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Autore: Dreamerina    12/08/2007    3 recensioni
La guerra magica è finita. Harry Potter è morto con l'Oscuro Signore. Sono passati tre anni da allora. Hermione e Ron stanno insieme ora, la prima è un auror affermata, il secondo anche ed in più gioca ancora a Quidditch. Una sera Lupin, accompagnato da Tonks, si reca alla tana. Qualcuno è tornato...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12 Hermione impiegò davvero poco tempo a darsi una sistemata e a preparare lo stretto necessario da portar con sé. Non si sentiva affatto stanca, nonostante non avesse dormnito più di tre ore a notte in quei giorni sulla minuta sedia accanto al letto dell'uomo che amava, Harry Potter. Sarà stata, forse, la notizia di un barlume di speranza perché il bambino sopravvissuto aprisse gli occhi con la pozione trovata da Tonks da andare a recuperare in Groenlandia che le donava una nuova forza, una voglia tremenda di salvare il suo Harry. Si toccò, quasi sfiorandola, la sua pancia, all'interno della quale un minuscolo esserino cominciava ad avere vita, il frutto del loro amore.

"Tranquilla, piccola. Salveremo insieme il tuo papà." e sorrise, smaterializzandosi in poco tempo al San Mungo.

Dopo un veloce saluto ad Harry, ancora giacente senza aver dato alcun segno di vita, raggiunse Ginny e Ron.

"Siamo pronti" disse il rosso.

"Tu sei sicura di sentirti bene? Siamo ancora in tempo a decidere di andare solo io e Ron. Non vogliamo che tu o la piccola possiate correre un qualche pericolo" Ginny la guardò apprensiva.

"Anche perché Harry non me lo perdonerebbe mai e soprattutto mi ridurrebbe in minuscoli pezzetti" disse Ron, sbuffando, facendo ridere le due ragazze.

"Ragazzi, lo so che lo dite per me, ma se veramente dobbiamo dire la verità, è compito più mio che vostro salvarlo. Sto bene e vi ringrazio per la vostra scelta di volermi accompagnare e non lasciare sola, ma vi prego smettetela di trattarmi come una malata, perché sono solo incinta, non moribonda. E adesso sbrighiamoci, Harry ha già aspettato troppo." e si avviarono fuori, dove c'erano Lupin e Tonks ad attenderli, dopo aver predisposto il tutto per loro.


Il viaggio non iniziò nelle migliori condizioni. Poterono smaterializzarsi soltanto fino al confine magico della Bretagna e lì dovettero salire una carrozza per attraversare gli altri paesi. Come aveva detto loro Lupin, sarebbero presto giunti al villaggio delle Mille Meraviglie, muniti di numerose pozioni preparate da Tonks affinché fossero in grado di scampare a qualunque pericolo.
Dovettero sorvolare i cieli stranieri per ben dieci ore, rese infernali e ancora più lunghe dalla pioggia che aveva iniziato a battere insistentemente a Londra, alla quale presto si erano aggiunti fulmini e tuoni. Ogni tanto Ron sussultava, impaurito da qualche fulmine che colpiva la carrozza volante oltre le nuvole, facendo sorridere le due ragazze. Sembrava tutto tranquillo, anche loro tre che scherzavano, forse troppo tranquillo. La solita quiete prima della tempesta, pensò Hermione.

I tre non aprirono gli occhi fin quando non sentirono la carrozza cominciare a scendere. Si ritrovarono in un luogo incantevole, almeno all'apparenza. Erano all'interno di una foresta e lo scorrere dell'acqua di un fiumiciattolo lì vicino rompeva l'equilibrio magico che attraversava il luogo. Sembrava lì non avesse mai piovuto e qualcosa di quasi fiabesco circondava l'intero paesaggio. Hermione, Ron e Ginny si soffermarono molto nel guardarsi intorno, non riuscendo né a vedere qualcuno né a sentire nulla.

"Questo posto mi mette l'angoscia" disse il rosso, la spada già sguainata.

"No, Ron. Questo posto incanta e affascina ed è proprio questo il punto. Nei libri di magia antica, l'incanto serve a rendere debole l'avversario, quasi a stordirlo. E' per questo che dobbiamo tenere maggiormente gli occhi aperti, per evitare qualsiasi tipo di insidia." spiegò Hermione.

