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Autore: Beb270987    14/08/2007    1 recensioni
Sotto quella fitta pioggia,ho capito di amarti...
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dimentica

Sophie e Wilhelm erano stesi ed abbracciati nel letto della camera d'albergo di lui.

"Devi dirglielo...devi dire a Franz che non ha più senso che voi stiate insieme"freddamente il ragazzo accarezzando prima il seno,poi il ventre nudo della giovane.

"Non...non credo di esserne capace...non troverò mai il coraggio di farlo."balbettò imbarazzata lei.

"Se pensi di non farcela,andrò io a dirgli che ti amo!Che ora ci sono io al tuo fianco e che non ti lascerò per nulla al mondo!"disse baldanzoso lui.

"No,è una questione tra me e lui,gli parlerò appena ne avrò l'occasione."così dicendo,la ragazza si alzò e si vestì.

"Meglio ch'io torni a casa,ho un sacco di cose da sbrigare!"disse andandosene.

Wilhelm rimase qualche secondo ancora a fissare la porta che si era appena chiusa,poi tirò un lungo sospiro,si lasciò ricadere nel letto e si mise a fissare il soffitto.

Lui amava veramente Sophie.Nel corso della sua vita aveva avuto molte ragazze,molte avventure...eppure,sentiva che lei era la donna giusta.

Non ne voleva più sapere delle altre.

In confronto a lei,loro non erano niente.

Ovviamente,quando Sophie arrivò a casa,il marito non c'era.Questa volta però,la sua assenza era giustificata.

All'ufficio l'avevano oberato di lavoro ed erano due settimane che faceva continuamente straordinari,tornando a casa ad orari assurdi.

Il giovane non era riuscito a vedere Isaac neanche una volta in quel periodo poichè usciva dal lavoro così stanco e stressato che la prima cosa che voleva fare era andare a casa e farsi una bella dormita.

Sfortuna vuole che per aiutarlo a terminare prima il lungo lavoro,il suo direttore gli aveva affiancato il novizio Karl Schwarz,che lui reputava inquietante e viscido.

Il giovane ed arcigno moretto era felicissimo di poter lavorare fianco a fianco del suo idolo e di potersi rendere utile.

Il suo attaccamento a Franz,aveva un nonsochè di morboso.

C'erano momenti in cui Schwarz lo fissava intensamente,quasi per scrutargli dentro.

Il ragazzo era rimasto molto colpito dalle parole che l'ex medico gli aveva detto durante la loro prima conversazione,tanto da sentirsi ancora di più incuriosito dalla figura di quest'ultimo.

Mancava poco alla conclusione del compito che era costato a Franz due settimane e mezzo del suo tempo.

Erano circa le nove di sera e l'uomo sentiva di non riuscire proprio a lavorare.Era troppo tempo che non vedeva Isaac e questo lo faceva stare in apprensione,impedendogli di concentrarsi per finire il lavoro.

Si alzò di scatto dalla sedia della propria scrivania.

"Cosa succede signor Schroder?"domandò incuriosito Karl,che nel frattempo stava finendo di compilare un documento.

"Io...io vado a mangiare qualcosa fuori...giusto per riposarmi un attimo!"disse frettolosamente Franz.

"Oh!Posso venire con lei?"chiese allegramente il ragazzo.

"No!"rispose bruscamente l'altro:"Cioè...preferirei stare un po' da solo..."si giustificò.

Doveva vedere il suo amato e non poteva permettersi di portarsi dietro qualcuno...per di più un esalato antisemita!

Schwarz fece una faccia poco convinta:"Bhe,come preferite!Aspetterò il vostro ritorno e poi andrò io!"

Contento di quella risposta,franz prese le sue cose ed uscì.

Karl lo guardò dalla finestra allontanarsi a passo deciso e veloce nell'oscurità.Ripose i pochi fogli che aveva in mano in un angolo della scrivania e si decise a seguirlo.

Il signor Schroder non glie la contava giusta,sicuramente gli nascondeva qualcosa!

Una persona che desiderava sola,non se ne usciva in quel modo agitato rispondendo male ad un collega.

Il moro riuscì a raggiungere il suo obbiettivo in pochi minuti.

Lo vide fermarsi davanti ad un vecchio palazzo ed entrarvici.

Quello non assomigliava per niente ad un ristorante e di sicuro non era casa sua,perchè Karl sapeva che il suo beniamino abitava con la moglie in un bel appartamento del centro.

Si fermò qualche secondo a pensare.

Che magari dovesse incontrarsi con qualcuno...?

Passò circa un'oretta ma dall'ingresso del palazzo non passò più nessuno.

