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Autore: silverhind    24/01/2013    1 recensioni
E se il protagonista di Harry Potter non fosse più il famoso Harry ma una semplice altra ragazza di Hogwarts? Se il prescelto fosse una prescelta ignara fino all'ultimo del suo destino? Bene questa è la storia del destino di una ragazza. La storia di un amore difficile, ostacolato, combattuto, ricercato, rinato, tormentato, dimenticato, maturo, dolce, di sacrifici, vissuto, impulsivo, prorompente, vivace, segreto, esagerato, tenero. La storia d'amore tra un professore all'apparenza severo, insensibile, arrogante e prepotente ma in realtà anche lui capace di provare ammirevoli sentimeti, e una studentessa, all'apparenza normale ma in realtà l'essere più speciale per lui. E se è vero che il fiore nato nella tempesta è il fiore più bello e duraturo, i problemi e le difficoltà che i due protagonisti dovranno affrontare li uniranno in un legame indissolubile... o almeno lo spero!
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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I giorni passavano, finalmente iniziarono le lezioni, e la ragazza era perennemente al settimo cielo. Si vedeva che era entusiasta della sua occupazione e che ci teneva davvero a ciò che faceva, mettendoci passione, impegno e determinazione. Anche pulire il vomito di uno studente del primo anno incappato nell’incantesimo di un bulletto della classe risultava meno brutto (non che lo facesse con piacere, ma era meno pesante!). il suo ruolo durante la lezione era marginale, Lupin sapeva gestire gli studenti egregiamente, ma non le importava, sapeva cosa voleva dire mantenere il proprio ruolo.
La ragazza stava vivendo veramente un periodo fantastico! Gli studenti la accettarono subito, le chiedevano consigli, la facevano divertire (soprattutto i più grandi che già la conoscevano); i più piccoli le si avvicinavano timidamente per chiederle aiuto non solo con gli incantesimi ma anche con le pozioni che per Georgy erano abbastanza elementari. Alcuni la guardavano stupiti ed esterrefatti quando venivano a sapere che aveva una relazione stabile con il professor Piton, altri più estrosi continuavano a proporle strane bevande contro l’incantesimo che poteva averle fatto l’oscuro acido e malefico professore. Georgy stava al gioco, aiutava tutti e tutti le volevano bene, anche i professori.
Le cose andavano un po’ peggio per Sirius che invece era costretto a far lavori che proprio non gli si addicevano, come prendersi cura di piantine e animali. Tuttavia questo era l’unico modo per restare ad Hogwarts, e non poteva certo lamentarsi. Piton si rallegrava ogni volta che lo ritrovava impacciato o imbronciato, ma continuava ad aggrottare la fronte ogni volta che Lupin si rivolgeva a Georgy. Proprio non lo sopportava, non lo poteva vedere accanto alla ragazza. Era una vera minaccia, e sapeva che prima o poi si sarebbe fatto avanti, ne era certo.
Purtroppo, per il suo duplice compito di partner e di spia, doveva sentire l’esaltata Georgy che ogni sera gli raccontava la sua entusiasmante giornata. Diventava però un compito meno pensante sapendo che la propria ragazza stava bene con se stessa e con gli altri, e che fare da assistente la rendeva davvero felice. Perciò il professore ascoltava tutte le sue parole, registrava ciò che riguardava Lupin e che avrebbe riferito alla McGranitt, cercava di dimenticare le attenzioni che Lupin le rivolgeva e tratteneva nel proprio cuore le espressioni e l’entusiasmo di Georgy.
<< Quando sei così felice rendi felice anche me >> le diceva ogni sera, e ogni sera lei se lo abbracciava e baciava rinnovandogli il suo amore.
 
Le giornate iniziavano ad accorciarsi, il clima diveniva sempre più freddo e anche il compleanno di Georgy si avvicinava. Gli altri anni, quando era studentessa, aspettava il 16 ottobre per stare con i suoi amici fino a notte fonda, quando si ritrovavano in dormitorio a scartare i regali, mangiare una torta e raccontarsi di tutto e di più a voce bassissima e senza far rumore per non svegliare tutti. Era una tradizione che tra i Grifondoro era sempre rispettata, e tutti erano tenuti a mantenere il segreto, per evitare punizioni inflitte da professori troppo severi. Quest’anno invece non ci sarebbe stato alcun amico a tenerla sveglia tutta la notte, non aveva più sentito nessuno, neppure Linda, la sua migliore amica. Tra una cosa e l’altra si erano tutti persi di vista. “Chissà come è andata a finire poi con Henry…” si chiedeva Georgy. Tuttavia quest’anno avrebbe passato un compleanno diverso, e la compagnia non erano comunque brutta! Magari dopo cena si sarebbe intrattenuta con i suoi amici professori, e poi sarebbe sempre rimasta accanto al “suo” professore, Piton.
