Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: kresbiten    24/01/2013    4 recensioni
Una lacrima le solcò il volto, mentre cercava di registrare quei brividi e quel formicolio nella sua testa, nella disperata speranza di non dimenticarli mai. Il suo cuore batteva impazzito contro al petto, unendosi a quello del ragazzo abbandonato su di lei.
"Sarà tutto diverso da adesso, te lo prometto", l'unica risposta della ragazza fu quella di annuire, consapevole di quanto quella frase fosse schifosamente vera.
Combattè contro il buio per guardare i suoi occhi lucidi e verdi, aiutata dalla penombra lunare intorno a loro. Sorrise, contraccambiando l'espressione dolce di quel ragazzo di cui si era terribilmente innamorata; lui le sfiorò la guancia con le sita affusolate e lei chiuse, per la prima volta in quella sera, gli occhi, rabbrividendo emozionata.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic









Il mondo gira senza mai fermarsi; gira e non si ferma ad aspettare.
E non sempre ti rendi conto di quanto sia veloce,
della strada che hai percorso, del tempo che hai sprecato.
Ma te ne renderai conto quando ormai tutto è già perso,
quando tra le mani troverai il nulla,
quando dinanzi a te vedrai il buio;
quando ormai sarà troppo tardi.




Quella notte non avevo assolutamente dormito, tranne che per qualche mezz'oretta separata tra loro, passata a girarmi e rigirarmi nel sonno, in preda a sogni strani e movimentati. Alle cinque mi ero alzata esausta, rinunciando completamente al mio tentativo di dormire qualche oretta consecutivamente. Passai altre due ore a studiare e poi mi infilai sotto il getto d'acqua fredda e lasciai che il sudore caldo scivolasse via dal mio corpo; approfittai del tempo a disposizione per prendere in mano il rasoio e rendere le gambe lisce. Lavai i capelli e li asciugai liberi sulle spalle, lasciando i riflessi misti ai capelli castani e smossi che erano sulle spalle.
"Buongiorno tesoro"
"Giorno"
"Non vuoi il caffè?" mi chiese Catherine non appena mi vide già vestita e con la borsa a tracolla. Scossi la testa e sbuffai.
"No, ne prendo uno al volo da Jake. Ora vado così mi distraggo un pò a lavoro e alle dieci vado a lezione" mi carezzò una spalla e sorrise dolce.
"Vuoi che venga a seguire una lezione extra di psicologia infantile?" scoppiai a ridere e alzai gli occhi al cielo. "Ehi, vedi che ne sarei capace!"
"E' proprio questo che mi preoccupa", risposi sorridendo. "Comunque tranquilla, ci vediamo a pranzo?"
"Certo e in bocca al lupo!" la salutai e mi diressi a passo lento verso la piazza; Jacob aveva proposto di lasciarmi la mattinata libera ma avevo comunque deciso di passare qualche oretta tra i tavoli per liberare la mente piena di lettere indistinte tra loro che vagavano nella mia mente. Avevo bisogno di sfogarmi e distrarmi un pò o non avrei capito più nulla di fronte al professore.
Quando arrivai il locale era già pieno; il mio amico mi salutò al volo ringraziandomi con un sorriso per essere andata lo stesso. Mi misi subito all'opera e riuscii a distrarmi completamente, staccando la testa dai pensieri che riguardassero il mio esame e tutto il resto. Erano rare le volte in cui riuscivo a non pensare tutti i problemi che mi circondavano o le cose che mi turbavano per giorni interi. Avevo sempre la testa da un'altra parte, la capacità di pensiero multiplo era una trovata geniale per il cervello femminile, perchè altrimenti non sapevo che avrei fatto. Catherine si chiedeva sempre come facessi ad affrontare tutto e ogni volta che i suoi occhi stupiti mi guardavano, accompagnati da una bocca spalancata, a me scappava da ridere.
Era automatico pensare a tutto in una volta, collegare i ricordi tristi nei momenti in cui il morale era sotto terra; era normale ripensare a determinate cose ogni qual volta osservavo una scena davanti ai miei occhi, proprio come quando osservavo una coppia stringersi per mano e baciarsi spensierata tra le strade tranquille della città. Era un processo psicologico che avevo studiato e provato in prima persona. Mia madre era convinta che la mia scelta per quanto riguardo il college era collegato alla mia vita, alle mie esperienze, alla mia mente fin troppo laboriosa che lavorava continuamente senza avere un attimo di pausa.
