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Autore: Clawdia    25/01/2013    0 recensioni
"Moriva.
Tra quegli alberi, in quella foresta immersa nel silenzio.
Emmett moriva e non poteva far nulla per salvarsi."
La storia di un giovane che è stato salvato e la cui vita è cambiata drasticamente.
Emmett non sa ancora a cosa andrà incontro ma chi lo sa?
I Cullen lo hanno adottato, ma nessuno sa cosa sarà capace di fare!
Questa è la storia di Emmett, dalla sua nascita come Vampiro, la sua storia si snoderà attraverso le vicende della famiglia Cullen. Sicuri che l'amore per Rose sia giunto prima di tutto il resto?
Alice. Jasper. Edward. Carlisle. Esme. ROSE.
Quello che Twilight non ha mostrato nella sua storia, sarà invece narrato in questa!
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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«Vuoi che ti accompagni in città? Perché?»
Rose corrugò la fronte davanti al docile tono con cui Esme gli chiese quel favore.
«Devo svolgere alcune commissioni e Alice è occupata.»
Lo sguardo si posò irrimediabilmente sulla sua mora sorella, intenta ad amoreggiare castamente con il suo biondo fidanzatino. Stavano là, seduto sul divano, stretti in un caldo abbraccio a scambiarsi teneri baci d'amore.
«Occupata?» chiese rimarcando il tono e sollevando la voce.
«Dobbiamo cacciare insieme oggi...» rispose immediatamente Alice riemergendo dalle braccia di Jasper che si concesse una risata quasi umana. «...e non solo.» aggiunse poi in tono malizioso riallacciandosi al compagno e stringendogli forte le mani.
Rose roteò gli occhi al cielo. Anche lei era occupata. Anche lei avrebbe avuto di meglio da fare. Emmett probabilmente l'aspettava sotto la doccia ma a quanto sembrava avrebbe dovuto rimandare i suoi piani bollenti per qualcosa di meno eccitante.
«Quanto staremo via?» chiese incapace di controllarsi.
Dio, quanto voleva fare ancora sesso con Emmett. Si sentiva vincolata al suo corpo, ne aveva bisogno, era peggio di una dipendenza. 
«Una manciata di ore. Il tempo di goderci la serata.» 
Esme era di una tenerezza unica e per quanto contrariata Rose non avrebbe saputo dirle di no. Era sempre così docile e buona con lei, anche conoscendo bene il suo carattere.
Le dispensava costantemente sorrisi e carezze e quando poteva anche utili consigli.
Rose era sicura che quella sua richiesta era solo una scusa per allontanarla un po' da casa Cullen e poter parlare tranquillamente, senza orecchie indiscrete all'ascolto.
Sua madre si preoccupava della figlia, era normale.
 
Rose andò a cambiarsi, doveva indossare qualche abito più consono a un uscita pubblica e dopo averlo fatto non si dimenticò certo di avvertire il suo fratellone speciale.
Spalancò la porta del bagno trovandolo in doccia. Sotto il getto dell'acqua il suo corpo le apparve ancora più invitante ma doveva trattenersi.
«Esme vuole che l'accompagni in città. Dubito avremo tempo per vederci oggi.»
Emmett assunse il suo broncio bambinesco e fece finta di piangere.
Certi suoi atteggiamenti erano così infantili e umani che a volte si chiedeva come fosse possibile trovarlo allo stesso tempo così attraente.
«Prima Carlisle con me, ora Esme con te. Ci stanno perseguitando!»
«Penso voglia solamente un aiuto. Torneremo per sera...» aggiunse in modo da sollevargli il morale, e ci riuscì. Un bel sorriso si dipinse sul suo volto e subito Rose non poté far a meno di condividere la sua allegria. Non sapeva perché dipendesse così tanto da Emmett, ma era un dato di fatto.
«Ti aspetterò con ansia.»
«A dopo.» rispose solamente lei richiudendosi la porta alle spalle.
