Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: SanjitaSwan    25/01/2013    4 recensioni
Questo è il mio primo esperimento sulla mia coppia preferita, ovvero lo ZoSan. Ambientato nell'epoca moderna, Sanji è un ragazzo timido e chiuso, senza amici e la cui vita sembra dipendere dalla fidanzata Nami. Un giorno incontra Zoro, un tipo violento e odioso, tormentato da un trauma legato al passato. Seppur diversissimi tra loro, nascerà un sentimento speciale che va al di là della loro immaginazione. Spero di avervi stuzzicato un po' la curiosità! Buona lettura ;)
Note: il Rating della fic potrebbe cambiare col proseguimento
Un grazie a Mizori11 per avermi aiutato
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sanji guardò con le sopracciglia aggrottate quello strano tipo per qualche secondo.
“Ehi! Che, non ci senti? Ti ho detto che te ne devi andare!” ripeté il tipo verde alzando la voce e dandogli una spinta. Sanji rispose, calmissimo: “Non mi risulta che ci sia scritto il tuo nome, quindi non rompere!”.
“Ti ho detto di levarti dalle palle!” gridò l’altro con la faccia rossa per la rabbia a un centimetro da quella di Sanji.
Il biondo lo guardò con aria di sfida, rispondendogli: “Senti, amico, non so chi tu sia né cosa voglia da me, ma se hai qualche problema risolvitelo da solo e fatti una vita. Ah, e già che ci sei cambia parrucchiere. Adesso vai fuori dalle palle, per favore”.
La mano del verde afferrò il colletto della camicia di Sanji e lo sollevò di peso a qualche centimetro da terra.
“Sentimi bene, con me non si scherza! Se non te ne vai immediatamente qui si mette molto male!”. Intorno a loro si era già formato un capannello di gente, e qualcuno aveva già cominciato a gridare “Rissa! Rissa!”.
Sanji rimase immobile guardandolo negli occhi per un po’. Poi, con la coda dell’occhio, vide di fianco a lui un tavolino con sopra appoggiato un bicchiere mezzo pieno. Con un gesto fulmineo lo afferrò e ne rovesciò il contenuto in faccia al verde, che preso alla sprovvista, mollò la presa, mentre gli spettatori ululavano.
Dopo qualche secondo di smarrimento, il verde si asciugò il viso con una manica e tornò a guardare Sanji con lo stesso sguardo di un toro imbizzarrito.
“Ora ti sistemo io, bastardo!”. Detto questo gli tirò una potente spinta che fece finire Sanji su un tavolo lì vicino, rovesciando tutto ciò che c’era sopra. Poi quell’altro, sempre più incazzato, cercò di tirargli un pugno, senza smettere un secondo di insultarlo. Sanji, però, riuscì a schivare il colpo e gli assestò un forte calcio nello stinco sinistro, che lo fece cadere a terra dolorante.
Gli ci volle un po’ per riprendersi, complice tutto l’alcol che aveva in corpo, poi si rialzò a fatica e tornò a guardarlo negli occhi ansimando e sbuffando. Ora era davvero arrabbiato! Sollevò il braccio destro per tirargli un altro micidiale pugno, urlando inferocito. Ma in quel momento un ragazzo coi capelli neri lo afferrò da dietro, bloccandolo. “Zoro smettila! Calmati adesso!” disse un altro ragazzo, simile al soccorritore ma più alto.
“Lasciatemi, idioti! Voglio farlo a pezzi!” gridò Zoro cercando di liberarsi dalla stretta. Sanji guardò prima lui e poi gli altri due, poi ridacchiò: “Ehi, amico! Dov’è finita tutta la tua micidiale forza? Sei proprio patetico, lasciatelo dire…”.
In quel momento un potente schiaffò lo colpì sulla guancia destra, mentre una voce femminile urlava il suo nome. Sanji si girò a guardare chi fosse, e si ritrovò davanti Nami, rossa in faccia e con le mani che tremavano.
“Si può sapere cosa accidenti stai combinando? Ti lascio un attimo e ti metti a fare a botte?”
“È stato lui! Mi ha provocato!” cercò subito di spiegare Sanji, massaggiandosi la guancia colpita con una mano e indicando Zoro con l’altra, che intanto continuava a urlare e dimenarsi, mentre veniva portato via dai due.
“Me ne frego di chi sia stato a cominciare! Possibile che non posso stare tranquilla un secondo che ne combini una delle tue? Avanti, muovi il culo e vai a prendere la macchina, ce ne andiamo!”.
Sanji obbedì, facendosi strada tra la folla a testa bassa, mentre tutti lo guardavano e commentavano sottovoce.
Un silenzio tombale li accompagnò per tutto il viaggio di ritorno. Sanji non aveva il coraggio di parlare, sicuramente Nami lo avrebbe gonfiato di sberle (e una sola bastava e avanzava). Bastava guardare la sua espressione! Cavolo, la serata si era messa proprio male!
Arrivati davanti a casa di Nami, Sanji cercò di rompere il ghiaccio con un timido “Siamo arrivati”. Si aspettò un’altra sberla sulla guancia, invece gli arrivò una risposta calma e pacata.
“Sì. Grazie mille. Buonanotte, a domani”. Sanji tirò un sospiro di sollievo. Poi, vedendo che si era calmata, la afferrò per una mano e le disse, con un sorrisetto maniaco: “Sicura che non vuoi restare ancora un po’?”
“Ho detto BUONANOTTE!” ribatté lei scocciata scendendo e sbattendo la portiera.
 
