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Autore: Lui_LucyHP    23/01/2013    9 recensioni
Alla fine della Guerra contro Voldemort, le vittime sono molte.
Harry, nel tentativo di tornare a Grimmauld Place con una Passaporta, si troverà invece in un'altra dimensione, dove le cose sono andate diversamente.
James, Lily e gli altri sono tutti vivi, ma combattono una guerra che dura più di vent'anni, perché lì, Voldemort, non è mai caduto la notte del 31 Ottobre 1981, ed è più forte che mai.
Harry si troverà di nuovo ad essere l'unico in grado di sconfiggere il Mago Oscuro.
Ci riuscirà? Come sarà il suo rapporto con i genitori che non ha mai conosciuto?
E quello con tutti gli amici che aveva, ma che lì non l'hanno mai conosciuto?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Harry e Silente non dovettero aspettare molto, nascosti dietro una delle siepi del giardino di Villa Malfoy. Poco dopo essere entrata nella dimora, la squadra tornò all'aperto, annunciando il via libera che stavano aspettando.
«Non c'è nessuno all'interno, a parte gli Elfi Domestici» rassicurò Narcissa. «Venite, vi accompagno nello studio di Lucius».
La prima volta che era stato in quella casa, Harry era troppo preoccupato per la sua sopravvivenza e non aveva notato gli arredi e i decori che erano presenti. Mentre attraversava il pavimento di marmo nero dell'atrio, non poté fare a meno di notare che ogni centimetro di quel posto mostrava ricchezza, potere e nobiltà. Le enormi vetrate delle finestre erano decorate con finissimi ricami, sicuramente d'argento; le lunghe tende verdi, raccolte di lato ad ogni finestra, erano di seta. Alle pareti erano appesi numerosi ritratti, che continuavano a fissarli da quando erano entrati. Ritraevano vari membri della famiglia Malfoy in epoche diverse, alcuni fin dal più lontano Medioevo, a giudicare dai vestiti ritratti. Lo sguardo di Harry si fissò sulla spessa ringhiera che accompagnava la scalinata di marmo beige, con venature nere: il colore splendente era inconfondibile...
«Oro puro» confermò Draco, visibilmente compiaciuto dall'espressione stupita di Harry. «Uno degli arredi che più preferisco della Villa; mi ricorda quanto ricca e importante è la mia famiglia».
«Ma dai? Non l'avrei mai immaginato» borbottò, sarcastico. Draco rimaneva sempre Draco. Non c'era l'odio nei suoi confronti che aveva sempre contraddistinto gli anni a Hogwarts nella sua Dimensione, ma tranne qualche parola e qualche partita a scacchi o a carte, non si consideravano poi molto. Draco Malfoy era comunque il ragazzo viziato e strafottente che conosceva, con le sue stupide idee sul sangue puro.
«I Malfoy sono una delle famiglie più antiche, ricche e influenti del mondo Magico» spiegò Draco, indicando i numerosi ritratti appesi alle pareti. «Intorno al Sedicesimo e Diciassettesimo secolo, alcuni Malfoy hanno fatto parte della Corte Reale; prima che entrasse in vigore lo stupido Statuto di Segretezza».
«Draco, spiegami una cosa... Se sei convinto che i Purosangue siano una razza superiore e che i Sanguesporco, come li chiami tu, siano indegni, perché non sei con tuo padre al fianco di Voldemort?»
Draco lo squadrò a lungo, prima di rispondere, con la solita voce strascicata: «Perché, come mi ha fatto notare mia madre, sono persone. Non le considero alla mia altezza, ma non è necessario ucciderle; ignorarle è sufficiente».
Accelerò il passo, seguendo la madre lungo un corridoio scuro, ed Harry dovette quasi correre per non rimanere indietro.
«Eccoci arrivati nello studio di Lucius» disse Narcissa, aprendo una porta nera.
La stanza era piccola e stipata di mobiletti e tavolini, molti dall'aria antica, carichi di fogli di pergamena e libri. «Che cosa cerchiamo esattamente?»
«Un piccolo quaderno nero» rispose Harry. «Sulla copertina c'è scritto Riddle».     
«Madre, c'è anche la biblioteca».
«A quella ci penseremo dopo» decise Narcissa, dopo una pausa di riflessione. «Le cose più importanti le tiene qui, nel suo studio».

