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Autore: Fuffy91    17/08/2007    1 recensioni
Rieccomi!! Spero vi piaccia! é una storia di avventura, coraggio e mistero.Una strana ragazza legata ad un segreto , ad una ciurma di pirati ben conosciuta e ad un capitano con un cappello di paglia. Intrighi, paure, misteri, segreti, dolori, vie nascoste, strade insidiose, nascondigli , gioie, sorrisi, bevute in compagnia, profumo di arance e magia...questo è Orange Town! Leggete e commentate se volete! Baci da Fuffy91!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Un leggero vento smuoveva le foglie verdi dell’albero d’arance più grande di tutto il parco di Orange Town. Sotto quest’ultimo, due giovani pirati, colti entrambi da un’improvvisa stanchezza, sdraiati languidamente su una tovaglia variopinta di tantissimi colori, dormivano meravigliosamente avvinghiati in un dolce abbraccio, mentre un vivace alito di vento estivo giocava con i loro ciuffetti ribelli che ricoprivano le loro fronti distese. Essi, rapiti e inglobati dai loro privati mondi dei sogni, risultavano del tutto ignari del pericolo imminente che si stava avvicinando ,come un’ improvvisa tempesta che agita le acque insidiose dell’oceano immenso, a grandi passi verso di loro, e che presto, molto presto, avrebbe sconvolto la loro dimensione di quiete, pace e dolcezza. Infatti, uno strano individuo dalla statura alta e possente li osservava ,ormai da un po’, poco lontano e con un sorrisino per niente raccomandabile dipinto sulle labbra violacee e sottilissime, mentre il suo mantello nerissimo svolazzava ribelle intorno alle sue gambe leggermente divaricate ed ogni tanto vi si appiccicava come un adesivo. I capelli, lunghi fino all’altezza delle spalle e di un castano scuro, quasi vicino al nero, sempre per colpa del venticello afoso, gli scoprivano la nuca, rivelando un tatuaggio con la scritta visibile e di medie proporzioni:” Elemento 6”. Egli scrutava con i suoi grandi occhi color dello zenzero, divertito, le figure distinte dei due ragazzi, e così, oltrepassando le nubi polverose ,che si erano inevitabilmente formate per le numerose capriole del vento, si diresse con passo lento ma deciso verso i suoi nuovi e giovani avversari, pensando tra se:” Sarà più facile di quanto immaginassi!”. Nello stesso tempo, lo stesso venticello, oltrepassando strade e borghi, si arrestò, deliziosamente bloccato dalla rossa chioma della bella navigatrice Nami, la quale si confondeva con il cielo dipinto, per la scomparsa del sole dietro le cime montuose dell’isola, con un meraviglioso color arancio, perdendo le sfumature rosse e gialle che ne aveva fatto un degno quadro da impressionista. La sua espressione era il ritratto dell’ira mista alla concentrazione; infatti, la bella rossa, con la mente leggermente offuscata dal furore per la bionda platino dagli occhi di un rosso rubino,che continuava ad osservarla divertita e soddisfatta, si arrovellava per escogitare un modo per liberarsi dalla morsa di ghiaccio in cui l’aveva imprigionata, con la sola mano destra:” Non oso immaginare cosa possa fare usando entrambe le mani! Mi sembra evidente che abbia mangiato un frutto del mare, grazie al quale riesce a congelare ogni minima cosa che sfiora. La scoperta non è molto confortante, devo ammetterlo! Ciò nonostante, devo escogitare un modo per liberarmi da queste indesiderate corde fatte di ghiaccio, e alla svelta anche, visto che dalla sua odiosa espressione, mi da tutta l’aria che voglia tramutarmi in un bel ghiacciolo gigante.” Il flusso dei pensieri di Nami venne interrotto dalla vocina acuta e decisa di Ice, la quale, con tono provocatorio accompagnato ad uno dei suoi sorriseti velenosi, le disse:” Cos’è, il mio ghiaccio ti ha congelato la lingua oltre le caviglie?” e Nami, ricambiando il sorriso velenoso e provocatorio, le rispose falsamente seria:” No, a dire il vero mi stavo godendo la frescura. Sai, in fondo mi hai fatto un