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Autore: sophie_85    15/08/2007    30 recensioni
---Epilogo postato--- A dispetto del titolo è una Draco/Hermione... la mia prima Draco/Hermione! Fatemi sapere che ne pensate ;) Sophie.
[...]“Devi farlo ingelosire, mia cara.” Hermione sbuffò cercando di replicare, ma Ginny continuò prima che potesse farlo. “Non ci provare, non l’hai già fatto! Con quel viscido di McLaggen come speravi di riuscirci?! Devi puntare più in alto… molto più in alto… magari qualcuno che gli stia proprio, ma proprio antipatico… magari qualcuno che sia capace di umiliarlo e metterlo in imbarazzo come pochi… magari biondo…”[...]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Lo guardò colma di gratitudine, sorridendo felice come non mai. Gli prese le mani tra le sue prima di dire semplicemente “Grazie.”

Per la prima volta in vita sua, giurò di aver visto un lieve imbarazzo in quegl’impenetrabili occhi grigi.

Improvvisamente Draco si avviò di nuovo verso le scale, lasciando Hermione nuovamente spaesata.

“Se non ti sbrighi e non la smetti di sorridere come una scema, non ti accompagno al tuo dormitorio, chiaro?” Il sorriso di Hermione si allargò ancora di più mentre fece una piccola corsa per raggiungere il fianco di Draco.

 

- Fine capitolo -

 

š›

 

Dei passi frettolosi ruppero il silenzio del terzo piano. La luna era ormai alta in cielo, e i suoi raggi illuminavano flebilmente in corridoio disegnando lunghe ombre sul pavimento.

“Sei in ritardo. Gazza è passato già una volta, per fortuna non mi ha vista, altrimenti me la pagavi!”

“Stai calma, non è successo niente, no? E poi non è colpa mia, dovevo aspettare che la Sala Comune si svuotasse.”

“L’hai portato?”

“Sì, ma non è proprio quello che mi avevi chiesto. Lo sai che ci vuole molto più tempo.”

“Lo so, ma non posso più aspettare. Sei sicura che funzionerà lo stesso?”

“Da quello che mi hai raccontato, questo è più che sufficiente, e soprattutto meno ‘evidente’…”

“… D’accordo, mi hai convinta.” Le diede un sacchettino di velluto con all’interno delle monete. “Ora andiamo, prima che ci trovi qualcuno.”

“Sì, è meglio.” E senza aggiungere altro, si allontanarono in direzioni opposte.

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

Nei giorni successivi dalla uscita a Hogsmeade, il comportamento tra Ron e Hermione era così mutato che in pochi non se ne resero conto: si scambiavano sorrisi e cortesi in ogni momento, a volte Ron si offriva di portarle la borsa e non si lasciava mai scappare l’occasione di accarezzarla accidentalmente di tanto in tanto.

Hermione era così sulle nuvole ultimamente, che anche quella sera fece perdere le staffe a Draco.

“Basta, Hermione. Mi sono stufato di ripeterti le cose almeno tre volte prima di ricevere una risposta. Io me ne vado.”

Erano nella Stanza delle Necessità, e Hermione, più di una volta si era persa tra i suoi pensieri, ignorando il ragazzo.

“No, scusami, Draco! Perdonami, non volevo è solo che…”

“E’ solo cosa? Perché la stai tirando tanto per le lunghe? Vai da lui e digli quello che devi.” Chiuse il libro di scatto e lo mise nella borsa.

Hermione aveva perso l’espressione leggermente trasognata che aveva avuto per tutta la sera. “La fai tanto semplice tu.”

Draco tornò a guardarla. “Perché, cosa c’è di complicato? Che c’è, non sei più tanto entusiasta della tua scelta? Ti sei resa conto con che razza di deficiente vorresti stare?”

Di solito la punzecchiava su Ron con velato sarcasmo, quella sera era stato molto più diretto; la ragazza ignorò deliberatamente la provocazione. “Non ho cambiato idea.”

“E allora cosa aspetti? Che Lenticchia ci ripensi? Ormai l’hanno capito anche i muri che vi metterete insieme un giorno di questi.” Draco sembrava terribilmente irritato. “Cosa stai aspettando, che l’altra metà della scuola che già non lo fa mi dia del cornuto?”