Proprio quandoilragazzo stava decidendo di entrare e controllare il motivo per cui il suo collega si era recato in quel posto,due figure fecero capolino all'ingresso della casa.

"Sono contento che finalmente tu abbia trovato il tempo di venirmi a trovare,dottore."sorrise debolmente Isaac.

"Non ce la facevo più a starti lontano,mi mancava il respiro al solo pensarti!"arrossì Franz.

L'uomo accarezzò il ragazzo.

Isaac era dimagrito molto dall'ultima volta che si erano visti e complice il chiarore della luna,il suo volto quella sera era davvero pallido.

"Che cosa ti è successo?Perchè sei diventato così magro?"domandò preoccupato.

Il giovane gli sorrise nuovamente.

"Hanno iniziato a razionare il cibo a noi ebrei...non so perchè,ma dicono che non abbiamo diritto di mangiare più di quanto non sia permesso."disse ridendo quasi istericamente,poi improvvisamente scoppiò in lacrime:"Ma che cosa...che cosa gli abbiamo fatto per meritarci questo?"

Franz abbracciò l'amato.

"Non piangere...io...io giuro che ti porterò via di qui!Andremo a vivere in un altro paese!Sceglieremo quello che ti piace di più!Andremo a vivere in campagna,così potremo stare insieme a mucche e pecore e respirare aria pulita!"

Isaac si calmò:"Allora potremo andare in Inghilterra...o in Svizzera...?"domandò sognante.

"Sì,andremo ovunque tu voglia!"esclamò sicuro l'uomo,poi lo strinse forte a sè e lo baciò intensamente.

Karl che nel frattempo aveva assistito a tutta la scena rimase fermo nel suo angolo,gli occhi sgranati e fissi sui due amanti.

Franz salutò il compagno e si diresse di filato in direzione dell'ufficio.

Schwarz si nascose dietro ad un muro per non farsi vedere e lo osservò allontanarsi,poi si voltò di scatto:voleva vedere il volto della persona con cui il collega era stato sino a quel momento.

La sorpresa fu così grande che il ragazzo ebbe un sussulto.

Le sue mani iniziarono a sudare e a tremare.

Il suo sguardo divenne penetrante.

Il giovane ebreo,senza accorgersi di niente,tornò in casa.

Karl,le braccia distese lungo i fianchi,abbassò il capo ed iniziò a ridere sguaiatamente:"Finalmente ti ho trovato,bastardo!"

Le luci delle finestre del segretariato erano accese.

"Meno male..."pensò Franz:"...quel ragazzo mi ha aspettato!"

Entrò di corsa in ufficio,ma non trovò nessuno.

Dove diavolo era finito quell'attaccabrighe?

Improvvisamente una presenza si materializzò alle sue spalle.All'uomo venne quasi un colpo!

Schwarz si accomodò alla sua scrivania senza proferire parola.

Nei giorni seguenti il ragazzo non si fece vedere al lavoro e questo per l'ex medico fu un sollievo.Due settimane e mezzo con lui,gli erano più che bastate!

Tempo una settimana e Franz diede le proprie dimissioni.Non poteva più lavorare in un posto come quello.Anche se il suo compito era solo compilare scartoffie e controllare i bilanci,le idee del partito nazista lo disgustavano e andavano contro la sua etica morale.

Proprio il giorno in cui era occupato a sgomberare il proprio ufficio,Franz incontrò nuovamente Karl Schwarz.

"E così ve ne andate?"domandò arcasticamente il giovane.

"Sì"si limitò a rispondere l'uomo.

Era così contento di lasciare quel posto,che qualsiasi battuta di cattivo gusto fosse uscita dalle labbra del suo fastidioso interlocutore,non lo avrebbe scalfito minimamente.

"Anch'io me ne vado oggi!"sorrire maligno il moretto:"Sono riuscito ad entrare nelle SS!",ma non ebbe risposta.

Franz prese la scatola contenente i suoi effetti personali e uscì dalla stanza senza degnarlo di uno sguardo.

Si incamminò lungo il corridoio,pronto a varcare la porta che lo avrebbe portato alla libertà.

Schwarz gli corse dietro,gli appoggiò le mani sulle spalle e avvicinò le proprie labbra al suo orecchio:"E così vi piacciono gli ebrei..."gli sussurrò quasi impercettibilmente.

Franz lo spinse immediatamente via,terrorizzato.

La scatola che aveva in mano cadde a terra,rovesciando il proprio contenuto.

Karl si diresse allegramente verso la mensa,senza distogliere gli occhi da lui.

Poco prima di varcare la soglia del refettorio lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise,salutandolo beffardamente con la mano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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