favore. Dopotutto, oggi fa così caldo, e ti confesso che un genuino gelo mi ci voleva proprio!”ed Ice, sempre più divertita per la resistenza,per lei, del tutto patetica della sua pungente avversaria, le rispose iniziando nuovamente una guerra, non solo con l’uso delle armi, ma anche verbale:” Bé, se ti piace così tanto, non vedo perché non posso accontentarti. Ti dirò, oggi mi sento particolarmente generosa, e la cosa è molto rara, te l’assicuro, mia cara!” terminò, ma questa volta invece di poggiare la mano destra al suolo, la puntò direttamente verso il viso crucciato di Nami, ma sempre rimanendo nella sua posizione di attacco, e con un nuovo irritante sorrisino che le curvò gli angoli della bocca, esclamò:” Congelamento totale!”. Dopo quell’urlo che fece sussultare la bella navigatrice,che ovviamente si era aspettata una reazione del genere,vide con i suoi occhi simili a due mandorle acerbe, un alone di gelo intenso circondare come una cornice la candida mano della bionda platino, e subito dopo il fuoriuscire dal suo palmo aperto di un velo di ghiaccio scintillante, che la stava raggiungendo molto velocemente. Ma proprio quando tutto sembrò preannunciare la fine della bella rossa, con lo sbigottimento di Ice, il cui sorriso si raggelò come il resto del suo corpo, alla vista del suo attacco che aveva imprigionato il tronco di un albero di arance poco distante dalla figura di Nami e quest’ultima…sembrò essere scomparsa nel nulla!”Devo dire che il tuo attacco non era niente male, ma mi rincresce informarti che io sono ancora qui, tutta intera e finalmente…libera!” esclamò Nami con un sorrisino di soddisfazione dipinto sulle labbra, scaturito alla vista dell’espressione sbigottita della biondina, la quale, ammirandola dal basso, visto che la rossa, dopo essersi misteriosamente liberata, con un agile salto, aveva raggiunto il muretto che circondava una casa adiacente allo scenario del loro combattimento e che ora, ricambiava il suo sguardo ,seduta comodamente con le gambe elegantemente incrociate e il suo fedelissimo bastone poggiato verticalmente su di esso, che usava come sostegno per la sua furba testolina scarlatta:” Co-Come hai fatto a liberarti? Nessuno prima di adesso c’era mai riuscito!” e Nami le rispose sempre sorridendo sfidandola:”Semplice, usando questo!” esclamò indicando il suo bastone con l’indice della mano destra che lo impugnava saldamente, e poi, con slancio, ricadde nuovamente a terra, e continuando le sue spiegazioni, ad ogni parola, con passi decisi, tornava alla sua posizione di partenza, facendolo roteare come una majorette:” Devi sapere che il mio non è un bastone come gli altri. È un bastone speciale. Vedi questi pallini di ferro, questi non esistono solo per abbellirlo, eh no, tutt’altro! Sono indispensabili per il mio scopo!” “ E quale sarebbe, sentiamo?” domandò con stizza Ice, e Nami sempre sorridendole diabolica le rispose, passando dalla posizione di difesa in quella di attacco, dividendo in due piccoli bastoni l’originale:” Quello di trasformarti in una bella granita, ghiacciolina bionda!”. E così dicendo, fece scaturire da ambedue le metà del suo bastone delle bolle di fuoco che con violenza scaraventò contro la sua incredula avversaria che era rimasta troppo sconvolta per difendersi dal suo, a parer suo, incomprensibile attacco, e così venne scaraventata contro un altro albero d’arance, e dopo aver emanato un grido acuto di dolore, scivolò lungo la ruvida superficie legnosa del tronco, e cadendo a terra in ginocchio quasi svenuta per le fitte lancinanti alla schiena e all’addome, a causa dei colpi di Nami, la quale tutta soddisfatta e con un gridolino di gioia, fece roteare in aria le due metà che impugnava e prendendole al volo, ricostruì immediatamente il bastone e infine ammirò la sua avversaria apparentemente sconfitta. Ma il suo trionfo durò nell’asso di qualche minuto, perché immediatamente Ice si rimise in piedi e, sorridendole per niente amichevolmente, sbatté