Il mistero più grande è nella mente umana.
Ed era vero, non c'era cosa più complicata della mente umana, dei suoi continui collegamenti e delle mille strade che percorreva in un millesimo di secondo. Strade che portavano ad un mal di testa allucinante come quello che mi stava nascendo in quel momento. Perchè, nonostante mi stessi distraendo, in una camera oscura e chiusa a chiave della mia mente, i pensieri stavano scorrendo come un fiume in piena, collegandosi ad argomenti e persone diverse.
"Buongiorno ragazzi, cosa volete che vi porti?" alzai lo sguardo dal taquino e riconobbi la ragazza bionda di due giorni fa; l'unica differenza era che adesso era sola.
La osservai più attentamente e provai un pizzico di invidia verso la bellezza eterea che le apparteneva: i suoi capelli biondi e ondulati incorniciavano perfettamente il suo viso allungato e pallido, su cui erano incastonati un paio di splendidi occhi azzurri. Indossava una canotta rossa che accentuava il suo pallore e un pantalone bianco lungo.
"Veramente sto aspettando il mio fidanzato" rispose sospirando profondamente e ripensai al ragazzo dal capo chino che l'aveva accompagnata la volta scorsa.
"Okay, passo dop"
"Irina!" la ragazza si girò verso un ragazzo che correva dietro di lei.
"Sei arrivato finalmente! Dai che prenotiamo o farai tardi" imbarazzata dal tono acido che aveva utilizzato la bionda, abbassai lo sguardo e lasciai che il ragazzo mi sorpassasse per sedersi di fronte a lei.
"Okay, per me un caffè" scattai alzando lo sguardo verso quella voce tremendamente familiare e rimasi senza fiato.
Il mio cuore perse qualche battito e iniziai a sentire il sudore imperlarmi la fronte. I suoi occhi verdi si spalancarono e la sua bocca sorrile si spalancò, fermando il movimento delle spalle e il respiro. Le braccia mi caddero e la penna mi scivolòp a terra, interrompendo quell'attimo di silenzio che si era venuto a creare. Mi abbassai velocemente, in sintonia col movimento del suo busto, chinato verso le mattonelle grige. Le nostre mani si sfiorarono nell'afferrare la penna e un sorriso si stampò sulle mie labbra inconsapevolmente, proprio come le sue labbra si piegarono all'insù.
"Grazie.." mormorai, sollevandomi lentamente e squadrandolo da capo a piedi.
Era... cambiato.
"A me puoi portare il solito, un tè freddo al limone" annuii lentamente, senza dare importanza a quel che la bionda blaterava al mio fianco. Scrissi velocemente l'ordinazione, senza concentrarmi sulla grafia o sulla velocità con cui compievo l'azione. Sobbalzai quando sentii una mano poggiarsi sul mio fianco e un respiro caldo sulla mia fronte.
"Tutto bene, Bella?" mi girai e trovai Jacob ad un palmo dal mio volto, col viso corrucciato e la fronte aggrottata. Annuii e deglutii.
"Sì, stavo prendendo le ordinazioni" sollevai il taquino e glie lo mostrai sorridendo.
"Non ti sei resa cora dell'ora, ma devi andare" sbarrai gli occhi e sollevai il suo polso con l'orologio, sorprendendomi di quanto il tempo fosse passato e di quanto non me ne fossi minimamente resa conto.
"Oddio, devo scappare! Ci pensi tu?" Tolsi il grembiule dalla testa e glie lo posai sul braccio, afferrando la borsa che mi aveva porso.
"Certo, tranquilla" mi sorrise e mi baciò la guancia.
"Grazie!" mi girai e mi trovai di fronte quella figura che avevo fortemente sperato di non incontrare. "Oh, scusa" mormorai, facendo un passo indietro.
"Vai via?" chiusi per un millesimo di secondo gli occhi, godendo della sua voce calda e vellutata.