***
 
Filtrati attraverso le tapparelle abbassate, i raggi del sole già alto colpirono il viso di Zoro, svegliandolo. Con uno sbadiglio si girò a controllare l’orologio. Le 10,27. Sicuramente Ace e Rufy, i suoi due coinquilini, erano già usciti.
Si tirò su a fatica, realizzando di avere un mal di testa tremendo. Poi si alzò, aprì la finestra e si avviò barcollando come uno zombie verso il bagno.
Si guardò allo specchio: aveva davvero un aspetto terribile! Aveva addosso solo una canotta e un paio di boxer, i capelli verdi tutti arruffati e la bocca impastata. Inoltre aveva lo stomaco completamente in subbuglio. D’altronde aveva passato la notte in bianco, tra il letto e il bagno, e gran parte l’aveva passata con la faccia nel cesso. Il tutto ovviamente era dovuto alla sbronza della sera prima.
Beh, non era certo una novità. Lo sapevano bene Rufy e Ace, che dopo averlo fermato durante la rissa l’avevano riportato a casa a piedi, dal momento che la macchina era in riparazione.
Zoro si tolse boxer e canotta e si mise sotto la doccia. Di quello che era successo la sera prima si ricordava solo una cosa: quel bastardo biondo col quale aveva litigato.
‘Giuro che se lo ribecco lo ammazzo’ pensò buttando la testa all’indietro sotto il getto d’acqua calda. ‘Chissà perché la sua faccia mi è rimasta in mente!’.
Uscì e si rivestì mettendosi le prime cose che gli capitarono in mano, raccattandole dal pavimento rigurgitante di vestiti smessi, lattine di birra vuote, riviste di moto e auto sportive e quant’altro.
Aprì il frigorifero sperando di trovarci qualcosa di soddisfacente, ma lo trovò vuoto. Lo richiuse, imprecando e maledicendo i suoi amici ingordi. Si vedeva proprio che erano fratelli, tutte le volte finivano tutto e gli toccava mangiare qualcosa al volo fuori. Sempre la solita storia.
Vabbè, pazienza, avrebbe comprato qualcosa al discount sotto casa.
‘Intanto pensiamo a risolvere il problema della colazione’ pensò prendendo portafogli e cellulare e uscendo di casa.
 
 
C’era parecchio lavoro quella mattina nel bar dove lavorava Sanji. Da che era arrivato non aveva smesso un secondo di muoversi, e come se non bastasse Zef, il proprietario del bar, aveva la luna più storta del solito, e continuava a rompere. Sanji sospirò, davanti all’ennesimo rimprovero.
Quanto odiava quel vecchiaccio! Ogni scusa era buona per lamentarsi e prendersela con lui. Però era anche vero che era stato l’unico a offrirgli il posto di lavoro, quindi gli conveniva rigare dritto e non farlo arrabbiare più di tanto, anche se la voglia di mandarlo a quel paese cresceva ogni giorno di più.
Però Sanji continuava a pensare a quell’imbecille ubriaco dai capelli improponibili che l’aveva aggredito alla festa.
‘Che coglione’ pensò sistemando i piatti puliti sul ripiano. ‘Ma chi si credeva di essere? Mah, certo che in giro c’è proprio gente strana!’.
“Allora moccioso, ti sbrighi con quei piatti?” ringhiò Zef apparendo improvvisamente dietro di lui. ‘Al bancone si sta formando una coda infinita! Si può sapere dove sei con la testa stamattina? Sveglia! Dammi qua, se aspetto te faccio in tempo a morire qui! Non perdere altro tempo e vai a servire i clienti!’.
Sanji borbottò qualcosa tra i denti e si allontanò verso il bancone. Accidenti, quanta gente che c’era! Meglio smettere di pensare all’idiota verde e rimboccarsi le maniche.
Riuscì in qualche modo a servire tutti il più rapidamente possibile, muovendosi come una trottola qua e là per tutto il bancone.
Tutto sommato se la stava cavando piuttosto bene, e a parte i rimproveri del vecchiaccio non era affatto una brutta giornata, anzi! Nami alla fine l’aveva perdonato per la storia della rissa, e avevano in programma di passare il pomeriggio insieme.
Sì, ok, accompagnarla a fare shopping non lo faceva esattamente saltare dalla gioia, ma meglio di niente, no?
La coda stava sparendo, mancavano solo gli ultimi clienti. Aveva appena finito di servire una ragazza bionda molto carina e gentile, che non aveva smesso un secondo di sorridergli. Con un sorriso sognante, Sanji le porse il resto dicendo: “Grazie mille, spero di rivederla presto. Il prossimo!”.
La ragazza se ne andò, e Sanji… si ritrovò faccia a faccia con Zoro!!!!
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: SanjitaSwan