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Autore: yllel    26/01/2013    6 recensioni
Il seguito della storia "Conseguenze". un caso misterioso porta ad affrontare la questione principale: puo' tornare tutto come prima?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il seguito di “Conseguenze”. Non sara’ niente di tragico ne’ di sfacciatamente romantico, lo prometto... se avrete la pazienza di leggere, il significato del titolo arrivera’ poco per volta.
Grazie a tutti coloro che mi hanno recensito nella storia precedente chiedendomi di continuare!
Cosi comincero’ di nuovo a divertirmi con i personaggi che assolutamente non mi appartengono.
 

L’ULTIMA AVVENTURA DI SHERLOCK HOLMES E MOLLY HOOPER
PROLOGO

 

“Va bene, diamo inizio alla riunione. Nessuno di voi e’ stato seguito, vero?”
“Ma dobbiamo proprio avere questo tono da cospiratori?” Greg Lestrade si tolse la giacca e la appese alla sedia del bar.
“Oh, cospiratori... che brutta parola. John, caro... sono sicura che tu abbia le tue buone ragioni per prendere tutte queste precauzioni, ma a questo punto insisto che dovremmo darci per lo meno un nome. Sarebbe tutto molto piu’ eccitante!” La signora Hudson fece un sorrisetto e si guardo’ intorno ammiccando.
John Watson scosse il capo.
“Niente nome. Meno diamo ufficialita’ alla cosa, meno rischiamo che lui lo scopra. Ora, siamo sicuri che nessuno vi abbia seguito?”
“Si” esclamo’ l’ispettore con un sospiro.
“Si?” chiese dubbiosa la signora Hudson, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di entrambi gli uomini.
“Ma insomma, giovanotti! Io ho una certa eta’ e non sono sicuramente abituata a far caso se qualcuno mi segue! Dovevamo seguire il mio suggerimento e trovarci nel mio appartamento!”
John scosse di nuovo il capo.
“Mi spiace, ma le ho gia’ spiegato che saremmo stati troppo allo scoperto, anche se lui non fosse stato a casa. Comunque... vediamo di cominciare.”
“Possiamo ordinare almeno un caffe’ prima?” chiese Lestrade con uno sbadiglio.
John si trattenne dallo sbuffare spazientito e sospiro’ rassegnato, poi fece cenno alla cameriera, che si avvicino’ per prendere le ordinazioni.
“Un caffe’ e ... un the’, signora Hudson? Perfetto. Un the’ per la signora e uno anche per me...  E una di quelle paste alla crema che avete in vetrina. E anche una fetta di torta. Grazie. Che c’e’?” aggiunse poi, cogliendo lo sguardo degli altri due.
“Io non ho detto niente” Lestrade si trincero’ dietro un giornale abbandonato sul tavolo.
“Non preoccuparti, John. E’ normale che tu senta il bisogno di compensare con i dolci lo stress degli ultimi mesi.” Gli disse la signora Hudson, battendogli amichevolmente una mano sul braccio.
“Compensare? E chi dice che sto compensando?”
“Beh, caro... ammetterai che ultimamente ti sei un po’ come dire...”
“Lasciato andare?” le venne in aiuto Lestrade, abbandonando il giornale con un sorrisetto ironico.
“Lasciato andare? Nel senso di ingrassato?”
“Ma non cosi tanto!” si affretto’ a commentare la Signora Hudson “sono certa che appena questa storia sara’ finita sarai un po’ piu’ rilassato e non sentirai piu’ il bisogno di consolarti con il cibo!”
John rinuncio’ a controbattere. In effetti, anche lui aveva notato che i pantaloni facevano un po’ fatica ad abbottonarsi, ma in certi momenti, i dolci erano l’unica cosa che riuscissero a tirargli su il morale e gli dessero la carica per affrontare le sue giornate.
Naturalmente, era tutta colpa di Sherlock.
Che negli ultimi due mesi era stato davvero impossibile.
Questo pensiero lo riporto’ allo scopo dell’incontro con i suoi amici.
“Lasciamo stare. Vediamo un po’ di fare il punto della situazione.”
Lestrade annui’ e prese il suo taccuino.
“Due casi negli ultimi quindici giorni, ma questo naturalmente lo sai anche tu. Entrambe le volte, Sherlock si e’ rifiutato di venire a vedere i corpi, nonostante avesse un’autorizzazione ufficiale. Il che conferma che non vuole piu’ tornare all’obitorio.”
“Quel dottore antipatico e’ ancora li?” chiese la signora Hudson.
Lestrade annui’.
“Si, purtroppo. E’ veramente un tipo irritante, l’ultima volta Sherlock se ne e’ andato sbattendo la porta dopo due minuti che quello parlava. Naturalmente, prima non ha mancato di fargli notare dove avesse sbagliato e se ricordo bene, l’ha definito un incompetente. Travis ha minacciato di non farlo piu’ entrare all’obitorio anche se fosse arrivato in compagnia della polizia, ma Sherlock ha risposto che non c’era nessun motivo di tornare, se doveva essere messo a confronto con un inutile e stupido – mi scusi Signora Hudson, ma il seguito non e’ adatto a una signora gentile come lei... comunque, non ci e’ piu’ tornato.
Il che lo rende ancora piu’ antipatico quando fa le sue analisi sui casi. Ora, brontola anche sulla qualita’ delle foto che gli sottoponiamo.