"Chi siete? Che volete?" sentendo delle voci, si voltarono. Un gruppo di otto streghe aveva le mani protese in avanti, a mo' di scudo, come a voler scagliare un qualche incantesimo contro i nuovi arrivati. I tre indietreggiarono per timore.

"Ascolti, siamo tre maghi. Veniamo da Londra. Abbiamo bisogno di un vostro aiuto." Hermione tentò di parlare con un tono calmo e pacato, quasi a volerle rassicurare del loro essere innocui, ma le streghe non abbassarono la guardia.

"Diteci cosa volete, all'istante." a parlare era la strega avanti a tutte le altre, che la affiancavano a cerchio. Indossava una veste rosa e aveva dei capelli lunghi azzurri, abbastanza vecchiotta d'età.

"Sappiamo che voi vi tramandate di generazione in generazione un'antica pozione che può aiutare l'uomo che amo a risvegliarsi e siamo venuti quì con l'intento di chiedervene quel po' che basti a fargli riaprire gli occhi." Forse fu la maniera in cui la strega espose la questione, forse il loro modo di vestire in tenuta Auror, fatto sta che le streghe non si mossero, ma cominciarono a sogghignare.

"Sono Milla" la strega dalla veste rosa avanzò di qualche passo. " Voi ci chiedete un qualcosa che noi non possiamo darvi, forse." e sorrise. Ron non fiutava nulla di buono nell'aria.

"So cosa nasconde quel sorriso. Abbiamo avuto a che fare con molti maghi e streghe nella nostra vita e sappiamo benissimo che ciò maschera una qualche vostra richiesta. Avanti, diteci cosa volete in cambio per quello che chiediamo." disse con fare aggressivo.

"No, No. Così non va bene. Dobbiamo calmare i toni. Sapete di cosa ci nutriamo noi?" i tre scossero il capo.

"Bene, allora è giusto che voi sappiate che noi viviamo e ci tramandiamo le cose di generazione in generazione perché viviamo d'amore. E' questo che vi chiediamo." Le rimanenti streghe annuirono.

"In che senso?" domandò Hermione, sorpresa dalla richiesta.

"Innanzitutto, Sarah." la strega dalla veste oro come i suoi capelli e gli occhi vivissimi azzurri si avvicinò.

"Sai cosa devi fare" e in un nano secondo schioccò le mani, smaterializzando lei e Ginny e Ron.

"Che avete fatto a loro?" chiese la ex-Grifondoro, spaventata e con fare aggressivo.

"Stai tranquilla, staranno bene. Noi viviamo d'amore, non possiamo fare male. Inoltre, se continui ad agitarti troppo, la tua bambina potrebbe soffrirne." Hermione mise istintivamente la mano sulla pancia. Un attimo. Come facevano quelle streghe a saperlo?

"Come sapete..."

"Che sei incinta? Beh, noi percepiamo l'amore. E' quello è frutto di un grande amore, quello tra lei e il signor Potter." la strega la guardò. La Grifoncina non stava capendo più niente. Sapevano anche di Harry.

"Voi eravate a conoscenza che sarei venuta. Come conoscete tutto di me e della mia famiglia?"

"Abbiamo una Veggente tra noi" e indicò una strega vestita di azzurro come il mare "E lei ci avverte quando qualche mago ci fa visita, così che noi possiamo prepararci." Hermione rimase basita dalle parole della strega, non sapeva più cosa dire. Si limitò solo a richiedere il motivo per cui era lì.

"Che cosa devo fare per quella pozione? Conoscete tutto di me, non c'è bisogno che vi dica altro. Per favore." gli occhi erano quasi supplici, ma le streghe sembravano non smuoversi.

"Ti abbiamo detto cosa vogliamo. Amore." la Grifoncina immediatamente ricollegò tutte le parole delle streghe. Ecco cosa significava, ecco cosa volevano. Volevano la sua bambina.

"Mai! Piuttosto combattere contro tutte voi!" urlò.

"Non servirebbe a nulla sconfiggerci, anzi. Sai benissimo che solo noi possiamo creare quella pozione, con un goccio del nostro antichissimo sangue. Questo è quello che ti chiediamo. La tua bambina in cambio di Harry Potter." Hermione li fissò con occhi sbarrati.

