genere, alle volte utilizzava in tal senso il suo "occhio migliore", studiava la sorellona meglio di quanto lei fingesse; nel tentativo di smascherarla.
Oramai... erano passati tre anni, da quella odiosa lettera, e il chakra di Hinata, in verità, era caldo e forte, tutt'altro che insensibile, e a un ninja sensitivo con un minimo di abilità, un simile particolare non poteva sfuggire. Eppure, ciò non significava necessariamente che non vi potesse essere un'eccezione, e che la sorella dovesse provare dell'affetto incondizionato per lei, o essere per forza buona e gentile con tutti.

Evidentemente, con lei non poteva permetterselo. Il loro legame, fin dall'inizio, era stato predestinato al sospetto, e alla feroce rivalità. Per cui... Hinata aveva del tutto rotto con lei anziché perpetuare in un orribile inganno, nel quale, senza averle mai dato adito di un simile intento, avrebbe potuto marchiarla inconsapevolmente nel sonno, come una bestia che non necessita alcun riguardo.
Almeno, nei rancorosi (ma ben gestiti) pensieri di Hanabi, c'era di leale questo: che la sorellona, anziché mantenere il legame con lei e stimolarla sempre più a migliorare, per poi pugnalarla così facilmente alla fine, aveva posto subito in chiaro le cose, mettendo in guardia e dichiarando guerra a viso aperto, dopo avere spiegato la situazione e l'obiettivo, cosa davvero stupida, se avesse voluto vincere.

Per cui, alla fine, Hanabi (almeno lei) ci era arrivata. Palesare i piani, non era esattamente il modo di agire di un ninja. E avvertendola che sarebbe andata incontro a morte certa, le aveva anche dato la Speranza.

Ma Hinata, però, non parlava quasi mai, né incrociava per un istante il suo sguardo, per cui definire cosa le passasse realmente per la testa, era davvero chimerico.
Più realisticamente, proprio per il pentimento di non averla sigillata quando sarebbe convenuto, concedendole un'inedita opportunità in virtù dei suoi quattro anni (l'età in cui in teoria un Bouke riceveva la sua croce), Hinata la distruggeva a parole alla vigilia di ogni scontro, facendosi odiare e assicurandole la sconfitta finale, ma uscendo puntualmente a testa bassa, di certo malvista dal padre per la sua inettitudine.

Hanabi, invece, dal canto suo, non replicava mai, così aspramente, però detestava gli atteggiamenti della sorella, che si ostinava a non riconoscerla, per cui non vedeva motivo per il quale non dovesse vincere.
Essa, seguiva le direttive del padre (ma anche di Hinata) che le imponevano di battersi al massimo, senza intenti omicidi, e in questo era davvero una bambina attenta, e obbediente. E poi... sapeva bene, che il giorno in cui sarebbe stato permesso l'utilizzo del Juken, sarebbe stramazzata miseramente a terra, e dunque colpiva così duramente per anticipare questo strazio, e scoprire se sarebbe arrivato...


(.....)
 


"Certo, che lui merita ogni riguardo... è rimasto del tutto solo..." - rifletté dopo qualche minuto, tra mille dubbi, la piccola Hanabi, seduta lì tristemente, davvero disorientata dall'aver scoperto il gentile sorriso della sorella - "...potevate dirmelo, però, che era Sasuke Uchiha, la recluta più figa e promettente dell'Accademia." - parlò ormai in solitudine, tra quelle quattro mura, con un curioso e vivace risentimento.

La piccola, non era affatto invidiosa, della maggiore, solo un po' triste e gelosa per la sua assenza, e notevolmente indispettita da questa disparità di trattamenti. Inoltre, era alquanto turbata dalla situazione.
Infatti, essendo ad ogni modo una bambina, e non valutando che si potesse stare con una persona esclusivamente per l'aspetto fisico, dovette necessariamente pensare, o quanto meno intuire, che se il migliore di tutti stava al fianco di una ragazza da pari a pari, tanto inetta, quest'ultima, non doveva essere...

"Sembra proprio... che anche voi, abbiate bisogno di sorridere a qualcuno. Dell'esito dell'incontro di oggi, non vi importa nulla..." - rifletté la giovanissima e beneducata Hyuga, con una sagacia fuori dal comune.


"Però... potevi a farlo a me, quel sorriso... no? Potevi stare un po' a casa con me, invece di lasciarmi sola ed uscire col tuo fidanzato.
 A me, sarebbe bastato... stare un po' in silenzio con te, per capire che non siamo nemiche..."

