Cavemen.
Era
passata circa un'oretta dall’inizio della festa e ci stavamo
divertendo come matti. C’era gente che ballava sui tavoli,
persone già ubriache
fradice e coppiette che ci stavano dando dentro. I ragazzi? Loro
avevano deciso
di fare un bagno in piscina… ed io? Beh avevo deciso di
godermi la serata più
che potevo. Stavo bevendo uno dei tanti drink che mi avevano fatto
compagnia
per quell’arco di tempo, quando sentii la voce di un ragazzo
chiamarmi, credo
fosse Matt, ma non ne ero tanto sicura siccome con la musica
così alta non si
capiva niente.
-Cosa
c’è Matt? - gli
chiesi io, dopo
essermi assicurata che fosse lui.
-I
ragazzi mi hanno chiesto se tu e le ragazze cantate
qualcosa…ti
va?- mi
urlò lui nell’orecchio. Ho capito che la
musica era alta e che ero un po’ brilla, ma cosa cazzo si
urlava, non ero mica
sorda.
-Non
stasera Mattie ahah, sto poco bene, capiscimi, ah- mi
rivolsi a lui, cercando di restare il più seria possibile,
ma così
non fu… credo che l’effetto dell’alcol
si stesse facendo sentire.
“Tu
credi? E’ un miracolo se non sei caduta per
terra”.
“Tu…stai
zitta, ahahah, sei così buffa”.
“Sì,
sei completamente andata”.
“Non
è vero, io sono lucidissima, non vedi? Ahahah”.
-Sei
sicura di stare bene?- mi
chiese
Matt con un tono tra il divertito e il preoccupato
-Certo,
non si vede? - gli
riposi ovvia.
Mi stavo prendendo in giro da sola, era evidente.
-A
me non sembra. Chiamo Ed, va’- detto
ciò si allontanò da me per andare a chiamare il
ritardato.
Ahahah,
no povero, io gli voglio tanto bene. Sì, io gli voglio
tanto,
ma tanto bene …Ma perché stavo parlando da sola?
Ah boh, tanto non avevo niente
da fare.
Oh
il mio vestito aveva i brillantini! Che bello… magari
s'illuminava,
che forza! E magari diventavo Lanterna Verde, yuppie!
Stavo
facendo girotondo su me stessa, quando un ragazzo con gli occhi
azzurri e i capelli neri mi si avvicinò. Il mio Dado.
-Cel,
forse è meglio se ti siedi. - mi
disse lui indicandomi il divano.
-
No io non voglio, sto bene qui. – sbuffai
io incrociando le braccia al petto.
-
Per favore, hai quindici
anni, non sei. – ribattè
lui.
…Uffa, che
scassapalle.
-
Appunto, quindi ho il diritto di decidere per me stessa.- continuai
io.
-
Sì, ma sei ubriaca e… - cominciò
lui, ma si
interruppe guardando fuori dalla finestra del salone. Uh ma
c’erano delle
macchine parcheggiate fuori!
-
Belle macchine, ahahah .– ridacchiai
sporgendomi dal davanzale della finestra. Aspettate, ma
perché c’erano un
cespuglio, un carciofo e un puffo che camminavano?
-
Cel credo che quello sia tuo fratello – disse
Eddie indicandomi l’arbusto.
-
Oddio e ora che faccio? No no no. E se mi vede? Sono morta,
aiuto…
qualcuno mi aiuti!– esclamai
scuotendo il mio amico
da una parte all’altra come una maracas.
-
Calmati, e poi vai sotto il tavolo. Ci pensiamo io e le ragazze.
– mi
rassicurò lui.
Dopo
di che alzò la tovaglia e io mi nascosi sotto. Che cosa
figa, mi
sentivo come un fuggitivo in quei film che vedevo con nonno Jack quando
ero
piccola!
Oddio, ma c’erano dei piedi e... una
ciambella? Gnam gnam, una ciambella tutta per me. Stavo per
afferrarla,
quando una mano si posò sulla mia. La figura misteriosa si
abbassò per vedere
chi si nascondeva sotto il tavolo (ovvero io) e appena misi a fuoco la
persona
che mi si presentava davanti spalancai gli occhi: Niall.
-Non
dire niente a nessuno, tu non hai visto niente ok? E’ solo
frutto
della tua immaginazione, sono solo un miraggio – sussurrai
io dopo, di che scaturii fuori da lì sotto e mi misi a
camminare a gattoni su per le scale
-
Cel, sei tu? – disse
una voce alle
mie spalle, una voce che avrei riconosciuto tra tutti.
Liam.
-Ehi
ciao, come va la vita? – esordii
io,
scoppiando poi a ridere.
-
Che cosa stai facendo?
– mi
chiese lui, con tono interrogativo.
Beh,
ahahah, mi aveva trovato che gattonavo sulle scale.
-
E’ una sorpresa per Harry, non dirgli che sono qui ok?
– gli
dissi io facendo il segno di stare zitto e incominciando a ridere.
Di nuovo.