Giunta all’aula di lezione trovò Lupin seduto alla cattedra intento a sfogliare con attenzione le pagine di un grosso libro dalle pagine gialle e in contorni grigi di polvere. Nessuno studente occupava i banchi.
<< Che cosa succede? Non c’è più lezione? >>
<< Oh Georgy, no tranquilla! Sirius mi ha detto che avrebbe portato con la professoressa Sprite i ragazzi in un punto particolare al limite della foresta proibita per piantare dei semi speciali per non so cosa… Sirius non mi sembrava molto entusiasta, comunque per qualche giorno gli studenti tarderanno. Ma siediti intanto, ti faccio vedere questo libro… >>
<< Sembra vecchietto… >>
<< Eh sì, era già vecchio ai miei tempi. In questo libro sono racchiusi alcuni degli incantesimi più strani e divertenti che io conosca. Hai presente la mappa del malandrino? Ecco qui come è stata creata! E come si fa il mantello dell’invisibilità? Non lo so neanche io, devo trovare la pagina! >>
<< Wow non ci credo! Ma… come è possibile? Che figata! Possiamo fare quello che vogliamo! Dove l’hai trovato? >>
<< Questo non te lo posso dire, me lo ha detto Silente tempo fa e lo dovrò riporre al sicuro prima che qualcuno lo veda… qui dentro ci sono incantesimi che nelle mani sbagliate potrebbero divenire pericolosi! >>
<< Ma perché lo hai preso? A cosa ti serve? >>
<< Niente, niente, cercavo così qualcosa… se potesse servire… niente in particolare… >>
Georgy non era molto convinta della risposta di Lupin ma lasciò cadere il discorso.
<< Quindi io potri fare una nuova mappa? Oppure un mantello dell’invisibilità? >>
<< Non è così semplice… intanto bisogna essere dei maghi davvero molto bravi, avere pazienza, trovare ciò che serve e… un po’ di fortuna! >>
<< Ma la mappa… >>
<< Quella era facile da fare, e in 4 bravi maghetti siamo riusciti a farla venir fuori, anche se avrebbe potuto avere molte altre potenzialità! I ragazzi arriveranno a momenti, meglio prepararsi! Oggi ci sono i Mollicci!>>
In aula iniziarono ad entrare gli studenti del terzo anno, ormai abituati alle lezioni di Lupin, e già eccitati prima di cominciare. Qualcuno era impaurito, qualcun altro derideva i colleghi fifoni, altri ancora sembravano totalmente apatici.
Georgy dal canto suo era un po’ preoccupata. Sapeva benissimo che i Mollicci non sono avversari temibili, ma non si sa mai come la gente si ponga di fronte alla cosa che più li spaventa.
Gli studenti erano in fila, Lupin accanto al primo gli stava dando le ultime indicazioni
<< Pronto? Si comincia! >> disse il professore, liberando il Molliccio che si manifestò come un orribile e grande troll. << Forza signor O’Brian, lo affronti! Anche se mi chiedo dove mai potrebbe trovare una creatura brutta come questa! >>
Il ragazzo trovò le forze e il coraggio per dire << Riddiculus! >> e il troll si ritrovò vestito da ballerina classica, con tutù e scarpette toppo piccole per lui. Nessuno poté trattenere le risate.
Uno alla volta tutti provarono l’ebrezza di affrontare la propria più grande paura, ma il desiderio di ogni studente era quello di vedere la paura del professore! Alla richiesta Georgy rimase di stucco, non se lo aspettava, e un po’ era preoccupata, ma Lupin acconsentì senza fare storie.