 

***

Non gli avevano dato un attimo di tregua. Da quando il Signore Oscuro era entrato nella cella, seguito dalla fedele Bellatrix, lo avevano torturato senza pietà; non gli avevano risparmiato nulla. Il suo corpo, steso sul freddo pavimento di pietra, era preda a continui spasmi, provocati dalle lunghe Cruciatus a cui era stato sottoposto. Non aveva aperto bocca, non si era lamentato; non avrebbe mai dato loro quella soddisfazione.
«Allora, Severus» sibilò la fredda voce del Signore Oscuro. «Hai qualcosa da dire?»
«No».
Strinse i denti per trattenere l'ennesimo gemito di dolore, mentre veniva colpito nuovamente dalla Maledizione Cruciatus. Si costrinse a tenere gli occhi aperti e fissò le crepe sul pavimento e lo sporco che si era depositato negli anni, o nei secoli. Sicuramente si trovavano in una delle dimore dei Mangiamorte più fidati, che provenivano tutti da nobili e antiche famiglie Magiche; chissà quanti prigionieri avevano visto quelle celle nei secoli precedenti.
Quante persone sono morte qui dentro?
Non poté fare a meno di pensarci, cosa che non aveva mai fatto quando era dalla loro parte, perché non era necessario. Rischiare di fare la stessa fine dei loro prigionieri non era neanche tra i pensieri dei Mangiamorte; l'unica preoccupazione era compiacere il loro Signore in modo da trarne i maggiori benefici possibili. Erano convinti di poter vincere contro Silente, l'unico che si opponeva con fermezza alle loro idee, e regnare incontrastati su tutta la popolazione, magica e non.
«Ripeterò la domanda, Severus. Hai qualcosa da dire?»
La voce del Signore Oscuro lo riportò alla realtà di dolore, fisico e mentale, che per un po' era riuscito a diminuire. La testa gli pulsava peggio di prima e non era in grado di muovere alcun muscolo; provò a sollevarsi da terra, ma non ci riuscì.
«No, non ho niente da dire».
«Allora lasceremo che la tua mente parli per te».
Chiamò due Mangiamorte, che si trovavano fuori della porta.
«Voi due, tiratelo su e tenetelo fermo».
I due entrarono nella cella e, senza tante cerimonie, presero Severus per le braccia e lo misero seduto. Gli alzarono la testa e lo costrinsero a guardare negli occhi il loro Padrone. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato; dopo le numerose torture fisiche, era tempo per quelle mentali. Il Signore Oscuro conosceva fin troppo bene le sue ottime capacità di Occlumante, dato che era stato ingannato per anni. Sicuramente sperava di essere riuscito ad indebolirlo con le diverse Maledizioni che gli aveva lanciato e, purtroppo, un po' ci era riuscito. Severus non si sentiva affatto bene e non riusciva a concentrarsi a sufficienza per tenerlo fuori dalla sua mente; doveva almeno tentare di non fargli vedere cose importanti, come le riunioni dell'Ordine, o Harry Potter. Sarebbe stato un terribile guaio se il Signore Oscuro fosse venuto a conoscenza di un particolare così delicato. Prese fiato e cercò di nascondere quei pensieri dietro ad altri più innocui. Si concentrò in particolar modo su se stesso e a tutte le volte che aveva mentito e ingannato l'uomo che si trovava di fronte. Percepì distintamente l'attimo in cui il mago penetrò la sua mente, poteva sentire la sua presenza vagare tra i numerosi ricordi di riunioni di Mangiamorte e battaglie. Poteva percepire anche la rabbia del mago che scopriva ogni singolo episodio in cui era stato tradito. Sapeva che si sarebbe infuriato e che le maledizioni che avrebbero seguito quell'assalto mentale sarebbero state certamente più forti e pericolose, ma ne andava dell'intero mondo, magico e non. La sua vita era facilmente sacrificabile, forse non sarebbe stato neanche male, dopotutto; non aveva motivi per vivere. Nonostante Lily fosse tornata ad essergli amica, per lui non era abbastanza; l'amava in un modo che andava ben oltre la semplice amicizia, ma non poteva fare nulla.
Sentiva la testa pulsare sempre più dolorosamente, anche a causa dell'invasione che stava subendo dal Signore Oscuro. Doveva resistere, perché sapeva che il viaggio che il mago aveva intrapreso nella sua mente sarebbe stato molto lungo. Invece, contrariamente a quanto si aspettasse, il Signore Oscuro uscì dalla sua testa poco dopo, visibilmente seccato. L'espressione calmò un po' Severus, che aveva avuto paura di essersi lasciato sfuggire qualche informazione importante. Poi capì perché il mago era uscito dalla sua mente così in fretta e come mai appariva seccato; era una cosa che non aveva nulla a che fare con lui. Dal piano superiore della Villa proveniva un gran trambusto: scoppi e vetri in frantumi.
«Mio Signore... L'Ordine è qui!» esclamò un Mangiamorte, entrando di corsa nella cella.
«Ma com'è possibile?» quasi urlò Voldemort, voltandosi verso Bellatrix, furioso. «Esigo una spiegazione, questa è anche casa tua!»
Bellatrix parve rimpicciolire sotto lo sguardo del mago e fissò il pavimento, visibilmente rossa in viso, mentre balbettava scuse.
«N-non lo so, mio Signore... Incantesimi di Difesa... Antichi e potenti...»
«Taci» sibilò il Signore Oscuro. «Voi due, rimanete qui a controllare i prigionieri. Tu, Bellatrix, con me. Spero almeno che ti renderai utile nel cacciare la feccia dalla tua casa».
Forse siamo salvi, pensò Severus, mentre Bellatrix e Il Signore Oscuro lasciavano la cella buia. I due Mangiamorte mollarono la presa sul suo corpo e Severus riuscì ad appoggiarsi con la schiena al muro, evitando l'ennesimo schianto sul pavimento di pietra. Le bacchette dei due uomini erano puntate contro di lui; Malocchio Moody era rannicchiato poco lontano e non dava segni di vita.

