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Autore: ruruCRISIS    24/01/2013    5 recensioni
« Insomma, Len! C'eravamo prima noi! » Len Kagamine si girò verso la gemella, fissandola con uno sguardo del tipo 'Io? Io non ho fatto assolutamente nulla.' « Eravamo, indicativo imperfetto.» si rigirò, era oramai quasi il suo turno. O meglio, il loro. A quanto pare, aveva saltato un bel po' di fila e aveva avuto la brillante idea di appostarsi di fronte alla sorella. « E' da un po' che aspettiamo, non sarebbe giusto nei nostri confronti. » Gumi cercò di darle man forte, ma il ragazzo rimase sulle sue, avanzando e ordinando ciò che voleva. Quando ebbe ciò che aveva ordinato nelle sue mani, si voltò, pronto a tornare in classe. « L'importante è che sia giusto nei miei. » sibilò, quando passò accanto a Gumi. Len Kagamine, il ragazzo più popolare della scuola, fratello gemello della sua migliore amica, dotato di una bellezza fuori dai canoni, per me era solamente uno strafottente a cui piaceva giocare al gioco del 'io sono il re, voi i miei sudditi'.
-Tratto dal capitolo II
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gumi, Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IIIQuel rifugio semi nuovo

 

Gumi si portò la cartella sulla spalla, mentre la mano libera se la infilò in tasca. I suoi piedi avanzavano uno davanti all'altro oramai automaticamente, lo sguardo rivolto alla strada ricoperta dai petali di sakura che avrebbe calcato fino a casa. Le ultime due ore le erano sembrate così pesanti, se fosse stato per lei si sarebbe alzata nel bel mezzo della lezione, avrebbe preso in mano la cartella e via, fuori dalla scuola, libera. Peccato non fosse possibile, già. Alzò gli occhi al cielo e le sue iridi color prato incontrarono l'azzurro vivo del firmamento chiazzato di soffici nuvole color panna dalle forme più strambe. “Quello sembra il fiocco di Rin.” si disse, attribuendo la figura decorativa del cerchietto della sua amica a una nuvola passante. Quel giorno Rin non aveva fatto il tratto di strada scuola-casa insieme a lei per tornare a casa insieme a suo fratello; sarebbe sopravvissuta, ma da sola era così noioso. La compagnia di Rin le era diventata necessaria quanto l'aria, oramai; senza di lei si annoiava, si sentiva sperduta. Anche se sarebbe meglio dire che in generale odiava stare da sola e la compagnia che preferiva era proprio quella della Kagamine.

Mentre la sua mente si affollava dei suoi soliti pensieri nosense, i petali dei sakura continuavano a scendere lenti, volteggiando nell'aria come a volersi gustare quell'attimo nel modo più assoluto e profondo, creando piroette tra lo stupore dei bambini e il loro tentativo di afferrare uno di quei fiori delicati. Alla sua sinistra, poco più avanti di lei, notò una donna dai capelli argentei e qualche ruga in più sul viso tenere per mano un bimbo di appena due anni, che rideva, rideva di cuore. Quella risata le rimase nella mente, echeggiando cristallina nelle pareti della sua testa.

 