I ragazzi esplosero in un applauso che poi si ammutolì di colpo vedendo il professore che si metteva di fronte al Molliccio e che con fare da film western si preparava a rimandarlo da dove era venuto. La trasformazione del Molliccio fu la solita: una luna piena che si stagliava nel cielo. Lupin stava per dire la parola che lo avrebbe salvato dalla terribile minaccia quando, sotto la luna, si materializzarono due nuove figure: un uomo distinto con cilindro nero in testa e bastone e un grosso lupo che si reggeva su due zampe, come un umano e che si stava per scagliare contro i presenti. Gli studenti fecero un salto per lo spavento e si appiattirono tutti contro la parete della stanza. Lupin era fermo, impietrito, di fronte alla sua visione. Georgy, preoccupata sin dall’inizio, aveva sempre tenuto a portata di mano la bacchetta. Con prontezza di riflessi e di pensiero urlò << Riddiculus! >> facendo scoppiare la luna che riversò sulle due figure una viscosa bianca colla. Con un altro gesto della bacchetta rinchiuse il Molliccio nel suo baule e gli studenti, tirato un sospiro di sollievo, le andarono incontro applaudendola. Lei lanciò un’occhiata curiosa e incredula a Lupin e poi, per stare al gioco e non spaventare i ragazzi, soffiò sulla punta della bacchetta come si fa con le pistole fumanti e la rimise nel fodero/tasca dei pantaloni.
<< Ti ho salvato smilzo. Come compenso ora lascia andare i ragazzini >> disse rivolta a Lupin.
<< D’accordo straniero, per questa volta ti è andata bene. Ragazzini siete liberi, ci vediamo domani. E siate puntuali o la mia furia si scatenerà su questa città! >> rispose a modo il professore.
I ragazzi uscirono felici e soddisfatti dalla stanza, mentre Lupin e Georgy rimasero a risistemare.
<< Remus, chi erano le due figure? >>
<< Eh? Chi? >> fece finta di non aver capito. Lo sguardo inquisitorio di Georgy però bastò per far ravvedere il professore che si andò a sedere sugli scalini di marmo che portavano al suo ufficio, le braccia sulle ginocchia, le mani tra i capelli a coprire anche il volto. Georgy gli si sedette accanto e attese in silenzio. Intuiva che il suo amico stesse soffrendo e non avrebbe calcato la mano.
<< Non ce la faccio più, non ne posso più. Una vita passata nell’ombra, lontano da tutti, sempre in fuga… basta basta basta >>. Lupin piangeva.
La ragazza lo abbracciò.
<< Quell’uomo è una persona malvagia, ma l’altro… sono un mostro >>. Lupin era disperato.
La ragazza intuì che il lupo dalle sembianze umane fosse proprio lo stesso Lupin e che la sua trasformazione gli facesse così paura, come la luna e quell’uomo misterioso. Chissà cosa gli aveva fatto per ridurlo così. E perché prima non era mai stata assunta come sembianza dal Molliccio?
<< Remus non devi avere paura di te stesso. Mi rendo conto che sia difficile da accettare ma di certo non ne devi avere paura. Non sei un mostro, non saresti capace di esserlo, ti conosco >>
<< No Georgy, tu non sai niente. Ho fatto cose terribili, quell’uomo lo sa. Questa cosa in cui mi trasformo mi ha rovinato la vita! >>
<< Remus, tu sei una persona normali con dei problemi come tutti! >>
<< Io non sono normale! Quella cosa non è normale! Ho una normale famiglia? No. Ho almeno una normale ragazza? No, neppure l’ombra. Troverò mai qualcuna che mi voglia? No perché non è normale che una persona diventi un lupo mannaro con la luna piena! Tu non sai cosa ho fatto in passato Georgy, non lo immagini nemmeno >>.
<< Ok ma ti voglio aiutare. Remus io sono qui, tutti siamo qui per te e per aiutarti, lo devi capire questo. Chi è quell’uomo? Cosa ti ha fatto? >>
<< Lui è un cacciatore del Ministero. È stato lui che mi ha preso. >>
<< Quando? Perché? Che è successo? >> chiedeva ansiosa e preoccupata la ragazza.
<< Tanti anni fa, dopo il diploma. Mi ha messo in prigione, insieme ad altri, come me. >>
Georgy restò ammutolita. Lo guardò con occhi pieni di compassione ma anche di ingenua curiosità. Cosa poteva mai aver fatto per essere messo in prigione? Rubato, spaventato, usato la magia con babbani? Non riusciva a immaginarsi un Lupin cattivo da galera.