"Quanto tempo ho per decidere?" non le sarebbe bastata un'eternità per sacrificare uno dei due, ma solo così poteva prendere tempo e trovare una soluzione.

"A quanto pare non molto. Signorina, non possiamo attendere quì a lungo."

"E' assurdo!" la voce si fece forte e risuonò per l'intera valle. "Non potete chiedermi di scegliere fra loro due! Sono entrambi la mia vita Possibile che voi vi nutrite d'amore e non riuscite a comprendere questo?" serrò con forza i pugni e tutto intorno cominciò ad agitarsi, comprese le acque del fiumiciattolo che prima scorrevano lente. Hermione, non curante di tutto ciò, continuò.

"Non posso e non voglio uccidere uno dei due! Passerete prima sul mio cadavere e non otterrete lo stesso quello che mi state chiedendo." Milla le si avvicinò.

"Siamo noi gli artefici del nostro destino, non te l'hanno mai insegnato signorina Granger? Entro questa notte dovrai scegliere quale strada seguire, se quella di mamma o quella di donna accanto all'uomo che ami. Non siamo noi che abbiamo deciso questa cosa. La nostra generazione ha dato origine a tutto questo e noi non possiamo impedirlo. Questa è la più grande dimostrazione d'amore che potremmo chiederti e come tale ci deve essere data in cambio di ciò che chiedi. Potrai dimenarti, urlare, scagliare incantesimi e anche ucciderci. Ma ricorda bene che nulla di tutto ciò potrà darti quel che cerchi." E così doveva scegliere. E decise di fare quello che le sembrava più opportuno in quel momento.

"Sacrificare Harry o la nostra bambina significherebbe sacrificare la mia vita. Preferisco morire io piuttosto che loro." abbassò la bacchetta. Il sua sguardò si velò, copiose lacrime cominciarono ad attraversarle il viso che tenne basso mentre deideva di morire per loro, per la sua famiglia. Mai motio fu più valido, questo credette.

"Lasceresti il tuo uomo senza la sua donna e la tua bambina senza sua madre?"gli occhi di Milla la fissarono a lungo.

"Harry potrà rifarsi una vita e la mia bambina sarà cresciuta da lui che potrà dargli tutto l'amore di cui avrà bisogno."

"E che pensi del fatto che vivrà memore del tuo ricordo?"

"Meglio il mio ricordo che la sofferenza per la perdita di una figlia o una figlia senza padre morto per salvare altro maghi e streghe. Sì, perché Harry giace in quel letto anche per salvare voi e tutto quello che sapete fare è rendergli grazie togliendomi la vita."

"Ti abbiao chiesto di scegliere, non abbiamo deciso noi"

"Sciocchezze!" Hermione riprese ad urlare. "E' come se aveste scelto voi per me. E adesso forza, voglio sapere cosa mi attende! Avete poco tempo per darmi tutto quello di cui ho bisogno. Dopodiché andrà via per spendere i pochi giorni che mi rimangono con loro." una lacrima le scese prepotente sulla guancia, andando a finire sul prato sottostante la donna caduta ormai in ginocchio. Improvvisamente tutto intorno ebbe nuova vita. Le piante e i fiori crebbero, il cielo divenne più azzurro, il sole più luminoso.

Hermione si guardò intorno.

Harry, so che non avresti voluto tutto questo. Ma è per noi che lo faccio, per te e per la nostra bambina. Ti amo, fosse l'ultima volta che io possa pronunciare queste parole. La mia vita è nulla in confronto alla vostra. Vi starò accanto per sempre. Ti terrò sempre la mano, anche nei momenti più difficili. Ti amerò per sempre, vivendo del nostro ricordo. Sei la mia forza e la mia vita. Ora più che mai. E per vederti in vita, coraggioso e pieno di speranza come sempre, farei di tutto. Morire per te e per la nostra bambina. Abbi cura di lei.

Tutto intorno parve riempirsi di una nuova luce, di nuova vita.

Perché quel che provo per voi è un amore infinito. Forse non sono stata mai abbastanza brava a dimostrartelo. Ma potessi leggere in me, capiresti quanto ti ho amato in questa vita.