 

***

«Barry, può essere questo?» chiese Narcissa, mostrando un grosso volume antico con la copertina nera.
«No» rispose Harry, che aveva alzato la testa dall'ennesimo cassetto, speranzoso. «Quello che cerchiamo è più piccolo, come un libricino...»
Tornò a concentrarsi sui fogli di pergamena presenti nel cassetto che stava controllando. Li sollevò uno a uno, controllando che non ci fosse alcun diario nero in mezzo. Alcuni dei fogli recavano i sigilli ministeriali, altri sembravano più appunti e liste di proprietà e beni della famiglia; di quello che cercava non c'era traccia.
E se il diario non fosse qui? Fece una vocina nella sua testa, rivelando quello che era il pensiero che aveva cominciato a tormentare Harry da un po'. Sarebbe stato proprio un disastro: energie e tempo perso. Tempo che avevano regalato in più a Voldemort, senza  contare il rischio che stavano correndo gli altri membri dell'Ordine, mentre controllavano le altre case dei Mangiamorte, alla ricerca di Severus e Malocchio.
«Ehi, Barry!» chiamò Draco, con la testa china in una scatola ricoperta di velluto verde. «Hai detto che c'è scritto Riddle? Ehm... T.O. Riddle?»
«Sì!» esclamò Harry, correndo verso il ragazzo, che sventolava un piccolo quaderno nero, nella mano sinistra. «Sono sicuro, è questo!»
«Molto bene» fece Silente, chiudendo l'anta del mobiletto che stava controllando. «Andiamo via di qui, prima che arrivi qualcuno».
«Voi andate avanti» disse Narcissa, prendendo piuma e pergamena. «Io vi raggiungo tra un attimo».