Un inaspettato e incomprensibile moto di delusione assalì Hermione.

 

Allora è per questo che è così infastidito… Per un attimo avevo pensato che…

 

Mentre lo stava ancora fissando, Draco aveva raggiunto la porta, con la borsa a tracolla.

“Se non ti sbrighi, ti lascio qui.”

“Sì, arrivo.” Iniziò a mettere a posto le sue cose, e sempre tenendo lo sguardo sulla borsa, aggiunse “Forse hai ragione tu. Domani vedo se riesco a parlargli.”

Draco le lanciò uno sguardo indecifrabile “Bene.”

 

La mattina dopo Hermione si alzò di buon’ora. Non aveva dormito bene, perché aveva passato tutta la notte a rimuginare sulle parole di Draco, e quando alla fine aveva preso la decisione di parlare con Ron, uno strano nervosismo le aveva preso la bocca dello stomaco, impedendole di prendere sonno. In realtà non era arrivata ad una vera e propria decisione, la storia di Lavanda l’anno prima l’aveva davvero scottata, e voleva mettere in chiaro bene le cose con lui: voleva affrontare le cose con calma, perché aveva messo davvero a dura prova la sua pazienza e  doveva recuperare in Ron un po’ di fiducia. Con molta calma scese dal letto, e si preparò per la giornata.

Quando, poco dopo, scese in Sala Comune, notò che quel giorno non era l’unica mattiniera: infatti, seduto su una poltrona, c’era Ron che sembrava essersi appena alzato, visto il modo in cui si stava stropicciando gli occhi. L’ansia alla bocca dello stomaco aumentò, mentre la ragazza decideva di rendere nota la sua presenza.

“Buongiorno, Ron! Come mai già sveglio?”

Come da un po’ di tempo a questa parte, il ragazzo le regalò un sorriso prima di rispondere “Potrei farti la stessa domanda, comunque non so perché ma stanotte non sono riuscito a dormire.”

Hermione si poggiò sul bracciolo dell’altra poltrona. “Anche io, chissà perché…”

Erano soli nella Sala Comune, e dopo un piccolo silenzio imbarazzante, dove Hermione trovò incredibilmente interessanti la punta delle sue scarpe, alla fine la ragazza disse “Senti…  oggi pomeriggio, dopo le lezioni, ti va andare a fare una passeggiata al lago? …Dovrei parlarti…”

Una luce di speranza e un sorriso idiota si stamparono sulla faccia di Ron. “Oh, ma certo! Sicuro!”

Hermione parve un pochino sollevata, e sorrise a sua volta. “Bene… ora se non ti dispiace passerei un attimo in biblioteca.”

“Sì, vai, tranquilla. Io sto aspettando Harry.”

“Allora, ci vediamo a colazione.”

“Sì, a colazione…” e la guardò uscire dal buco del ritratto, continuando a guardarlo sorridendo anche quando si fu chiuso alle spalle della ragazza.

 

La giornata passò senza troppi intoppi, e stranamente senza troppi compiti. Quando la lezione di Aritmanzia giunse al termine, il nervosismo di Hermione si riacutizzò.

 

Oh, mio Dio… ormai è ora!

 

La situazione di stallo in cui aveva vissuto negli ultimi tre anni stava finalmente per finire, non vedeva l’ora di fare chiarezza finalmente nella sua vita sentimentale, ma stranamente non si sentiva soddisfatta come si sarebbe aspettata. Quando finalmente raggiunse il ritratto della Signora Grassa, disse la parola d’ordine con voce tremante.

Ron dava le spalle all’ingresso e stava facendo un solitario con un mazzo di carte magiche. Per un attimo rimase a guardarlo, poi decise di avvicinarsi.

“Ciao.”

Ron si girò con un’espressione felice in volto. “Oh, Ciao! …Vogliamo andare?”

Hermione fece un cenno affermativo con la testa, sorridendo.

Poi però, mentre stavano per attraversare il ritratto, una voce li fermò.

“Ron, aspettami.”

Entrambi si girarono. Era Lavanda. “Cosa c’è Lavanda?”

“Ron, ti devo parlare assolutamente, è davvero importante per me…” aveva una strana espressione, sembrava preoccupata.

“Veramente io…” Ron guardò nervosamente prima Lavanda e poi Hermione.

