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Autore: Aletheia229    24/01/2013    1 recensioni
SEQUEL DI ALL TOO WELL
SPOILER DALLA SECONDA STAGIONE
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Chi non ha mai letto una favola? Nessuno. Quando il viaggio a Storybrooke è iniziato abbiamo scoperto nuove sfacettature di storie a noi già note. Ma il libro non ne racconta una.
La Regina Cattiva è colma di odio per Biancaneve. Ormai sappiamo che non ha nulla da fare con la loro bellezza. Ma un motivo ancora più profondo è rimasto nascosto. Fino ad ora.
Katherine è tornata a casa, strappata via da Killian. Ma la ragazza arriva a Storybrooke pochi giorni prima del pirata. Ed è in quel momento che l'ultima storia viene svelata.
Vecchi segreti verranno alla luce, mescolando tutte le carte in tavola, creando alleanze e contrasti che sembravano impensabili e i due innamorati dovranno affrontare un nuovo ostacolo: il loro passato.
Ma loro non sono gli unici protagonisti di questa storia. Più destini s'intreccerano tra loro e nulla sarà più come prima.
Perché finalmente anche loro potevano avere il loro lieto fine, essere felici e tutto grazie agli errori da loro commessi: la promessa non mantenuta di lui e il sortilegio di lei.
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Nulla che tu possa dire o fare cambierà ciò che provo per te
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Story Of Us'
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Once Upon A December

Disclaimer: Nulla mi appartiene. Once Upon A Time appartiene a ABC mentre Peter Pan e tutto ciò che è collegato a esso appartiene a J.M.Barrie.





Forse un giorno tornerò

Il mio cuore lo sente
Ed allora capirò

Il ricordo di sempre

Ed un canto vola via

Quando viene dicembre

(Quando viene dicembre - Anastasia)


Foresta incantata, trent’anni fa

Regina sorrideva. La vita aveva uno strano modo di divertirsi.

Si trovava al centro del cortile del suo castello, con le sue guardie intorno a lei, con le mani legate dietro alla schiena ed una benda sugli occhi.

La beffa nella beffa.

Giustiziata dalla sua figliastra nel luogo che l’aveva vista prima prigioniera e poi sovrana indiscussa.

Che ironia!



<< Mi dispiace, Regina >> le giunse la voce di Snow.

<< Risparmiati la farsa. Il popolo ti ama di già >> le rispose << Sappiamo entrambe che non potresti essere più felice di sbarazzarti di me >>

Biancaneve non rispose.




Sembrava che quella mocciosa avesse fatto dello scopo della sua vita distruggere la sua. Non le era bastato strapparle la felicità quando era ormai nel pugno della sua mano, non le era bastato averla rinchiusa tra le mura del castello di Leopold, non le era bastato costringerla ad una vita che non aveva mai desiderato adesso voleva strapparle anche l’ultima cosa che le era rimasto: il suo regno.

Quello stesso regno che lei aveva guadagnato di governare. Aveva passato anni al fianco di Leopold, offrendo sorrisi amari e parole dolci a quel l’uomo la cui unica colpa era stata non saperla amare. Aveva sopportato l’essere sempre paragonata alla prima regina, aveva sopportato l’essere messa da parte ogni volta che Snow faceva la sua apparizione.

Per anni aveva sopportato tutto ciò, aveva stretto i denti ed era andata avanti.

Finché arrivò al limite della sua sopportazione ed uccise Leopold.

Era l’unico modo in cui poteva essere libera.

No, quello era il suo regno.

Non aveva rubato la corona a Biancaneve o altro. Era stata la ragazza stessa a consegnare lo scettro nelle sue mani.

Lo aveva fatto nel momento esatto in cui aveva svelato il suo segreto a Cora, condannandola ad un destino peggiore della morte.

O forse addirittura prima, quando si era lasciata soccorrere.

Il quando non era importante, era importante il fatto che lei era la legittima sovrana. Era Biancaneve l’usurpatrice.

Ma nessuno di quegli sciocchi lo vedeva.




Sentiva poco lontano da sé la voce di uno dei dignitari di corte elencarle tutti i crimini di cui era accusata.

Non che le importasse. Ormai il suo fato era stata deciso e sentire o meno tutte le scuse scelte dai due nuovi sovrani non avrebbe cambiato nulla.

<< …condannata a morte >>

Eccola, la frase fatale.

Il suo sorriso si ampliò. Finalmente il momento era giunto. Quella vita vuota e piena di sofferenza era finalmente giunta alla sua fine. Forse sarebbe riuscita a ricongiungersi con Daniel.

Sentì quella scusa patetica della Fata Turchina gettarle addosso un’altra manciata di polvere fatata affinché non avesse uno scoppio di magia spontaneo. Poteva addirittura sentirla sorridere mentre compiva quel gesto.

Sentì il materiale ruvido della corda entrare in contatto con la pelle del suo collo e delle mani spingerla in avanti.

<< FERMI! >> udì qualcuno urlare

Dei mormorii confusi si diffusero tra gli spettatori di quel macabro spettacolo mentre un battito d’ali le si avvicinava.