 

***

Severus poteva sentire gli incantesimi provenienti dal piano superiore e sperò vivamente che i membri dell'Ordine fossero in vantaggio; davvero poco prima aveva pensato che non gli sarebbe dispiaciuto morire? In quel momento, quando la possibilità di essere salvato era così vicina a lui, non poté fare a meno di darsi dello stupido. Dopotutto Lily gli voleva bene e nemmeno James Potter, Sirius Black e Remus Lupin erano poi troppo male. Certo, considerarli amici era una cosa lontana dalla realtà, ma da qualche anno riuscivano a parlare civilmente per più di un'ora, anche tutti assieme; e non lo prendevano più in giro da molto tempo.
Siamo cresciuti, Severus, più in fretta del previsto, gli aveva detto uno smunto James, pochi mesi dopo la morte del figlio, quando aveva scoperto che erano dalla stessa parte.
Forse è il momento di riconsiderare i miei rapporti con quei tre, pensò.
Di colpo scese il silenzio in tutta la villa. Avrebbe voluto muoversi, per capire cosa stesse succedendo, ma era ancora tenuto sotto tiro dai due Mangiamorte che il Signore Oscuro aveva lasciato di guardia. Non riusciva a capire cosa fosse successo: sicuramente nella villa erano presenti quasi tutti i seguaci dell'Oscuro e l'unico pensiero che gli attraversò la mente, fu che i membri dell'Ordine che stavano combattendo erano tutti morti.
Ad un tratto sentì dei passi rimbombare nelle segrete, sempre più vicini. Il cuore accelerò i battiti, mentre Severus si chiedeva chi fossero le persone che stavano arrivando. Anche i Mangiamorte davanti a lui si guardarono, indecisi su cosa fare; il loro Signore aveva ordinato di controllare i prigionieri, nient'altro. La cella si aprì di colpo e i due maghi furono schiantati prima ancora di potersi girare verso la porta.
«Severus, stai bene?» chiese James Potter, entrando nella cella, seguito da Arthur Weasley e due dei suoi figli.
«Non molto» ammise, mentre la voce faticava a uscire; si sentiva terribilmente stanco. «Malocchio?»
«Credo sia svenuto» rispose Arthur, che lo stava controllando.
«Torniamo a Hogwarts» disse James, mentre aiutava Severus ad alzarsi. «Dobbiamo aiutare anche gli altri feriti».
«Che cosa è successo su?»
«Una battaglia con i fiocchi, Severus» rispose James, divertito. «Voldemort e i Mangiamorte hanno battuto in ritirata; l'Ordine era al completo».
«Parleremo meglio a Hogwarts e quando vi sarete ripresi entrambi» tagliò corto Arthur Weasley, ansioso di lasciare quel posto.
Sì, è decisamente il caso di rivalutare i Malandrini, pensò Severus, mentre James si faceva passare un braccio attorno alle spalle e lo aiutava a camminare verso l'uscita.

