Insensatezza
Quel pomeriggio, in casa di
Anna, aleggiava un’aria annoiata e pesante. C’era
un silenzio assoluto, a
parte quel fastidioso ronzio tipico di tutte le case. Giulia e Lorenzo
erano
andati a ritirare quel famoso letto per Sel che teneva compagnia ad
Anna che
era a letto con ... L’influenza.
Sel teneva compagnia ad Anna
per modo di dire,
più che altro le
faceva qualche piccolo favore e presenziava nella stanza stando seduta
sul suo
divano-letto, che presto avrebbe ricoprito solo il ruolo di divano, e
guardando
fuori dalla finestra verso il bosco, come ormai faceva spesso.
Sel sbadigliò annoiata. Non
ce la faceva più. A far niente le pareva di perdere la
giornata e poi...
Detestava non avere niente da fare ed erano già diverse ore
che si trovava in
quello stato di nullafacenza.
Si rigirò a guardare fuori
dalla finestra: era una bellissima giornata e il non poterne
approfittare la
infastidiva ancora di più. Voleva godersi ciò che
di buono poteva offrire quel
posto sperduto, perchè sapeva che non ci sarebbe potuta
rimanere per sempre.
Si voltò a guardare Anna e
constatò che dormiva pesantemente, per poi pensare che
così non le avrebbe di
certo tenuto molta compagnia. E se si fosse allontanta un pochino,
giusto per
uscire un pò? Pensò che non c’era
niente di male, anche perchè l’amica non
aveva niente di grave e non era certo una bambina. Poi c’era
l’eventualità che
non si svegliasse neanche.
“Ma quanti problemi!”
pensò
Sel, troncando tutti i pensieri che le si affollavano in testa e
alzandosi,
intenta a scovare qualcosa di decente per uscire, dato che era ancora
in
vestaglia. Aprì l’armadio per dare
un’occhiata e si ritrovò a fissare il
vestitino blu notte che Giulia le aveva fatto fare un pò di
tempo prima. Chissà
se avrebbe mai avuto l’occasione di indossarlo,
riflettè, mentre accarezzava la
stoffa morbida della gonna. Scosse la testa. Basta, si disse, non era
lì per
quello. Alla fine ripiegò su un altro vestito estivo
abbastanza semplice e
veloce da indossare, poi raccolse i capelli e uscì.
Fuori dalla casa il paese
sembrava pullulare di vita, rispetto a molte altre volte. Infatti le
strade
erano piene di gente che si recava a fare commissioni o di bambini che
giocavano a Campana; un altro gioco dal nome strano che Selene aveva
scoperto a
Starland. Poco
più avanti, un uomo
tirava per le briglie un asino attaccato ad un carro, che evidentemente
non
aveva la minima intenzione di procedere. Sel rise leggermente sotto i
baffi a
vedere quella scena.
Ad un certo punto una voce la
chiamò; si trattava di Adele, che l’aveva
riconosciuta.
-Ciao Sel! È da qualche
giorno che non vi vedo in giro, ma mi ha detto Giulia che Anna
è stata
male... Spero che
ora stia meglio.-
- Diciamo che si sta
riprendendo.- Sel strizzò l’occhio all’
amica –Tu che ci fai qui tutta sola?
Devi andare da qualche parte?-
-Vengo dalla casa di
Elisabetta e stavo andando a casa, solo che visto che era una
così bella
giornata ho deciso di allungare un pò il tragitto, mi piace
passeggiare!-
-Ma davvero? Sembra che siamo
in due ad aver avuto la stessa idea, allora...-
Così, le due ragazze
passarono oltre affiancate.
Mentre camminavano Selene
osservò Adele: le piaceva come persona, mentre camminavano
sembrava osservare
tutto con un misto di attenzione e spensieratezza; sorrideva vedendo i
bambini
rincorrersi, guardava ammirata i colori di alcuni fiori e rivolgeva, in
modo
educato e caloroso, saluti alle persone che conosceva. Non dava per
scontate le
cose, decisamente.Straland aveva bisogno di persone come lei,
decretò Selene
nella sua testa. L’unico problema di Lele, infondo, era solo
che andava
spronata a causa della sua timidezza, ma nulla di più.
Bè, per Sel il momento di
testare questa sua tesi arrivò prima del previsto.
Stavano camminando lungo una
stradina interna, mentre Lele raccontava a Sel del vecchio ciliegio nel
suo
giardino, un albero sotto il quale era abituata a giocare da bambina,
che ora
era malato e tristemente prossimo alla morte, con grande dispiacere di
Lele,
che vi aveva legati tanti ricordi. Ma, ad un tratto, nel mentre del
discorso,
gli occhi di Adele avevano avuto un guizzo verso un’altra
strada laterale che
s’incrociava con la via delle ragazze; quel guizzo fulmineo
non era per nulla
sfuggito a Selene, che lo aveva seguito fino a raggiungerne con lo
sguardo alla
causa.C’era un ragazzo in quella via. C’era Nicola.