All’improvviso gli occhi di Regina furono privati della benda e dovette sbattere le palpebre un paio di volte per abituarli alla luce.

Davanti a lei c’era una fata. Nulla di speciale, una semplice fata comune con un paio d’ali.

Eppure era riuscita a far raggelare sul posto la Fata Turchina, che ora la guardava con un misto di preoccupazione, paura e… rassegnazione?

<< Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità e Regina non è da meno. Ha fatto molte cose orribili, i nostri nuovi sovrani non si sono risparmiati a sottolinearli tutti. Ma c’è qui qualcuno che le può puntare il dito contro? Penso proprio di no >>

Mormorii di disapprovazione riempirono l’aria ed alcuni incominciarono ad urlare “VOGLIAMO GIUSTIZIA!” o “A MORTE!”

<< Cosa suggerisci di fare? >> chiese una voce sovrapponendosi alle altre: il Grillo Parlante.

<< La magia le ha corrotto l’animo. Un mese in mondo senza di essa dovrebbe poterci dire se c’è speranza di redenzione >> spiego la fata.

Regina incrociò gli occhi di Snow e il suo sorriso si ampliò: alla bella principessa quest’idea non piaceva. La voleva morta, fuori dalla sua vita per sempre.

Ma forse c’era ancora una possibilità per Regina di uscire vincitrice.

<< Ti rendi conto di quello che ci stai chiedendo di fare, Dikaia? >> esclamò la Fata Turchina

<< Trenta giorni in un mondo senza magia. Né uno in più né uno in meno. Poi il suo fato sarà deciso >>



***



Biancaneve le porse una sacca il cui contenuto fu subito controllato da Regina, che lasciò scappare una risata divertita

<< Molto divertente, Snow >>

<< Chi lo sa, forse ti tornerà utile una volta rimesso piede nella Foresta Incantata >>

Fu un attimo e dalla piazza del castello si ritrovò in quella che pareva una stalla.

Regina notò che i suoi vestiti erano cambiati. Dal semplice abito grigio scuro che aveva indossato per l’esecuzione adesso indossa dei pantaloni ed una camicia.

Fece vagare lo sguardo intorno a sé e la sua attenzione fu catturata da un destriero poco distante da lei. Aveva il manto completamente nero ma la criniera e la coda erano bianche.

Gli si avvicinò ed incominciò ad accarezzarlo. Il cavallo all’inizio era un po’ riluttante a farsi toccare da un’estranea ma presto si lasciò andare al tocco esperto di Regina.

Era così intenta ad occuparsi del cavallo che non si accorse che qualcuno le arrivava alle spalle finché una voce non la fece sobbalzare. 

<< Tu devi essere nuova >>

Regina si voltò di scatto e i suoi occhi incrociarono quelli di un ragazzo più giovane di lei. Aveva i capelli castani e occhi color azzurri, che avevano una scintilla speciale.

Ma ciò che la colpì fu il sorriso.

Era un misto tra il sorriso più luminoso e il ghigno più terrificante.

<< Il mio nome è Tom. E tu saresti? >>

<< Perché dovrei rivelare il mio nome ad uno sconosciuto? >> chiese con aria altezzosa.

Come si permetteva di darle confidenza? Non sapeva chi era?

Qui non sono più la regina cattiva realizzò infine.

Ma non era dispiaciuta, come aveva pensato d’essere all’inizio. Era felice e speranzosa. Forse poteva iniziare tutto da capo

<< Giusta osservazione. Sai, sono sicuro non di aver mai visto la tua richiesta d’iscrizione al club quindi devi esserti intrufolata >>

Nei guai già il primo giorno pensò amaramente. Forse non sarebbe potuto cambiare mai nulla

Probabilmente la sua preoccupazione doveva essersi manifestata sul suo volto perché il ragazzo non perse tempo a rassicurarla.

<< Sei fortunata ad aver incontrato me. Da dove arrivi? >>

<< Da molto lontano >> rispose vaga

<< Perché ho come l’impressione che tu non abbia un posto dove stare? >>

Regina non gli rispose ma tornò la sua attenzione al cavallo.

<< Puoi venire a stare da me >>

Ma non demorde mai?

<< Non sei un po’ troppo giovane per me? >> gli chiese scherzando

<< Hei! Non ti sto mica chiedendo di venire a letto con me. E poi piaci a Pegasus e a lui di solito non piace mai nessuno >>




<< Papà, questa è Regina >> disse Tom incoraggiandola a fare un passo avanti.

Regina cautamente si avvicinò all’uomo che stava osservando fuori dalla finestra con un bicchiere in mano. Era vestito di tutto punto: un completo elegante, cravatta di raso e gemelli d’oro. Ad essere sinceri quell’uomo, semplicemente rimanendo accanto alla finestra, incuteva timore a Regina.

<< È un onore fare la vostra conoscenza, mio signore >> disse facendo un inchino.

Tom la guardo divertito, ritenedendo il suo comportamento quasi assurdo, ma il padre invece s’irrigidì per poi avvicinarsi di più per vederla meglio.

<< Una parola in privato, se permettete >> disse conducendola verso la stanza accanto.

<< Venite dalla Foresta Incantata, non è vero? >> chiese andando dritto al punto.

