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Autore: Satyros_    27/01/2013    1 recensioni
1 Gennaio, 2036 d.C.
Che senso ha, riportare in vita i Beatles?” domandai nuovamente. Vidi solo allora, mio padre lievemente in difficoltà ed innervosito.
“ è meglio che tu non lo sappia, Michelle. Credimi!” Invece il mio corpo voleva conoscere il contrario.[...]
“ Non mi interessa!” Sbottai, ne andava dell’esistenza di quattro ragazzi! Calò il silenzio. Mio padre era al quanto stupito.
“ Se devo rischiare la mia incolumità, per tornare nella loro epoca, e riportavri capelli e cazzate varie, voglio almeno sapere che cosa ne farete, una volta clonati e riportati in vita! Altrimenti di qua non mi muovo!” Esclamai, notevolmente su di giri.
Vidi gli ufficiali ed gli altri scienziati, scambiarsi occhiate languide e sorprese. Nessuno ebbe il coraggio di fiatare. [...]
Mio padre si schiarì la voce, ed iniziò con le giustificazioni. “ Ci servono come Trattato di pace!” mi disse. Trattato di pace? Ma che razza di storia era mai quella?! In che raza di casino m’ero intrufolata, questa volta?
“ Trattato di pace… che significa?” domandai, maggiormente in sato confusionale, rispetto a prima.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo -
Dante,Bambi,Antenna-parabolica e Frodo.

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Sentivo delle voci confuse, rimbombarmi nella testa. Frasi sconnesse, che si stavano lentamente trasformando in ‘ Oh mio dio, è svenuta!’ oppure ‘ qualcuno chiami un’ambulanza!’ ‘com’è successo?’ ‘Hey ragazzina, svegliati!’. Iniziai con l’aprire degli occhi, non ricordavo nulla, della giornata precedente. Nemmeno degli anni precedenti. Spalancai gli occhi, ed un aria al quanto purificata mi riempì i polmoni, causandomi un lieve fastidio alla gola. Feci un leggero colpo di tosse. Mi facevano male le vene dei polsi, sangunavano lievemente, a guardarle bene. Avevo tentato il suicidio?
Hey Ragazzina, ti senti bene?” Mi chiese un ragazzo al quanto strambo. Annuii, non riuscivo a parlare.
Hey, Hey! Resta con noi, sù!” lo sentii esclamare. “ Come ti chiami? Hey!” mi richiamò. Esattamente, come mi chiamavo? Possibile non ricordassi neppure quello? Neppure il mio nome?
Feci un cenno di diniego, non potendo dire altro. “Vieni, sù, ti porto a casa!” esclamò. “Dove abiti?” Domandò curioso.
Io..” la voce uscì, finalmente. Rimasi un po’ sorpresa dal suono della mia voce, nella mia testa.
Tu?” mi chiese, al quanto preoccupato.
Non mi ricordo!” esclamai. La vista era ancora offuscata.
Dannazione! Va bene, ti porto in studio!” Mi disse, mentre tentava di tenermi in piedi. I miei muscoli erano intorpiditi, e la vista sempre più appannata.
Resisti ancora due minuti, lo studio è dietro l’angolo!” esclamò. Mi aggrappai al suo braccio, e lasciai le mie gambe al loro destino. La testa era pesante, e tutto attorno a me, era nuovo. Forse era dovuto al fatto che non ci vedessi affatto bene.
Il ragazzo mi portò all’interno di una struttura che somigliava ad un vecchio palazzo verde scuro. Salimmo sino al sesto piano, scortati dall’ascensore, dopo di chè mi ritrovai seduta, e stremata su di un divano.
Ha sete Paul!” Sentii urlare qualcuno “Testa di cazzo, dalle da bere!” la stessa voce che aveva appena urlato.
No idioti, ha fame!” sbottò qualcun altro “George, lei non è come te, avrà sete, non fame, idiota!” la stessa voce di prima. “Hey ragazzi, che ne direste di restituire gli occhiali da vista a questa ragazza, come prima cosa?” Sentii un’altra voce, una voce nuova, rispetto alle altre tre. Fu allora che la vista tornò al suo posto. Finalmente ci vedevo. Riuscii a distinguere quattro ragazzi a me noti. Non riuscivo a ricordare dove li avessi visti, ma li avevo visti. Almeno una volta nella mia sconosciuta vita.
Ben tornata nel mondo dei viventi!” Vidi un ragazzo sorridermi. Mi ero ripresa, tutti i miei sensi si erano risvegliati dal presunto coma.
Corrugai la fronte.
Dove diavolo sono?” domandai lievemente spaventata. Avevo delle strane voci in testa. Rimbombavano e dicevano ‘Abbiamo bisogno dell’Afroamerica…’ ‘ viaggio nel tempo, Michelle’ ‘Michelle, sei solo una stupida adolescente!’ non riuscivo a capire. Qualcuno mi voleva lanciare un messaggio, per caso?
Ci troviamo nell’Afroamerica, per caso?” domandai confusa.
hahahaha! Ragazza, quanta roba ti sei fumata, per ridurti in questo stato?” Mi domandò uno dei quattro, quello che avevo classificato come “Dante Allighieri”, per via del lungo naso aquilino.