“…Ti prego…”

Hermione sospirò e disse “Dai, Ron. Vai con lei. Io passo a posare il libro che ho preso stamattina in biblioteca, e vedo se trovo qualcosa per il tema della McGranitt. Ci vediamo qui fuori tra un po’, va bene?”

Ron sembrava sollevato di non aver dovuto scegliere. “Sì, grazie, Hermione.” Lavanda le sorrise e si trascinò Ron in fondo alla Sala Comune. Hermione li guardò per un attimo, prima di sospirare di nuovo e scendere in biblioteca.

 

Dopo quasi un’ora, Hermione decise che qualsiasi fosse la cosa di cui Lavanda doveva assolutamente parlare a Ron, aveva avuto abbastanza tempo a disposizione. Non solo aveva riconsegnato il libro, ma aveva addirittura finito per fare il tema direttamente in biblioteca: non le andava di perdere altro tempo per portare i libri in dormitorio, voleva parlare con Ron il prima possibile. Quando uscì dalla biblioteca, si avviò con passi frettolosi verso la torre di Grifondoro.  Mano mano che saliva l’ultima rampa di scale, gradino dopo gradino, la sua agitazione aumentò, e, quando imboccò il corridoio, mille pensieri affiorarono nella sua mente:

 

Ma sto facendo davvero la cosa giusta? E se mi trovasse noiosa come ragazza in confronto a Lavanda? E se il rapporto con Harry venisse mutato dalla nostra relazione? E se mi portasse a trascurare i miei doveri scolastici? E se mi continuerà a trascurare e a trattar male come adesso, magari preferendo una partita di Quidditch alla mia compagnia? E se lui ci ha ripensato? E’ davvero questo quello che voglio?

 

Non ebbe tempo di soffermarsi sul perché anche l’ultima domanda era tra le altre, poiché la prima cosa che vide quando svoltò l’angolo le svuotò la mente da ogni pensiero coerente: scorse una inconfondibile chioma rossa e dei lunghi e lucenti capelli castani che stavano vicini, molto vicini. Troppo. Forse uno scherzo del nervoso. Si stropicciò gli occhi e avanzò di un passo, di un altro, di un altro ancora.

 

…Non può essere… non può essere…

 

Continuò ad avanzare, incredula, ormai stava a meno di un metro dalla coppia, ma quello che stava vedendo continuava a non cambiare: Ron e Lavanda si stavano baciando appassionatamente.

Hermione aprì la bocca per cercare di dire qualcosa, ma quello che ne uscì fu solo un suono strozzato che però bastò a far accorgere i due della sua presenza. Lavanda evitò il suo sguardo, mentre Ron, che sembrava essersi appena ripreso da una specie di trance, assunse un’espressione di puro terrore mentre iniziò a balbettare “Oddio, Hermione! Io… non è come pensi…”

La ragazza lo stava guardando, senza però vederlo realmente, sembrava stordita.

”Ti prego, non guardarmi così… ti… ti posso spiegare.” 

Nonostante fosse ancora piuttosto scossa, quella frase la fece tornare in sé, mentre una rabbia cieca si stava piano piano facendo largo nel suo sguardo. “Bene, allora. Spiega!”

“Bhe, ecco… io…”

“Hai detto che potevi spiegarmi tutto, no? Che non è come penso, giusto? Parla, ti ascolto!” Mano a mano la sua voce aumentò di una tonalità.

Lavanda, che si trovava praticamente in mezzo ai due fuochi, intervenne “Io andrei…”

Hermione si girò verso di lei, con le mani strette a pugno. “Sì, brava, scappa! Bell’amica che sei.”

La ragazza perse l’aria vagamente colpevole e replicò “E perché, scusa? Mi sembra di non aver fatto nulla di male, o sbaglio? Se Ron vuole baciarmi, non sono affari che ti riguardano. Tu sei già impegnata, quindi non comportarti come se lui fosse di tua proprietà perché non lo è. Piuttosto sei tu che dovresti chiedermi scusa, per come ti sei intromessa nella nostra storia! Perché noi una storia ce l’avevamo!”

Vedendo che Hermione, rossa di rabbia, stava cercando la sua bacchetta, Ron si mise in mezzo. “Lavanda, non ti immischiare. Torna in Sala Comune, parleremo dopo.”