Regina lo fissò sorpresa, in quel mondo nessuno era a conoscenza della magia. Aprì la bocca un paio di volte cercando qualcosa da dire e l’uomo, capendo la difficoltà in cui la donna si trovava, cercò di toglierla d’impiccio.

<< Il mio nome è William Reed ma nel vostro mondo sono conosciuto come Baelfire >>




Storybrooke, presente



<< Allora? >> chiese Granny a Red

La ragazza, appena saputo dell’estraneità di Katherine dal loro mondo, non aveva esitato ad avvertire sua nonna, James e la fata turchina. Aveva addirittura chiamato Regina e il signor Gold, sapendo che avrebbero avuto bisogno di tutta la magia possibile per uscirne vivi.

<< Sembra a posto. Penso davvero che ci sia qualcosa che l’abbia spinta a venire qui. Magari appartiene al nostro mondo e lei neppure lo sa >>

La bionda le era sembrata davvero una ragazza normale, di cui non bisognava avere paura. Certo, non bisognava mai fidarsi delle apparenze, chiunque appartenesse al loro mondo lo sapeva bene.

Eppure qualcosa negli occhi della ragazza l’aveva convinta che non fosse un pericolo. In fondo quante persone potevano sapere cosa succedeva all’interno della città?

Le possibilità erano solamente due: o si era trovata lì per caso o davvero aveva a che fare con loro. Qualunque fosse era più che sufficiente per lasciarla in pace, secondo lei.

Ovviamente sapeva che gli altri erano di parere contrario, non avrebbero permesso a nessuno di venire a conoscenza della loro vera natura e di sicuro non avrebbero tenuto un profilo basso solo per permetterle di soggiornare a Storybrooke. Ma Red aveva già preso a cuore quella ragazza che le ricordava tanto una persona di sua conoscenza: lei stessa.

Entrambe, da quello che le aveva raccontato, erano guardate con sospetto dalle persone intorno a loro, con la sola differenza che Katherine voleva essere guardata così, o almeno le aveva fatto credere. Ma Red era un’esperta nel riconoscere le barriere che qualcuno ereggeva intorno a sè ed era più che evidente che tutto ciò che quella ragazza voleva era essere desiderata, amata, avere qualcuno su cui contare che non le mettesse troppa pressione; però c’era qualcosa che la bloccava, che non le permetteva d’essere se stessa e che l’aveva costretta ad innalzare quei muri. E la mora sapeva bene cos’era, perché anche lei lo aveva provato, anzi lo provava ancora: era la paura di essere giudicata, di essere ferita ancora, di lasciarsi andare anche solo per una volta per poi scoprire che tornare indietro non era poi così facile.

In lei rivedeva se stessa ed era per quello che era riuscita a legare con la ragazza così velocemente. Perché la capiva anche se non aveva detto nulla e sapeva che in lei avrebbe potuto trovare qualcuno che la capisse appieno. Snow non la giudicava ma non poteva sapere cosa voleva dire farsi del male per evitare che lo facesse qualcun altro. Ma Katherine sì, perché anche lei aveva scelto quella strada, glielo leggeva negli occhi, ma diversamente da lei, lei non aveva una Snow che potesse aiutarla a capire che delle volte lasciarsi andare è la cosa migliore da fare.

<< Dobbiamo costringerla a lasciare la città. Siamo nel bel mezzo del recupero di Sua Maestà e di sua figlia. Non possiamo interrompere tutto per paura che un’estranea venga a conoscenza dell’esistenza della magia >> propose la Fata Turchina, che ricevette un’occhiataccia da Red.

<< Ha ragione. Snow ed Emma sono la nostra priorità >> l’appoggiò James

<< E se fosse come la tua adorata figliola? >> chiese Regina, parlando per la prima volta avvicinandosi di più al gruppo

<< Che cosa intendi dire? >>

<< La signorina Swan ed Henry sono riusciti a superare la barriera poiché entrambi hanno un collegamento col nostro mondo: in questo caso tu e tua moglie. E se fosse lo stesso per lei? >> spiegò Regina

<< è possibile? >> chiese Red sorpresa, nonostante il pensiero avesse colto anche lei.

<< La magia qui è imprevedibile. È possibile che nel trasportare tutti in questo mondo dal nostro qualcosa sia andato storto e lei sia stata inviata in un luogo diverso. Oppure che sia legata a qualcuno che tempo fa è stato bandito qui >>

<< Oppure la barriera si è dissolta >> propose James, cercando di opporsi a Regina che incolpava ancora della perdita della sua famiglia.

<< Impossibile, dearie. L’avrei sentito, solamente una gran quantità di magia può distruggerla, ne so qualcosa. Sua altezza ha ragione, la ragazza deve aver un qualche collegamento col nostro mondo >>

<< Che cosa proponete di fare dunque? >> chiese Granny, stufa delle continue chiacchiere.

Non le piaceva il mondo in cui si stava discutendo di quella ragazza, come se fosse un semplice oggetto di cui sbarazzarsi. Nessuno meritava quel trattamento, nemmeno la regina, quindi tanto meno quella povera ragazza.

