Anime & Manga > Ranma
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Autore: xingchan    23/01/2013    9 recensioni
Ranma e Akane sono convolati a nozze da appena un anno, entrambi ventenni. Lui è diventato il Capo palestra occupando il posto di Soun.
La storia comincia proprio con la prima sfida ufficiale di Ranma come detentore del dojo Saotome-Tendo.
Ispirata da una piccola parte della mia Lifetime Remake poiché qualcuno ci sperava su questa mia decisione, come ran_ko! XD
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lifetime'
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-Ranma! Ne sei capace? Mi stupisci!-

L'abbraccio idillico fu spezzato da una frase sarcastica di Nabiki e dai genitori dei due ragazzi che, vedendo che il momento tanto atteso era giunto, cominciarono a spargere coriandoli per tutta la stanza urlando di gioia. Soun cominciò a versare lacrime a guisa di fontana, quella volpe di Nabiki stava riprendendo tutta la scena con la sua impietosa telecamera da chissà quanto tempo e Nodoka non fece altro che stamparsi un sorrisone sul viso e prendere le mani di Akane e stringerle fra la sue, entusiasta.

Intanto i due diretti interessati erano talmente colti di sorpresa da quella sorta di festeggiamenti che avrebbero voluto nascondersi il più presto possibile.

La mezzana Tendo spense la telecamera pensando che ciò che aveva ripreso fosse già abbastanza e si chiese ad alta voce: -Ma quando c'è stata la notte d'amore? Io non credo di aver sentito niente in questi giorni...-. Sapeva che molto probabilmente era accaduto proprio quella sera che li aveva fotografati insieme, ma finse di non averne la minima idea.

Ranma e Akane si accesero come se fossero semafori, ma dall'osservazione della ragazza compresero che i terzi non avevano sentito né ripreso l'istante in cui Akane l'aveva specificato a Ranma con la celebre frase "DOPO IL THè".

Il ragazzo con il codino scosse la testa come per risvegliarsi e afferrò repentinamente la macchina frantumandola sotto i piedi.

***

Passarono alcuni mesi e l'atmosfera a casa Saotome-Tendo era sempre più allegra. Dopo un mese dalla rivelazione di Akane si seppe anche della gravidanza di Kasumi, la quale trascorreva molto più tempo con la sorella più piccola e Nodoka per ricevere istruzioni, sebbene la mamma di Ranma promise che avrebbe continuato a seguirle anche dopo le nascite.

Ranma dal canto suo, era felicissimo, anche se aveva sempre quel velo di turbamento che gli opprimeva la testa. Di certo non poteva prendere esempio da suo padre, ma non ne conosceva di altri. C'era Soun, questo era vero, ma era troppo apprensivo. E poi, le sue figlie erano già grandi; al momento ciò che interessava a Ranma era un modello di comportamento nei confronti dei bambini piccoli.

Quei suoi dubbi furono colti da sua madre, ma un giorno il giovane decise di parlarne con lei a quattr'occhi.

Lei sorrise pazientemente al figlio, rassicurandolo sui suoi dubbi e intimandogli di non comportarsi come invece fece Genma.

Il rapporto fra Ranma e Akane, nonostante il notevole miglioramento, aveva sempre qualche incrinatura. Lui non la finiva di prenderla in giro, chiamandola balena soprattutto dal sesto mese in poi e la ragazza, non potendo praticare le arti marziali, si concedeva una gomitata di tanto in tanto.

Però, l'equilibrio che si era instaurato sfortunatamente ebbe un'interruzione, causata da una proposta non proprio piacevole del Saotome anziano.

Aveva allibito tutti con quell'idea. Persino il vecchio maniaco.

Genma, Soun, Happosai e Ranma un pomeriggio stavano discutendo su eventuali sviluppi delle loro tecniche di combattimento, mentre Nodoka, Kasumi e Nabiki erano intente ad ascoltarli. Akane si era sentita spossata e aveva deciso di rimanere in camera sua e di Ranma, anche se sentiva perfettamente ogni sillaba di quel discorso.

