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Autore: Metalotaku    16/08/2007    1 recensioni
Questa è una ff originale che ho scritto l'anno scorso. Da allora il mio stile di scrittura è migliorato ma spero che vi possa piacere ugualmente
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il cacciatore di demoni-Capitolo 6

Il giorno dopo Alexander andò a ringraziare il capo tribù per la festa, lasciando Rechel e Andrew nella capanna.

I due approfittarono dell’assenza del ragazzo per scambiarsi opinioni su di lui.

“Io penso che sia ridicolo continuare ad avere dei dubbi su di lui, del resto ieri abbiamo scoperto che non mentiva sul fatto di avere bisogno di noi. Sinceramente credo che dovremmo credere anche alle altre cose che ci ha detto.” disse Rechel.

“Sì sul fatto di avere bisogno di noi non mentiva, ma cosa ti dice che una volta che avremo recuperato tutti i frammenti del medaglione non ci farà fuori?” ribatté Andrew.

“E perché mai dovrebbe farlo?” esclamò Rechel.

“Possono esserci varie ragioni. Magari il suo obbiettivo è diventare padrone indiscusso del pianeta e ha bisogno dei frammenti del medaglione per raggiungerlo. Dicendo che conosceva un modo per distruggere i demoni non avrebbe mentito perché se i frammenti del medaglione gli dessero un potere illimitato sarebbe capacissimo di sterminarli.” disse Andrew.

“Tu lavori troppo di fantasia. Comunque io non ho nessun motivo per non fidarmi di Alexander.”

“Alla fine vedremo chi ha ragione.” concluse Andrew.

Alexander tornò dopo pochi minuti. “Preparatevi che tra un paio d’ore ce ne andiamo dal villaggio. Viaggiando di sera incontreremo meno pericoli.”

Verso le sei di sera lasciarono il villaggio. Molti abitanti vennero a salutarli e ritardarono la loro partenza di qualche minuto. Dopo essersi liberati del gruppo di ragazze con cui Andrew aveva ballato la sera prima furono liberi di riprendere il loro viaggio. Attraversarono la foresta in circa un ora e mezzo senza incontrare pericoli e ben presto furono vicini al luogo in cui avevano posteggiato la macchina. Dopo alcuni passi udirono un rumore di voci e cercarono di vedere che cosa stava succedendo rimanendo nascosti dietro ad alcuni alberi. Riuscirono a scorgere le sagome di alcuni uomini che si aggiravano attorno alla macchina.

“Uomini dalla Driv! Questa non ci voleva.” mormorò Alexander.

“Cosa facciamo?” chiese Andrew sottovoce.

“Non mi resta altro da fare che metterli fuori combattimento.” disse Alexander, poi uscì dal sicuro nascondiglio dietro agli alberi e partì all’attacco degli uomini della Driv. Riuscì a metterli tutti fuori gioco in breve tempo colpendoli con dei calci potenti e precisi.

“Bene, ora potete uscire da lì dietro.” disse Alexander.

I tre ragazzi salirono sulla macchina e partirono.

“Questa non ci voleva.” mormorò Alexander.

“A me non sembra così grave, dopotutto non è la prima volta che la Driv tenta di farci fuori.” disse Rechel.

“Il fatto è che ho accuratamente celato alla Driv l’esistenza di questa macchina e non riesco proprio a capire come ne siano venuti a conoscenza.” spiegò Alexander.

“Può darsi che qualcuno ti abbia tradito.” disse Andrew.

“Chi? Dan? La tribù di Deron? Più probabile che gli asini si mettano a volare.” obiettò Alexander.

“Sei sicuro che solo loro siano a conoscenza del tuo piano?” chiese Andrew. Alexander annuì.

“Un momento…hai detto che la Driv fino ad oggi non conosceva l’esistenza di questa macchina, giusto? Quindi è per questo che mentre viaggiavamo per la foresta di Deron non li abbiamo incontrati.” disse Rechel.

“Esatto.”

“Cambiando discorso: quale sarà la prossima meta?” chiese Rechel.

“Il vulcano di Grumh, che contiene nella sua camera magmatica un frammento del medaglione del sole.” rispose Alexander.

“Un vulcano? E dimmi un po’: come pensi di entrare in un vulcano ed uscirne vivo? La lava e il calore ci ridurranno subito in cenere!” esclamò Rechel.

“Non necessariamente, esistono delle tute molto resistenti al calore e che hanno anche una buona resistenza alla lava. Inoltre il vulcano in questione non erutta più da molti anni.” ribatté Alexander.

“E dove possiamo procurarci delle tute del genere?” chiese Rechel.