Inoltre aveva letto la preoccupazione negli occhi di Red. Per qualche motivo sua nipote si sentiva legata a quella ragazza e, cascasse il cielo, non avrebbe permesso nessuno di ferirla ancora.

<< La ragazza ha intenzione di fermarsi, non è vero? >> chiese Gold e Ruby annuì semplicemente.

<< Bene. Domani mattina inviala da me e allora sarò in grado di prendere una decisione >>

<< Con che scusa? >>

<< Ma l’appartamento dei Nolan, mi sembra ovvio >> disse

<< E se fosse interessata in qualche altra casa? >>

<< Non ci sono altre case >> rispose Gold, lanciando uno sguardo eloquente a tutti i presenti



Foresta incantata, trent’anni fa



Regina aprì gli occhi di scatto e s’accorse di non trovarsi più nella sua camera bensì in una foresta.

I trenta giorni erano scaduti.

Sentì come una mano intorno al cuore e respirare divenne difficile.

Per un momento fu tentata di accettare il consiglio offertole dalla figliastra poco prima di partire realizzando però di aver lasciato tutti i suoi averi nell’altro mondo. Pensò di agire alla vecchia maniera, un pugnale sarebbe stato ciò che le serviva ma un paio d’occhi azzurri la fecero tornare sui suoi passi.

Lei era la regina cattiva, non si sarebbe fatta sconfiggere così facilmente!

Si alzò in piedi e pensò al da farsi. Probabilmente Snow e il suo principe si trovavano al palazzo d’estate il che lasciava il suo palazzo libero.

Ma come arrivarci?

Si diede mentalmente della stupida. Era di nuovo nella Foresta Incantata il che voleva dire che aveva di nuovo a sua disposizione la sua magia.

In un battito di ciglia svanì circondata da fumo viola.



Camminò spedita tra i corridoi del suo palazzo senza degnare le guardie che s’inchinavano al suo passaggio.

Si fermò improvvisamente, colta da un forte giramento di testa. Subito una delle guardie le si avvicinò e l’aiutò a rimanere in piedi.

Una volta ripresasi riprese il suo cammino e si fermò solamente una volta giunta dinanzi al suo specchio.

<< Mostrami Biancaneve >>

Immediatamente sulla superficie comparve la figura della sua figliastra che quando si accorse dell’immagine della regina riflessa nel suo specchio assunse un’aria preoccupata.

<< Io lascerò voi in pace se voi lascerete in pace me. Ho altro di cui occuparmi al momento >> disse senza lasciarle occasione di ribattere.

Si diresse immediatamente nelle cucine e dare nuove istruzioni al cuoco.

Le cose stavano per cambiare, ne era più che certa.




Ormai aveva fatto l’abitudine alle nausee e ai forti mal di testa.

Ricordava di una volta in cui sua madre le aveva raccontato della sua gravidanza, di come era stata dolorosa segno della buona salute e della potenza dell’essere che cresceva nel suo grembo.

<< Sapete già se sarà maschio o femmina? >> le chiese il genio.

<< Sarà una femminuccia, me lo sento >>


Quattro mesi dopo, stremata come non mai, Regina stringeva tra le sue braccia la sua bambina, la sua Anastasia.

La neve imbiancava tutte le terre e lei era riuscita a crearne un po’ nella stanza in cui si trovavano, per dare a sua figlia un’idea dell’elemento in cui era nata.

Una dama entrò portando i doni di Regina per la sua piccola e li porse alla sua sovrana. La donna prese la collana con una pietra d’onice, in cui aveva fatto incidere la terra A, e la mise intorno al collo di sua figlia mentre faceva partire il carillon.

<< Questa dolce melodia è il ricordo di sempre. Tu con me, amor mio, quando viene dicembre >> cantò alla piccola Anastasia per farla addormentare.

All’improvviso le porte si spalancarono e fecero la loro apparizione Snow e Charming, seguiti da Red e sua nonna, i nani e quattro cavalieri.

<< Allora è vero >> mormorò Grumpy tenendo gli occhi fissi sulla bambina stretta tra le braccia della madre.

<< Beh, sono felice che vi siate presi il disturbo di venirci a trovare. Ora gradirei se ve n’andaste >>

Charming rinfoderò la spada e si avvicinò al letto tenendo gli occhi incollati sulla donna.

<< La bambina, Regina >> disse porgendo le braccia per prendere la piccola.

<< Prima dovrai uccidermi >>

In un attimo fu spinta contro i cuscini da quattro forti paia di braccia mentre James prendeva la bambina.

<< No! Cosa volete farle? >> domandò Regina col panico evidente nella voce

Fu Grumpy a risponderle << Sarà lei a pagare per i tuoi crimini >>

Regina sbiancò e cercò di divincolarsi dalla presa dei nani mentre osservava il principe passare sua figlia tra le braccia di Snow.

<< No, non potete farlo! NO! >> urlò mentre la lasciava andare e pian piano si allontanavano dal suo letto per seguire i due sovrani.

Regina si disfò delle coperte e tentò di alzarsi col suo risultato di cadere rovinosamente a terra

<< ANASTASIA! >>



***



La sala delle riunioni era piena di gente. I Charmings, Geppetto, i sette nani, Red e sua nonna, il Grillo Parlante, la Fata Turchina…non mancava nessuno.

