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Autore: BEPROUDOFYOURSELF    27/01/2013    1 recensioni
Non c’è più niente nella mia testa, solo un assurdo e doloroso silenzio.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

Aria.

 

I giorni passavano, lentamente, come se non ci fosse più nulla a farli muovere, per me era così.
Me ne stavo chiusa in camera, con la musica accesa senza veramente ascoltarla. Non sapevo come comportarmi, non avevo amici da cui andare a sfogarmi, con mia madre era fuori discussione parlare.

Rivivevo i momenti con mio padre uno dopo l’altro, da quando ero piccola fino agli ultimi giorni, non so se questo significasse che avevo accettato la sua morte. Non riuscivo a piangere né a gridare, scendevo solo per mangiare, poi tornavo in camera a fissare i pacchi che mi erano arrivati una settimana fa da Halifax, contenevano degli oggetti che credo mio padre mi avesse lasciato, o forse Mary aveva semplicemente pensato che mi avrebbe fatto piacere averli; se era così, si sbagliava.
Avrei preferito avere il corpo di mio padre da seppellire qui assieme a quello dei nonni, ma lei desiderava averlo vicino, per fare la semivedova triste e affranta dalla morte del suo promesso sposo.

A breve la scuola sarebbe ricominciata, non m’importava molto, non avevo nessuno da rivedere e sarei stata per i fatti miei com’era stato da quando avevo fatto outing, anzi a dir la verità ero sempre stata per conto mio. Non mi pesava, sapevo bastarmi e sapevo cosa fare se per caso mi fossi sentita sola, solitamente andavo da mio padre, ma ora sarebbe stato diverso e sapevo che mi sarei sentita sola più del solito, senza le sue eterne telefonate serali. Avevo ancora solo un anno davanti e poi sarei potuta scappare da questa cittadina mentalmente occlusa e soffocante.

Settembre.
Era ora di ricominciare, l’ultimo estenuante e splendido anno; ma ancora non lo sapevo.
La scuola era abbastanza vicina a casa, quindi potevo andarci comodamente a piedi, era dalla morte di mio padre che non uscivo di casa, la mia pelle era diventata grigiastra per la mancanza di luce, e quando uscii da casa la sentii come respirare, era una bella sensazione. Mentre camminavo verso scuola, sentivo i gridolini eccitati dei bambini che cominciavano il primo anno di scuola, mi faceva sorridere pensare che probabilmente anch’io mi ero comportata così al mio primo giorno di scuola.
La mia classe era al primo piano quest’anno, entrando mi sentii invadere da una sensazione di nausea, non potevo credere che avrei passato un altro anno a sentire frecciatine sulla mia sessualità che a quanto sapevo, era ancora oggetto di pettegolezzi.
Andai a sedermi al solito posto in fondo alla classe, era da sempre il mio posto, nessuno mi vedeva e potevo farmi tranquillamente i fatti miei. Erano appena le sette e mezzo e pian piano la classe si popolò di persone che si abbracciavano contente di essersi ritrovate, si raccontavano le proprie avventure estive e facevano il conto delle persone con cui erano state a letto.

Quando la professoressa entrò in classe, ci alzammo tutti in piedi, era seguita da una ragazza, doveva essere una nuova studentessa, solo quando tutti si sedettero, riuscii a vedere che si trattava di Anne, la mia Anne, finalmente aveva un senso stare in questa classe, in questa scuola e addirittura in questo stupido posto. Era bellissima, i suoi lunghi capelli erano legati di lato in una treccia a spina di pesce, indossava delle calze nere con le rose, una gonna dello stesso colore, una camicia bianca a righine blu e un blazer nero, ai piedi portava delle ballerine bordeaux.
La signora Clayton si schiarii la gola con un Hemm quasi abbaiato, aveva circa cinquant’anni, ma ne dimostrava quasi venti in più con quegli occhialetti viola allungati verso l’alto e tenuti al collo con una catenella dorata
– Questa signorina si chiama Anne, viene da Halifax, si è trasferita qui da poco quindi siate gentili.- Aspetto una risposta dalla classe, un chiacchiericcio eccitato si levò al sorriso di Anne verso noi tutti, era davvero un sorriso splendido, i denti bianchi e gli occhi luminosi la rendevano sempre più bella ai miei occhi.
– Forza scegli un posto e siediti cara, dobbiamo cominciare la lezione.- disse poi la professoressa. Ti prego fai che si sieda vicino a me, ti prego, per favore. Pensavo io, invece dopo l’invito di Tom Price andò a sedersi affianco a lui in seconda fila, il mio cuore e il mio stomaco fecero un tonfo a terra.


Avrei dovuto aspettare la fine della lezione per andare da lei, ma sapevo già che non ne avrei avuto il coraggio.





Scusate il ritardo ma non avevo né ispirazione né tempo.. Beh ecco qui il terzo capitolo, spero vi piaccia.
Per favore lasciate una recensione, anche piccola anche negativa però voglio saere dove devo migliorare. Grazie <3

Ps: Questo capitolo è dedicato a Paola che mi corregge sempre le bozzette ed è molto carina a farmi l'html.
(Pps: Quest'ultima frase è stata aggiunta da Paola stessa, quindi non ha alcun valore simbolico né veritiero)
  
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