le mani sonoramente e con lentezza, sbalordendo Nami che, rimanendo sulla difensiva, la guardava sconcertata e intanto pensava che di tutti gli avversari che aveva avuto la sfortuna di incontrare durante le sue numerose avventure, lei li superava egregiamente sia in pazzia che in diabolicità. “ I miei complimenti, sei davvero in gamba! Non solo ti sei liberata dalle mie catene di ghiaccio, ma mi hai anche messo ,seppur per un breve attimo, in difficoltà! Sai, all’inizio credevo che tu fossi un incapace che si divertiva a darsi un mucchio di arie, ma devo ammettere che ora devo ricredermi. Bè, tutto sommato il vostro arrivo ad Orange Town, nonostante abbia infastidito non di poco il mio magnifico signore, è stato…come dire…provvidenziale e stimolante!” concluse la bionda platino sorridendo velenosa e lasciando Nami un po’ perplessa; infatti, subito dopo, la rossa aggiunse:” Che intendi dire con provvidenziale?” e Ice sorridendo ancor più velenosamente, le rispose:” Lo capirai molto presto!” lasciandola di nuovo interrogativa. Poi Nami, sogghignando, continuò chiedendole:” Il tuo magnifico signore è per caso quel pazzo che ha ucciso senza alcun motivo quei poveri innocenti? Lo stesso che perseguita Ruby e che io e i miei compagni abbiamo avuto la sfortuna di incontrare a “Il gabbiano”?” ed Ice, stavolta infastidita dalle parole accusatorie della sua avversaria, le rispose irritata:” Come osi definire il mio signore Rog un pazzo?! E soprattutto come osi giudicarlo e deriderlo in mia presenza?!” e Nami sogghignando ancora di più:” Oh scusa, non sapevo che fosse tanto importante per te! Anzi, se devo essere sincera, non me ne frega un accidenti! E poi, se fossi in te, non terrei così a cuore la sua sorte, visto che il mio capitano a quest’ora lo avrà già ridotto in fin di vita!”. A quell’affermazione, Ice iniziò a ridere di gusto e in modo agghiacciante, irritando ancora di più Nami, che non vedeva l’ora di farla fuori una volta per tutte, ma lei sembrava per nulla interessata al loro combattimento, ed infatti continuò tra le risa:” Il tuo capitano?! Oh, ma per favore! Nessuno può competere con il mio signore, figuriamoci il primo pirata che sbarca sulla nostra isola!” “ La vostra isola?! Ora fammi tu il favore di non dire idiozie! Quest’isola non è vostra,appartiene solo a coloro che la abitano, come questa meravigliosa città di cui porta il nome!” concluse Nami furiosa, ricordando amaramente che anche ai tempi in cui gli uomini pesce sbarcarono sulla sua meravigliosa isola, Arlong proclamò che quest’ultima gli apparteneva, e da allora iniziò il suo incubo. In un certo senso, la tenacia e l’opposizione di Ruby nei confronti di quel tiranno e la sua sete di vendetta, gli ricordavano lei durante quei terribili anni di tirannia, e forse era anche per questo motivo che cominciava a volerle bene come ad una sorellina minore e combatteva al suo fianco, per il trionfo della giustizia e della libertà. Ma un’altra improvvisa e raggelante risata della sua avversaria la scrollo dai suoi lontani ricordi e dai suoi pensieri, ed inseguito questa aggiunse ancora più velenosa:” Mi dispiace deluderti, ma non è più così da molto tempo ormai! Comunque adesso basta chiacchierare. È il arrivato il momento per me di congedarmi!” quest’ultima esclamazione lasciò Nami ancora più interdetta e interrogativa, e accompagnò la sua espressione di stupore con un:” Cosa?!” ed Ice voltandole le spalle e facendo frusciare ai suoi piedi la bella giacca rosso fiamma, si diresse nella direzione opposta a quella della sua avversaria, la quale continuava a capirci sempre di meno, ma prontamente, quasi leggendole nel pensiero, Ice mentre si infilava il guanto dalle rose di pizzo nero, le disse senza voltarsi e continuando a camminare, mentre un lampo di sfida scintillava nei suoi occhi simili al rubino:” Tu sai dove si trova la residenza del mio signore vero?” e senza attendere la risposta continuò:” Ebbene ti aspetto domani