Sel si fermò di botto.
-Ma che fai?!- chiese Lele
-Non è lui?-
- Chi?-
- Quello di cui parlavi con
Elisabetta.-
Adele guardò di striscio
all’interno della viottola e accennò
un’espressione che doveva simulare una
lieve sorpresa.
-Ah, sì.- si limitò a dire.
-Bè, allora ci si vede.-
- Come,scusa?- Lele iniziava
a sentire puzza di bruciato...
-Lo vai a salutare, no?- Sel
non era sicura come lo era di solito e non aveva neanche una completa
percezione dell’utilità delle sue azioni, in quel
momento, tuttavia non si
diede per vinta:
-Se vuoi diventare sua amica
devi almeno iniziare a salutarlo.- suggerì
Adele si morsicò il labbro
inferiore, era tentata.
-Ma...- provò a dire.
Ma niente.
Lo sguardo di Sel non
ammetteva repliche.
***
Dieci minuti dopo Selene si
era ritrovata, ancora, a camminare da sola per la strada, dopo aver
lasciato
Adele e la sua timidezza alle prese con Nicola. Sorrise beffarda;
divertita dal
ricordo ancora vivido della scena, ma convinta che, chissà,
quella stessa
avrebbe potuto esserle d’aiuto. Qualcosa aveva combinato,
alla fine, quel
giorno.
Selene pensò quindi di
tornare a casa: magari Anna si era svegliata e Giulia era tornata e
aveva
bisogno di una mano con la cena...
Presa da questi pensieri girò
bruscamente a sinistra, verso una strada che le permetteva di invertire
il
senso di marcia senza però ripetere il percorso precedente.
Poco più avanti
s’inoltrò in una via fiancheggiata da botteghe di
tutti i tipi: c’erano la
sarta, il fornaio, un negozio che vendeva un pò di tutto e
molti altri. Proprio
da quest’ ultimo uscirono due ragazzi seguiti da un signore
alto e con i
capelli grigi, Selene se ne accorse perchè fecero tintinnare
il campanello
sulla porta.
Il signora più anziano si
raccomandava con i due ragazzi, dedusse Sel, origliando di striscio
qualche
brandello di conversazione:
-
State
attenti... Non lasciate mai il sentiero... Accampatevi di notte...- e
così via.
Probabilmente quei due
ragazzi erano “gli addetti” al viaggio che spettava
ai garzoni delle botteghe
come quella, il cui compito era quello di raggiungere il resto del
mondo e
portare le merci a Starland. Anna gliene aveva parlato, una volta.
Sel sapeva, in realtà, che il
“sentiero” non era altro che una semplice, stretta
e poco visibile traccia nel
sottobosco. L’aveva vista.
Sel sapeva che si dirigeva
verso Sud per poi piegare verso Ovest. E Sel sapeva anche che questo
allungava
in modo non indifferente il percorso; infatti, se solo fossero partiti
direttamente dall’estremità occidentale del
villaggio, invece che dal centro, e
avessero mutato il percorso, avrebbero risparmiato quasi un giorno di
viaggio.
Ne era certa.
Ma era anche conscia del
fatto che le teste di quel villaggio erano più dure del
legno rinsecchito e...
Con tutti i dubbi che si faceva, avrebbero finito per contagiare anche
lei,
pensò sorridendo. Si decise.
Tornò indietro e si piazzò
davanti ai tre uomini:
-Partite dal campo, a Ovest.
Fate meglio i vostri calcoli.- poi si voltò e , senza dar
loro il tempo di
replicare, corse via.
“Che insensatezza” pensava la
bionda, mentre correva. Riconosceva che sul momento non sarebbe servito
a
nulla, ma chissà che in futuro...
Quell’insensatezza non avrebbe potuto
acquisire un significato chiaro e limpido, come il cielo di quella
giornata.
E Selene correva verso casa,
per una volta priva di una coscienza perfetta.
Spazio
autrice:ed eccomi qui! Per prima cosa volevo scusarmi per il mio
ritardo nell’aggiornare,
ma tra vacanze, scuola, palestra, ecc. non ho avuto molto tempo;) Che
dire...
In questo capitolo ho voluto concentrarmi di più sulla
figura di Sel, vista
come un’entità separata da Anna, far ricomparire
Lele ed Elisabetta (anche se è
solo citata) e dimostrare che neppure il nosto “personaggio
misterioso” è
perfetto. Ci sono riuscita? A voi il giudizio! Alla prossima
Ila