La discussione era accesa, si doveva decidere del destino di un infante

<< Dobbiamo ucciderla >> decretò infine James.

<< Forse non ce ne bisogno. Forse potreste accudirla voi, come se fosse vostra figlia. Oppure potrei prenderla io >> cercò di proporre Red.

<< No, James ha ragione. Non possiamo correre nessun rischio. È la figlia di Regina, chissà di cosa sarà capace. Ed una volta scoperto che l’abbiamo separata da sua madre… >> intervenne Snow

<< Non esiterà ad ucciderci tutti quanti >> finì per lei Granny.

<< Allora è deciso >> annunciò James, brandendo un pugnale ed avvicinandosi alla culla in cui era stata riposta la piccola Anastasia.

Sollevò il braccio e si preparò a colpire quando la bambina aprì gli occhi.

Non pianse o nient’altro, si limitò a guardarlo con quei suoi occhi azzurri.

E la volontà gli venne meno.

<< Io…non posso farlo >> disse abbassando il braccio e gettando a terra il pugnale.

<< Qualcuno dovrà pur farlo >> intervenne la Fata Turchina

<< Rumpelstiltskin >> propose infine Grumpy




 Storybrooke, presente



<< Buon giorno! Come hai dormito? >> disse Ruby non appena Katherine fece il suo ingresso nel locale

<< Come fai ad essere così pimpante? >> chiese quest’ultima appoggiando la testa sul bancone, troppo assonnata per non resistere alla tentazione.

<< è un nuovo giorno e nulla è successo. Un buon motivo per essere raggianti. Tu invece hai una cera… >> scherzò la mora storcendo il naso e porgendole una tazza di caffè fumante

<< Molte grazie >> rispose sarcastica Katherine

<< Seriamente, tutto bene? >> chiese Ruby preoccupata, appoggiando una mano sulla sua.

In meno di ventiquattro ore le due avevano già legato, grazie a tutto il tempo passato a chiacchierare, e la Reed incominciava già a sentirsi un po’ a casa.

<< Sì, nulla che non posso gestire >> rispose con un sorriso forzato.

Aveva di nuovo avuto quell’incubo ed era sicura di aver visto qualcuno, una ragazza. Si era svegliata in preda al panico alle due di notte e non era più riuscita a chiudere occhio, troppo spaventata dall’idea di tornare in quella stanza.

Quindi si era messa a fare l’unica cosa che le era venuta in mente: pensare a Killian. Ovviamente ciò non aveva aiutato il suo morale, anzi, lo aveva peggiorato. Aveva sentito la sua mancanza maggiormente delle altre volte, aveva desiderato ritrovarsi tra le sue braccia mentre lui le sussurrava di stare tranquilla, che lui era al suo fianco e non l’avrebbe lasciata e che al suo risveglio lui sarebbe stato lì pronto a prendersi cura di lei.

<< Se vuoi parlare sono qui. Passando ad altro, che programmi hai per la giornata? >>

<< Pensavo di fare un giro in città. Magari trovare un appartamento e forse anche qualcosa da fare per occupare il tempo >>

Ruby, ricordando le parole di Gold della sera prima, si sforzò a parlale: << Se non mi sbaglio l’unico appartamento disponibile è quello dei Nolan. Si sono appena separati ed entrambi vivono da amici. Il proprietario è il signor Gold, il cui negozio è poco distante da qui, qualche metro dopo la biblioteca. Per quanto riguarda il lavoro cosa ti piace fare? >>

<< Mi piace leggere, mi ha sempre aiutato a non impazzire >>

<< Perfetto! La biblioteca sta per aprire e sono sicura che Belle accetterà la tua mano più che volentieri >>

Katherine la guardò indecisa, non credeva fosse l’idea più saggia. Non era brava a relazionarsi con le persone, Ruby era stata un’eccezione, e di certo lavorare a stretto contatto con questa Belle non sarebbe stato facile.

La mora scacciò il pensiero con la mano e la bionda si diresse fuori dal locale, verso il negozio del signor Gold.

 


Foresta incantata, ventinove anni fa



Snow avanzava lungo il lugubre corridoio con la bambina stretta tra le braccia e un pugnale legato alla vita. Teneva il viso alzato e si stava impegnando con tutte le sue forze per non abbassarlo.

Sapeva che se lo avesse fatto avrebbe fatto marcia indietro ed avrebbe tenuto la piccola con sè.

Ma sapeva anche che non poteva, era necessario sbarazzarsene.

Lei più degli altri sapeva di cosa era capace Regina. Quella donna era spietata e non si faceva scrupoli.

E se Anastasia, una volta cresciuta, avesse scoperto la verità sulle sue origini poteva decretare la fine della loro famiglia.

Non poteva permetterlo.

Per quanto quella piccolina fosse innocente non poteva rischiare di crescere un mostro.

Ma era difficile rimanere impassibili quando quella creaturina ti guardava con i suoi occhi azzurri come il cielo in estate.

Perciò tirò un sospiro di sollievo quando intravide le sbarre della prigione di Rumpelstiltskin.