Richiuse la porta alle spalle, per poi infilarsi le ciabattine ai piedi e lasciare i mocassini davanti all'ingresso. « Sono a casa. » annunciò Gumi. Casa sua non era altro che un piccolo appartamento arredato alla bell'e meglio ma dall'aria accogliente e molto luminoso grazie alle numerose finestre sparpagliate in tutte le stanze che davano proprio sul sole a mezzogiorno. La ragazza percorse a grandi passi l'ingresso per poi arrivare in soggiorno, una stanza spaziosa e occupata da un soffice divano color crema, una vetrina di legno scuro e un soprammobile bianco dove vi era appoggiato il televisore. Si affacciò sulla sala da pranzo, collegata alla cucina, e subito un buonissimo odore di cibo la mandò in tilt. « Cosa c'è da mangiare oggi? » chiese subito Gumi, avanzando verso il piano cottura con l'acquolina e consapevole che non stava parlando da sola. Sui fornelli, una pentola stava sbuffando, emanando un buonissimo sapore di pomodoro. Gumi, cauta, cercò di tirare su il coperchio e sbriciare senza farsi vedere, ma manco fosse uno scherzo, alle sue spalle apparì una figura maschile che presentava lunghi capelli di un bellissimo viola intenso legati in una coda alta. « Attenta. » disse questo, tirando via la mano birichina della ragazza e rimettendola lungo i fianchi. « Via le mani dal mio operato. » la ammonì lui. Il tono serio che aveva appena usato contrastava con il dolce sorriso che si era disegnato sulle sue labbra. Il ragazzo mosse appena il capo in direzione della pentola, e si udì un lieve suono di campanellini. « Perdonami Gakupo. » si scusò subito lei abbracciandolo. Già, Gakupo era suo fratello. Vivevano insieme da oramai quattro anni, ovvero da quando Gakupo era diventato adulto. Quattro anni prima – Gumi aveva dieci anni, Gakupo diciotto – avevano perso i loro genitori in un incidente stradale e il ragazzo aveva deciso di comprare una casa al centro di Tokyo, in un quartiere poco affollato. Lo aveva fatto principalmente per evitare di strazirsi l'anima con il proprio dolore, siccome, nella loro vecchia casa dove abitavano con i loro genitori, non avrebbe resistito un giorno di più. Si era preso cura della casa e di sua sorella per quattro lunghi anni, e forse era quasi il caso di smettere dato che Gumi era oramai in grado di cavarsela da sola, ma non si sarebbe mai stancato di farlo, molto probabilmente. Accarezzò la testa della sorella. « Non preoccuparti, Megumi. » questa lo guardò storto: Gakupo sapeva che odiava il suo nome e osava chiamarla in quel modo così spesso, era una cosa che non sopportava. « GU – MI. » ribatté lei, sciogliendo l'abbraccio e fulminandolo con lo sguardo. Si allontanò da lui e mise le mani sui fianchi, per conferirsi un'idea un po' più autoritaria, cercando di sostenere lo sguardo divertito del fratello. « Va bene, va bene.. Scusami! » esclamò, osservando divertito la reazione della ragazza. « Scusami un corno! Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi così, eh?! » infine sbuffò, scuotendo leggermente la testa. Megumi Megpoid Nakajima; questo era il suo nome intero. Nakajima era il suo secondo cognome, preso dalla nonna materna, che non usava mai. Si faceva chiamare Megumi Megpoid, ma era oramai un obbligo chiamarla Gumi. Gakupo Megpoid Kamui era invece il nome completo di suo fratello. Il suo secondo cognome, Kamui, era quello di sua madre, e per tutti lui era Gakupo Kamui. “Kamui, non Megpoid. Con la K.” ripeteva sempre con calma e sorridendo a chi gli chiedeva come bisognasse chiamarlo. Sul campanello di casa loro però, c'erano scritti i loro due nomi per intero, ovviamente. « Piuttosto, vai a lavarti le mani, è pronto. » avvisò lui, rimettendosi ai fornelli per gli ultimi dettagli del pranzo. Gumi, senza proferir parola, aprì la porta che dava sul corridoio, fiondandosi poi in bagno, una stanza pitturata di un grigio chiaro con un mobile rosso incontrasto a sostenere il lavandino candido; a fianco di questo c'era la lavatrice con sopra una trousse di Gumi, che per giunta non aveva mai usato, e tutti i sanitari sulla parete opposta, affiancati dalla doccia. Aprì il rubinetto, facendo scorrere l'acqua affinché diventasse leggermente più calda; dopodiché, cominciò a lavarsi le mani. Chiuse poi il rubinetto, si asciugò le mani e alzò lo sguardo sullo specchio.

Questo dava il riflesso di una ragazza qualunque, alle prese con il primo anno di liceo e i classici problemi adolescenziali. Posò una mano sul vetro, che al contatto con la sua pelle risultò freddo. Si rese conto che lei conoseva ogni angolo della sua casa, anche il più socuro e nascosto; conosceva ogni sfumatura della personalità di Gakupo e di Rin; conosceva le sue compagne, con cui aveva condiviso qualche avventura; conosceva il suo passato. Ma non conosceva sé stessa, la cosa che bisogna conoscere meglio di qualsiasi altra.

« Me... Ehm.. GUMI! » la richiamò suo fratello dalla cucina. Quell'improvvisa riflessione l'aveva trattenuta per un po'. Forse un po' troppo.



Angolo dell'autrice:
Buondì *-* Sono lieta di presentarvi il terzo capitolo c: Non sono però molto soddisfatta ç^ç Mi rifarò nel prossimo, dai u.u Ne approfitto per ringraziare infinitamente Sakura tan, la mia seconda recensionista * A * Mi hai reso l'autrice più felice del mondo con la tua recensione, graziegraziegrazie ♥ AHEM, ciemmequ. Godetevi il capitolo uwu
With love,


Rurucchì ♥
 

  
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