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Autore: Valpur    12/08/2007    7 recensioni
Sighisoara è un paesino sperduto tra i monti della Transilvania. C'è nato Dracula, dicono, ma a Freya importa ben poco. Per lei è semplicemente casa, con i boschi di conifere, le case di pietra e quell'aura di leggenda che richiama tanta attenzione.
Freya ci prova, ad essere una brava Auror. Non è colpa sua se è nevrotica, acida e piuttosto imbranata.
Poi un Weasley le inciampa sul sentiero (o quasi), la sua vita prende una piega diversa... fino ad affacciarsi su un baratro senza fondo.
Due vite, una storia come tante, a volte speciale, fatta di piccole gioie e troppi dolori.
La storia inizia nel Gennaio '96, quindi durante "Harry Potter e l'Ordine della Fenice", per proseguire fino al termine della saga.
Gli avvisi riguardano i capitoli dal 16 in poi (lemon poco, spoiler tantissimi).
Penultimo capitolo! Una manciata di missing moments dal settimo libro.
ULTIMO CAPITOLO!
Genere: Drammatico, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Fleur Delacour, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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E così Freya non andò al funerale dei suoi genitori.

Rimase in casa, fissando il cielo sempre più azzurro. Sempre più vuoto.

Era apatica, sfinita. Anestetizzata.

Un qualche processo strano le si era attivato in testa, impedendole di pensare a quanto le era successo. Solo di notte rivedeva il braccio bianco di sua madre a terra, oltre la soglia della cucina.

E sempre, ogni volta che chiudeva gli occhi, una risata aspra e acuta le rimbombava nella testa.

Verrò a prenderti”.

Puntualmente si svegliava gelida e sudata, e solo con notevoli sforzi riusciva ad impedirsi di gridare.

Passarono i giorni.

Uno.

Due.

Tre giorni tutti uguali, di freddo e corazza di silenzio. Di Charlie che sbirciava ogni mossa per carpire il minimo segnale.

Di Marchio Nero, verde, viscido, disgustoso.

E di dubbi, laceranti e sempre più chiassosi.

No, non è tornato. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è morto.

Morto morto morto morto.

Non è tornato. Non è qui. Non c'entra niente.

Sarebbe ridicolo.

Qualcuno l'avrebbe notato. Non ci sono segni. Non c'è niente.

Ma una nuova, piccola voce iniziò a pigolarle in fondo all'anima.

E allora chi ha ucciso mamma e papà?

Freya faceva di tutto per mettere a tacere quella voce. Prendeva a pugni i cuscini e si tappava le orecchie.

Non era stato Voldemort, né alcuno dei suoi sottoposti.

Non.

Era.

Vero.

Stava perdendo il poco equilibrio che possedeva, senza accorgersene.

Charlie, però, osservava più attentamente.

Da quando si era trasferita da Charlie, Freya era dimagrita ulteriormente. In effetti il suo ospite non era esattamente uno chef di fama mondiale (persino Vlad a volte si rifiutava di avvicinarsi agli avanzi), ma... bè, non era solo quello.

Stava lentamente impazzendo.

Charlie la vedeva fissare il vuoto attraverso la cortina di capelli neri, ora innaturalmente flosci. Aveva la pelle grigiastra e gli occhi infossati, inespressivi, il viso delicato contratto in una smorfia dura.

Non parlava, quasi, e il suo ostinato silenzio era qualcosa di diverso e peggiore del lutto straziante per la perdita della famiglia.

Impantanata nella propria stessa angoscia, Freya non era sola. C'era una creatura inquietante sulla sua spalla.

Quella che prima era soltanto una vocina insinuante stava prendendo corpo, trasformandosi in una bestia velenosa. E dannatamente loquace.

Ma ci si poteva sempre tappare le orecchie, no?

Così, Freya permetteva alla ferita dentro di sé di infettarsi sempre più.

Peccato però che Charlie non fosse d'accordo. Neanche un po'.

 

 


Ciao!”

La voce del secondo dei Weasley risuonò nell'ingresso, un po' più fioca del solito.

