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Autore: darlene    23/01/2013    0 recensioni
Vicini di casa da sempre, migliori amici, compagni di scuola, di sport, di vita....
Dopo scandali e vite piene e confuse, Harry decide di lasciare tutto e partire, proprio come avevano sempre detto; il giro dell'Europa in macchina solo lui e lei, da vicini di casa, migliori amici e compagni di viaggio. Ma tra sesso, droga e alcool, c'è bisogno di qualcuno di stabile un amico, un ragazzo, un compagno di viaggio. Saprà l'amicizia tramutare nel bisogno d'amore reciproco?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CLAIR

Devo ammettere che già mi manca casa mia, forse avrei dovuto dormire un po', ma non ci riuscivo, come farò senza la mia sedia a dondolo? O diamine aspetto questo giorno da sei anni e ora che il mio sogno si sta realizzando me la sto facendo sotto, respiro. Allungo le gambe sul sedile tra me e Harry, stiro un po' la schiena, e risistemo la coperta, lo guardo, ha messo il cd di John Mayer, da quant'è che non lo sento, era la nostra compilation, ovunque andavano ascoltavamo questo cd, so  ogni canzone a memoria, lui gira la testa verso di me e sorride,
"Gravity!"
mi fa ridere, è così bello sentirlo cantare le canzoni che non sono sue, mi ricorda quando ancora facevano i concerti in giardino mentre giocavamo a frisbee. Rido, lui mi segue,
"ricordi a casa di mia zia a Eastbourne, quando correvamo dietro a Chico?!"
Chico era il cane di mia zia Cecil, lei non aveva mai avuto figli, era giovane e sfortunatamente sterile, io e Harry l'andavamo a trovare spesso, lei ci accompagnava alla spiaggia più vicina e noi giocavamo con il cane, le metteva tanta allegria vederci correre senza sosta e divertirci.
"certo che mi ricordo, l'ultima volta che siamo andati Chico ormai non camminava più"
sorride, intanto abbassa il volume dello stereo per rendere più facile la conversazione,
"sono passati quattro anni Harry..."
pensavo che non gliel'avrei mai fatto pesare, ma ora è più forte di me, averlo davanti che si comporta come se tra noi non fosse cambiato nulla,
"lo so, Ormai zia Cecil non mi riconoscerebbe nemmeno"
cercava di sdrammatizzare, avevo sbagliato a iniziare il discorso, ma ormai avevo lanciato il sasso e non avrei nascosto la mano, avevo bisogno di parlargli e ora non sarebbe potuto scappare,
"già, a malapena ti riconosco io... Chico è morto"
ero frustrata, per questo ero agitata la sera prima, stavo pensando a tutto quello che in questi anni avremmo potuto fare, ma non abbiamo fatto per colpa sua.
"Clair, mi stai punendo per aver realizzato il mio sogno?"
questo mi fa davvero incazzare, l'unica cosa che non mi dava fastidio era il suo sogno, se aveva sempre sognato di avere milioni di miliardi di ragazze ai suoi piedi ero contenta per lui, volevo solo essere considerata più di loro,
"no Harry, assolutamente, sono contenta che tu abbia realizzato il tuo sogno, devo ricordarti che piangevo insieme a te dietro le quinte quando sei entrato a xfactor, piangevo quando hai rischiato di uscire, piangevo quando sei rientrato e ti ho preparato una cena strepitosa quando sei tornato a casa, sono felice se tu sei felice, vorrei solo che fosse reciproco"
non grido, la mia voce è maledettamente calma, il nervoso mi si strozza in gola, so che sarebbe sbagliato alterarsi, respiro e mantengo il controllo.
"Lo è Clair, ti voglio bene lo sai, non pensavo che la fama sarebbe arrivata così in fretta, mi sta travolgendo e cerco di non far star male nessuno"
è triste, l'ho ferito, non sa cosa rispondere e si aggrappa ad argomenti stupidi, mi fa ridere, ma questa volta non è positivo,
"beh Harold, sono triste di comunicarti che il Tuo piano non è andato a buon fine, io sto male e lo sono stata e ora te ne vieni fuori dicendo che vuoi realizzare il mio sogno, mi credi davvero così stupida!"
non mi guardava più in faccia, osservava solo la strada di fronte a lui, eravamo in viaggio da tre quarti d'ora circa e ne mancavano altrettanti prima di arrivare a Dover dove avremmo preso il traghetto. Cercava il modo di scappare, ma ci mise poco a capire che non c'era via di scampo, così mi rispose,
"no, non credo che tu sia stupida, da un po' mi stavo rendendo conto che non passavamo del tempo insieme da tanto, ho colto l'occasione e sono venuto a proporti l'idea"
ha pure la faccia tosta di continuare a mentirmi, ora basta, non ha ancora capito che non mi deve mentire, sto respirando, cerco di mantenere il controllo, ma ora è più forte di me,
"Non prendermi per il culo! Da cosa scappi Harry?! Non hai voluto salutare i tuoi amici, l'Europa l'hai vista almeno tre volte e sei venuto a chiederlo proprio a me, quante volte ho risposto a una tua chiamata solo per sapere che partivi con i tuoi nuovi amici e per aiutarti a ricordare cosa mettere in valigia!"
ora ero davvero fuori di me, avrei sopportato qualunque cosa ma non che mi mentisse così spudoratamente, sapevo che qualcosa era cambiato, ma non immaginavo tanto,
"va bene, sono un po' stanco Clair, non riesco più a fare niente senza che il giorno dopo i giornali scandalistici ci montino una storia sopra, ogni volta che vado da qualche parte vengo fermato da qualche fan che vuole una foto o un autografo, quando siamo tutti insieme l'attenzione si amplifica e non riusciamo a muoverci, le registrazioni, imparare le canzoni, i tour, lo stress... Avevo bisogno di una pausa, non stavamo insieme da tanto e mi sono reso conto che eri l'unica che avrebbe potuto liberarmi la mente e farmi divertire un po'"
era triste, pentito, probabilmente si sentiva un po' una merda, ma dopotutto gli stava bene,
"tutto qui? Perché non me l'hai detto subito?"
mi ero tranquillizzata, finalmente sapevo la verità anche se ci avevo messo un po' a fargliela confessare,
"tutto questo tempo ce l'hai avuta con me perché pensavo soltanto a cosa mi facesse comodo, volevo davvero realizzare il tuo sogno, ci pensavo da tanto, avevo bisogno di una pausa e ho approfittato dell'occasione, pensavo che non mi avresti mai creduto"
dio che cucciolino che è quando si sente in colpa.
"hai ragione,probabilmente non ti avrei creduto"
visto che siamo nel momento 'io dico la verità, tu dici la verità', ho ammesso, non riesco ad essere arrabbiata oltre, mi metto in ginocchio nel sedile centrale, gli do un enorme bacio sulla guancia,
"ti voglio bene patatino, ora siamo io e te, godiamoci il viaggio",
mi risiedo al mio posto, trovo una posizione, mi riavvolgo nella coperta e dormo gli ultimi venti minuti che mi rimangono prima di arrivare sul traghetto
  
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