-Finalmente arriverà un Saotome che farà tesoro dei miei preziosi insegnamenti.- proferì Happosai sbuffando fumo dalla sua pipa.

Di fronte a lui, il giovane con il codino non era molto propenso a permettere che il vecchio depravato avesse a che fare con suo figlio, anche se Soun gli aveva fatto soppesare l'importanza delle sue tecniche. Sbuffò per l'estenuante forzatura di doverlo ammettere, non tralasciando di gettarli continue occhiate penetranti, di sfida. Aveva le braccia incrociate accompagnate da un leggero broncio e questo significava che molti accordi presi fra loro non li digeriva per niente.

-Basta che non si faccia uso di Happo daikarin, e naturalmente niente furti di biancheria!- tuonò.

Nel frattempo Akane si era alzata, avendo compreso che stavano davvero scegliendo cosa era giusto da mandare avanti e cosa invece di tralasciare. Si fermò poco prima di raggiungere la porta e si mise in ascolto incollando l'orecchio alla porta.

-Beh, allora speriamo che sia femmina!!- rispose il nonnetto con noncuranza. Sperava inoltre che da grande gli avrebbe regalato il suo intimo di sua spontanea volontà.

Prima che Soun replicasse, Genma aveva scosso la testa affermando: -Non si può intraprendere un buon allenamento rimanendo nella propria casa. Guardate mio figlio: lui ha passato gran parte della sua vita lontano da tutto e da tutti ed è diventato forte, tanto da sconfiggere il vecchio maestro!-.

Scese un silenzio di tomba. Nessuno osava muoversi, né controbattere. Molti erano rimasti a bocca aperta, compreso Happosai che, distratto dalle parole dell'allievo, fece scivolare via del tabacco e si stropicciò gli occhietti parecchie volte.

Da un'altra parte, Akane non riusciva bene a cogliere quelle parole; non perché non le avesse udite, anzi le aveva udite eccome, ma non aveva mai considerato che il suo piccolo dovesse per forza affrontare un viaggio di addestramento per tutta la sua infanzia, così prese a piangere.

Non le sembrava quasi vero che avevano programmato un futuro così infelice per lei.

Si scrollò via quell'angoscia per dare spazio a una nuova determinazione, quella che soltanto una madre poteva mettere fuori.

Lo avrebbe protetto, anche da Ranma.

Ella non avrebbe accettato che Ranma, anche in vece di marito, avesse il diritto di fare una cosa simile.

In soggiorno, l'unico movimento che diede lo spirito a Ranma per commentare fu un gesto della madre che portatasi una mano sul petto, si era dipinta una faccia a dir poco sconvolta, ricordando tutti quei giorni passati da sola, senza avere la minima occasione di rivedere Ranma. Al suo fianco, Kasumi l'aveva notato e non potè fare a meno di provare pena per lei.

Il giovane con il codino invece aveva dentro di sé una tale collera che era sul punto di scoppiare. Le sue sopracciglia folte s'increspavano ogni secondo di più.

Era con i nervi a fior di pelle; glielo si leggeva negli occhi.

Sbattè un pugno sul tavolo quasi da spaccarlo, mentre Genma cominciò ad intimorirsi.

O almeno, era quello che Ranma sperava.

-Quelle giornate trascorse ad allenarsi tutto il giorno, quelle notti passate a dormire all'aperto... NON LE HO DIMENTICATE, COSA CREDI? SO IO COME ALLENARE MIO FIGLIO, CHIARO?-. Non era possibile che quel padre degenere dovesse impartirgli ordini anche ora che stava per diventare lui stesso papà. Non poteva rovinare la vita di tutti coloro che lo conoscevano!

Quelle grida gettate con rabbia dal marito fecero tranquillizzare la giovane con il caschetto, ma non abbastanza. Si carezzò lievemente la pancia con fare protettivo, evidentemente arrotondata.

-Le spezzerai il cuore, Ranma! Sta attento!- esclamò Nodoka di getto con voce lamentosa. Akane-chan non era come lei. Non era disposta a perdonare un atto di quella portata.

