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Autore: Pannech    15/08/2007    0 recensioni
Conoscevo il mio compagno di banco come conoscevo l'amore.
E io non mi ero mai innamorata.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carlo non tornava mai a casa, tranne una volta ogni semestre

Carlo non tornava mai a casa, tranne una volta ogni semestre.

 

Allora andava al policlinico, per sbrigare faccende burocratiche.

 

Non lo vedevo da anni.

 

Passarono sei mesi e Carlo venne dalla Svizzera per le faccende burocratiche, accompagnato dai suoi.

 

Ricevetti una soffiata: Carlo sarà al policlinico tra due giorni.

 

Mi preparai facendo niente.

 

Carlo era sempre nella mia testa, sempre.

 

E lui che non mi sfotteva a scuola

 

lui che mi apriva la porta

 

lui che mi accettò nel suo mondo

 

lui che mi offriva la cioccolata col cornetto

 

ora non più.

 

Pregai mia madre di dirmi di più sul suo malessere.

 

Perche va in Svizzera?

 

Perche non sta a casa.

 

Lo curerei io....

 

scoppiai in lacrime.

 

Mia madre non voleva che scoprissi ciò che riguardava Carlo, perchè era una situazione orribile, orribile davvero. Mia madre non voleva spaventarmi.

 

DIMMELO!!!!

 

Carlo non mangia più.

 

Cosa?

 

Carlo non mangia più.

 

Come sarebbe?

 

Carlo viene nutrito per endovena.

 

Perchè?

 

 

 

 

Carlo aveva il cancro.

 

Lo consumava lentamente, come per farsi beffa della sua giovane età.

 

Poco a poco, gli organi di Carlo incurabilmente si deterioravano.

 

Carlo ha perso il senso della fame, è una delle conseguenze peggiori.

 

Non è che non vuole mangiare, è che non sente il bisogno.

 

Carlo fuma sostanze oppiacee tre volte alla settimana per far tornare la fame.

 

Carlo vive con tre tubi nelle vene, che gli procurano quelle sostanze essenziali a far lavorare l'organismo, quel tanto che basta per non svenire e non svegliarsi più....

 

Carlo è alto un metro e settantadue e pesa 15 chili meno del normopeso.

 

Carlo è un morto che cammina.

 

Carlo fuma droga per vivere.

 

Che paradosso.

 

Ma quando tuo figlio è un malato terminale, allora, allora  i paradossi non contano.

 

Conta solo l'amore.

 

L'amore che Carlo aveva scoperto da poco, la gioia reciproca.

 

Perchè non gli ho chiesto nulla quando rifiutava le sue merendine preferite?

'

Perchè non gli ho chiesto di smettere di farsi gli spinelli uno dopo l'altro?

 

Perchè non l'ho capito?

 

Perchè non lo conoscevo.

 

Non conoscevo Carlo.

 

Carlo era l'Amore.

 

 

 

 

  
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