 
Per il resto della giornata non si fece che parlare della lezione sui Mollicci e del pietrificato professore. Alcuni sostenevano di averlo visto chiedere pietosamente aiuto all’assistente, altri erano sicuri di averlo visto muoversi per lanciare un incantesimo ma che l’assistente lo aveva preceduto, come da copione. In ogni caso Lupin ne soffriva e questo rattristava Georgy, e di conseguenza Piton. L’unica cosa che il professore poté fare per rendere meno triste la ragazza fu di lasciarla parlare, nonostante la compassione che mostrava per Lupin gli desse fastidio. Ma avrebbe sopportato.
L’indomani fu il giorno scelto dal destino per rincarare la dose. Quando a colazione i gufi portarono la posta e i giornali l’attenzione degli studenti fu tutta rivolta al tavolo dei professori.
Sulla Gazzetta del Profeta un articolo dal titolo in grassetto e altisonante parlava delle nuove norme da seguire per il trattamento delle creature magiche all’interno di edifici pubblici e privati. Detta così sembrava una nota interessante solo per Hagrid, ma bastarono poche righe per rendere chiaro a tutti il fulcro della discussione: il Ministero voleva aprire un dibattito prima di rendere la norma una vera e propria legge sulla possibilità o meno dei lupi mannari di poter girare indisturbati per le città, avere relazioni coi cittadini, o lavorare con le persone normali. La foto di un ministro nella pagina dell’articolo sbraitava che non ci si può più fidare delle persone che ogni luna piena si trasformano in orribili esseri ripugnanti e pericolosi. Si chiedeva perciò ai cittadini maghi diplomati di dare un giudizio da far pervenire al Ministero per una rapida e pronta decisione sul da farsi.
La faccia della McGranitt era sconvolta. Piton impassibile sedeva accanto a una Georgy affranta per la crudeltà delle persone e delle parole di quel terribile articolo. Non fece in tempo a impedire a Lupin di guardare il giornale che lui se ne era già andato, lasciando la colazione nel piatto, sotto gli occhi degli studenti. Pochi tra i più grandi conoscevano il segreto di Lupin, i più giovani si chiedevano perché il professore avesse reagito così.
Le voci però, si sa, girano molto in fretta, e presto anche i genitori degli studenti seppero ciò che era successo con il Molliccio, e non ci misero molto a collegare il fatto della luna piena con le figure e l’atteggiamento del professore. In poche mattine le classi si decimarono nelle ore di Difesa contro le Arti Oscure. Molti genitori infatti avevano proibito ai figli di avere rapporti con quel professore.
<< Remus non ti preoccupare, vedrai che alla fine il Ministero si rimangerà tutti. Ormai ci sono diverse persone nella tua condizione che lavorano nelle città del mondo magico e non solo, non possono vietare a tutti di vivere! >>
<< Sì che possono Georgy, non vedi? Ci vogliono rinchiudere tutti in quella terribile prigione…di nuovo… >>
<< Remus non succederà! Io non voglio e nessuno dei professori qui a Hogwarts è d’accordo! La McGranitt è come Silente, astuta e con conoscenze, sistemeremo le cose. >>
<< Tu mi parli così perché credi che sia tutto facile, un malinteso- non mi consoci Georgy, non sai cosa mi è successo, non sai chi sono. E io non so se mi vorrai anche solo come amico una volta che lo avrai scoperto. >>
La ragazza lo guardò dolcemente, gli mise una mano sulla spalla e gli disse: << Tu però non sai come potrei reagire io. Senti, io non voglio obbligarti, sono tua amica e farò il possibile per aiutarti, come anche son convinta faranno Sirius, la preside, Severus e tutti gli altri. Sì anche Severus, casomai lo obbligo io! Io farò ciò che tu mi dirai. Se vuoi che parli io parlo, se vuoi qualcuno che ti ascolti eccomi qua, se vuoi che me ne vada lo farò… ma dimmi qualcosa, dimmi come posso aiutarti, ti prego. Sto male nel vederti così >>.
Lupin probabilmente in un’altra situazione le avrebbe chiesto un bacio, ma non sarebbe stato opportuno in quel momento. << Grazie Georgy, sei davvero una bella persona >>
<< Anche tu lo sei Remus… >>
Lupin guardò a terra e fece un sorrisetto, un ghigno nostalgico e triste. << Non ne sarai così sicura dopo aver ascoltato la mia storia… >>
<< Non sono d’accordo >> rispose la ragazza.
 
<< Dimmi tutto Severus >>.