Incurante di ciò che aveva appena detto la madre, Ranma, a passo di marcia, si ritirò e Akane improvvisamente sentì dei passi pesanti che si avvicinavano alla camera da letto e poi si ritrovò faccia a faccia con un Ranma furibondo, di quelle furie di cui si ha paura soltanto a guardarle.

Ma, quando vide le lacrime di Akane, sentì una fitta al petto e capì che lei aveva paura di ciò che lui sarebbe stato in grado di fare.

E dentro il suo sguardo nocciola vide anche una gran voglia di combattere.

Ranma non aveva la benchè minima intenzione di cominciare un viaggio che sarebbe durato anni. Doveva far sì che Akane se ne rendesse bene conto, perché non voleva farla vivere con quel timore.

-Tu o tuo padre... Non porterete via proprio nessuno...- asserì minacciosamente stringendosi il pancione, con alcune gocce salate che ancora rotolavano via contro la sua volontà. Nervosamente cercò di asciugarsele, ma con scarsi risultati.

Si sentiva così stupida, e così debole per il semplice fatto di non riuscire a dominare se stessa. Come poteva essere all'altezza di controllare anche le sue famiglie e quella appena formata da lei e Ranma?

Il senso d'impotenza le attanagliava l'anima e, non avendo più la forza di trattenersi, scoppiò in un pianto liberatorio mentre tentava di avvertirlo, cercando di essere più temibile possibile. -Non provarci nemmeno! Non pensarlo nemmeno!! Anche se tu sei il mio consorte non ti permetto di fare quello che vuoi con lui! Non voglio rimanere a casa ad aspettare un vostro ipotetico ritorno come fece la signora Nodoka! Ti odier...-.

Non ebbe il coraggio di concludere perchè Ranma la strinse forte.

Forse la voleva convincere con le buone, poiché con le minacce il suo bell'aspetto sarebbe stato stravolto da un occhio nero se non peggio?

-Lo allenerò qui, rimanendo con te.- disse lui semplicemente. -Dovrà vivere con i suoi genitori, anche se entrambi sono piuttosto... impediti...- ridacchiò infine.

Udito ciò, il respiro di Akane divenne più regolare e cercava di abbracciarlo più forte, sebbene la pancia ormai cresciuta glielo impedisse.

-Non lasciarmi... ti prego...-.

-No, come puoi pensarlo, eh?- concluse, dandole un bacio sulla fronte.

***

Una mattina, come il solito, il giovane con il codino era nel dojo con i suoi allievi più grandi. Ormai erano mesi che li preparava e finalmente quel giorno sarebbero passati al livello successivo.

Con un pensiero fisso. All'alba Akane si era sentita piuttosto strana e, ingenuamente, Ranma pensò fosse stata quella torta che Kasumi le aveva preparato. Magari le aveva fatto male, anche se non era mai successo. Per quanto riguardava la sua condizione era al settimo mese, quindi non era possibile che la causa dei suoi malori fosse il piccolo Saotome. Avrebbe preferito rimanere dentro, trovando un pretesto come quelli che utilizzava da bambino per non andare a scuola, ma la moglie gli aveva intimato di andare, rassicurandolo.

-Ci sono mio padre e tua madre, sta tranquillo!- aveva detto.

Ma, ci fu l'inaspettato. Uno degli allievi aveva notato la confusione all'interno della casa e aveva richiamato il suo maestro che, a quanto pareva, non aveva sentito niente, sicuramente troppo assorto nei suoi kata.

I sospetti che Ranma covava fin dal primo mattino divennero realtà non appena sentì sua moglie gridare. Quelle urla che si fecero sempre più frequenti lo spingevano letteralmente verso la direzione in cui Akane richiedeva il suo aiuto e in poco tempo la vide con una smorfia di sofferenza dipinta in viso e con il pancione proteso in avanti. Alla sua sinistra, c'era un cesto di frutta rovesciato.

-Che sta succedendo?- chiese a Nodoka, la quale stava reggendo la testa della giovane e, senza rispondere alla domanda del figlio gli intimò di portarla in ospedale.

-Ancora?! Ma... Non mi avevi detto che i bambini nascevano al nono mese?-.