Freya era seduta sul divano, ancora in pigiama nonostante fosse pomeriggio inoltrato, e il sole di Maggio rendesse torrida la stanza. C'era un quotidiano piegato davanti a lei, ma non sembrava interessata a leggerlo.

Charlie si asciugò la fronte con la mano, sbuffando. Sembrava irritato per qualcosa.

Come stai?” chiese, sedendosi a terra, la schiena contro il muro, di fronte al divano.

Freya si strinse nelle spalle.

Così”, rispose mogia.

Charlie sospirò, guardando il soffitto.

Dimitrov vorrebbe parlarti. C'è in ballo la storia dell'eredità, e puoi pensarci solo tu.”

Non... mi interessa. Non voglio saperne niente”.

Charlie strinse le labbra, impaziente.

Freya, fai qualcosa. Qualsiasi cosa, ma ti prego, reagisci. Mi sto preoccupando.”

Mi spiace”, rispose questa con una piccola smorfia.

Non è che mi pesi dovermi occupare di queste faccende burocratiche, ma vorrei che aprissi gli occhi e che... insomma... vivessi la realtà, ecco.”

Freya si alzò, incrociando le braccia.

Hai ragione. Scusa. Inizio a diventare un peso, credo che dovrei andar...”

Charlie sbuffò sonoramente, alzandosi a sua volta.

Smettila, ok? Ti stai comportando come una...”

Freya si infiammò, voltandosi come una furia e posando su Charlie uno sguardo letale.

Come una ragazzina?” sibilò, guardandolo dal basso.

Esatto!” scattò l'altro, avvicinandosi di un passo ed allargando le braccia.

Curioso”, rise amaramente la giovane. “Anche mio padre mi aveva definita così. Non è buffo?”

Neanche un po'”, ribattè Charlie scuotendo la testa. “Freya, guardami. Stai evitando la verità e lo sai.”

Ah sì? E quale verità starei evitando, secondo te?”

Iniziava ad alzare la voce. Tutta la rabbia repressa le premeva contro la gola.

Voglio sapere”, la incalzò Charlie, “perchè fai finta che non sia successo niente!”

Cosa?” tuonò. “Io starei... cosa... non osare...”

Ma Charlie era implacabile.

Rimani chiusa in casa a piangerti addosso, e non capisci che sei fortunata! Potresti essere morta anche tu!”

Freya aveva le lacrime agli occhi. Fece per voltarsi ed andarsene, ma Charlie le piantò saldamente la mano sulla spalla, costringendola a guardarlo.

Li stai dimenticando, Freya!”

Stai zitto!” strillò. “Non capisci un cazzo, Weasley! Come posso dimenticarli? Li sogno ogni notte, sempre, sempre!” singhiozzò, disperata.

E allora perché non fai nulla? Il loro assassino è là fuori, e tu te ne disinteressi, tu...”

Cosa ne sai?” l'interruppe, ringhiando, e scacciando con una manata la stretta che ancora aveva sulla spalla. “Non sai cosa vuol dire! Tu hai la tua famiglia, tu non...”

Io non cosa?” gridò Charlie, perdendo la pazienza. “Cosa? Sentiamo! Non so cosa stai provando? Non conosco la paura? Il dolore? Cosa?”

Freya tacque all'improvviso, spaventata dalla reazione di Charlie. Non si era accorta di averlo provocato.

Ma ormai era tardi.

Vuoi sapere”, proseguì “perchè quella volta me ne sono andato, lasciandoti sola al bar? Vuoi saperlo?”

Freya scosse piano la testa, stringendo le spalle alla ricerca di un inutile riparo.

Mio padre”, urlò Charlie, pallido e sconvolto. “Solo pochi mesi prima l'avevo visto coperto di sangue, quasi morto, attaccato mentre... mentre combatteva Tu-Sai-Chi!”

Non è vero!” strillò Freya, scrollando il capo così forte da scompigliarsi i capelli. “Taci! Non è vero!”

