Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Ukki    27/01/2013    6 recensioni
Shirou Fubuki, il mite albino con un sorriso dolce perennemente stampato sul viso...
Terumi Afuro, il biondino incapace di fidarsi delle persone e di accettare i propri sentimenti...
Atsuya Fubuki, un fratello iperprotettivo con cui non è facile avere a che fare, ma con un cuore più grande di quel che sembra...
Shinobu Takanashi, un personaggio che nella serie animata appare solo per un battito di ciglia... le andrà bene essere così sottovalutata?
Questo non è un racconto d'avventura, non è un fantasy e neanche un giallo: è solo la storia di quattro ragazzi coinvolti in situazioni più grandi di loro.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou, Sue/Shinobu
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota: Questo capitolo è più lungo degli altri (molto più lungo degli altri), ma poi capirete il perché.

 

Terumi era confuso.

Dov'era? Non lo sapeva.

Cos'era successo? Non se lo ricordava.

Sapeva solo che i polsi gli facevano male, ma il perché rimaneva un mistero.

Socchiuse piano le palpebre, e quando una lama di luce gli illuminò brutalmente gli occhi anche la nebbia che gli offuscava la mente iniziò a diradarsi.

E la rabbia si riaccese.

- Dove ti sei nascosto, K? -

Le parole che aveva gridato riecheggiarono nella stanza deserta. Si guardò intorno, non era mai stato lì, ne era sicuro. Sembrava di essere in un enorme cilindro dalle ormai familiari pareti nere.

A una certa altezza era stata inserita una specie di terrazza che percorreva tutta la circonferenza.

Al centro della stanza si innalzava una sottile colonna decorata alla quale, senza troppa fantasia, era incatenato lui.

- Da nessuna parte, solo che tu non puoi vedermi, dalla tua posizione -

La voce proveniva da dietro le sue spalle.

- Bé, grazie, mi evito una visione che potrebbe traumatizzarmi a vita - ribatté Terumi senza lasciarsi intimorire.

Quella risposta dovette ferire l'orgoglio di K, perché l'uomo entrò immediatamente nel suo campo visivo, ostentando una mano fieramente bendata.

- Non dovresti trattare così il tuo vecchio, sai? - gli fece presente, fissando la ferita come un trofeo di guerra.

- È l'adolescenza - replicò sarcastico il ragazzo, scrollando le spalle come poteva - Cambiando discorso, questa stanzetta è opera del tuo smisurato ego? -

- Non ti piace? - K pareva offeso - La chiamo la "Sala delle Esecuzioni" -

- La tua solita fantasia, eh? I documenti si sono salvati? -

L'uomo si esibì in una smorfia di rabbia mista a fastidio.

- No, con il tuo scherzetto li hai anche distrutti. Non ti dispiace che il tuo fidanzatino sia morto invano? Sei un assassino -

- Sono figlio di quello stronzo di mio padre - disse Terumi con noncuranza.

- Ti piace proprio quella parola, vero? Sarà come minimo la terza volta che mi dai dello stronzo oggi - osservò K appoggiandosi alla ringhiera della terrazza.

- Oh, da qualche tempo mi ci sono affezionato. Sai, ci ho composto anche una canzoncina. Parla di te -

- Adesso basta! Hai giocato troppo con la mia pazienza! Smettila di scherzare e dimmi cosa c'era scritto su quei fogli! -

Il ragazzo lo osservò intensamente. Non l'aveva impressionato con il suo scatto d'ira.

- No -

- Cosa? - K era sicuro di aver capito male.

- No. Cosa mi fai se non te lo dico? Mi ammazzi? Tanto lo farai lo stesso. Ammazzi il mio ragazzo? L'hai già fatto. Suo fratello? Mi fai un favore. Takanashi? È più probabile che lei ammazzi te. E inoltre, - Terumi prese un bel respiro - non mi sono preso il disturbo di leggerli. Sono persi, persi per sempre -

L'uomo digrignò i denti. A quanto pareva non c'era scelta.

- Non sono persi per sempre - lo corresse, con un mezzo sorriso.

Gli occhi vermigli gli rivolsero uno sguardo interrogativo.