“Isabel, una mia collega specializzata in demoni di fuoco, ne possiede un bel po’ e sono sicuro che sarà felice di prestarcene tre. Inoltre abita in una città vicina al vulcano e questo significa che possiamo riposarci lì prima di tentare di recuperare il frammento del medaglione.” rispose Alexander.

Viaggiarono per quattro ore senza imbattersi negli uomini della Driv o in qualche demone. Verso l’una di notte raggiunsero il villaggio di pescatori in cui avevano pernottato durante il viaggio verso la foresta di Deron. Anche questa volta presero una camera singola e una doppia, solo che stavolta toccò ad Alexander e a Rechel dormire insieme.

“Meno male che abbiamo trovato quest’albergo ancora aperto, altrimenti avremmo dovuto passare la notte in macchina.” disse Rechel mentre si cambiava.

“Adesso girati pure, ho finito.”

Alexander sedeva sul letto, pensieroso.

“A cosa stai pensando?” chiese Rechel.

“Al modo in cui la Driv è riuscita a scoprire l’esistenza della macchina.” rispose il ragazzo.

“Penso che sia inutile continuare ad arrovellarsi il cervello, prima o poi lo scopriremo.” disse Rechel.

“Sì, hai ragione.”

I due ragazzi si infilarono sotto le coperte e per un po’nessuno dei due parlò, poi Rechel chiese: “Hai mai avuto una ragazza?”

“Sì, una volta.” rispose Alexander.

“E che fine ha fatto? Ti ha mollato per un altro” chiese Rechel sorridendo.

“No, è morta. Da sette anni.” rispose Alexander, cupo.

“Mi dispiace, non avrei dovuto parlare di questo argomento.” si scusò Rechel.

“No, non preoccuparti. Ormai sono quasi riuscito ad abituarmi all’idea che sia morta, quindi se vuoi fammi pure qualche altra domanda.”

“L’amavi molto?”

“Sì, credo che fosse impossibile non amarla.”

“Com’era?” chiese Rechel.

“Aveva i capelli lunghi e neri come l’ebano e dello stesso colore aveva gli occhi. Era gentile e premurosa, sempre pronta a dare una mano al prossimo. Il suo sogno era diventare una missionaria per aiutare le persone meno fortunate.” rispose Alexander.

“Davvero una persona altruista” commentò Rechel “invece tu hai sempre sognato di fare il cacciatore di demoni o un lavoro simile oppure sognavi di fare qualcos’altro?”

“Da piccolo volevo fare lo scrittore e ancora oggi ogni tanto scrivo un po’.”

“Io non so ancora che lavoro mi piacerebbe fare anche se non mi dispiacerebbe fare la musicista.” disse Rechel.

“Ti ci vedrei bene come lottatrice di wrestling, hai la grinta giusta.” scherzò Alexander.

“Spiritoso. Non ti colpisco col cuscino perché sono troppo stanca.” disse Rechel ironicamente.

“Allora dormiamo.”

Il mattino dopo i tre ragazzi ripresero il viaggio verso il vulcano Grumh. Questa volta furono meno fortunati, infatti si imbatterono in alcuni demoni che Rechel uccise con la pistola, ma per il resto non incontrarono molti ostacoli.

Verso le due del pomeriggio raggiunsero Ghos city, la città in cui viveva la collega di Alexander, Isabel. Sopra la città il vulcano Grumh torreggiava come un gigantesco mostro sputa fuoco.

“Ma se il vulcano eruttasse la città non correrebbe il rischio di essere spazzata via?” chiese Andrew.

“Come ho già detto questo vulcano non erutta da molti anni. Inoltre questa non è una città molto popolata per cui sarebbe facile preparare un evacuazione in caso di pericolo.” rispose Alexander.

Attraversarono alcune vie della città e si fermarono davanti a una villetta dove Alexander posteggiò la macchina.

“Abita qui?” chiese Rechel. Alexander annuì.

Attraversarono un magnifico giardino pieno di piante, raggiunsero la porta in legno di rovere e bussarono.

“Questa casa è ancora più all’antica della mia, almeno da fuori.” commentò Rechel.

Dopo un po’di secondi la porta si aprì e i tre ragazzi si trovarono di fronte a Isabel. Era una donna sui trenta, dai capelli biondo chiaro e dagli occhi azzurri. Era alta e magra e indossava numerosi braccialetti e anelli.

“Ciao, Alexander.” lo salutò la donna.

“Ciao, Isabel.”

“Certo che ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti.” disse Isabel.

“Ho avuto parecchio da fare.”

“Beato te! Io invece ho sempre più difficoltà a trovare demoni di fuoco da ammazzare. Cambiando argomento vedo che ti sei fatto dei nuovi amici.” disse Isabel indicando Rechel e Andrew.