"Sì, ho.. un impegno. Vi servirà il proprietario" lo rassicurai, deglutendo.
"D'accordo" sentivo l'imbarazzo invadermi e il volto diventare lentamente rosso. Sorrisi immaginando la differenza ora notevole del colore della nostra pelle; lui era sempre pallido, sintomo che fosse qui per la prima volta o almeno non stabilmente. I suoi occhi verdi sembravano essere più lucenti di quanto ricordassi, o forse erano stati i miei ricordi a non rendergli giustizia; i capelli erano sempre di quel colore inconfondibile e che, stranamente, non avevo riconosciuto la volta scorso. Ma era diverso, era.. maturo. Un leggero strato di barba ricopriva le sue guance e le trovai maledettamente attraenti, rendeva la sua espressione più seria e matura.
"Buona.. giornata" mormorai o forse balbettai, mentre mi allontavano sotto il suo sguardo indagatore.
Probabilmente aveva notato anche lui differenze in me come io le avevo notate in lui, ma peccato che i miie cambiamenti non erano dovuto solo alla crescita, ma a ben altro.
"Anche a te, Isabella" sentii il suo mormorio alle spalle e abbassai lo sguardo, col carico di sensi di colpa che mi piegavano le spalle.

"Cathy?" avevo tra le mani tremanti il cellulare; non riuscivo a tenerlo fermo e non riuscivo a fermare i battiti del mio cuore.
"Ehi, che succede?"
"Hai da fare? Puoi venire?" avevo come un masso sul petto che mi bloccava il respiro e sentivo gli occhi bruciare, fin troppo sconvolti per produrre liquido.
"Che è successo? Stai male?" sentii la sua voce agitata e mi sentii terribilmente in colpa per farla sentire così in colpa.
"No, tranquilla. Ma, se puoi... puoi venire?"
"Certo tesoro, ho ora buca! Vengo in aula"
"Okay, grazie.." staccai la telefonata e camminai lenta lungo il vialone che mi conduceva al collere. Non badai alle persone che mi camminavano affianco, troppo concentrata a non pensarlo, a non ricordare i suoi occhi verdi così simili a come li avevo visti l'ultima volta e quelle precedenti, le sue mani lunghe e le sue labbra sottili ma morbide.
Chiusi gli occhi e presi dei respiri profondi, mentre il flusso di immagini scorreva nella mia mente come un film e come se io mi trovassi in prima fila, con la visuale piena di quelle scene così... dolorose e piacevoli.
Ripresi a camminare ed entrai in classe, sperando in un veloce arrivo della mia migliore amica. Afferrai il mio saggio e cercai di concentrarmi sui punti fondamentali della tesi, soprattutto quelle su cui avevo avuto qualche difficoltà.
Eppure... eppure la mia mente non riusciva a pensare più cose contemporaneamente, non stavolta. Non riusciva a pensare ad altro se non a lui, se non a tutto quello che potevo collegare al suo ricordo, ai suoi gesti, ai suoi sguardi.
A quel poco che avevo ma che avevo custodito con gelosia e amore.
Amore...
"Buongiorno ragazzi", il professore fece il suo ingresso e iniziò la lezione, lanciandomi uno sguardo sorridente. Seguii distrattamente quel che diceva, cercando di concentrarmi sui punti che interessavano al mio saggio. Un sospiro di sollievo fuoriuscì dalle mie labbra quando la chioma rossa di Catherine fece il suo ingresso e salutò con un sorriso ironico il professore, cosciente di chi fosse. Mi cercò con lo sguardo e si venne a sedere al mio fianco, spalancando gli occhi quando soffermò il suo sguardo sul mio volto.
Beh, molto prbabilmente il mio volto era pallido come non lo era da.. quattro anni. Sentivo ancora il battito cardiaco accellerato e la fronte leggermente sudata, nonostante l'aria condizionata nella sala.
"Che diamine hai combinato?"
"Cath... la sfiga mi perseguita" solo in quel momento mi accorsi di essere sull'orlo delle lacrime e che la voce mi tremava. Il volto della mia amica si trasformò in una maschera di preoccupazione e mi strinse la gamba con una mano, come per infondermi coraggio.
"Dimmi, tesoro.. mi sto preoccupando" lanciai uno sguardo al professore e presi un respiro profondo.