Le faceva un effetto esagerato, doveva controllarsi dannazione.
---               
«Ti piace questo vestito?» chiese Esme mostrando la stoffa alla figlia.
Aveva un bel colore pallido e dei bei ricami lavorati ma nulla di tutto ciò riusciva a colpirla. La sua mente era altrove, lontano da quelle vetrine, lontano da quelle vie e quelle persone che vedendola sorridevano togliendosi il cappello. Un tempo sarebbe rimasta molto colpita da tali attenzioni ma ora, voleva solamente tornare a letto, con Emmett.
«Rose mi hai sentita?»
Esme la riportò alla realtà scrollandola per le spalle.
La figura di Emmett nudo che le baciava il collo svanì sostituita dai mori e lunghi capelli della madre e dai suoi occhi dorati che la scrutavano interrogativamente.
«Si. Credo di essermi distratta.»
La donna sbuffò maternamente e la prese per il polso portandola lontano da quella vetrina.
Aveva capito cosa distraeva la figlia e anche se aveva passato buona parte della giornata a tentare di ignorarla e coinvolgerla nelle sue compere non poteva farlo ancora.
«E io credo di sapere cosa ti ha distratta!»
«Cosa?»
Esme le diede un buffetto alla guancia e le indicò due panchine che stavano al lato di una piazza. Le raggiunsero lentamente, come due persone normali, come due normali donne.
«Emmett.»
Rose spalancò gli occhi eccessivamente mentre si sedeva e lasciò che la madre continuasse.
«So bene che avresti preferito passare la giornata con lui ma...io e te dobbiamo parlarne.»
«Oh Esme, non c'è nulla di cui parlare. Non ti preoccupare.»
«Non vi amate?» chiese presa in contropiede la donna. Abituata com'era al rapporto tra lei e Carlisle e a quello tra Alice e Jasper si era aspettata di ritrovare sua figlia sognante.
«No. Io ed Emmett? No. Cioè come potrei?»
«E allora...» lasciò la frase in sospeso.
Se Rose avrebbe potuto probabilmente si sarebbe colorata di rosso e non avrebbe mai dovuto rispondere così a sua madre ma...il pensiero di esser torturata da domande e interrogativi frequentemente la innervosiva. Voleva chiarire tutto e subito. E se con Carlisle non avrebbe potuto farlo, perché mai si sarebbe permessa di parlare di cose del genere con lui, forse con la sua madre adottiva poteva aprirsi più tranquillamente.
«...è solo sesso.»
Esme quasi sobbalzò. Sapeva che i figli avevano bisogno di appagare i propri desideri, che erano maturi e pronti per una fase del genere ma, da Emmett e Rose, dai loro sguardi e dai loro momenti si sarebbe aspettata più...amore.
«Quindi, non lo fate per amore? Solo per...»
«...piacere.» continuò Rose facendola sprofondare di nuovo nei suoi pensieri.
«Sei sicura di non provare nulla per lui?»
«Nulla!» rispose fermamente.
«Sai, non ti credevo una persona del genere.»
Rose rimase sconvolta dalle parole della madre ma subito la mora si corresse.
«Oh no, non intendevo questo! Pensavo che, data la tua storia, fossi più propensa a trovare un compagno stabile, a costruire con lui una sorta di famiglia. Come lo siamo io e Carlisle.»
«Questo è il mio sogno, anzi era. Se mai troverò il compagno adatto lo farò ma...Emmett? Non va proprio bene per me.»
Esme si permise di dissentire.
«Non vedo perché no. Siete diversi, siete opposti ma vi completate. 
Vi mitigate, in qualche modo tendete sempre a interessarvi l'uno dell'altro. Guarda ora come pensi a lui, e son sicura che Emmett sta facendo lo stesso. Siete due giovani Vampiri affascinanti. So, che può apparire diverso dal rapporto mio e di Carlisle ma...»
«Molto diverso!»
Esme sentendosi anticipare non concluse la sua frase.