“Questi sono miei allievi. Lui è Andrew e lei è Rechel.” li presentò Alexander.

“Lasciate che vi dica che siete stati fortunati! A memoria d’uomo siete i primi che Alexander ha deciso i prendere come allievi!” esclamò Isabel.

“Ascolta, Isabel avrei un favore da chiederti. Potresti prestarci tre tute termiche?” chiese Alexander.

“Sì, non c’è problema. Solo potrei sapere perché ne avete bisogno?”

“Dobbiamo entrare nel vulcano Grumh, voglio che i ragazzi imparino sulla loro pelle cosa vuol dire trovarsi nella tana di un demone di fuoco.” rispose Alexander.

“Capisco.”

“Inoltre vorrei chiederti un altro favore: potresti ospitarci per la notte? Te ne saremmo molto grati.”

“D’accordo. Se vi serve qualcos’altro io sono a vostra disposizione. Per esempio se avete fame ditemelo.” disse Isabel.

“In effetti abbiamo fatto u lungo viaggio ed è da parecchie ore che non tocchiamo cibo.”

“Ho capito, vi preparo qualcosa. Intanto accomodatevi pure in salotto.”

Anche l’interno della casa di Isabel era arredato in vecchio stile, nonostante disponesse di alcuni ritrovati recenti della tecnologia. I tre ragazzi si accomodarono su tre soffici poltrone, mentre Isabel preparava qualcosa da mangiare.

“Non per spaventarvi, ma la cucina di Isabel è piuttosto piccante.” disse Alexander.

“Per me non c’è problema, ho talmente fame che mangerei anche un serpente.” disse Rechel.

In effetti Rechel fu l’unica a godersi davvero la cucina di Isabel, mentre gli altri due erano costretti a ingurgitare parecchi litri d’acqua per non andare a fuoco.

Dopo pranzo Alexander e Andrew andarono fare un giro per Ghos city mentre Rechel decise di rimanere a parlare un po’con Isabel, con la quale aveva fatto subito amicizia.

“Conosci Alexander da tanto tempo?” chiese Rechel, mentre passeggiavano per il giardino.

“Da cinque anni, da quando il capo lo ha mandato ad aiutarmi a far fuori un demone di fuoco molto pericoloso.” rispose Isabel.

“E cosa ne pensi di lui?”

“Penso che sia un bravo ragazzo. Certo è un tipo misterioso, ma è una persona fedele e sincera che fa il suo lavoro meglio di chiunque altro.”

“Tu sai perché ha deciso di diventare cacciatore di demoni?” chiese Rechel.

“No, nessuno sa niente del suo passato. Forse solo il capo è a conoscenza di qualcosa del suo passato, ma quel poco che sa non l’ha mai rivelato.” rispose Isabel.

“Invece tu perché hai deciso di diventare cacciatrice di demoni di fuoco?”

“Perché sette anni fa i demoni di fuoco hanno incendiato e distrutto il villaggio in cui vivevo. Solo io riuscii a sopravvivere a quell’incendio e per vendicarmi decisi di dare la caccia ai demoni che mi avevano rovinato la vita.”

“Mi dispiace” disse Rechel.

“Non preoccuparti è acqua passata ormai” disse Isabel che non sembrava molto convinta delle sue stesse parole. Le due chiacchierarono ancora un po’ del più e del meno, poi Rechel andò a cercare Andrew e Alexander per visitare la città insieme a loro.

La sera i tre ragazzi ritornarono a casa di Isabel, cenarono e poi andarono a dormire nella camera per gli ospiti che Isabel mise a loro completa disposizione.

Il mattino dopo si alzarono, fecero la doccia a turno, si vestirono e fecero colazione. Poi seguirono Isabel nel suo “studio” dove la donna un intera documentazione sui demoni di fuoco e tutti gli oggetti del mestiere. Tra questi aveva anche parecchie tute termiche color rosso fuoco, le stesse di cui Alexander aveva fatto richiesta il giorno prima. La donna non aveva dimenticato la sua promessa di prestarne qualcuna ai tre ragazzi e così ne diede una a ognuno di loro.

“Sei sicura che sia della mia taglia?” chiese Rechel, mentre guardava perplessa la sua tuta.

“Queste tute sono fatte in modo tale da adattarsi al corpo di chiunque la indossi.” spiegò Isabel.

“Grazie mille Isabel, ti siamo debitori.” disse Alexander.

“Non preoccuparti, per amici e colleghi questo e altro” rispose la donna.

“Ora dovremmo proprio andare a fare una visita al vulcano Grumh. Torneremo verso sera.” disse Alexander.

“Allora a dopo.

  
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