<< Ma che sorpresa, dearie >> la salutò l’Oscuro

<< Saltiamo i convenevoli. Ho bisogno del tuo aiuto >>

<< Sono tutt’orecchi, dearie >> disse appoggiando le mani sulle sbarre.

Snow guardò la bambina e notò che si era addormentata. La scoprì del mantello con cui l’aveva coperta e la mostrò a Rumpelstiltskin.

<< Devi ucciderla >>

L’Oscuro sembrò preso in contropiede. Certo non si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere da Biancaneve. 

<< E perché dovrei farlo? >>

<< Perché è la figlia di Regina >> Snow sapeva di averlo in pugno.

Se c’era qualcuno che odiava la sua matrigna più di lei quello era Rumpelstiltskin. Non si sarebbe di certo lasciato scappare l’occasione di ferirla nel modo più atroce.

<< Ma sia ben chiaro che tu sei in debito con me, maestà >>

Snow annuì e l’Oscurò si lasciò scappare una risata di soddisfazione.

La donna si avvicinò alle sbarre e l’uomo chiamò a sé la bambina che gli apparve tra le braccia.

<< Ora potete andare, mi occuperò io di lei >>

Lei gli porse il pugnale prima di voltargli le spalle e precipitarsi via di li.

Rumple appoggiò la bambina sul giaciglio che gli faceva da letto e prese il pugnale.

Con un ghigno sul viso lo portò sopra la sua testa e si preparò a conficcarglielo nel cuore

<< NO! >>

Si voltò di scatto e vide quella stessa fata che aveva salvato la vita della sua allieva.

Tale madre, tale figlia pensò divertito.

La scacciò con un gesto della mano per poi rivolgere di nuovo l’attenzione alla bambina.

Che nel frattempo aveva aperto gli occhi.

<< Impossibile >> sussurrò.

E poi la bambina svanì davanti ai suoi occhi.



***



Snow e James erano persi l’uno degli occhi dell’altro. Quello era il giorno più felice della loro vita. Finalmente sarebbe stati insieme per sempre. Come marito e moglie.

Potevano desiderare di più?

Circondati dalle persone che amavano il loro sogno stava per realizzarsi.

Avrebbero vissuto per sempre felici e contenti.

Avrebbero formato una famiglia, avrebbero cresciuto i loro figli e li avrebbero guardati mentre coronavano il loro sogno.

Tutto era perfetto e sarebbe continuato ad esserlo.

Peccato che non avessero tenuto in considerazione una certa regina.

Le porte del salone si spalancarono e Regina fece il suo ingresso. Tutti immediatamente si strinsero tra loro cercando di mettere più distanza possibile tra loro e la sua figura.

Il principe, ora re, sfoderò la sua spada e la puntò contro la donna.

<< Ma che bel quadretto felice >> disse Regina sorridendo.

Portò le mani davanti a se per poi riporle sulla sua gonna.

Le guardie allarmate dal gesto avevano sfoderato anche loro le spade che con un movimento della sua mano la sovrana fece dissolvere in polvere.

<< Non c’è motivo di usare la forza. Sono solo venuta a porgere le mie congratulazioni agli sposi. Immagino che vi stiate godendo il momento. Finalmente avete il vostro lieto fine >>

In un attimo il sorriso scomparve dalle sue labbra e il suo sguardo divenne di ghiaccio. Incominciò a camminare verso l’altare guardando intorno a sé

<< Presto tutto ciò che amate, ciò a cui tutti voi siete legati, vi sarà portato via >> incominciò.

Si fermò una volta giunta davanti ai due novelli sposi e continuò << Per sempre! E dalla vostra afflizione sorgerà il mio trionfo. Distruggerò la vostra felicità, ve lo prometto. Dovesse essere l’ultima cosa che faccio >>

E non potrete fare a meno di incolpare voi stessi parole mai pronunciate ma che della cui esistenza i due giovani erano pienamente consapevoli.



Storybrooke, presente



Nei pochi metri che percorse sentì un’angoscia dentro di sé mentre tutti i passanti le rivolgevano degli sguardi carichi di stupore misto a paura e rabbia.

Perciò fu terribilmente grata e tirò un sospiro di sollievo quando si chiuse alle spalle la porta del negozio.

Era un negozio di antiquariato, come quello in cui era solita trascorrere il suo tempo quando si trovava a Londra.

Il passato l’aveva sempre affascinata e trovarsi in mezzo a tanti ricordi d’anni ormai passati la faceva sentire a casa. C’era sempre un qualcosa in quegli oggetti che l’attirava, come se per qualche motivo lei non appartenesse quel mondo ma uno molto più simile al passato in cui le sarebbe piaciuto vivere.

Incominciò a guardarsi intorno, felice di aver ritrovato qualcosa della vecchia lei, assorbita completamente dai vari oggetti sugli scaffali finché una voce non la fece trasalire.

<< Posso aiutarla, cara? >>

Dietro al bancone si trovava un uomo in un completo costoso, con i capelli lunghi fino alle spalle ed un bastone appoggiato di fianco a lui.