Si coprì le orecchie con le mani, ma Charlie non intendeva lasciarla stare.

Le afferrò i polsi, allontanandoli e tenendoli stretti.

Invece sì!” continuò. “E sai un'altra cosa? Il Marchio Nero... non far finta di niente, Freya! Apri gli occhi, capiscilo! È stato lui, anche questa volta!”

No! No, smettila! Basta!”

Freya si svincolò, strattonando le braccia per liberarle dalla presa di Charlie. Le stava facendo male.

Ma anche lui era stravolto. Aveva gli occhi spalancati e lucidi, e persino le fitte lentiggini sembravano stinte.

Perchè ti rifiuti di guardare in faccia la realtà, Freya? È stato un Mangiamorte ad uccidere i tuoi genitori!”

NO!”

L'aria sfrigolò all'improvviso; Charlie gemette, lasciando andare i polsi sottili e balzando indietro di un passo, come se si fosse ustionato.

Freya era in piedi , le spalle leggermente curve in avanti e la schiena sollevata da singhiozzi acidi.

Charlie era ad alcuni metri di distanza, ansante e con le mani arrossate. Non aveva ancora finito.

Lasciami stare, Charlie”, tuonò Freya.

Perchè? Ti stai uccidendo, così!”

Non deve riguardarti, questo! Forse... è meglio così...”

Ti prego, ora sei patetica!” scattò Charlie, avanzando di un altro passo.

Pare che sia l'opinione che tutti hanno di me...”

Ti rendi conto? Tu stai qui a fare la vittima, e i tuoi genitori sono stati assassinati da... da... Vol... Da Colui- Che- Non-Deve-Essere-Nominato!”

Non è vero!”

Sei una vigliacca, ecco cosa sei! Meglio stare qui, no, ad autocommiserarti, piuttosto che guardare negli occhi una realtà così tremenda! Lui è tornato, e tuo padre e tua madre sono morti per causa sua!”

Freya iniziò a urlare, con le mani contratte tra i capelli. Urlava, urlava e urlava, con gli occhi stretti e la bocca spalancata. Urlava come aveva fatto davanti allo Spinato... e ora Charlie le faceva altrettanta paura.

Sentiva, oltre il rombo isterico della propria voce, parole di rabbia e rimprovero... ma non taceva, no, no non poteva...

Charlie stava perdendo il controllo.

Perché Freya non capiva? Era fondamentale, essenziale che aprisse gli occhi. Avrebbe fatto male, avrebbe avuto paura... ma solo sanguinando una ferita si purifica dal veleno che la intride.

E quel suono... gli feriva le orecchie, gli offuscava il cervello.

La sua mano si mosse da sola.

Sciàff.

Freya tacque di colpo, gli occhi sgranati e il viso voltato di lato dallo schiaffo di Charlie. Non l'aveva colpita molto forte, ma con quel gesto qualcosa si era definitivamente spezzato.

Per sempre.

Charlie lasciò ricadere il braccio, agghiacciato.

Dio... “

Freya si portò lentamente una mano al viso, posando su Charlie uno sguardo atterrito.

Un silenzio di tomba avviluppò la stanza. Una nuvola passò davanti al sole, portando con sé un'improvvisa ondata di freddo.

Charlie tremava.

Freya...”

Ma lei non lo ascoltava. Arretrò di un passo, e un altro... e un altro ancora.

Corse via, sparendo oltre la porta del bagno e sbattendola dietro di sè.

Charlie bestemmiò tra i denti, prendendosi la testa tra le mani e lasciandosi cadere sul divano.

Sentiva un pianto disperato provenire da dietro la porta, e non lo sopportava.

Dopo qualche istante si alzò, sparendo oltre l'ingresso con un sonoro crac.

 

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E invece eccomi qui! Dal bordo della piscina, dove finalmente ho trovato una connessione wireless... sono senza speranze, lo so -___-

Grazie, ripetitivamente, per il sostegno... e fidatevi: il sadismo non è fine a se stesso, vedrete!

 

 

                                                                        

 

 

 

 

   
 
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