mattina lì, e una volta arrivata, dirigiti alla stanza numero quattro, da sola. Consideralo un appuntamento con la morte!” e dopo aver lanciato l’aperto invito di sfida alla sua rossa avversaria, la sua figura scomparve nel nulla, lasciando solo l’eco assordante della sua odiosa risata isterica. “ La stanza numero due?” disse Zoro al suo avversario, dopo una serie di interminabili colpi in cui le sue tre infallibili spade e quelle temibili di Jimb si erano ripetutamente scontrate, una, due, tre…molte volte, infliggendo da ambedue i lati tanti colpi una volta schivati, talvolta andati a segno. Lo spadaccino dai capelli verdi osservava il suo acerrimo avversario dagli occhi ricolmi di follia,ed ora, improvvisamente di sfida. Mentre stavano combattendo, all’improvviso, proprio quando Zoro stava per sferrare uno dei suoi colpi micidiali, Jimb aveva riposto le sue spade nelle apposite fodere, spiazzandolo, e ravviandosi i ciuffi color del miele che gli fuoriuscivano dalla treccia e gli ricadevano sulla fronte, gli aveva offerto lo stesso identico invito alla residenza di Roger Smitt:” Domani mattina all’alba, nella stanza numero due. È lì che ti aspetterò spadaccino per concludere il nostro, come dire, conto in sospeso!” e questo ci riconduce al punto in cui li abbiamo trovati. Infatti dopo aver ripetuto le tre parole più importanti che il suo avversario gli avesse riferito, Zoro con un sogghigno e riallacciandosi la bandana verde smeraldo sul suo braccio destro subito dopo aver rinfoderato anch’egli le spade aggiunse:”Ci sarò!” “ Ne ero certo!” disse Jimb e dopo avergli rivolto un sorrisino diabolico, si diresse alla residenza del suo capo. La risata velenosa e malefica di Nadya si espanse in tutti i dintorni mentre teneva sotto la sua salda presa il corpo inerme di Nico Robin. Ma proprio quando questa sembrò ormai sconfitta, facendo credere alla sua perfida avversaria di tenerla ormai in scacco, in un attimo sgranò i suoi bellissimi occhi azzurro vitreo e in un lampo la fece ricadere al suolo, usando il ginocchio destro e con un colpo ben assestato alle sue gambe sottili, ma poco resistenti. Con questa improvvisa manovra di difesa, del tutto inaspettata, Nadya, ricadendo a terra con la schiena, lasciò per un attimo la presa delle sue ciocche sui polsi e le caviglie della bella archeologa che, con un scatto fulmineo, ne approfittò per liberarsi dalla sua morsa e usare la sua catena di mani per legarla nuovamente in una stretta più forte della precedente. Ma Nadya, prevedendo la mossa, con un salto riuscì a allontanarsi ed atterrare sul lato opposto della sua avversaria:” Sei davvero brava occhi di cristallo, ma questo non ti basterà per sopravvivere. Senti, visto che si sta facendo buio, propongo di rimandare a domani mattina il nostro accattivante combattimento, ci stai? Molto bene,allora ti aspetto nella stanza numero cinque del palazzo del mio signore, tu sai sicuramente dov’è.” E dopo averla salutata con un gesto della mano destra, scomparve nel nulla, aiutata dal buio crescente della notte imminente, lasciando Nico Robin interdetta e dubbiosa:” Ha voluto rimandare il nostro combattimento, ma non certo per il buio della notte. Quella donna è troppo furba e folle per aver paura dei mostri notturni.” Rifletté sorridendo Robin, e mentre si incamminava verso la locanda, dove sapeva che avrebbe incontrato i suoi compagni, leggermente dolorante per i vari ematomi sul corpo, una gocciolina apparve sul suo capo color della pece, pensando:” Occhi di cristallo?!Bhà!”e venne inglobata anche lei dall’oscurità avvolgente della sera. “Ahhh!!!” gridarono in contemporanea Usopp e Chopper ad un nuovo energetico attacco di Karl, che diede due calci in testa ai due malcapitati avversari con un solo grande salto, facendoli cadere entrambi dall’albero di arance sul quale fino ad ora si era svolto il loro strano combattimento:” Hahahaha!!! È inutile, non potrete mai battermi! Rassegnativi!! Hahahahaha!!!” “ Quanto mi è antipatico!” ringhiò Chopper ai limiti della sopportazione e tramutandosi in un uomo renna gigante, che raggelò la risata di Karl e fece sogghignare Usopp, che subito esclamò compiaciuto:” Haha! Ora non potrai nulla contro il mio leale seguace! Avanti, stritola quel nanetto dai capelli grigi!” “ A chi hai dato del nanetto, brutto nasone?!” Ma la sua audacia venne soppressa da Chopper che, dopo averlo fatto cadere dall’albero scuotendolo, lo sollevò dal suolo con una sola mano. Ma proprio mentre lui si dimenava dalla sua presa, un brontolio improvviso scosse l’atmosfera:” Ehm, scusate! È che da questa mattina non ho toccato cibo, sapete com’è, ho una linea da mantenere!” si scusò Karl grattandosi la nuca e provocando un tonfo sordo da parte di Usopp e lo sbigottimento di Chopper, il quale cominciò sorridendogli e da buon dottore:” Fai bene a mantenerti in salute, ma non devi trascurare i pasti quotidiani. Sono importanti per il fabbisogno dell’organismo!” “ Eh già ha ragione Chopper. Quando torni a casa mangia qualcosa!” esclamò Usopp incrociando le braccia al petto e con aria di chi la sa lunga, ma in fondo era solo un altro dei suoi blef!.” Eh si, farò così!” esclamò Karl preso dal momento, ma poi scuotendo la testa e infuriandosi mentre gli altri due sorridevano compiaciuti e annuivano soddisfatti dei loro consigli, vennero portati alla realtà da uno dei suoi sbraiti d’ira, e tutto rosso in volto, dimenandosi contro la stretta salda del buon Chopper, questi lo lasciò colto alla sprovvista e atterrato con la faccia al suolo, si alzò immediatamente e tossendo per darsi un contegno, proseguì:” A-ehm! Molto bene credo sia giunto il momento di farvi la richiesta definitiva! Se avete abbastanza fegato, venite al palazzo del mio padrone, Roger Smitt, e recatevi alla stanza numero sette!” “E perché?” chiesero in coro Usopp e Chopper ancora in dimensioni di uomo renna, e Karl alterandosi di nuovo urlò loro contro:”Perché così è deciso. Quindi vedete di non mancare o verrete ricordati come dei codardi a vita!” e detto questo si dileguò nel nulla lasciandoli sconvolti, e mentre Chopper ritornava nelle sue dimensioni originali, Usopp con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata come il suo amico per la sorpresa, aggiunse:” Piuttosto suscettibile il nanetto, vero?” e Chopper accanto a lui:” Si, e anche lunatico!” esclamò con la sua piccola vocina tenera e dolce. Era da un po’ che Sanji era steso a terra inerme, incapace di muovere un solo muscolo. Era ricoperto di lividi e di varie ferite che il suo avversario, con i suoi potenti e mirati calci, che lui aveva cercato e a volte rapidamente parava con i suoi e glieli infliggeva, gli aveva inferto un po’ dappertutto. Ricordava ancora le sue acide parole, pronunciate con il suo tono maledettamente atono che lo imbestialiva, gli aveva detto dopo un altro calcio potentissimo allo stomaco che lo aveva piegato in due e che non era riuscito a parare, purtroppo, ma che non lo aveva costretto ad inginocchiarsi ai suoi piedi e quindi essere un facile mirino per altri ancora più micidiali. Ma Jacob, invece di approfittarne, si era portato le mani nelle tasche della sua giacca del suo vestito elegante e nero, e con un movimento fluido, si girò verso se stesso e gli disse:” Ascolta, visto che sta calando l’oscurità, che ne dici di rinviare il nostro scontro a domani, all’alba, nella stanza numero tre della residenza di Rog, ci stai?” E Sanji rialzandosi gli rispose:” Certamente, che razza di domande. Non vedo l’ora di farti a pezzi!” esclamò stringendo i pugni con rabbia e il rosso acceso, sorridendo sardonico, si incamminò verso la direzione prefissatagli sussurrando:” Lo vedremo,biondo, lo vedremo!” e come i suoi compagni prima di lui, si dileguò nel buio imminente. A quel punto Sanji, dopo essersi acceso l’ennesima sigaretta, si era accasciato a terra per la stanchezza. Anche se accennato, il suo era stato un incontro duro. Da