<< Credo che lui sappia che lo stanno cercando. Ne ha parlato a Georgy. >>
<< Che cosa? >> chiese incredula la McGranitt. << Cosa sa la ragazza? >>
<< Per ora sa solo che l’uomo in cui si è trasformato il Molliccio lo sta cercando, e che già in passato si erano incontrati. Da come me lo ha descritto e da come mi ha parlato di Lupin credo che sappia anche che è stato catturato e imprigionato. >>
La faccia della McGranitt era sconvolta. Sapeva bene che presto anche la ragazza avrebbe saputo tutta la verità, anzi, forse Lupin gliela stava raccontando in quel preciso istante. Sapeva che presto l’uomo dell’apparizione si sarebbe fatto vivo, e il fatto che Georgy conoscesse la storia avrebbe potuto rivelarsi un problema. Sapeva che Lupin era destinato a soffrire ancora per uscire da questa storia.
<< Albus >> disse la preside rivolgendosi all’immagine di Silente, << Albus cosa possiamo fare adesso? Non si può tollerare che gli alunni non frequentino delle lezioni, e non possiamo permettere che il nome di un professore venga infangato così. Come possiamo agire? >>
<< Non lo so Minerva, è una situazione difficile… di sicuro, per qualsiasi decisione prenderemo, che sia il povero Remus o la scuola intera, qualcuno ne soffrirà. Immaginavo che prima o poi il suo passato sarebbe riemerso… >>
<< Sì ma non è giusto che una persona innocente e buona come lui subisca tutta questa… diffamazione! >> intervenne la McGranitt.
<< Dobbiamo fare luce maggiormente su ciò che è accaduto quella notte e indagare…forse neppure lui si è reso conto di come è andata veramente. >>
Piton seguiva i discorsi dei due presidi senza capire molto. Cosa poteva aver mai fatto Lupin? Cos’era successo quella notte? Chi è l’uomo che lo cerca e perché lo vuole diffamare?
<< Albus, preside, io continuerò a riportarvi ciò che Georgy mi dirà anche se non lo trovo molto corretto nei suoi c… >>aveva iniziato a dire, ma subito Silente lo interruppe.
<< Hai ragione Severus, hai diritto di sapere. Vedi, dopo la fine degli studi Remus non ha avuto vita facile. I suoi genitori son morti poco tempo dopo e lui ha dovuto cavarsela da solo. Ha fatto qualche lavoretto qua e là, ha mantenuto qualche amicizia (con Sirius per esempio) ma nulla più. Aveva paura di relazionarsi con le persone, non era più in un ambiente protetto come Hogwarts, là fuori le persone non si fanno scrupoli a giudicare. E così lui non voleva e non poteva mostrare la sua vera natura, si doveva nascondere, non si poteva far conoscere. Sfortunatamente è stato proprio in quel periodo che la caccia ai lupi mannari si è fatta più incalzante. Corvax Becerus Swire è il nome dell’uomo che più di tutti si è battuto per catturare le creature come i lupi mannari e anche le persone che in essi si trasformano ogni notte di luna piena. Ma a Remus credo sia toccata una sorte peggiore… una notte, con la luna piena, come sempre Remus si è nascosto in una foresta per evitare di incontrare persone e fare loro del male, quando è trasformato non ha più coscienza di sé. Purtroppo quella notte qualcosa è andato storto, qualcuno ha fatto la spia, e ha chiamato Corvax Swire. Remus è stato raggiunto nel pieno della notte, lo hanno inseguito, ferito, cercato. Alla fine lo hanno trovato nuovamente umano, imbrattato di sangue. Nella stessa foresta fu ritrovato il corpo dilaniato, sbranato e quasi irriconoscibile di un bambino scomparso proprio quella sera. >>
Il volto di Piton era fermo ma lasciava trasparire una vena di emozione. Compassione? Ribrezzo? Menefreghismo?
<< Per Corvax Swire è stata una conquista. Con la cattura di Remus è riuscito a dimostrare che anche le persone morse e quindi lupi mannari ad ogni luna piena son pericolose, e che sono una minaccia per tutto il mondo magico e non solo. Da quel momento per diversi anni c’è stato un vero e proprio terrorismo nei confronti delle persone come Remus, prima risparmiate dalla persecuzione. >>
<< E’ una storia terribile >> disse la McGranitt. << Povero, povero Remus, non è facile essere lui… >>
Piton non la pensava esattamente così. Effettivamente era rimasto colpito dalla storia, impressionato dal passato di Lupin che non gli era del tutto noto, e diciamo che in un certo senso lo ammirava per il suo coraggio di affrontare la vita e le persone. Era convinto però che non fosse stato l’unico ad avere un passato difficile. Anche lui stesso era stato perseguitato, aveva dovuto fare il doppio gioco con Voldemort, aveva attirato su di sé l’ira e le malelingue di tutti. Compassione per Lupin? No. Al massimo comprensione. Avrebbe continuato a riportare ciò che gli raccontava Georgy? Si. Lo avrebbe aiutato? Forse, ma non certo per la tristezza della sua storia. 