- Perché il tuo caro Shirou-chan non è morto. Non ancora -

__________________________________________________________________

 

Bé, a sua discolpa Shirou poteva dire che in una situazione come la sua era assolutamente normale cercare di difendersi sentendo uno sconosciuto scassinare una porta ed entrare in casa. Quello sconosciuto, poi, era palesemente armato, ma era davvero legale stendere qualcuno tirandogli in testa un... mattarello?

Già, adesso sul lucido parquet di casa sua faceva bella mostra di sé un ragazzo privo di sensi. Se non altro indossava un elmo ben calcato sulla testa, non si doveva essere fatto troppo male, ma il colpo aveva prodotto il tipico e potente suono di gong.

Anche la vecchia vicina sorda doveva averlo sentito.

- Fubuki-chan? -

Infatti. Shirou sospirò, la sua solita sfiga. Tra gli avvertimenti di Takanashi, poi, c'era "non andare a parlare con la vicina", ma come le avrebbe spiegato quel rumore?

- Tutto bene, Fubuki-chan? - chiese la donna uscendo di casa col suo inquietante seguito di felini.

L'albino si piazzò sulla soglia, socchiuse la porta e si esibì in un sorriso smagliante.

- Certamente signorina, perché lo chiede? - domandò innocentemente.

- Ho sentito un rumore... un rumore strano... come di gong - disse lei mentre i gatti si spargevano a macchia d'olio sul pianerottolo.

- Oh, quello! Non si preoccupi, non è niente, stavo rimettendo a posto la cucina e mi è cascata una padella - mentì il ragazzo.

Lei annuì lentamente, soppesando la situazione, poi si aprì in un sorriso rugoso e sdentato.

- Fubuki-chan, non dovresti essere tu a occuparti di queste cose. Sono faccende da ragazza, dovresti trovarti una fidanzata! Anche se forse tu preferisci quel bel biondino che è venuto ieri... -

L'espressione di Shirou avrebbe potuto vincere un premio. Il suo viso attraversò varie sfumature di colore dal blu al viola, per poi fermarsi su un rosso acceso, gli occhi sbarrati sembravano voler schizzare fuori dalle orbite.

La vicina scoppiò a ridere e gli scompigliò i capelli.

- Oh, ma quanto sei carino quando fai così! Sai, una vecchia come me non ha molto da fare, quindi mi sono presa la libertà di spiarvi per un po' -

E all'albino passò per la testa l'idea di stendere anche la signora con un mattarello.

__________________________________________________________________

 

Se c'era una cosa che Atsuya non era mai riuscito a fare era leggere una mappa, e in quel caso non si trattava neanche di una mappa vera e propria, bensì della piantina della stazione.

Shinobu assisteva divertita mentre lui si rigirava continuamente tra le mani il pezzo di carta, cercando di capire dove fosse quel dannato binario che dovevano raggiungere per tornare a casa.

- Bé, mi dai una mano? - esclamò infine il rosa, esasperato.

- Dovrei? - chiese la ragazza, inarcando le sopracciglia - Non siete voi uomini quelli che vogliono sempre affidarsi a una mappa piuttosto che chiedere indicazioni? -

Gli prese la cartina dalle mani e dopo meno di cinque secondi alzò gli occhi al cielo.

- Atsuya, sei un emerito deficiente -

- Cosa vuoi dire? - chiese lui, piccato.

- Che il binario che cerchiamo è dietro quella tua testa a forma di albero di Natale rosa! -

E il ragazzo sperò che una voragine si aprisse sotto i suoi piedi e lo trascinasse nelle viscere della Terra.

Un'ora dopo, grazie all'abilità Shinobu, alla velocità del treno e a un tassista piuttosto pedofilo che per far piacere alla rosa aveva ampiamente superato il limite di velocità consentito, i ragazzi si trovavano davanti alla casa dei fratelli Fubuki.

- Sai, penso che tu abbia esagerato, quando ti ha chiesto la mancia gli hai dato un ceffone - osservò Shinobu con una risatina.

- Che ci posso fare io se quello non sa rispettare le bambine? - si difese Atsuya.

Stavolta fu lui a beccarsi un ceffone.

- Oh, guarda: c'è un'ambulanza -

L'imponente mezzo bianco si stava staccando in quel momento dal marciapiede.

Non serviva altro per far sfociare la tensione del rosa nel panico più totale.

