Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Son Ken    26/01/2013    11 recensioni
«Kuroko, mi sono fidanzato. Dopo il diploma tornerò negli Stati Uniti e mi sposerò.»
«Spero siate felici insieme, Kagami-kun.»
Quel giorno, qualcosa si ruppe.
Ma, forse, quel qualcosa poteva ancora essere riparato.

-----
Kagami si è sposato subito dopo la fine del liceo, e solo dopo cinque anni e due figli si è reso conto di aver fatto un tremendo errore e decide di ricominciare la sua vita tornando nuovamente in Giappone.
Ciò che non si aspetta, è di ritrovare l'anima gemella che aveva sempre avuto accanto ma non aveva mai notato prima.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buonasera a tutti, spero abbiate passato una felice settimana :)
Spero inoltre che siate tutti pronti al 1 Febbraio e che abbiate prenotato le vostre copie di Kuroko's Basket in fumetteria. Personalmente l'ho fatto a Dicembre e ora che manca una sola settimana sono ormai pronta al fangirling!
Comunque, come al solito ci tengo a ringraziare i recensori (Iria, Gary Hawkeye, susyko, Rebychan, Rota, Skarry e Meyu_; è davvero un piacere per me leggere le vostre recensioni e rispondervi!), i nuovi follower (Akiko_, apple19, mayoko chan, Meyu_, Skarry e susyko) e anche i nuovi Preferiti/Ricordati (AKASHIsama, briciolaFINE93, Skarry e _Lily).
Del capitolo non c'è molto da dire, a parte una cosa: un evento di questo capitolo sarà importante in seguito.

Buona lettura!


Kuroko No Basket © Tadatoshi Fujimaki.

The beauty of life is made of shadow and light

«Kagami-kun, c'è qualcosa che ami più del basket?»
«Assolutamente no. Nulla potrebbe separarmi da questo sport.»

-----

«Tiiiiiger! È possibile che tu pensi solo ed esclusivamente a quello stupido basket? Trovati un lavoro!»
«Ma io-»
«Mi ami, no? Allora fallo... fallo per me.»
«Uff, va bene...»

-----

“Di chi è stata la pessima idea di mettere la sveglia?!”

Taiga non era certo felice di svegliarsi al suono di quell'insistente trillo e constatare che erano solo le 6 e 45 del mattino, visto che aveva dormito poco. Il discorso con Tatsuya la sera precedente l'aveva scosso e gli aveva tolto il sonno per almeno mezza nottata, aveva assolutamente bisogno di riaddormentarsi e poi magari anche picchiare a sangue il genio che aveva deciso di far suonare la sveglia che stava sul comodino.
Quando allungò il braccio verso l'oggetto, notò che accanto vi era un foglio: piccolo, giallastro -era sicuramente un post-it, ma il cervello di Taiga non era ancora abbastanza sveglio da rendersene conto-, con una scritta a mano in una calligrafia semplice e chiara, elegante. Era sicuramente di Himuro.

“Hikari e Mizu non possono certo stare tutto il tempo in casa da soli. Qui vicino c'è un asilo, i vicini ne parlano bene quindi credo sia un buon posto.”

Sollevò la testa reggendola con un braccio, ci mise diversi attimi a elaborare il significato di quelle parole ma appena lo realizzò spalancò gli occhi e si sollevò alla velocità della luce, come se qualcuno gli avesse appena buttato addosso un secchio d'acqua fredda.
Non ci aveva pensato affatto!

Ci mise una decina di minuti a prepararsi, tra doccia-lampo e liti con le valigie che ancora non aveva disfatto per trovare una maglia, una giacca e un paio di pantaloni che non facessero necessariamente a pugni tra loro.
Poi andò a svegliare anche i bambini, l'impresa fu abbastanza semplice in realtà. Li aiutò a prepararsi, soprattutto Hikari che era abituata ad essere vestita dalla mamma a differenza di Mizu che era più indipendente anche perché la madre spesso non lo notava neanche se era in difficoltà e di conseguenza aveva imparato pian piano a pensare a se stesso.

Kagami scoprì così che mettere un vestitino carino, bianco e rosa con tanto di gonna a pieghe, alla figlia poteva essere una vera impresa, non tanto perché lei si ribellava -non le faceva piacere, ma non lo odiava neanche- ma piuttosto perché quei cosi, per lui, erano davvero assurdi da infilare.
Così come era assurdo il comportamento della bambina, che subito dopo era corsa a infilarsi una felpa rossa che con il vestito carino non c'entrava proprio nulla, scompigliandosi i capelli rossi nel gesto e costringendo quindi il padre a sistemarglieli. Soprassediamo sulle dubbie capacità di Taiga in ciò, considerato il trattamento che aveva riservato ai propri stessi capelli qualche minuto prima limitandosi a tamponarli e strofinarli un po' con l'asciugamano tanto per non farli gocciolare.

Ecco, in certi momenti Taiga amava tantissimo Mizu.