 
<< E poi? Come è andata a finire? >>
<< Ho passato in prigione quasi tre anni, senza vedere mai nessuno. Sirius ad Azkaban, James e Lily uccisi da Voldemort, non avevo nessuno >> rispose Lupin alla ragazza. << Un giorno è arrivato da me un ragazzo, il volto sfigurato da graffi e ferite, che mi portò un messaggio. >>
<< E cosa diceva? >>
<< “Se vuoi essere libero dovrai lavorare per me”, firmato Mr Swire. Non ci pensai due volte, tutto, pur di uscire da quell’inferno. Così dopo qualche giorno lo stesso ragazzo sfigurato mi venne a prelevare e mi portò da questo Swire il quale mi disse che l’unico modo per rimanere libero sarebbe stato quello di fargli da spia, per scovare quelli come me e farli imprigionare. Sapevo che era una cosa spregevole, servire colui che mi aveva condannato, ma non ne potevo più di rimanere rinchiuso, come un… cane. Tuttavia ben presto mi ricordai com’era scappare per non essere preso, e quando scoprii con che metodi subdoli e vigliacchi la gente veniva accusata mi ribellai. Denunciai il fatto al Ministero e solo Silente mi credette. Riuscimmo a trovare dei testimoni e delle prove, ma evidentemente il Ministero preferiva togliersi di mezzo quelli come me in qualsiasi modo piuttosto che sentirsi minacciato, perciò il massimo che riuscimmo ad ottenere fu la fine della caccia al lupo >>.
<< Oh Remus, ma è terribile >>.
<< Non mi pento di aver assecondato il temibile Corax Swire, non mi angoscia il fatto di poter perdere questo lavoro. Essere solo è una consolazione, seppur magra. L’unica cosa per cui sono veramente distrutto, la vera ragione del mio silenzio verso il passato, è che ho ucciso un bambino, un innocente bambino. Non mi do pace. Non doveva succedere >>.
<< Remus, tu non potevi sapere che quel bambino fosse lì, non è colpa tua… >>
Gli occhi del professore si fecero piccoli ma colmi di rabbia. Replicò urlando: << Cosa? Non è colpa mia? Ti rendi conto di ciò che stai dicendo? Mi hanno trovato vicino al suo corpo dilaniato e io coperto di sangue. Chissà quanto avrà sofferto, e i suoi genitori cosa avranno passato. Forse non mi meritavo quell’occasione concessami da Swire >>. Il tono di Lupin si fece poi più calmo, la disperazione per le azioni commesse restava però palpabile nelle sue parole. << Non passa giorno che non pensi a lui. E ogni volta che mi devo trasformare me lo vedo d’avanti, già imbrattato di sangue, che mi guarda triste come a dire “Non lo fare più, ho paura”. Sono un animale Georgy, mi sono comportato come…come… una bestia… Mi merito che i miei alunni non si presentino a lezione, mi merito che i miei colleghi mi guardino torvi, mi merito di essere sbattuto in strada, lasciato a me stesso e ai giudizi giustamente cattivi della gente. Non dire che non è vero. Non stavolta >>.
Georgy rimase in silenzio. Gli pose una mano sulla spalla, lo accarezzò, lo guardò con aria comprensiva. Gli faceva molta tenerezza, ma sapeva che Lupin non aveva bisogno di pietà, no. Ciò di cui aveva bisogno era sapere di essere al sicuro e di avere una nuova possibilità, di poter ricominciare da zero. Gli avrebbe dato questa sicurezza, gliela doveva.
<< Non è vero Remus. Ecco, l’ho detto. Non è vero. E presto o tardi lo capirai. Farò di tutto per fartelo capire. >>
I loro occhi si incrociarono per un lungo istante. Quelli di lei carichi di fierezza e decisione, quelli di lui stanchi ma per una volta, per un momento, fiduciosi.
  
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