Dopo aver lanciato un’occhiataccia alla riccia, Lavanda ubbidì e Ron si rivolse ad Hermione. “Comunque effettivamente Lavanda ha ragione. Tecnicamente tu sei ancora impegnata e noi due non stiamo insieme, quindi non ti devo alcuna spiegazione.” Dal rossore palese che si era diffuso sulle orecchie del ragazzo si capiva che si stava appigliando all’impossibile pur di non dover giustificare un fatto senza giustificazioni, e questo fece arrabbiare Hermione ancora di più.

“Però il fatto che io stessi con Draco non ti ha impedito di chiedermi di lasciarlo per te, giusto? Ed è così che vorresti iniziare una storia tra noi due? Mi chiedi di metterci insieme e senza neanche aspettare la mia risposta, ti metti a baciare la prima che capita, proprio dove mi avevi dato appuntamento!?”

Con un moto di ribellione, Ron non riuscì ad impedirsi di rispondere “Non ti permettere, Lavanda non è la prima che capita!”

Queste parole ferirono ulteriormente Hermione, che sembrò improvvisamente perdere tutta la sua rabbia, sostituita da una profonda amarezza che venò di dolore le sue parole “Perché mi fai tutto questo, Ron? Perché ogni volta mi illudi e poi mi fai cadere in questo abisso? Io ero pronta a tutto per sistemare questa faccenda con te, mi sono abbassata perfino a chiedere a Draco di…” ma si interruppe improvvisamente, un po’ perché stava rivelando troppo, un po’ perché la sua voce si era pericolosamente incrinata. Si girò di scatto, per impedire a Ron di vedere come stava lottando con se stessa per impedire alle lacrime di inondarle il viso. Il suo orgoglio le impediva di farsi vedere in quello stato. Ron allungò il braccio, come per toccarla, ma sembrava che si fosse alzato un muro tra loro due. Improvvisamente la voce di Hermione ruppe di nuovo il silenzio, questa volta più calma e controllata. “Hai fatto bene a baciarla, sai? Avete ragione tutti e due. Io sono già impegnata. Mi hai impedito di fare un grosso errore. E’ meglio che rimango con lui… tu torna pure da Lavanda se preferisci.” Di nuovo la voce le si era rotta, e prima che lui potesse fare qualsiasi cosa, iniziò a correre.

Ron la seguì, ma il leggero vantaggio che aveva, permise ad Hermione di nascondersi dentro un passaggio, dietro un arazzo e di bloccarlo alle sue spalle con un incantesimo.

Il ragazzo guardò un attimo spaesato la dama che stava leggendo all’ombra di una quercia raffigurata sopra l’arazzo, quando improvvisamente si ricordò: quel passaggio glielo aveva insegnato Harry per arrivare prima in biblioteca. Si diresse subito verso le scale nel tentativo di intercettarla.

 

*.*.*.*.*.*.*

 

Maledetta vecchia pipistrella impostora, andasse al diavolo lei e le sue maledette sfere di cristallo!

 

Draco Malfoy si aggirava per il corridoio con aria truce: da quando si era alzato quella mattina era terribilmente nervoso, e il motivo per cui era così nervoso lo irritava ancora di più. Quel giorno era così suscettibile che all’ennesima stupida predizione della Cooman le aveva risposto così male, che lei l’aveva cacciato dalla classe, con una nota per Piton e una minacciosa previsione della sua morte sussurrata a mezza bocca.

 

E tutto per quella maledetta Mezzosangue… se vuole mettersi con quel mentecatto di Weasley e rovinarsi l’esistenza, non sono affari miei. Questa storia deve finire al più presto, mi sta compromettendo più del necessario. Ne va della mia reputazione. L’unica cosa che mi interessa è migliorare a Incantesimi, per il resto, che si ammazzino tra di loro!

 

Ma la veridicità del suo autoconvincimento fu minata da quello che gli si parò d’avanti agli occhi: Hermione era sbucata apparentemente dal nulla e stava camminando sconvolta e a testa bassa nella sua direzione.

“Hermione, ma cosa…?”