"L'ho rivisto"
"Chi hai rivisto?" e fu in quel momento che ebbi la certezza di quanto fossi sfortunata.
La porta dell'aula si aprì e quella chioma che conoscevo fin troppo bene apparse, sorridendo e salutando tutti con un 'buongiorno'. Si avvicinò al professore e gli strinse la mano, mentre teneva una valigetta tra le mani.
"Ragazzi, vi presento il mio assistente. Edward Cullen"
"Lui è tornato, Catherine. Lui"

"La lezione è finita, potete andare ragazzi" il professore concluse la sua lezione con un sorriso, mentre continuava a chiacchierare col suo nuovo assistente. Aveva passato tutta la lezione a ripetere i concetti fondamentali della sua materia, senza però soffermarsi sul ruolo assunto da Edward in quel campo.
Non riuscivo a capire cosa ci facesse lui qui o cosa potesse c'entrarci con questa materia. Per quel che sapevo, aveva sempre sognato di diventare medico ed era sempre andato bene a scuola.
Mi alzai e afferrai la mia borsa, trascinandomi dietro la scioccata Catherine. Non appena aveva collegato le mie passate descrizioni al nome e alla figura di quell'uomo dagl'occhi verdi, il suo volto era diventato pallido come un lenzuolo.
"Dottor Cullen, lasci che le presenti"
"Isabella Swan" fu lui a completare la frase e con un gesto di galanteria baciò il dorso della mia mano, sorridendo sghembo.
"Vi conoscete?" il mio sguardo passò dall'uomo anziano al mio fianco all'uomo giovane e attraente che non spostava i suoi occhi dal mio volto.
"Per sentito dire" abbassai lo sguardo e ritrassi la mano, imbarazzata.
"E' una delle mie alunne migliori e ho deciso di far presentare il saggio a lei. Lo ha preparato in due giorni, vero signorina Swan?" annuii, mordendomi le labbra. "Mi spiace che abbia dovuto passare il suo compleanno sui libri, ma era necessario per poter dare un degno benvenuto al dottore" mi sedetti di fronte alla cattedra mentre Catherine, dietro di me, seguiva in silenzio quel falso dibattito che il professore tentava di farci avere.
Notai immediatamente lo sguardo di Edward scavarmi quando il professore si rivolse a me come sua alunna. Avevamo la stessa età e lui era, sicuramente, già laureato, mentre a me mancavano ancora tre esami; si stava di certo chiedendo il perchè di quel mio ritardo.
Esposi la mia tesi nella continua speranza di non sbagliare e non balbettai; cercai di non farmi distrarre da quella che era la situazione e da quegl'occhi verdi che sentivo incollati al mio volto. Avevo tenuto lo sguardo ondeggiante tra il professore e Edward, sorpassandolo velocemente. Non potevo farmi rovinare il momento da lui, non ora che ero agli sgoccioli e stavo per realizzare, almeno, quel mio sogno di diventare psicologa.
Non appena finii, il professore si congratulò con me e chiese un parere a Edward, il quale con tono sicuro e professionale si congratulò con me per quanto riguarda il mio linguaggio e il mio approfondire i punti giusti al momento giuro. Nonostante l'imbarazzo, sorrisi rincuorata e strinsi le loro mani.
"Ho scelto lei perchè so quanto ami questo corso, signorina Swan. E penso che il dottor Cullen possa aiutarla per l'esame" mi accigliai e lo guardai di sbieco.
"Cosa intende?"
"Beh, lui è un pediatra giovane ma già abbastanza conosciuto, sia grazie alle sue doti che alla fama di suo padre. E' laureato col massimo dei voti e penso che potrebbe aiutarla nell'approfondire la psicologia dal punto di vista infantile" deglutii rumorosamente.
"Ci penserò.." scivolai con lo sguardo verso Edward, che mi guardava serio e accigliato.
"Ci pensi bene. Naturalmente, la sua esposizione porterà un voto maggiore all'esame" sorrisi e ringraziai, stringendogli la mano. Cauta, strinsi anche quella del ragazzo di fronte a me e sentii le ossa vibrare a quel contatto.
