Ad ogni colloquio, ad ogni incontro maestri-genitori si finiva sempre col parlare della mia assenza di realta'.

Ne discutevano come fosse un difetto dal quale bisogna allontanarsi, come una malattia, come una macchia sul tavolo della cucina. A volte ci provavo a pulirla, a volte entrava nella mia testa il motivetto di quelle giornate: “devi cambiare, devi cambiare, devi cambiare”. Altre no. Altre volte mi piaceva essere come era normale che io fossi: io. Altre volte mi opponevo, chiamatelo spirito di contraddizione, testardaggine infantile o con qualsiasi altra definizione possibile. Altre volte era naturale seguire quello che volevo. Crescendo e dimenticando la prospettiva di quei giorni precoci, la gente inizio' a guardarmi diversamente. Ora mi definiscono come una persona stravagante, come un quadro di Monet, come il sole che e' rimasto lo stesso ma che ha subito vari cambi di posizione. Riflettendoci, io non sono mai cambiata. Riflettendoci, quasi paradossalmente, cio' che cambia e' sempre cio' che e' fuori da noi, eppure cio' che sembra essere cambiato,sfortunatamente, siamo sempre noi.
E noi rimaniamo così, semplici con il nostro modo di fare, ma che piano piano arriveremo dove vogliamo.

Basta crederci... ed ognuno avrà ciò che merita!!


Autrice:
Credo che la mia storia, questa storia che in parte ho odiato, sia finita.
E' finita perchè credo che è inutile stare dietro a qualcosa che forse non ci merita per quello che siamo, troveremo di meglio e forse quel meglio saprà ricompensare tutto il male che abbiamo avuto!
Non perdiamo la speranza e crediamo sempre in noi stessi anche quando vediamo tutto nero, anche quando per noi è finita lì e anche quando qualcuno prenderà il nostro cuore e lo lancerà come una pietra piatta lanciata verso il mare...
Grazie a tutti!