-
Tu abiti qui… – mi
rispose lui
ovvio.
-
No, io non abito qua. Io arrivo da Pandora, il paese dei panda!
Proprio in Via d’Estinzione- gli
risposi io
cercando di alzarmi, ma caddi come un sacco di patate.
Ahahah,
un sacco di patate! A me piacciono le patate. Anche i piselli
se per questo.
-
Forse è meglio andare in camera – disse
lui prendendomi in braccio e portandomi fino in camera da
letto.
Ahhh,
avevo capito cosa voleva fare, allora volevo accontentarlo,
ahahah!
-
Sdraiati sul letto, io arrivo subito – mi
ordinò lui. Ma prima che potesse uscire, lo afferrai per la
maglia
e lo avvicinai a me.
Wow,
che occhi che aveva. Marroni, ma un marrone meraviglioso, era
simile al cioccolato. Ci si perdeva dentro.
-
Dai sei pronto a divertirti? Ahahah. – ridacchiai
ancora io, dopo essere quasi uscita da quello stato di trance.
-
Che cosa intendi? – mi
chiese spaesato.
Non
gli diedi neanche il tempo di rispondere che iniziai a fargli il
solletico, era davvero buffo il modo in cui si contorceva.
All'improvviso venni
presa di peso e lanciata sul letto, si mise a cavalcioni su di me e di
tutta
risposta fece ciò che avevo fatto io. Non facemmo neanche in
tempo a renderci
conto di quello che stavamo facendo che, mentre cercavo di scappare da
lui, la
porta si aprì di colpo.
Cazzo,
Harry.
-Non
è come pensi!– si
affrettò a dire
Liam.
Beh
esaminando la situazione si poteva fraintendere, visto che ci ha
trovati entrambi sdraiati sul letto. In più il mio vestito
si era alzato
all'altezza dei glutei (AHAHAH mi fa ridere
‘sta parola, scusate), che
situazione imbarazzante.
-
Ah no? Allora facciamo una cosa, io intanto mando via la gente, poi
dopo ne parliamo.– disse
in un tono di voce
alterato, dopo di che uscì sbattendo la porta. Credo fosse
davvero arrabbiato.
Ahahahah,
ma chi se ne frega.
-
Hai visto che faccia? Ahahah, tra un po’ gli usciva il fumo
dalle
orecchie, ahahah! Non è buffo? – dissi
rivolgendomi
a Liam che, a differenza mia, aveva una faccia seria e
contemporaneamente
preoccupata, credo per l’atteggiamento che stavo dimostrando
in quel momento.
-
Perché non ridi anche tu con me? – gli
chiesi io ridendo.
-
Muoviti, va’… – disse
con aria
seria.
Ed
ora cosa cavolo avevo fatto? Uffa, io non avevo fatto niente di
male e lui mi trattava così. Bah, chi capisce i ragazzi
è bravo.(?)
“Ce
l’ha con te forse perché stai facendo la figura
della bambina piccola.”
“Dai
che male c’è? E’ stato
divertente.”
“Seh
vabbè, fai come vuoi.”
“Ma
ti fai un po’ i cazzi tuoi? Evapora.”
Per
una volta mi ascoltava.
Eravamo
arrivati alla fine delle scale quando incontrai gli sguardi
delle ragazze e di Eddie che mi chiedevano scusa, ma li rassicurai con
un “tranquilli
non è colpa vostra” sillabato
silenziosamente con le labbra. Poi vidi lo
sguardo arrabbiato di mio fratello che, dopo aver gettato occhiate
gelide a
Liam, mi fece segno di seguirlo in cucina. Ero
completamente sicura che
sarebbero volati piatti e bicchieri. E delle urla non ne parliamo
va’.
-Mi
spieghi che cazzo fai? – mi
urlò
contro Harry.
Appunto.
-
Non ho fatto niente, rilassati – dissi
cercando di tranquillizzarlo.
Pessima
mossa visto che stava tenendo in mano un bicchiere di vetro.
CRAAAAASSSSH.
Come
non detto.
-
Rilassarmi? mi prendi per il culo? credi che io sia diventato
deficiente?! – sbottò
arrabbiato.
-
Perché non ti fidi? Io ti ho detto la verità,
devi sempre
fraintendere tutto? - gli
urlai di rimando.
-
Io so che cosa ho visto, e non pensavo che fossi
così...così - mi
rinfacciò lui sempre urlando, gesticolando e indicandomi
contemporaneamente.
“Mi
sta indicando…”
“Ma
no?”
“No
cioè… Mi sta indicando come se fossi
una… una…”
“Sgualdrina?”
“UNA
VACCA.”
“Beh,
ha ragione.”
“Ehi
ma… Oh, tu da che parte stai?”
Pure
lei adesso ce l’aveva con me, mado’. Uffa.
-
Pensala come vuoi, ma sono abbastanza grande per fare quello che
voglio – gridai
contro a Harry.
-
Fino a prova contraria sei sotto la mia custodia. Ah, non lo sapevi?