 

***

Lucius Malfoy si aggirava per il Maniero di famiglia in uno stato di agitazione. La coda che di solito raccoglieva i lunghi capelli biondi era quasi sciolta e molte ciocche cadevano sparse attorno alle spalle. Con le mani tormentava un pezzo di pergamena, già strappato in più punti. Dopo l'incursione dell'Ordine nella villa dei Lestrange, avevano saputo che anche molte altre case di Mangiamorte erano state visitate. Il Signore Oscuro gli aveva ordinato di controllare che non mancasse nulla dal Maniero dei Malfoy; non aveva detto niente, ma Lucius sapeva che si riferiva al libricino nero che gli aveva affidato anni prima. Quel libricino che, ora ne era certo, era sparito dal suo studio. E lui sapeva bene chi l'aveva preso.
Non aveva la minima idea di che cosa fare. Non poteva certo dire al suo Signore che l'oggetto che gli era stato affidato, fatto che aveva orgogliosamente preso per un gesto di stima e fiducia, era sparito. Né poteva rivelare che lo aveva preso Narcissa, la moglie che settimane prima lo aveva lasciato quando aveva appreso che il loro figlio Draco sarebbe diventato un Mangiamorte.
Rilesse per l'ennesima volta il messaggio che aveva trovato nel suo studio; non c'era alcuna firma, ma la calligrafia era inequivocabilmente quella della moglie.

 Sono certa che avrai visto che manca qualcosa dal tuo studio.
Quando ti tormenterai sulla decisione da prendere, perché so che lo farai, spero terrai a mente di avere una moglie e un figlio di cui, come capofamiglia,
devi ancora occuparti. Così come spero ricorderai di un amico che, nel consegnarsi al Signore Oscuro tramite te, ti ha aiutato nonostante appartenga a
quello che tu consideri il nemico.
Sicuramente farai la scelta giusta, ho fiducia in te.

 

Sapeva qual'era la scelta giusta, ma non era la più facile e non ci era abituato. Si tolse dalla testa i pensieri di potere e gloria che avevano contraddistinto la sua scelta di schierarsi con il Signore Oscuro e prese la scelta per quello che era: non doveva scegliere tra lui e Silente, o tra bene e male.
Doveva scegliere tra se stesso e la sua famiglia.
E, in assoluto, la famiglia era la cosa più importante, come gli avevano insegnato fin da piccolo.
Tu sei il maschio, Lucius, e sarà compito tuo guidare la famiglia, gli ripeteva sempre il padre. Sarai la guida, l'esempio e colui che prenderà tutte le decisioni importanti; tua moglie e i tuoi figli dovranno sempre poter contare su di te.
Mise il biglietto in tasca, prese la bacchetta e uscì di casa.
Sapeva a chi chiedere aiuto.

 

***

Harry era tornato nella sua camera al Paiolo Magico, dopo una breve tappa a Hogwarts dove aveva lasciato il Diario, assieme agli altri Horcrux. Lui e Silente non avevano ancora trovato un modo per distruggerli e, anche se al momento si occupavano di trovarli tutti, prima o poi avrebbero dovuto eliminarli, altrimenti non sarebbero riusciti a sconfiggere Voldemort. Silente era tranquillo e sicuro di riuscire a trovare una valida alternativa all'Ardemonio, ma Harry non lo era affatto. L'unico pensiero che riusciva a tirarlo un po' su di morale, era che le conoscenze magiche del Preside erano di gran lunga superiori alle sue e, proprio per quello, forse aveva già qualche idea su come distruggere gli Horcrux, ma volesse tenerlo per sé. Non aveva mai sopportato di essere tenuto all'oscuro di qualcosa, ma se voleva dire poter distruggere Voldemort, se ne sarebbe fatto una ragione.
Un'altra cosa che lo stava preoccupando molto era la cena con Lily e James che lo aspettava. Sarebbe dovuta essere quella sera ma, dato che Severus era appena stato liberato, Lily voleva passare del tempo con lui, in Infermeria. L'appuntamento per la cena era stato rimandato al giorno seguente, quello del suo compleanno. Non sapeva davvero cosa aspettarsi da quella cena.
Continuare a pensarci non mi aiuterà affatto, pensò, alzandosi dal letto su cui era disteso. Meglio occupare il tempo facendo qualcosa di più utile, tipo leggendo gli appunti che mi ha dato Severus.
Si sedette alla scrivania e continuò a leggere gli appunti; dopo un po' diventava noioso, peggio di una lezione di Storia della Magia, ma continuava a ripetersi che era necessario per capire almeno come aveva fatto a finire in un'altra Dimensione.