La verità... era che la bambina, in cuor suo, non gioiva affatto, nel combattere così assurdamente con lei, né l'aveva mai colpita duramente come le prime volte, quando si sentì maggiormente ferita.
Hinata, poi, si allenava senza tregua, tanto quanto lei, e il giorno della resa dei conti, si avvicinava... Ora più che mai, il destino chiedeva ad entrambe di essere acerrime nemiche per la sopravvivenza.

Poiché davvero, nel clan Hyuga così sottomesso alla Volontà del Fuoco (che protegge i piccoli), il precoce e anonimo sacrificio di una bambina, sarebbe stato l'orrida salvezza dell'altra. Era così, che funzionava, similmente su larga scala... (immagino fosse per questo, che dei ragazzi ancora olezzi di latte, erano mandati a sancire gli equilibri in una Foresta di nome la Morte, per evitare dispendiose guerre tra adulti...)

Ma Hanabi, invece, era alquanto sveglia e intelligente, e per questo aveva recentemente compreso, per bocca del padre, che un ninja è soltanto uno strumento di morte, al coatto servizio del Villaggio.
Inoltre, le era anche chiara la terribile malfidenza del popolo per gli sciagurati portatori di abilità innate. Una linea sottile tra il disprezzo e il timore reverenziale, nella quale l'esteriorità avrebbe potuto fare la differenza. E quindi... i doveri del clan, la sua volontà nel mostrarsi sempre pacifici, le sue inflessibili linee guida (trasparenza, compostezza, neutralità), e soprattutto la necessaria distinzione tra casata principale e cadetta, per la tranquillità del popolo e il buon nome e la sopravvivenza del clan tutto (spiegazioni che comprensibilmente, alla cadetta, dovevan parere come un'ottima scusa per essere tenuta in pugno).

Dunque... non era stata semplicemente Hinata, a rompere con lei. Era stato il destino, a metterle innanzitutto contro; a indurre Hinata a essere una vigliacca. E lei la odiava per questo: perché era una vigliacca.
Infatti, quella stupida la sottovalutava e continuava a sfuggirle, e pur di non affrontare il problema la feriva ogni volta, non concependo più la possibilità di esser mai perdonata.

Era il padre, che ripeteva sempre ad Hanabi di essere forte, di non accettare i soprusi, restando però buona d'animo. Per cui, Hanabi si limitava a battere Hinata con freddezza, perfettamente, senza cercare i punti vitali, o infierire inutilmente. E Hiashi, anche lui, si era subito pentito, di non aver trovato altra soluzione, e pur scatenando questa rivalità, non aveva mai alimentato alcun odio, nella figlia minore.
L'aveva, piuttosto, inibito, allenandola e tenendola sempre al suo fianco, smentendo così quella lettera, e preferendola pubblicamente alla primogenita, perché sapeva che Hinata avrebbe potuto sopportare questo peso. Era questo, il piano, la strada per la salvezza di entrambe. Quando la piccolissima Hanabi, in lacrime, riferì al padre delle angherie di Hinata, quest'ultima fu "severamente ripresa"...

Ma "il nemico", era di certo altrove, bruciante e impalpabile come l'aria, e si domandava cosa aspettasse Hiashi-sama a scegliere. "Il Sistema", la regola in teoria, vedeva pur sempre Hinata come legittima erede di nascita, sebbene il capoclan degli Hyuga sostenesse in continuazione che fosse il caso di aspettare, poiché la discendenza ufficiale non mostrava ancora alcuna garanzia.
Ma il giorno in cui questo sarebbe cambiato, per Hanabi sarebbe stata la fine. E nessuno, se la sarebbe mai accollata, né l'avrebbe più aiutata "nel suo problema", che sarebbe infine venuto allo scoperto, facendola diventare, così all'improvviso, un fantasma, una fallita di questo mondo, il definitivo zimbello della casata cadetta.

La verità... è che Hanabi sapeva bene, di avere solo lei questo limite, e che la cosa in cui teoricamente doveva sperare di più, era un terribile incidente, o un irrimediabile passo falso della sorella.
Ma non era, così... La piccola mirava ad altro, si impegnava duramente per sconfiggere questo destino, e recuperare il legame con lei, dopo averle stampato così tante testate da smantellare ogni finzione!
La odiava davvero; ma non voleva, perderla. Questo no. E il giorno in cui dovevano colpirsi era diventato, alla fine, quello in cui perlomeno si parlavano, e nel quale riuscivano, stranamente, a comprendersi.