-----

Si sentiva leggermente in imbarazzo in quel momento, a camminare per strada con una bimba sulle spalle che gli tirava i capelli e un bimbo più piccolo in braccio che gli faceva domande assurde del tipo “L'Idrogeno non ha elettroni, quindi come fa a legarsi con l'Ossigeno per formare l'acqua?”. Doveva smettere di comprargli tutti i libri che destavano il suo interesse per una bella copertina senza prima guardare cosa trattassero. Altrimenti poteva rischiare di fargli leggere libri erotici per sbaglio, e non sarebbe stata un'ottima cosa.

Alla fine, il trio raggiunse la destinazione prefissata senza problemi.
L'atrio dell'asilo non era molto grande, ma era molto colorato e accogliente, alle pareti vi erano appesi diversi disegni e alcuni nonostante fossero fatti da bambini la cui età massima poteva raggiungere i cinque anni erano molto carini.
Kagami si avvicinò alla scrivania dove era seduta una giovane donna dai lunghi capelli castani mossi sciolti sulle spalle, probabilmente la segretaria o una maestra che svolgeva quella funzione.
Diede alla donna tutte le informazioni necessarie all'iscrizione, cercando di essere il più cordiale possibile. A ventitré anni aveva ancora qualche problema con le forme di cortesia, inutile nasconderlo.

«Oh, i suoi figli sono molto fortunati. Il sistema li ha inseriti entrambi nella classe di Tetsuya-sensei! Senza offesa per gli altri, ma è il maestro migliore che abbiamo.»

Il cuore di Taiga mancò un battito.

“Tetsuya-sensei... no, non può essere. Insomma, non è possibile che sia lui, è ovvio che si tratti solo di qualcuno con lo stesso nome!”

«Ovviamente se vuole può conoscerlo, immagino che vorrà sapere almeno che faccia ha la persona che qui dentro si occuperà dei suoi bambini.»

Mentre la ragazza parlava, il cellulare di Kagami vibrò nella tasca dei pantaloni.

“From: Tatsuya Himuro
Subject: //
Text: Idiota, corri alla stazione dei pompieri e completa il trasferimento. Atsushi dice che non ti vuole nutrire a vita e sono d'accordo con lui perché a mandarci in fallimento economico bastano le sue, di spese alimentari.”

«Ne sarei molto felice, ma ora ho un impegno improrogabile a quanto pare. Grazie e arrivederci!»

Disse, per poi salutare anche i figli e correre via. Erano questi i momenti in cui gli allenamenti di Riko ai tempi del liceo mostravano i loro frutti.

-----

Hikari entrò nell'aula con passo sicuro, seguita da un Mizu dall'aria molto più timida, quasi completamente nascosto dietro la sorella.
Lei si presentò ai nuovi compagni e corse a giocare con i robot insieme a un gruppetto di ragazzi, il più piccolo invece si limitò a mettersi in un angolo e affondare la testa nel libro in Inglese che portava con se.
Pensava di passare la solita giornata di lettura senza essere notato, ma una figura imponente -in realtà non così imponente, ma lui era pur sempre un bimbo di tre anni- si mise davanti a lui.

«Che leggi, Mizu-chan?»

Il bimbo sollevò la testa incuriosito e osservò il ragazzo dai capelli azzurri e gli occhi blu che si era intanto chinato alla sua altezza e lo aveva affiancato.

«Leggo un libro di Arthur Conan Doyle. Ma è in Inglese, non so ancora leggere la scrittura giapponese...»

Ammise con un po' d'imbarazzo.

«E ti piacerebbe imparare?»

Non si aspettava una reazione simile, solitamente tutti lo guardavano storto. Lui invece gli aveva sorriso e chiesto se voleva imparare a leggere anche il Giapponese.

«Certo!»

Scattò in piedi, mettendo il segnalibro alla pagina in cui era arrivato e seguendo il maestro con aria felice.
Fu allora che lo vide, in un angolo, dimenticato da tutti.

«Tetsuya-sensei, quello che cos'è?»

Tirò il ragazzo per un dito, cercando di catturare la sua attenzione, mentre con l'altra mano indicava un oggetto.

«Quello... quello è un pallone da basket, ma qui nessuno dei bambini sembra apprezzarlo, probabilmente perché la palla pesa più di quella da calcio o perché per giocare servono meno persone, o... sinceramente non so proprio perché non piaccia, è uno sport bellissimo.»

Mizu non era un grandissimo osservatore, ma chiunque avrebbe notato che alla parola "basket" gli occhi di Tetsuya-sensei avevano iniziato a brillare.
Proprio come quelli del suo papà quando gli raccontava di quello sport.
Però non si era mai informato a sufficienza e sui suoi libri non aveva trovato nulla, quindi non sapeva com'era a livello pratico quello sport che tanto piaceva al suo papà.

«Tetsuya-sensei, prima di imparare a leggere... mi può insegnare a giocare a basket?»

Kuroko in quello sguardo, nonostante gli occhi del bambino fossero blu e non avesse le sopracciglia doppie -in realtà di esse vi era un piccolo accenno, ma era appena visibile-, ci vide il suo Kagami. Quello del liceo, il ragazzo innamorato del basket che aveva conquistato il suo cuore e che, dopo cinque anni, non era ancora riuscito a togliersi dalla testa.


   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Son Ken