Un velocista non sarebbe riuscito a raggiungere l'appartamento più rapidamente di lui. Spalancò la porta con foga tale da rischiare di scardinarla e temette di svenire quando si ritrovò davanti uno Shirou accoccolato sul puof a bere il tè in tutta tranquillità.

- Ma tu... l'ambulanza... io credevo... -

Non terminò quella specie di frase perché Shinobu intervenne a farlo tacere con la sua solita delicatezza.

- Scemo, tu pensi subito alle catastrofi. Cos'è successo? - chiese la ragazza rivolgendosi all'albino.

Lui si strinse nelle spalle.

- Bé, quel ragazzo ha scassinato la serratura ed è entrato in casa, avevo un mattarello a portata di mano, così gliel'ho lanciato, ma temo di avergli fatto male, perché ha perso i sensi e credo che gli sia anche venuto un bel bernoccolo. Non sapevo come avrebbe reagito una volta ripresa conoscenza, allora ho chiamato l'ambulanza - spiegò Shirou con un sorriso solare.

- Ma chi era quel ragazzo? - indagò Shinobu.

- Non so, non l'avevo mai visto. Portava un elmo... -

"Povero Demeter" pensò la rosa sospirando.

- Oh - l'albino parve ricordarsi di qualcosa di molto importante - Tu avevi promesso di darmi le coordinate del vostro quartier generale - aggiunse posando la tazza.

Shinobu intrecciò i loro sguardi e non poté far altro che arrendersi.

Quelli non erano gli occhi di un pazzo o di un disperato, erano gli occhi di un ragazzo che si avviava a diventare un uomo.

__________________________________________________________________

 

Shirou stringeva quel foglietto di carta in maniera quasi maniacale. Non gli serviva più, tante erano le volte che aveva letto l'indirizzo che vi era scritto sopra, e comunque, se anche avesse avuto dei dubbi, adesso l'inchiostro era talmente sbavato da risultare illeggibile.

Correva alla massima velocità consentitagli dalle sue gambe, non gli importava che più di una volta avesse rischiato di travolgere qualcuno più distratto di lui. Non aveva il tempo di fermarsi a chiedere scusa.

Quando arrivò alla sua meta il petto gli bruciava come dopo una maratona.

Si guardò intorno. L'edificio si trovava in un quartiere ormai disabitato, dalle case diroccate e in rovina. L'intonaco scrostato e le finestre rotte suggerivano che le condizioni di quella sorta di abitazione non fossero migliori.

In un atto di autolesionismo non si concesse neanche di fermarsi a riprendere fiato.

Spalancò la porta aperta e si ritrovò in un cunicolo di corridoi che gli fece girare la testa.

Si sentì prendere dallo sconforto. In quel posto c'erano almeno una cinquantina di stanze, non sapeva da dove cominciare e non poteva rischiare di farsi scoprire da K.

- Tu devi essere il famoso Shirou Fubuki, mi sbaglio? -

Una voce lo gelò sul posto. Voltò lo sguardo verso un ragazzo dai capelli castani che lo squadrava da uno dei corridoi.

- Cerchi Afuro, no? -

Che senso aveva mentire? Se avesse avuto intenzione di ucciderlo lo avrebbe già fatto. Shirou annuì piano.

- Immaginavo - lo sconosciuto annuì - Io sono Tadashi Hera. Piacere di conoscerti -

Piacere? L'albino non sapeva cosa pensare di lui. Poteva fidarsi di quel ragazzo?

Tadashi notò la sua espressione perplessa e si affrettò a chiarire la situazione.

- Senti, non ti voglio fare male, e non voglio che il biondino faccia la fine che K progetta per lui. Tu sei speciale per Afuro, sei l'unico che è riuscito a fargli provare qualcosa di autentico. Gli hai ridato la vita. Anche io gli sono affezionato e non voglio che la perda così - sorrise - In più, ho sentito che hai atterrato Demeter. Un motivo in più per aiutarti -

- Le notizie corrono veloci - osservò Shirou.

- Ha chiamato due minuti fa. Era proprio sorpreso che prima gli avessi lanciato qualcosa in testa e poi avessi chiamato l'ambulanza. Sei strano, Shirou-kun -

Gli fece cenno di seguirlo e si avviò lungo uno dei corridoi con tanta sicurezza che l'albino si chiese se per caso non stesse procedendo a caso.