allora non si era più rialzato. Improvvisamente, una fitta all’addome lacerante, gli fece perdere i sensi, e l’unica cosa che riuscirono i suoi sensi furono solo delle voci, tante voci che si mischiavano a vicenda come un mazzo di carte da gioco, e il cigolio di una porta che si apriva, e dopo che la sigaretta appena accesa cadde dalle sue labbra socchiuse, il nulla lo avvolse. Quando riaprì nuovamente gli occhi, venne accecato dalla luce della lampada che penzolava dal soffitto in legno di un luogo a lui apparentemente sconosciuto. Quando costrinse a riaprire gli occhi, sentii lo sgocciolare di qualcosa di fluido, forse acqua, si , acqua che cadeva in una bacinella o qualcosa del genere, riempita dello stesso liquido. Poi sulla sua fronte sentì al tatto un fazzoletto di lino candido e fresco, che gli trasmetteva un certo refrigerio. Subito pensò al suo medico fidato Chopper, che magari trovandolo steso al suolo, lo aveva trasportato al sicuro e curato, ma immediatamente si ricredette quando costatò la morbidezza di lunghi capelli lisci che ricadevano come una tiepida pioggia sul suo viso e sulla spalla nuda ma ricoperta da uno strato di bende. Sorrise a quel contatto, ma poi sgranò immediatamente gli occhi facendo sussultare la sua improvvisata infermiera dai capelli biondi più dei suoi e raccolti in due graziosi codini. Quel visino e quegli occhi azzurri come due pezzi di cielo lo rassicurarono e dopo un sospiro di sollievo le sorrise rassicurante; ora ricordava:era Mary, la dolce cameriera di “ Il gabbiano” che lo stava medicando. La ragazza, sospirando anch’ella per il sollievo di vederlo di nuovo aprire gli occhi, anche se di soprassalto, la rassicurò, complice anche il suo sorrisino teneramente beffardo!. “ Finalmente ti sei svegliato! Come ti senti?” gli chiese sussurrando e a pochi centimetri dal suo viso. Anche Sanji si compiacque di questa improvvisa vicinanza, visto che era così vicina da poterle benissimo scorgere sulla punta del suo nasino appuntito e un po’ sparse qua e là sulle guance delle piccole lentiggini marroncine, che le conferivano un non so che di esotico, tanto che esclamò affascinato, senza pensarci:” Lentiggini!” provocando una risatina divertita da parte dell’oggetto della sua ammirazione:” Cosa?! Lentiggini?!” chiese divertita Mary, approfittando della situazione per sistemargli il fazzoletto di lino umido sul suo capo e scompigliandogli la frangetta con le dita durante l’operazione. Quel tocco fu come balsamo per i nervi tesi del ragazzo che socchiuse gli occhi un istante per poi riaprirli subito dopo per studiare di nuovo i lineamenti della biondina affaccendata e sempre vicina al suo viso. In seguito aggiunse come in estasi:” Hai dei bellissimi capelli, sai?” disse accompagnando le parole con il gesto della mano destra che sollevò molto silenziosamente per accarezzare i capelli di seta della biondina, ed era stranamente serio e non aveva i soliti cuoricini agli occhi che gli si formavano ogni volta che faceva un complimento ad una ragazza carina. Con lei, sarà la stanchezza,o la magia del momento e di quell’isola misteriosa, si comportava in modo differente rispetto alle altre, ed i suoi erano complimenti sinceri, dettati dal suo cuore che, come impazzito, cominciò a battere molto più forte del previsto. E Mary arrossendo teneramente a quel complimento inaspettato, gli disse:” Si, me lo dicono spesso. Soprattutto Ruby, sai lei dice sempre che vorrebbe fare cambio di vita con me, solo per avere i capelli del mio stesso colore. Che scocchina che è! Non sa quanto è fortunata ad avere quella chioma fluente e castana. Adoro i suoi capelli castani, tutti li adorano! Ma io più degli altri.” Continuò Mary per scrollarsi quel improvviso imbarazzo che le imporporava sempre di più l’intero viso, non solo perché Sanji continuava ad accarezzargli i capelli, talvolta improvvisando dei ricci, attorcigliandoseli tra le dita, ma anche per lo sguardo ricolmo di tenerezza e