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Autore: Cicciospillo    23/01/2013    1 recensioni
Era imponente e mi dominava. Impossibile sottrarsi. Però non sembrava qualcosa di volatile come un fantasma o qualcosa di astratto. Era solido. Forse una persona. Forse. O forse anche no. Mi attirò fuori città, al limitare del bosco, dove la nebbia e l’oscurità mi stavano circondando inghiottendomi sempre di più
Genere: Fantasy, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazzi, ecco a voi un altro capitolo. Non so com'è, nessuno recensisce e io non capisco se è tanto banale da non poterlo neanche leggerlo o cosa….il prossimo capitolo lo metterò a breve. Spero la storia vi piaccia e mi scuso per eventuali errori di ortografia. ultima cosa : gli accapo non mi funzionano, mi diapisce :( Bacioni, Ila CAPITOLO 2 Rebeccah! Un’altra mattina. Un’altra voce che mi svegliava. Nicole. Aprì gli occhi, assonnata. Me la ritrovai a qualche centimetro dal mio naso. Mi stava urlando che avevo delle occhiaie terribili. Lei sapeva dei miei incubi, sapeva cosa stava succedendo. Ma neanche lei non sapeva come interpretarli. Mi trascinò in bagno dove mi truccò coprendo quelle “ borse della spesa” – come chiamava lei le occhiaie – e poi un trucco veloce sul resto del viso. Pronte per la scuola – con gli stessi vestiti del giorno prima – andammo in cucina: tea pronto per tutte, mamma non c’era, era al lavoro. Stephanie stava ancora dormendo e da lì a poco sarebbe arrivata Deborah, la sua baby – sitter. Dopo aver fatto colazione andammo a scuola. Arrivata in classe vidi la mia professoressa di italiano: altra, un po’ grossa, capelli scuri e un sorriso sulle labbra. Invece di ordinare silenzio, appoggio i libri sulla cattedra e venne verso di me e si presentò “Benvenuta Rebeccah. Sono la professoressa Lucinda Loowed. insegno lettere e geografia” così dicendo ci mettemmo a chiacchierare. Era al corrente della mia situazione in famiglia, fui grata di non raccontare per un’ ennesima volta l’accaduto. Chiacchierammo della mia vecchia scuola, dei programmi di quest’anno e dell’amicizia tra me e Nicole – pur non sapendo bene il perché l’ insegnante me l’avesse chiesto -. Passai il resto della mattinata seguendo le lezioni di matematica. Il pomeriggio Nicole restò anche quella giornata a casa mia. Facemmo insieme una ricerca di italiano e un pochi di compiti di matematica. Eravamo sedute entrambe sulla mia vasta scrivania con le due sedie e il computer acceso. Finito il tutto scendemmo in cucina e ci prendemmo un cono gelato confezionato e ce lo gustammo davanti ad un film. Poi, dato che mia madre dovette andare ad una riunione di lavoro, io e Niki dovemmo badare a Stephanie poiché Debora – l’odiosa baby-sitter – si era sentita poco bene. Così giocammo insieme a nascondino e alla caccia al tesoro. Demmo da mangiare al gatto – gatto Oceano – e aiutammo Stephy a fare i compiti. Quando arrivò mia madre restammo a chiacchierare un po’ con lei della scuola. Poi uscimmo e andammo a casa sua per prendere quello che le occorreva per il giorno seguente dato che , anche quella sera, voleva dormire da me. Tempo di tornare a casa a riportare la sua roba e ci incamminammo a piedi verso il centro commerciale che distava pochi isolati da casa. Erano le cinque circa ed il cielo era ancora chiaro e il sole splendeva. C’era gente che passeggiava, da sola o in compagnia del proprio cane, macchine che andavano e venivano e chi, passando, si scontravano l’uno con l’altro. La città era in movimento. Tutti sembravano allegri, comprese io e Nicole. Ad un certo punto mi venne addosso un ragazzo che stava correndo. Dall'impatto caddi a terra. Nicole – che per miracolo era riuscita a tenersi in equilibrio – mi aiutò ad alzarmi. Il ragazzo stava ancora barcollando ma riuscì a restare in piedi. Si chinò a raccogliermi la borsetta blu che mi era scivolata. Quando alzò gli occhi, finalmente lo riuscì a squadrare da capo a piedi. E rimasi a bocca aperta. Era bellissimo. Semplicemente bellissimo. Occhi chiari e capelli scuri come la notte. Era vestito di scuro. Magro, alto e sotto quella maglietta….mmm….non volevo neanche immaginare. I bicipiti si facevano vedere dalla maglietta a maniche corte attillata. Mi veniva la bava alla bocca solo a guardarlo. E mi accorsi che lui mi squadrava a mia volta. Mi stava porgendo la borsetta. La presi arrossendo, si presentò “sono Diego” e mi sorrise. Pensai ora svengo, Nicole prendimi! Mi sentivo ridicola così mi presentai a mia volta e lo salutai con la scusa di avere fretta. Sentì i suoi occhi addosso fino a che non girai l’angolo. A quel punto Nicole mi prese per un braccio, si parò davanti a me e mi disse “l’hai notato anche tu?”. “si” risposi “nei suoi occhi”. ANGOLO DELL’AUTRICE: Devo dire: non avevo idee per questo nuovo capitolo…ci lavoro da quando ho caricato quello precedente e l’ho rifatto mille volte. Forse non sarà il migliore, ma prometto che i prossimi saranno più interessanti…e magari anche un po’ più lunghi. Accenno prossimo capitolo: “Ecco che quella sera, come tutte le altre, gli incubi ricomparivano. Questa volta riuscì a scorgere una parte del volto non identificando nessuno. Sapevo che a breve quella faccia misteriosa sarebbe comparsa anche nella mia vita reale. Forse per portarmici via o semplicemente per portare qualche novità nella mia routine…” Recensioni: riguardo alle recensioni sono un po’ perplessa. Non so se la mia storia fa così tanto schifo da non esserci la bandierina rossa o solo per pigrizia (spero la seconda). Sinceramente anch'io a volte sono pigra ma solo quando una storia mi suscita poso interesse. Ditemi solo come la pensate anche qualcosa come : “fa schifo” mi basta! Saluti: saluto tutti, anche i pigroni, e la mia amica Nicole!
  
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