 Usa ancora il laboratorio di nascosto con il badge che gli ha lasciato Molly ?”
John confermo’ con un cenno della testa.
A ogni ora della notte.
Pretendendo spesso che lo accompagni.
“Bene” prosegui’ l’ispettore “il che ci fa pensare che il regalo che lei gli ha dato, abbia un significato speciale, per entrambi. Lei non era cosi arrabbiata da lasciarlo senza la possibilita’ dei suoi esperimenti e lui, non e’ cosi orgoglioso da rifiutare la sua gentilezza. Naturalmente, sarebbe stato molto meglio se Molly  avesse lasciato anche un recapito, il che ci renderebbe la vita un po’ piu’ semplice. Niente da fare invece sulle indagini per avere il suo nuovo indirizzo. Sembra scomparsa nel nulla, ma tenendo conto che se ne e’ occupato Mycroft, non c’e’ da stupirsi.”
Lestrade termino’ soddisfatto la sua analisi e richiuse il taccuino.
La signora Hudson fece una smorfia.
“Quel ragazzaccio pensa di essere tanto furbo e non si e’ piu’ fatto vedere a Baker Street, perche’ sa esattamente cosa gli direi, se lo incontrassi. Nascondere quella povera ragazza! Che modi!”
“Veramente, e’ la povera ragazza che ha scelto di andarsene” le spiego’ John per l’ennesima volta “ e naturalmente aveva delle buone ragioni, considerando quanto inetto e’ stato Sherlock nei suoi confronti. Ha trovato qualcosa nella posta?”
La sua padrona di casa fece un segno di diniego.
“No... e mi assicuro di sbirciare la provenienza di tutte le lettere prima di portarvele o prima che Sherlock le intercetti. Davvero non capisco... perche’ lui non usa tutta la sua intelligenza per trovarla?”
La cameriera arrivo’ con le ordinazioni e questo, diede modo a John di ragionare sulla risposta a quella lecita domanda.
Gia’, perche’?
“E’ uno stupido orgoglioso.” Comincio’ a ipotizzare “non si e’ accorto di nulla e questo gli brucia.
Oppure, si rende conto di quanto e’ stato idiota ma non vuole doversi scusare.  O non sa da dove cominciare. Non si puo’ mai dire, con Sherlock... in queste cose, ha sempre bisogno di essere accompagnato.
E non dimentichiamoci il fattore Mycroft: il fatto che c’entri lui, fa si che Sherlock regredisca a un’eta’ mentale di cinque anni.
Ma nonostante lui si rifiuti categoricamente di parlarne, sono davvero sicuro che Molly gli manchi.”
John prese la forchetta e comincio’ a mangiare la torta.
Sherlock era stato veramente odioso, nell’ultimo periodo. Quando non era sul divano a brontolare per la stupidita’ dell’umanita’ e la noiosita’ dell’esistenza in generale, era fuori a risolvere qualsiasi caso che gli venisse presentato, salvo poi lamentarsi della scarsita’ di crimini di buona qualita’ ai giorni odierni (parole sue).
John non era mai stato cosi contento di avere un lavoro regolare, che lo tenesse fuori casa per un buon numero di ore al giorno... ma quando era a Baker Street, era costantemente preoccupato dalle conseguenze della noia di Sherlock, o troppo impegnato a rincorrerlo per Londra.
Sembrava quasi che il consulente investigativo avesse paura di fermarsi.
Paura di affrontare cio’ che sentiva.
“Beh, non credi che ci sia la possibilita’ che Molly  torni spontaneamente?” chiese Lestrade sorseggiando il suo caffe’.
John scosse la testa.
“No... ho proprio paura di no. Non si e’ nemmeno fatta sentire per il compleanno di Sherlock, la settimana scorsa”
“Sherlock ha un compleanno?” commento’ incredulo l’ispettore.
“Oh... e non l’abbiamo nemmeno festeggiato!” si lamento’ la signora Hudson.
“Mi creda, e’ meglio cosi. Ha minacciato di drogare il mio caffe’, se avessi osato fargli un regalo. E sono sicuro parlasse sul serio! E certo che ha un compleanno!” termino’ John, rivolgendosi a Lestrade, che scosse le spalle con noncuranza.
“Pensavo che magari se lo fosse fatto cancellare, o che so io. Conoscendolo...”
“Chissa’ come era carino da bambino! Tutto riccioli e fossette!” la signora Hudson assunse un’espressione intenerita.
“Si certo... chissa’ che sorrisi, quando deduceva tutti i suoi compagni di asilo che se l’erano fatta addosso!”
“Ispettore! Che modo di parlare...”
“Per favore! Possiamo concentrarci?” John Watson appoggio’ la forchetta con un gesto irritato e gli altri si zittirono improvvisamente.
Lui fece un respiro profondo.
“Scusate... deve essere la mancanza di sonno. Ma davvero, dobbiamo farla tornare. Cosi non si puo’ continuare... Sherlock e’ intrattabile e mi sta facendo impazzire!”
Lestrade torno’ a sorseggiare il suo caffe’.
“Io sono il primo a dire che il ritorno di Molly Hooper sarebbe una benedizione, visto come stiamo lavorando con Travis. Ma sono davvero preoccupato per come Sherlock potrebbe gestire questa cosa... se lei torna e lui e’ di nuovo un idiota, che si fa poi?”
John appoggio’ piano la forchetta sul piatto vuoto e sospiro’.
Poi addento’ la pasta alla crema.
“Possiamo affrontare un problema alla volta, per favore?”
 

  
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