Io non fumo!” esclamai, offesa. “Fa male ai polmoni!” continuai. Mentre il mal di testa martellava pesantemente.
Macca, dove diavolo l’hai beccata, questa qua?” domandò Dante, al ragazzo che avevo classificato come ‘Bambi’, per i suoi occhi, che mi ricordavano tanto una cerbiatta.
Era svenuta, mi è svenuta davanti a gli occhi, e dire che pensavo che i baffi finti e la barba bastassero a nascondermi dai Fans!”
Te lo ha suggerito tuo nonno, vero Paul? Scommetto che ti ha detto ‘ Ragazzo, sempre con quel naso ficcato sui libri! È ora di sfilare!’ non è vero, Paul?” Domandò colui che avevo classificato come ‘Signore degli anelli’,  in memoria dall’indimenticabile saga, ma anche perché aveva le dita ornate da tanti piccoli anelli dorati.
Chi, mio nonno? No, quello lo dice solo a te, Ringo! volevo solo andare a comprare dei mandarini!” Esclamò Bambi. Mandarini? Che diavolo erano, i mandarini?
Mandarini?” domandò ‘Antenna Parabolica’, per le sue orecchie a sventola. “ E li hai comprati, Paul? perché sto morendo di fame!” continuò Antenna Parabolica, famelico. Bambi voltò gli occhi al cielo, sbuffando.
No, finchè fans isteriche – senza offesa – piombano svenenti dal nulla!” disse rivolgendomi il ‘senza offesa’. Non capivo di che diavolo stessero parlando.
Le avete dato dell’acqua?” domandò Frodo, il signore degli anelli.  Ma nessuno parve ascoltarlo, allora mi si avvicinò.
Ciao, quei tre idioti patentati, ti hanno percaso dato da bere alla fine?” domandò gentilmente. Diniegai.
Aspetta qui, ti porto una birra!” mi sorrise. Aveva due grandi occhi azzurri e gentili, uno strambo ed improbabile naso, e tutta l’aria di essere amabile e simpatico.
Tornò con una lattina di birra, dalla quale tracannai pesantemente. Solo allora mi accorsi come e quanto stessi morendo di sete! “Grazie…” tentai di scoprire quale fosse il suo nome, che non comprendesse ‘frodo’ o ‘signore degli anelli’ “Richard! Ma tutti mi chiamano Ringo!” disse facendo una smorfia buffa in direzione degli anelli alle dita. Mi strappò un sorriso.
Toh Guarda Ringo fa già il cascamorto!” lo prese in giro Dante, seguito dalle risa di complicità da parte anche di Bambi e Antenna Parabolica. Il ragazzo classificato come Ringo, li mandò a cagare tutti quanti.
Allora svenevole donna, qual è il tuo nome, di grazia?” Chiese Dante, improvvisandosi gentiluomo.
Credo di chiamarmi…” tentai di ricordare. Allora fu tutto più chiaro, ricordavo che odiavo il mio nome trasformato al maschile. Sì, questo lo ricordavo! E ricordavo anche il perché lo odiassi, per cui mi tornò in mente.
Ci sono!” sbottai, “Adesso mi ricordo come mi chiamo!” i quattro ragazzi si guardarono straniti fra loro. Dante fece quell’odioso gesto che serve a classificare i pazzi fuori di testa. Gli altri si trattennero dal ridere.
Mi chiamo Michelle Josephine Jackson!” Esclamai felicemente fiera del risultato mnemonico.
Michelle eh?” domandò curioso Bambi. “ Già, nome al quanto ridicolo se trasformato al maschile!” dichiarai prima che pensassero loro di farlo al posto mio.
Michael Joseph Jackson?” domandò antenna parabolica “ e che cosa avrebbe di strano, trasformato al maschile?” chiese curioso.
Beh, è il nome del re del pop, Michael Jackson, avete presente?” chiesi.
Pop?” domandò Ringo, curioso. “Re?” chiese Dante, “ Esiste un tizio che si fa chiamare Re del Pop?” concluse Bambi. Possibile che non conoscessero davvero Michael Joseph Jackson? Quanto arretrati dovevano essere, di cervello, per non conoscere la sua musica? Un momento! Mi venne in mente che forse non lo conoscevano, perché non era nemmeno nato.
Scusate, baldi giovani, in che anno sono capitata?” domandai, seriamente. Ma presero la mia domanda per uno scherzo.
Forse sei l’unica a conoscere questo Re del Pop!” domandò Bambi, mentre si accendeva una sigaretta.
No, seriamente! Non mi ricordo che anno è!” esclamai io. I quattro si lanciarnono nuovamente sguardi sorpresi.
Davvero sei così scombussolata?” Chiese Dante; Annuii, attendendo risposta.
Siamo nel Millenovecentosessantuno, ragazzina smemorata!” esclamò Bambi, sorridendomi. Che gran bel sorriso, aveva. Un momento! 1961? Michael Jackson aveva neanche tre anni, essendo nato nel ’58. Com’era possibile?
Fu solo allora, che prematuramente i ricordi di un futuro davvero lontano, ripiombarono nel mio cervello. Finalmente ricordai mio padre, mia madre, mia sorella, il viaggio. Tutto.
   
 
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