-Sì, ma certamente c'è qualcosa che non va! O forse nascerà adesso!-.

Akane ci rimase di sasso, anche peggio di Ranma. Aveva letto un paio di pagine riguardo al parto anticipato, ma non l'aveva preso in considerazione, essendo un evento alquanto raro.

-NON RIMANERE A CHIACCHIERARE, IDIOTA! PORTAMI SUBITO IN OSPEDALE!-.

Ranma fece come gli fu ordinato. La prese in braccio e si precipitò fuori, lasciando i suoi allievi con gli occhi spalancati e confusi.

***

-TU VATTENE!-.

-MA PERCHè?-.

-PERCHè TE LO DICO IO! E POI SVERRESTI!-.

-CHE?!-.

E fu così che il ragazzo con il codino si ritrovò cacciato dalla sua stessa moglie. Le porte gli si sbatterono in faccia, provocando un sonoro rumore.

Che cretina! E lui che si preoccupava tanto!

Però, la faccia buffa che fecero gli infermieri non l'avrebbe più dimenticata. Erano rimasi allibiti dall'atteggiamento di entrambi, non essendo abituati.

Avevano sempre visto coppiette che si scambiavano addirittura dei versi poetici durante quei momenti, del tipo: -Amore, tu sei fortissima, vedrai che ce la farai!- oppure -Tesoro, tieni duro!-, e ora che ce n'era una che bisticciava, ne dedussero che ne esisteva di gente matta!

Nel mentre, arrivarono tutti gli altri, compresa Kasumi. Si era spaventata sentendo che la sorella più piccola era probabilmente sul punto di partorire. Si sedette vicino al cognato, troppo inquieto per considerarla, ma lei gli poggiò una mano sulla spalla e gli sorrise. C'erano anche Genma, Nodoka, Happosai, Soun che piangeva e Nabiki.

-Mi ha cacciato via, quella stupida che non è altro!-.

Nabiki gli rispose. -Ah, lo sai che è un tipo orgoglioso. Non vuole farsi vedere in quelle condizioni...- concluse facendo spallucce.

All'apparenza era la meno tesa del gruppo e per un certo senso Ranma la invidiava. Al contrario, lui non riusciva a stare fermo, alzandosi e sedendosi in continuazione. Per quanto la seconda sorella Tendo cercasse di ammonirlo, spesso alterandosi, lui insisteva ad agitarsi come un selvaggio, tanto da far venire a Nodoka un fortissimo giramento di testa.

-RANMA, CALMATI MALEDIZIONE!- ripetè un'ennesima volta la ragazza.

-Nabiki ha ragione...- appurò la madre. -Akane potrebbe sentirti e infastidirsi. Perchè non torni a casa? Qualcuno di noi rimarrà finchè...-.

-NO! IO RESTO! NON MI FARETE CAMBIARE IDEA!-.

Alla fine decisero che sarebbero stati lì ad aspettare solo lui e Kasumi, sostenendo che lei si sarebbe sentita peggio se fosse andata via.

Dopo qualche ora di attesa, un infermiere li informò che la ragazza stava davvero partorendo, ma era al massimo dello sforzo e perdipiù in una situazione delicatissima, perciò aveva bisogno innanzitutto di tempo, calma e pazienza.

Passarono altre due ore.

Non aveva mai atteso niente di più snervante, questo era sicuro. Il tremolio dovuto alla frenesia del momento si era mutato in pura esasperazione.

Voleva vedere Akane, con i suoi occhi! Non aveva più la voglia di vedere uscire chiunque stesse nella stessa stanza, purché li aggiornasse sugli sviluppi.

La più grande stava pian piano per assopirsi quando finalmente l'ostetrica fece capolino davanti all'ingresso della sala parto. Si misero entrambi in piedi, come se le loro gambe si muovessero da sole.

La donna sorrise al ragazzo, vedendovi tutta quell'ansia tipica di chi diventa papà per la prima volta, e annunciò tutto ciò che successe.