 

20 Maggio 1996

 

A poco più di un mese, la squadra ha compiuto numerosi passi avanti per quanto riguarda la prima
fase del progetto. Con l'aiuto della signora Williams, è riuscita ad isolare una formula che
permette il collegamento tra due dimensioni, che è stata denominata Passaggio, vista la sua funzione.
E' stato compiuto un primo tentativo, senza successo, di attraversare il Passaggio da parte di due
membri della squadra. Purtroppo, il Passaggio si è richiuso poco dopo. Tra qualche tempo, la squadra
ne aprirà un altro, ma non è certa che si tratterà dello stesso che si è richiuso. Non è ancora chiaro
in che modo avvenga il viaggio tra due Dimensioni, ma la squadra pensa che sia un meccanismo
molto simile a quello delle Passaporte.

Uno degli Indicibili coinvolti ha cominciato ad indagare sulla signora Williams e su coloro che, almeno nella dimensione di provenienza, sono i suoi genitori. Sam e Martha Williams, sposati da quarantadue anni, hanno due figli maschi, di trenta e ventisei anni.
Jessica Williams ha riconosciuto il più giovane dei figli, esistente anche nella sua dimensione. L'altro ragazzo, invece, di un anno più grande della donna, non è stato riconosciuto.
Nei prossimi giorni, altri membri tenteranno di avvicinare la famiglia per capire se ci sia o se ci
sia stata in passato, una figlia.

 17 Luglio 1996

 

Oggi, dopo l'apertura di tre diversi Passaggi, l'Indicibile Daniel Thompson è riuscito ad attraversare
l'ultimo aperto. L'Indicibile Michelle Smith, al contrario, non è riuscita ad attraversare il Passaggio.Non è chiaro come mai solo uno dei due sia riuscito a passare e, almeno per il momento, la squadra non è in grado di indagare sul fatto.
Per quanto riguarda i coniugi Williams, si è scoperto che nell'anno successivo alla nascita del
primogenito, avevano avuto una bambina, nata morta, che avevano chiamato Jessica.
Questo fatto ha riportato alla mente della signora Jessica Williams un ricordo di quando era piccola, a proposito dei genitori. Da quanto si è capito, i genitori della donna hanno spesso parlato di un terzo fratello che, purtroppo, non è mai nato.
Dopo queste conoscenze, la squadra ha formulato una prima ipotesi a proposito delle Dimensioni Parallele:

 

- Ogni Dimensione presenta dei Punti, cioè i fatti che avvengono al suo interno. Esistono tante Dimensioni Parallele quante sono le diverse possibilità di sviluppo dei Punti, meno una.
(Quella che si sviluppa
nella Dimensione Originale).

_____________________

Ciao a tutti!!
Finalmente sono riuscita a pubblicare il nuovo capitolo! Scusate se ci metto molto,
ma la sessione di esami all'università è sempre più vicina e tra quello e la tesi, non ho molto tempo per continuare la storia;
ma l'università ha la precedenza.
Non so il prossimo capitolo quando arriverà, anche perché tra poco scade un contest a cui sono iscritta e devo scrivere
anche quella storia. Portate pazienza, a Marzo ricomincerò ad aggiornare con regolarità!
Ringrazio come sempre quelli che recensiscono e quelli che leggono in silenzio!
Chi ha messo la storia tra le Preferite(36), Seguite(110) e Ricordate(17).
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo!
Per chi volesse fare quattro chiacchiere su Facebook, quando ci sono, mi trova come: Lui Lucyhp Efp
Alla prossima,
Lucy
 
 
 

   
 
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