Sua figlia non sembrava voler collaborare e sapeva bene quanto Rose fosse testarda.
Sorrise allora e le prese le mani tra le sue.
«Carlisle vi ha mai raccontato di quando mi son accorta di essermi innamorata di lui?»
La bionda scosse la testa incuriosita. Anche se non sapeva dove volesse arrivare.
«Per me non fu una cosa folgorante come per lui. Voglio dire, lui era un Vampiro, era affascinante, misterioso e bello. Terribilmente bello. Ma aveva vissuto così tanti anni, visto così tante persone che quando si accorse di me fu amore a prima vista. Nessuna donna gli aveva fatto lo stesso effetto, nessuna in decenni. Non cercava una compagna, non a quel tempo per lo meno, proprio per questo si sentì così follemente interessato da me.» 
Fece una pausa.
«Lui mi ha trasformato. Ha evitato la mia morte, quando ero in fin di vita lui mi ha salvato. Proprio come tu hai fatto con Emmett, ad eccezione che è stato il suo veleno a farmi diventare un Vampiro. Per me non è stato amore a prima vista.
Avevo altro di cui preoccuparmi. La mia nuova condizione, la sete di sangue, la mia vita distrutta e risorta dalle ceneri. Mi innamorai di lui gradualmente, in un crescendo di emozioni e di bisogni e presto non ricordai più come fosse la mia vita prima di incontrarlo.»             
«Non capisco Esme.»
«Non puoi negare così i tuoi sentimenti per Emmett. Non puoi chiudere le porte a una possibile relazione solo perché ora non lo ami, solo perché non sei innamorata di lui.
Le cose cambiano, maturano, crescono.»
«Ma noi non siamo te e Carlisle. Noi siamo solo due Vampiri che vogliono provar piacere!»
«Ed Emmett lo sa? Hai scandito questo punto con lui?»
Rose provò a rispondere ma non ci riuscì. Non poteva.
«Io vedo in lui, il mio sguardo Rose. Lo sguardo di una persona che si sta lentamente innamorando, che ammette i sentimenti che prova.»
«E cosa vedi in me?» chiese quasi tremante, senza nemmeno sapere perché.
«Vedo negazione.»
Nessuna delle due commentò quella frase. Nessuna voleva farlo.
Rose sapeva quanto Esme si preoccupasse per lei, sapeva quanto questa situazione la interessasse. Si erano preoccupati di trovarle un compagno per così tanto tempo.
Esme era una donna favolosa ma non poteva capirla, non avrebbe mai potuto.
Continuare a negare era l'unico modo per restare quello che era. 
«Comunque la mia regola è infranta.»
Rose strabuzzò gli occhi riportata nuovamente alla realtà e così brutalmente fuori dall'argomento appena discusso.
«Cosa?»
«Tu ed Emmett non siete più obbligati a dormire nella stessa camera. Se lo farete, voglio che sia solo per vostro volere.»
Sorrise, in modo quasi malizioso ma fu una fugace ombra. Nel suo viso presto troneggiò il suo senso materno e dolce. Esme era una donna, capiva sua figlia ma allo stesso tempo comprendeva anche quello che stava facendo. Persuaderla non sarebbe servito, voleva solo instillare in lei qualche piccolo dubbio, farla riflettere.
«Oh. Bene.» disse Rose vedendo di nuovo trascinata dalla madre verso i negozi.
«E ora...torniamo alle compere!»
Rise. Risero insieme. 
E così quella giornata madre e figlia si tirò per le lunghe, non prima per lo meno di una degna conclusione. A letto, con Emmett. Senza vestiti.         

Angolo dell'Autrice
Scusate il ritardo ma...non riuscivo a trovare la giusta ispirazione e alla fine mi son arresa. Non è uno dei capitoli migliori, ma è solo una transizione, ormai che Rose e Emmett stanno cominciando a scoprirsi insieme sarà un crescendo :)
  
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