Le streghe parvero rinascere. I colori delle loro vesti si accesero, i loro volti sembrarono ringiovanirsi. Una strana e antica magia era stata innescata in quel luogo. Anche loro sembravano sorprese da ciò che stava accadendo tutt'intorno. Mai nessuno con il suo amore donato aveva fatto sì che accadesse tutto ciò. Mai nessuno aveva dimostrato di tenere agli altri più di se stesso. Mai nessuno aveva amato come Hermione Granger.

Forse non è abbastanza tutto ciò. Ma io sono consapevole di una cosa. Ho vissuto tre anni della mia vita senza di te, amore mio. Tu ce la farai senza di me.

Improvvisamente attorno riapparvero tutte le creature magiche scomparse nel tempo in quel luogo ormai freddo e vuoto d'amore. Con loro anche Sarah e Ginny e Ron. La rossa piangeva commossa, il fratello la teneva stretta, occhi azzurri velati. Dal corpo di Hermione una grande aura rosa fuoriuscì, lasciata invadere quel luogo. Accasciatasi a terra, senza forze, col pensiero rivolto ad Harry e una mano sulla sua pancia poco poco gonfia, si ritrovò in mano un'ampolla. La pozione che cercava.

Le streghe le si misero attorno in cerchio, evocando il grande e famoso Harry Potter. L'uomo per cui quella donna aveva dato la vita. Comparve di lì a poco a terra accanto a lei, giusto in tempo prima che Hermione perdesse i sensi. Con l'aiuto di Ron e Ginny versò il liquido azzurro nella gola, sperando si risvegliasse presto.

Ti amo, Harry.

Dopo tutto divenne nero. Fu come se qualcosa la stesse inghiottendo, allontanandola dalla vita. Ma non si accorse che qualcuno le tendeva la mano. E quel qualcuno era Harry, tornato a vivere, e quelle streghe che le erano sembrate tanto malefiche. Riaprì gli occhi dopo un po', credendo di essere ormai in un altro mondo. Ma ciò che vide fu ancora più bello del paradiso. In un posto incantato, creazione del suo amore, tutti cercavano di svegliarla ed Harry le era accanto, con una mano sulla sua pancia.

"Hermione! Hermione, apri gli occhi." la voce calda e dolce di Harry la destò.

"Che è successo? Perché sono ancora in vita? Tu sei vivo, la bambina anche. Non doveva essere così" Milla le si avvicinò. Le sorrise, come non aveva mai fatto dal momento in cui i tre avevano raggiunto quel posto.

"Mi dispiace, Hermione. Dovevamo tutte avere una prova del tuo amore per poterci fidare di te e sapere che questa pozione sarebbe stata utilizzata a buon fine. Non so cosa hai fatto, ma questo è veramente un miracolo. Mai nessuno è riuscito in millenni a fare ciò che hai fatto tu a questo posto. Il tuo è un grande amore, un infinito amore. Harry è fortunato ad avere accanto una donna come te. Per questo non puoi morire, perché è destino che le donne e gli uomini che amano vivano. Per questo prima ti ho detto che siamo noi a scrivere il nostro destino. Tu hai scelto di morire per loro e questo ha fatto sì che la magia decidesse che tu fossi accanto a loro. Non stupirti di questo, piccola. La magia può tutto e sa accettare quando l'amore è più forte." le sorrise ancora.

E mentre tutti loro si allontanavavo in direzione della loro carrozza per poter finalmente tornare a Londra, Hermione ancora pensava a cosa era successo lì, in quel luogo, e credette si fosse trattato tutto di un sogno. Ma non era stato così. L'amore era stato più forte e aveva vinto sul tempo, quando lei ed Harry erano stati separati; sul male, perché il bambino sopravvissuto era finito in quel letto ancora a causa di Voldemort; e su quella strana magia.

E allontanandosi, qualche piccola goccia di pioggia cadde dal cielo, come qualche lacrima dagli occhi di Hermione. Perché si sa, anche il cielo sa piangere di felicità.




Spero questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, considerando che è l'ultimo di questa storia, perché il prossimo sarà il definitivo epilogo. Ringrazio tutti i lettori e tutti coloro che reensiscono e che mi hanno accompagnato per l'intera stesura di questa storia che mi sono portata dietro oltre un anno, dopo aver perso ad un certo punto l'ispirazione. Vi lascio per adesso. Alla prossima.
  
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