Aveva l’aria di uno di quegli uomini con cui scontrarsi sarebbe stato fatale per chiunque. Era sicuro di sé, come se avesse potuto aver il mondo ai suoi piedi con un semplice schiocco delle dita eppure a Katherine non sfuggì lo stupore che attraversò i suoi occhi.

<< Lei deve essere il signor Gold >> disse avvicinandosi al bancone.

L’uomo annuì mentre lei si osservava intorno casualmente mentre riprendeva a parlare << Sono qui per l’appartamento dei Nolan >>

Dritta al punto pensò Gold, colpito dalla sicurezza che quella ragazza mostrava. Non capitava certo tutti i giorni che qualcuno fosse in grado di indirizzarsi a lui come se fosse un suo pari. Ma certamente da lei non si sarebbe potuto aspettare di meno.

<< Penso che la faccenda sia alquanto complicata >>

<< Mi dica un prezzo >>

Lui sorrise, non potendo fare a meno di analizzare gli occhi della ragazza.

La stessa identica scintilla, solo il colore è differente. Per il resto potrebbero essere i suoi

<< Non è così semplice. L’appartamento è inutilizzabile per qualche settimana >>

<< Non è un problema. Sono sicura che Granny non mi sbatterà fuori >> rispose Katherine abbozzando un sorriso che subito fu imitato dall’uomo.

<< Che ne dice di stringere un patto? >> propose Gold.

Katherine, incuriosita, gli fece cenno di continuare. Lui non perse tempo e fece il giro del bancone finché non le fu di fronte.

Quella era l’occasione per esserne certo, per riparare al suo unico errore.

<< Io le venderò l’appartamento se lei accetta d’essere ospite a casa mia per il tempo rimanente >>

La Reed lo guardò stupita. Pensava davvero che avrebbe accettato? Insomma, anche i bambini sapevano che dovevano tenersi alla larga dagli sconosciuti, figuriamoci andarci ad abitare insieme. Di certo non era così ingenua. Non era una ragazza alle prime armi; era stata in grado di far piangere le innumerevoli segretarie di suo padre con un semplice sguardo, di far perdere la sicurezza a coloro che volevano compare i diritti sul lavoro di suo nonno. Di certo non sarebbe stato un uomo qualunque a farla piegare.

Eppure, nel momento stesso in sui aveva pronunciato quella frase, lei sapeva di non avere scelta. Aveva letto la sfida nei suoi occhi come se fosse stato certo che lei avrebbe rifiutato. E se c’era una cosa che distingueva i componenti della famiglia Reed era il fatto che non si ritiravano mai da una sfida.

Leggendo dal suo viso che la decisione era testa presa, Gold le offrì la mano, che Katherine strinse senza esitazione.

E un fascio di luce scaturì dalle loro mani, unendole tra loro, sigillando un patto che nessuno avrebbe mai potuto spezzare.

Nel vedere la luce intorno alle loro mani unite Rumpelstiltskin fu riempito da una gioia che gli era stata estranea ormai da tempo e una lacrima sfuggì al suo controllo senza essere notata dalla ragazza che era rimasta estranea a quella manifestazione di magia.

Questo cambia tutto pensò Gold

In quel momento il campanello suonò, avvertendo i due di un’altra presenza all’interno del locale.

Sottraendo la mano dalla presa dell’uomo Katherine si voltò, incrociando gli occhi di una donna che poteva essere descritta in un unico modo: regale.

<< Allora abbiamo un accordo >> disse rivolgendosi a Gold, prima di andare verso l’uscita.

Per sbaglio sfiorò il braccio della donna e un’onda di magia si sprigionò dal punto in cui le due si erano toccate riempiendo di chiarore l’aria. E questa volta Katherine se ne accorse e lasciò che lo stupore si manifestasse sul suo volto prima di precipitarsi fuori dal negozio.

<< Cosa è stato? >> chiese Regina a Gold.

L’ultima volta che quel tipo di magia si era sprigionato da lei era stato con Daniel ed Emma era riuscita a farle ricordare come fosse quando aveva risvegliato Henry.

Ed ora un semplice tocco da parte di una sconosciuta era riuscito a produrre lo stesso effetto del bacio del vero amore.

Dire che era confusa e stupita era un eufemismo.

<< Quello era l’inizio di un’indissolubile alleanza. Quello è ciò che ha unito i nostri destini. Per sempre >>

A Regina non servirono altre parole per capire. Le era bastato notare la singola lacrima che rigava il volto dell’uomo che avrebbe dovuto essere il più crudele di tutti. Aveva sentito le voci e ciò che in passato le era sembrato una causalità le era stato chiaro, cristallino.

Perché nulla accade per caso, tutto aveva uno scopo.

Anche la sofferenza di cui era stata vittima per trent’anni, di cui finalmente poteva vedere la fine.

Si portò una mano sul cuore e pian paino un sorriso si fece strada sul suo volto, seguito da quello di Rumpelstiltskin.

Perché finalmente anche loro potevano avere il loro lieto fine, essere felici e tutto grazie agli errori da loro commessi: la promessa non mantenuta di lui e il sortilegio di lei.