Ogni rumore lo allarmava, ogni scricchiolio gli faceva drizzare le orecchie.

- Non preoccuparti - lo tranquillizzò Tadashi - K è con Afuro, non si muoverà di lì a meno che non lo chiamiamo. E questo - quel suo solito sorriso storto - è esattamente quello che farò. Intanto tu libera il tuo fidanzatino -

Pareva trovare la cosa estremamente divertente.

Shirou lo seguiva in silenzio, troppo confuso per parlare. Cercò di riassumere gli avvenimenti di quegli ultimi dieci minuti: era entrato nella casa, aveva incontrato un ragazzo presentatosi come Tadashi Hera che ora lo stava aiutando a trovare Terumi. Decisamente fiabesca, come situazione.

- Sai, - disse a un certo punto il castano - anche se io non ho gli stessi "interessi" di Afuro, devo ammettere che capisco come mai si sia innamorato di te -

- Grazie... immagino - rispose lui con un sorriso imbarazzato.

- A proposito, avevi già avuto fidanzati? O lui è stato il primo? Sapevi già che ti piaceva? Da quando? -

Quel ragazzo aveva decisamente l'istinto del giornalista. Non l'avrebbe mai detto, sembrava piuttosto calmo. Forse si era semplicemente stufato di avere a che fare sempre con le solite persone, e lui era una novità.

- Ah, ecco. Sono qui dentro. Questa è la porta secondaria, tu entra e stai in silenzio. K ha usato quella principale, io lo chiamerò e quando uscirà avrai più o meno un quarto d'ora per fare ciò che devi - spiegò Tadashi con precisione meccanica.

Detto questo, sparì dietro l'angolo del corridoio. Shirou prese un bel respiro ed entrò. Era il momento di giocarsi il tutto per tutto.

__________________________________________________________________

 

Terumi seguì con lo sguardo K uscire dalla stanza.

Secondo quanto detto da Tadashi, c'erano problemi con Demeter, che aveva incontrato difficoltà nella sua missione.

Rimase solo con i suoi pensieri.

- Terumi! -

Credette di stare sognando. Forse era impazzito. La mente gli stava facendo brutti scherzi... Rischiò l'infarto quando Shirou gli comparve davanti agli occhi. L'albino gli sorrise e lo abbracciò.

- Stai bene, menomale! -

Quel profumo dolce non poteva essere un'illusione. Il biondo sentì gli occhi riempirsi di lacrime di commozione.

- Sei... sei venuto - osservò - Perché? -

- Come perché? -

Terumi abbassò lo sguardo.

- Mi sono comportato molto male con te, lo sai. E in passato ho causato il dolore di un sacco di gente - sospirò - Sono un criminale, Shirou -

L'albino scosse ripetutamente la testa in un fruscio di capelli argentei. Non era il momento di mettersi a fare i moralisti.

- Terumi, non sei un criminale. Sei il ragazzo che amo -

- Ma io... -

E, forse per farlo tacere, forse perché stava andando in crisi di astinenza, forse perché la tensione accumulata in quegli ultimi giorni era stata troppa, Shirou premette le labbra sulle sue.

- Ehi signorino, - obiettò Terumi con un sorrisetto - guarda che quello che viene schiacciato contro il muro sei tu - (un modo carino per dire "sei quello che sta sotto ^///^ N.d.A.)

- Spiacente, mi trovo impossibilitato in questo momento - rispose l'albino facendogli la linguaccia.

I loro amorevoli discorsi vennero troncati dal suono acuto delle sirene della polizia.

- Sirene? -

- Già, sirene. Sorpresi, piccioncini? Ora dovrò finire in fretta il lavoro che ho cominciato -

K sorrideva appoggiato alla ringhiera della terrazza, la testa adagiata su una mano. Il suo sguardo si spostò su Shirou.

- Oh, Shirou-chan! Progetti di diventare mio genero? -

Terumi si sentì morire quando scorse una piccola Medusa (una specie di revolver N.d.A.) scintillare tra le mani del padre.