Come questo fosse possibile, è perché il capoclan degli Hyuga, se non era davvero costretto, in casa sua non faceva entrare praticamente nessuno, e dunque, in mezzo ad una relativa e insospettabile tranquillità, quei due giorni di acerrimi contrasti, supervisionati dalla cadetta, stonavano terribilmente, e rappresentavano di certo una commedia. Una messinscena familiare, per non perdersi fra "le fiamme", ed andare avanti...

Hanabi, ultimamente, a furia di parlare costantemente col padre, era cresciuta parecchio, e voleva pensarla così. Era un vero genietto, precoce almeno quanto Hinata, e di recente si era posta molti dubbi...


(.....)


 
E invece, passata all'incirca mezz'ora, la povera bambina dovette rendersi conto di quanto fosse un'ingenua. A Hinata, in verità, non importava davvero nulla, di lei.
Semplicemente... se la rideva perché estremamente tranquilla. Non l'aveva mai considerata, un pericolo, né tantomeno una rivale, poiché sapeva di aver vinto il mondo nel momento in cui era nata.

Lei, al contrario, era soltanto un uccello in gabbia. E queste, più o meno, erano le parole che quella perfida aveva riportato in un foglietto. Evidentemente, ce l'aveva di vizio, di non degnarla di un minuto nelle cose importanti, e di sbattergliele così acidamente in faccia, nero su bianco. Doveva suonare, più o meno, così:



Sciocca sorella, ho notato che ultimamente colpisci meno forte, e ti sei messa in testa strane idee...
Ma è inutile, che continui a spiarmi con insistenza di nascosto. Non ce davvero nulla, da comprendere.
Otterrai soltanto una cosa: lo scoprire che mi fai pena, il vedere che ho legami infinitamente migliori,
e il capire che ci vado così piano con te, fino a farti vincere, solo per compiacere nostro padre.

E' che lui, continua a rimandare l'inevitabile, e non ha il coraggio di dirti la verità...
Ma in questi giorni, gli ho detto subito che "comprometti" così la tua vista, e finalmente, è rimasto fortemente deluso.
LA VERITA', è questa: che io non ho mai corso alcun rischio, e tu sei ingiustamente cresciuta
nella convinzione che se ti fossi allenata così duramente, sarebbe cambiato infine qualcosa.

OGGI, sarà l'ultima volta che ci affronteremo, capisci cosa provo realmente? sono così eccitata, in teoria non dovresti saperlo...
Ma non ho resistito... Ho saputo che tra sei mesi, se sarò genin, potrei persino smettere di allenarmi, e fare quello che mi pare.
Infatti, LA REGOLA è semplice: non importa davvero nulla, del divario che potrà mai esserci tra noi;
non importa, quante volte vinci. Se io diventerò un GENIN, sarò l'erede della casata, e tu verrai sigillata.

Ti è chiaro, adesso, come mi sento?... Ahah, a quel punto, le nostre strade si separeranno, avrò raggiunto il mio traguardo!
Le regole, sono regole, mia cara, e per proteggere e tramandare il Byakugan, il Souke deve semplicemente astenersi
dal combattere, e dal rischiare la vita
così stupidamente, mandando abilmente avanti la casata cadetta.
Anzi... probabilmente è proprio perché tu sei "un errore", il motivo per cui sarai mandata al massacro per prima...

Mi dispiace, Hanabi, ma la verità, qualcuno doveva pur dirtela... Tu sei nata per essere "il mio strumento". Nient'altro che questo.
Non so proprio, cosa farci, sorellina... So solo, che finalmente proverai sul serio ad uccidermi, e io avrò il permesso di fare lo stesso.
Scegli, di usare le tua arma migliore... Io, ho già deciso; stavolta vincerò. Ci sarà TUTTO IL CLAN, a vedere questo incontro. E' una cosa seria.
Così, finalmente, scoprirai di che pasta sono fatta, e avrò la mia rivalsa. Li farò zittire tutti, e dirò che utilizzo farò di te, e di tutti loro...



 
*****



.....

..........
 
.........................



Allora... era vero. A te non importa nulla, di me...

Io... TI ODIO. Per te, sono solo... uno strumento difettoso...







(to be continued...)

  
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