Sarebbero stati uniti e non per ferire qualcuno ma semplicemente grazie ad una sola persona, che li aveva legati senza neppure saperlo

<< La mia bambina >>




Foresta Incantata, presente



<< Pensi che riusciremo a sconfiggere Cora? >> chiese Emma alla madre.

<< So che torneremo a casa >>

<< è tutta colpa mia. Se avessi creduto ad Henry non ci troveremmo qui >>

<< Se io non avessi detto a Cora del vero amore di Regina Cora non l’avrebbe ucciso, Regina non avrebbe voluto vendetta e il sortilegio non sarebbe mai accaduto. Possiamo trascorrere tutto il giorno cercando di capire perché dovremmo sentirci colpevoli ma non ci aiuterà a tornare a casa >> ribatté Snow, rifiutandosi di sentire certi discorsi uscire dalla bocca di sua figlia

<< È Regina. Regina, è lei che dovremmo incolpare >>

Snow la guardò con un sorriso malinconico prima di prenderle una mano fra le sue e dirle << Se c’è qualcuno che dovresti incolpare, quella sono io. La mia colpa non è solo legata all’uccisione di Daniel. Tutto ciò che Regina ha sempre voluto è ripagarmi con la stessa moneta. Lei ha perso sua figlia a causa mia, io avrei dovuto perdere la mia >>

Nessuna delle due donne si accorse della presenza di Aurora* poco lontana da loro e dello sguardo interessato che aveva rivolto loro.

E di certo non potevano immaginare che Hook e Cora avessero sentito ogni singola parte della loro discussione, e che quest’ultima fosse più determinata che mai ad arrivare a Storybrooke.

 


 




Ciao a tutti!

Questo capitolo è incentrato sulla figura di Regina e i primi approcci di Katherine con i due rimanenti membri della sua famiglia.

Eh sì, Katherine è proprio la figlia di Regina e la bisnipote di Rumpel.

E questo è esattamente ciò che mi ha tenuta sveglia.

Come idea mi sembra carina, a me piace, ma ho paura che sia troppo scontata/irreale/non-so-cosa

Devo ammettere che però l’idea non è completamente mia. Per la vicenda della doppia parentela sono stata ispirata dalle varie teorie che girano in rete secondo le quali Neal sarebbe Bae e di conseguenza Henry sarebbe il nipote di Gold, dei Charming e il figlio di Regina.

Però a me questa teoria non convince molto per il problema dell’età: per alcuni la soluzione è che Bae sia in realtà Peter Pan ma il problema è che lui è stato inviato in un mondo senza magia e l’isola che non c’è ha magia.

Okay, sto perdendo il filo del discorso.

Vorrei davvero sapere cosa pensate di questa faccenda visto che adoro l’idea di Regina come mamma e di Rumpel come nonno.

Spero di non aver offeso nessuno con il ritratto che ho dato di Snow e James. In un certo senso ho amplificato il loro comportamento di “The Cricket Game”. Forse nella Foresta Incantata non avrebbero tolto una bambina a sua madre ma a Storybrooke? Ho semplicemente trasportato nel passato il comportamento del presente.

La scelta dell’utilizzo dei nomi inglesi piuttosto che italiani è puramente personale. Se penso che nel contesto si adatti meglio il nome italiano utilizzò quello altrimenti la versione originale.

Altra notizia: FASE 1 COMPLETATA.

Abbiamo scoperto di più sulla figura di Katherine e l’abbiamo vista muovere i primi passi all’interno della cittadina.

Dal prossimo capitolo incomincia la Fase 2, detta anche Fase Ritrovamento. Già, nel prossimo capitolo il nostro affascinante capitano sbarcherà a Storybrooke ed ovviamente i due si rincontreranno.

Posso anticiparvi che non il prossimo, ma il successivo capitolo sarà incentrato completamente sui due piccioncini: flash-back dei loro tempi a Neverland e le loro interazioni nel presente.

Inoltre da questo capitolo in aventi potrebbe essere presenti avvenimenti dello show ma in ordine sparso. *In questo caso il momento madre-figlia è stato posticipato dopo che Aurora si è riunita al gruppo.

Mi scuso per eventuali errori e/o sviste e rinnovo l’incentivo a lasciare una recensione, anche piccola piccola.

A giovedì prossimo

Un bacio, Aletheia

P.S.

Piccola flash-fic sui pensieri di Rumpel http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1552361&i=1

 

Sneak Peek: Coming Home

 

<< Volevi davvero partire senza salutarmi? >> 

<< Purtroppo non è un viaggio rimandabile >>

<< Sembra incredibile ma mi mancherai >> disse la ragazza lasciandosi sfuggire una lacrima

<< Anche tu, piccola >> rispose Gold, asciugando la guancia della nipote

Si rivolse poi a Belle per scambiarsi un bacio d’addio e proprio in quel momento Hook emerse dagli alberi, con la pistola in mano e il dito sul grilletto.

Ma si sa, il destino ha un piano tutto suo e nell’esatto momento in cui il pirata premette il grilletto una forza sconosciuta spinse Katherine a spostare Belle ed abbracciare Gold.

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<< Non so se dovrei baciarti o prenderti a schiaffi >>

   
 
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