- Qualcuno ha fatto una soffiata alla polizia - continuò K - Dovremo sparire e non lasciare traccia, ma non mi piace lasciare le cose a metà -

Prese la mira.

- Shirou, spostati - implorò il biondo senza riuscire a staccare lo sguardo dalla canna della pistola.

L'albino non si mosse. - È una cosa che abbiamo iniziato insieme - mormorò - E la finiremo insieme -

Uno sparo echeggiò, ma nessuno dei due sentì il bruciante dolore di un proiettile. Una pallottola aveva sfiorato il braccio di K e si era conficcata nel muro.

- Senti un po' vecchietto, da questo momento hai cinque secondi per sparire, altrimenti prima ti sparo e poi ti faccio condannare all'ergastolo -

L'uomo si voltò verso Atsuya, che puntava contro di lui una pistola e sembrava saperla usare.

- Sei sicuro? Se tu spari a me io sparo a tuo fratello -

- Non ne avrebbe il tempo -

Shinobu, dall'altra parte della stanza, impugnava un'altra arma da fuoco, orientata verso il cranio di K.

- Sparisca e non torni mai più, o noi spariamo -

Uno scontro di sguardi, le sirene sempre più vicine.

Shirou abbracciò forte Terumi, il biondo chiuse gli occhi.

"Non importa cosa accadrà, non ti lascerò mai da solo"

__________________________________________________________________

 

Durante la trasmissione scorrevano titoli che sapevano di fiaba.

"La base criminale ritrovata deserta. Umani o fantasmi i misteriosi malfattori?"

"Nessuna traccia né impronta digitale. I dissolti nel nulla"

"Veri criminali? Oppure l'invenzione di qualche ragazzaccio?"

"Quale la prossima meta della banda di cui non si sa quasi niente?"

Atsuya spense la TV con un gesto stizzito.

- Pensano che gli abbiamo raccontato una bugia, che abbiamo solo voluto metterci in mostra -

Shinobu finì la sua bibita gassata senza dire una parola, un sorrisetto stampato sulle labbra.

- Chissà che fine hanno fatto tutti quei ragazzi - si chiese invece Shirou, altruista come suo solito.

Terumi gli circondò le spalle con un braccio.

- Non lo so, ma vedrai che se la caveranno. La cosa importante adesso è che siamo tutti vivi, stiamo bene e siamo insieme -

Atsuya grugnì. Non si era ancora abituato a quel biondo platinato che ronzava intorno al suo fratellino.

Shinobu gli si sedette sulle ginocchia, forse per trattenerlo dall'andare a strangolare Terumi, e dopo un minuto di riflessione prese la parola.

- Ragazzi, non ci annoieremo ora che è tutto finito? -

Già, dopo ciò che avevano passato una vita tranquilla e priva di colpi di scena sembrava una sfida insormontabile... Una vita tranquilla e priva di colpi di scena? Ma quando mai? Facevano meglio a godersi il loro meritato riposo, perché dopo la quiete viene sempre la tempesta, l'importante è affrontarla nel migliore dei modi affiancati dalle persone che si amano.

Fine

 

Angolo dell'autrice:

TwT

Atsuya: È finita! Siamo arrivati all'ultimo capitolo!!!

Già, ma non dimenticarti l'epilogo.

Atsuya: C-cosa? Che ci vuoi far passare ancora?

Who knows :3

Ok, ora sono dovute delle spiegazioni alla lunghezza di questo capitolo...

Atsuya: L'hai fatto quasi il doppio degli altri!

Lo so, lo so, lasciami parlare! Allora, compreso il famoso epilogo i capitoli saranno 18. Sappiate che la cosa non è casuale: nella terza serie le maglie di Terumi e Shirou hanno entrambe il numero 9, e nove più nove...

Atsuya: Wow, che genio matematico che sei -.-

Quindi, per il mio ingiustificato desiderio di fare la fic di 18 capitoli, il diciassettesimo è venuto di questa lunghezza anormale.

Spero vi sia piaciuto! Grazie a tutti voi che leggete, seguite, recensite, ricordate o avete messo la mia storia tra i preferiti! *riprende fiato*

Ci vediamo nell'epilogo!

Kisses ♥

Kouri

PS Non credo che questa fic avrà un sequel, perché non sono assolutamente capace di scriverlo ^^''

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Ukki