"A presto, signorina Swan"
Ed ebbi paura, ebbi seriamente paura.


"Vuoi dirmi che quel gran figo è... lui?" annuii e mi lanciai sul letto, affondando il volto nel cuscino. Il fresco della federa mi aiutò ad uscire da quello stato di catalessi in cui ero caduta.
"Non è possibile, non può.. tornare"
"Bella, amore, sono passai così tanti anni.. dovresti averlo dimenticato" respirai profondamente, conscia di quanto questo fosse vero.
Ma il problema era che io non riuscivo a dimenticare, soprattutto quando a questi erano collegati passaggi fondamentali della mia vita, eventi significativi che avevano coportato cambiamenti radicali.
"Lo so, ma... è stato un colpo rivederlo. Vederlo cresciuto, maturo... cambiato"
"Anche tu sei cambiata, e anche lui lo ha notata. Ti guardava come a voler cercare qualcosa, come a voler cercare la ragazza che eri un tempo, ma senza trovarla"
"Lui è cresciuto, io sono cambiata per altro! E Dio, non puoi immaginare quanto io mi senta in colpa" scoppiai a piangere, sorprendendo la mia migliore amica e me stessa di quel gesto. Raramente mi lasciavo travolgere dalle emozioni in presenza di altri, anche se questa era la persona che più mi conosceva. Le sue braccia mi avvolsero e mi cullarono teneramente, cercando di sonsolarmi e di calmare i miei singhiozzi.
Sentivo il senso di colpa pressarmi, il suo sguardo accusatorio sulle spalle mentre uscivo dall'aula, il suo tono di voce distante e indagatore. Tutto era stato un esame quel giorno, il suo sguardo, le sue parole, i miei gesti e le mie azioni.
"Rimarrà qui per poco, solo fino al tuo esame. Poi andrà via..."
"Con la sua ragazza"
"Bella..."
"Lui è andato avanti, e io sono qui senza uno straccio di vita"
"Tu non ne hai avuto l'occasione" alzai lo sguardo pieno di lacrime e sorrisi, guardandomi intorno e scuotendo la testa.
"La mia occasione l'ho avuta, Chaterine, ma l'ho sprecata"
L'avevo gettata via come un qualcosa di poco importante, senza rimanere e combattere con lei. Ero scappata a gambe levate, senza guardare quel che mi lasciavo alle spalle e senza pensare a quel che avrei potuto non trovare avanti. Me l'ero fatta sfuggire dalle mani e l'avevo persa definitivamente.
Avevo perso il mio treno, e non l'avrei più potuto prendere.
Avevo stupidamente sprecato la mia occasione, e adesso ne ripagavo le conseguenze... come avevo fatto per gli ultimi cinque anni.
Scoppiai nuovamente a piangere tra i rimorsi e i sensi di colpa, abbracciando il cuscino e lasciando che le mie lacrime scivolassero via insieme a quell'orribile sensazione che mi stringeva il cuore e toglieva il respiro.







*************************
Hola, bellezze! Come va?
Scusate il ritardo ma ho avuto diversi problemi personali e sono incasinata con la scuola. Cercherò di essere più puntuale, ma non prometto nulla. Il futuro è imprevedibile lol.
Anyway, ci siamo. Si sono ri-incontrati dopo tantissimi anni, dopo tanti avvenimenti, dopo... quella notte passata insieme ç____ç che tristezza.
Come vi è sembrato il loro incontro? Avete sospetti? Ah, e Irina come vi sembra? *occhi dolci*
Non mi prolungo troppo, tanto si sa che di solito le note non le legge nessuno ahahahah.
Quindi vi saluto, dandovi, come sempre, i link su cui trovarmi: twitter - ask - e poi c'è il gruppo facebook ma non mi carica la pagina. anyway, troverete il link nel capitolo precedente, sorry :)
Fatemi sapere che ve ne pare e, se siete troppo timide, esiste ask lol.
Vi lascio in santa pace, io rimango qui a ripetere/imparare greco e con le dita incrocciate.
Un bacione enorme,
Mary xx


PS. la citazione riportata a inizio capitolo a destra è sempre la mia. Ne troverete una ad ogni capitolo, spero che vi piacciano. :)
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: kresbiten