La ragazza alzò lo sguardo confuso in direzione della voce che l’aveva chiamata e quando riconobbe il Serpeverde, le lacrime le riempirono gli occhi, e irrazionalmente, corse verso di lui, abbracciandolo e nascondendo il volto nel suo petto. Quella reazione lasciò Draco immobile e completamente spiazzato: avevano parlato tra loro, si erano anche fatti piccole confidenze, naturalmente condite sempre da una buona dose di insulti, ma non si erano mai esposti così, non si erano mai messi a nudo a quella maniera.

Improvvisamente un moto di protezione lo indusse a ricambiare l’abbraccio. Sentirla così fragile e così indifesa, lei, che era sempre così fiera, forte e combattiva, lo fece impazzire di rabbia: aveva voglia di ammazzare di botte chiunque l’avesse ridotta così, anche se non ci voleva molto a capire chi fosse.

Era la prima volta che Draco si sentiva a quella maniera, e non riusciva a spiegarsi il motivo.

Rimasero così per un tempo indefinito, quando una voce sottile lo distrasse dai suoi pensieri. “…Scusami…” Sembrava che tra le braccia forti di lui, Hermione si fosse un poco ripresa. Draco si accorse che stava stringendo così forte che ebbe paura di farle male e allentò la stretta.

“…So che mi odierai per questo, ma…” si mosse tra le sue braccia per impedirgli di sciogliere del tutto l’abbraccio. “Ti prego, Draco, baciami…”

A quella proposta così inaspettata, il ragazzo abbassò lo sguardo sorpreso a cercare quello di lei, che però era perso in un punto indefinito oltre la sua spalla. Draco intuì che il motivo di quella richiesta non era molto lontano da loro.

“Guardami.” Il tono era fermo, lo sguardo imperscrutabile. Quando finalmente Hermione ebbe il coraggio di incrociare i suoi occhi grigi, le lacrime vinsero la strenua lotta contro la sua volontà e iniziarono a scendere silenziose, una dopo l’altra, rendendo le sue iridi così lucide da sembrare quasi dorate.

 

E’ quasi doloroso vederla così…

 

Le prese il viso tra le mani e le labbra di lei tremarono leggermente quando incontrarono quelle di lui. Inizialmente fu un bacio leggero, casto, ma improvvisamente qualcosa cambiò per entrambi: quel sapore salato, si mischiò ad una passione sconosciuta, che li portò ad approfondire il bacio in qualcosa di molto più ardito. Era come se tutto attorno a loro fosse sparito improvvisamente; Draco trasse più a sé Hermione stringendola contro il suo corpo, mentre lei insinuò una mano tra i suoi capelli. Quando il baciò finì, si separarono lentamente, per prolungare il più possibile quell’attimo, come se avessero paura di cosa li aspettasse una volta tornati alla realtà.

Hermione sembrava ancora più sconvolta di prima, si portò istintivamente una mano alle labbra, lanciò uno sguardo spaurito verso Draco, prima di scappare di nuovo.

I suoi però non furono i soli passi a rimbombare nel corridoio: anche Ron, che aveva assistito a tutta la scena poco distante da loro e che ora sembrava piuttosto scosso, si allontanò velocemente.

Il biondo si ritrovò solo, a fissare il punto in cui lei era scomparsa, completamente perso nei suoi pensieri.

 

Spazio dell'autrice

Un bel casino, vero, ragazzi? Io volevo solo far parlare Hermione e Ron, ma guarda questi due che macello mi hanno creato! Come sempre sono terribilmente di corsa, e mi scuso per gli eventuali 'orrori' ortografici. Volevo anche scusarmi per non riuscire mai a ringraziare uno per uno tutti coloro che mi lasciano una recensione: siete cosi' carini con me che mi pare il minimo ricambiare, solo siete cosi' tanti e il mio tempo e' sempre cosi' poco (sigh, sigh). Pero' ci tengo a ringraziare tutti i nuovi 'acquisti', che magari gia' seguivano la mia storia, ma hanno commentato solo ora, e un abbraccio particolarmente dolce a chi mi segue anche grazie all'altra mia storia, 'HP e lo Specchio di Agis' (a cui, per chiunque fosse interessato, ho aggiunto un capitolo bonus)! Sono davvero felice che il mio modo di scrivere vi sia piaciuto tanto da impelagarvi in questa storia, anche se diversa dalla prima!

Un bacione, Sophie

ps: dimenticavo una cosa importantissima! Dopodomani riparto, ci vediamo a fin mese ;)

   
 
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