-Akane è stata bravissima anche se è delicata come un pulcino. Ha avuto un maschietto! È stato piuttosto difficoltoso per lei, ha perso anche un bel po' di sangue, ma alla fine è andata più che bene! Il problema era che suo figlio un minuto prima aveva fretta di nascere e un attimo dopo sembrava non volesse saperne!-.

Non ricordava il momento in cui provò tanto sollievo. -Posso entrare?-.

-Sì, ma non può rimanere per più di dieci minuti... Poi dobbiamo ricoverarli per trattenerli qui altri due giorni.-.

Ranma annuì e, oltrepassandola, aprì piano la porta che li separava.

Ora erano due le persone che lo stavano aspettando.

Poco prima di varcare la soglia, un altro uomo in camice stava per uscire, soddisfatto.

Akane era pallida, ma sorridente. Aveva una flebo attaccata al braccio e, cosa più importante, aveva qualcuno in braccio. Quando si accorse che era entrato, gli fece cenno di avvicinarsi. L'altro, una volta giunto all'estremità del letto, si sedette vicino a lei.

-Guarda... è un maschio...- e lui replicò: -Certo, che credevi? Fra un uomo e un maschiaccio cosa poteva uscir fuori?-.

Un pugno in testa se l'era davvero meritato, e dopo essersi destato dal colpo, aguzzando meglio la vista si sporse per vedere il bambino con un'espressione felice e curiosa allo stesso tempo.

La prima cosa che gli venne in mente fu che fosse piccolissimo, e che era profumato. Nel momento in cui aprì gli occhi scorse il suo stesso blu intenso.

-Hai visto? Ha gli occhi azzurri...- fece lei, incrociando il suo sguardo con quello del marito.

Aveva sperato per tutta la gestazione che gli occhi del bambino fossero uguali a quelli di Ranma. Non pretendeva che fosse identico a lui, ma che almeno avesse preso il suo stesso sguardo.

Quello fiero, dolce e, sì, anche irritante.

-Scusami per prima, per averti urlato in faccia con quel tono...-.

-Ah, lascia perdere... Piuttosto... Come va?- chiese Ranma con un velo di insicurezza. -Ti ha fatto male?-.

-Beh, un po' sì, ma...-. Fece un cenno vago e lui, con un moto di tenerezza, le diede un bacio leggero sulla guancia.

-Perchè non lo tieni per un po'?-.

Non le diede il tempo di finire che la faccia di Ranma era diventata una maschera di incapacità. -Ma... Ma io non...-.

La ragazza intuì la sua titubanza e gli assicurò: -è molto più facile di quanto pensi...-.

Lo poggiò delicatamente sulle braccia salde del giovane e il piccolo protese le manine verso di lui. Quel gesto lo fece sorridere, quasi si sentiva uno scemo che si scioglie alla vista del primo neonato che vedeva.

Ma quello era suo figlio, il suo e di Akane, non uno qualunque. Era bellissimo tutto quello che aveva davanti e non se lo sapeva spiegare. Benchè fosse a conoscenza del processo mediante il quale i bambini venivano al mondo, non ancora poteva credere che un semplice, beh non proprio semplice, atto d'amore potesse dare la vita a un'altra persona.

Sullo stipite, Kasumi li osservava felice senza farsi vedere a sua volta.

 

 

 

 

 

 

 

Prima di tutto scusate il ritardo, ma, sebbene avessi le idee piuttosto chiare, questo capitolo è stato... come dire... un po' travagliato. XD In aggiunta ho accelerato i tempi dato che voi eravate impazienti di vederli come se la sarebbero cavata con un piccolo da crescere...

E la prima parte non volevo pubblicarla perchè la detesto, ma va bene così...

La seconda invece è molto mielosa, ma stavolta non posso lamentarmi. Non si può essere freddi anche con scene come queste, no?! ^///^ la gag del commento sul sesso del bambino dovevo mettercela per forza! X'D

Il prossimo capitolo non so proprio quando prenderà vita, probabilmente dovrete attendere un'altra settimana intera.

Beh, che altro? Ringrazio ancora tutti voi che recensite e che la stanno seguendo. :D

   
 
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