ammirazione che le stava rivolgendo così sfacciatamente. Mary, per togliersi da quella situazione insostenibile, fece il tentativo di alzarsi e rimettersi in posizione eretta, ma Sanji la trattenne non accennando a volersi staccare dai suoi capelli così lisci e morbidi, non riuscendo a capire come lei potesse preferire il castano di Ruby ,scartando il dorato dei suoi capelli naturali. Per lui era completamente assurdo! Dal canto suo, li adorava, forse nello stesso modo in cui cominciava ad adorare lei, anzi, forse anche di più! “ Forse…” iniziò Mary schiarendosi la voce per continuare e inumidendosi le labbra diventate improvvisamente aride, poi continuò mentre Sanji continuava ad osservarle le labbra e il viso arrossato sfacciato oltre i confini:” Forse è meglio se chiamo i tuoi amici. Vorranno sapere come ti senti. Ti hanno trovato loro, svenuto al suolo e ricoperto di ferite. Quella dolce renna ti ha curato e medicato e io gli ho dato una mano, visto che anche il resto dei tuoi compagni aveva qualche ferita sul corpo. Tu e lo spadaccino eravate i peggiori, ma ora lui sta meglio e tu? Non mi hai ancora detto come stai!” concluse chiedendogli preoccupata e per cercare di alleggerire la tensione che si era creata in quella stanza, la sua stanza, per essere precisi! Sanji le era grato per avergli esposto i fatti recenti e per lui del tutto all’oscuro. Era sollevato nel sentire che Nami e Robin stavano bene e che solo lui e Zoro risultavano i feriti più gravi. Zoro aveva la pelle dura, quindi non c’era da preoccuparsi, in quanto a lui aveva delle fitte allo stomaco, visto che quel dannato rosso lo aveva scambiato per un pallone da calcio, ma in quel momento proprio non riusciva a sentirle…era troppo bella e dolce quella vicinanza con quella ragazza così tenera e cara che gli faceva da infermiera e lo accudiva. Voleva rivedere i suoi compagni, ma non in quel momento, non ancora…desiderava stare ancora un po’ con quella biondina che lo guardava tutta rossa in volto e con gli occhi di un azzurro scintillante, che aveva tutta l’aria di sapere la risposta alla sua domanda, e lui la accontentò regalandogli un altro sorriso e curioso di scoprire la sua reazione quando le disse:” Ora sto molto meglio. Grazie Mary, sei davvero un angioletto e un’infermiera perfetta direi!” esclamò e poi fece una cosa che Mary davvero non se lo sarebbe aspettato. Infatti Sanji lasciò andare una ciocca dei suoi capelli biondi e poggiò delicatamente la mano destra sulla sua guancia arrossata per l’imbarazzo, facendola sussultare, e accarezzandogliela; poi si sporse leggermente e le posò un leggero ma tenero bacio sulle labbra che, Sanji costatò di persona, sapevano di ciliegia. Poi con un sospiro di beatitudine, si lasciò cadere sul cuscino e si addormentò vinto dalla stanchezza, mentre Mary aveva il cervello per un momento fuori servizio! Sussultò quando sentì la porta aprirsi e l’entrata inaspettata di Chopper che sorridendole le disse:” Allora Mary, novità? Sanji si è ripreso?” e Mary tornando alla realtà le rispose tremante per l’imbarazzo e ricordando il bacio inaspettato:” Si, ora sta molto meglio. Si è ripreso per un attimo, ma poi si è subito riaddormentato.” “ Ah, bene! Questo vuol dire che è fuori pericolo. Grazie mille Mary per il tuo aiuto!” le disse Chopper con un nuovo sorriso e felice delle ultime novità sulla salute dell’amico:” Figurati, è stato un piacere!” poi i due si avviarono verso il salone della casa di Mary, che si trovava nei pressi della locanda, dove si stava verificando una seria conversazione. Fine ottavo capitolo! Buon Ferragosto a tutti amici e amiche lettori e lettrici!!! Ragazzi, che caldo! Sto morendo, aiutatemiiiii!! Voglio il mare!!!! Comunque, un saluto speciale ad Aky, come sempre ovviamente e aspetto con ansia una sua recensione, ma anche le vostre però!!! Baci baci la vostra mitica( e soprattutto modesta!!!=D) Fuffy91!!!XD
  
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