Beh ora lo sai.- Si
rispose retorico. Ma cos’era scemo? Parlava da
solo? Poi ero io quella stupida, pft.
-Hai solo quindici anni, non
sei abbastanza responsabile quindi... dimenticati feste e quant'altro,
sei in
punizione.- continuò lui sempre con un
tono di voce molto alto.
-
Tu non sei papà, non puoi decidere per me! – gli
dissi io con le lacrime agli occhi.
PAAM.
Uno
schiaffo, c’era da immaginarselo.
Portai una mano alla guancia appena colpita. Cazzo, che male.
Cercò
di avvicinarsi per chiedermi scusa, ma io lo scansai.
-
Non mi toccare, stammi lontano. – dopo
di che uscii dalla cucina piangendo.
Andai
a sbattere contro qualcuno, alzai la testa e… era Eddie. Mi
fiondai tra le sue braccia e cominciai a sfogarmi.
-Andiamo
di sopra, puliremo domani. Ragazze, fate vedere voi le stanze
ai ragazzi.- e
dopo aver avuto un cenno di capo da tutte e
due, salimmo di sopra.
Non
potevo credere che una bella serata si potesse trasformare in una
catastrofe del genere, ma so per certo che per il momento non
rivolgerò la
parola ad Harry.
Poi
si vedrà.
*P.O.V
Fanny*
Quanto
si può odiare un ragazzo da uno a cento? VENTORDICIMILA,
è la
risposta che state cercando.
Perché
non lo posso picchiare? E’ solo un tricheco con dei peli
pubici
unti in testa.
Non
me ne fotte proprio la minchia che è il fratello di Celine,
adesso
lo picchio. Non credo che lei abbia nulla in contrario, in ogni caso.
-Cel,
scendo un momento…- azzardo
lasciando
la presa sul suo braccio.
-Dove
vai?- chiede
lei, guardandomi con
quei suoi enormi occhioni blu, metà inondati dalle lacrime.
E’
mezza ubriaca, anche se le spiegassi non assimilerebbe niente.
-A
fare la cacca.- rispondo
come fosse
la cosa più ovvia dell’universo. Lei annuisce
tranquilla e si volta.
Eddie
mi guarda come a dire “non far cazzate”
e Amber… beh,
Amber niente, continua a reggere Celine che sta barcollando.
Scendo
le scale galoppando, quasi(?). No, i cavalli non mi piacciono,
allora non galoppo.
ONLY
THE HORSEEEES.
Uhmm…
Forse ho bevuto un po’ troppo anche io. No no no, devo
tenermi
lucida per cazziare come si deve quel povero barbone coi ricci.
Entro
decisa in salone guardandomi attorno e… Merda,
che bordello, cos’è ‘sta cosa? Meglio
passare oltre, va’.
Comincio
a setacciare la stanza come se fossi un pirata alla ricerca
di un tesoro. Capitan uncino! PORTA IN ALTO LA MANO, SEGUI IL TUO
CAPITANO, MUOVI A TEMPO IL BACINO, SONO IL CAPITANO UNCINO!
Ma
che cosa sto dicendo? Anzi... perché sto cantando?
Mentre
rimugino su cosa avrei detto al cavernicolo, sentii un vaso
infrangersi a terra.
Cazzo,
ma non sanno che la roba costa? Prima il bicchiere, ora il
vaso... tra un po’ si vedrà anche il tetto
crollare.
Mi sporgo oltre la colonna
per
vedere meglio la scena: i cocci del vaso sono ai piedi Liam –
come acciderbolina ci sono finiti?
–, Harry
lo guarda in cagnesco, ha le orecchie che fumano e gli occhi infuocati.
DRAGONNN
BAALLLL.
No
ok, non si scherza in una situazione così seria.
Ma
chi voglio prendere in giro? E’ buffissimo, sembra uno di
quei
personaggi giapponesi. Com'è che si chiamano? ah
sì... MANGAA!
Ok,
ora credo sia il momento giusto per intervenire.
-
TU! - grido
contro Harry - Come cazzo ti permetti
di far piangere la mia migliore amica? Sei uno schifoso, un rigurgito
incolore
di un cammello incinto, uno sterco di mucca, un ippopotamo obeso con le
voglie
di un panda con le mestruazioni, un cervello in pappa di un rinoceronte
ubriaco, un...un... - continuo io, (sempre
urlando) ma vengo interrotta
da Harry.
Ahhh
che nervi, mi fa salire il sangue al cervello.
-
Ma da dove salti fuori tu? - mi
chiede
stupito.
No,
aspettate un attimo, si sorprende della mia comparsa improvvisa e non
della mia colorita sfuriata?! Ha pienamente ragione Celine a dire che
suo
fratello è rincitrullito.
Non
che lei sia così sveglia, ma un minimo di sanità
mentale, per sua
fortuna, ce l'ha.
-
Ma mi prendi per il culo? - gli
urlo contro io, sbattendo il piede su qualcosa di morbido e...glassato.
Un povero ed innocente muffin è stato vittima del mio tacco
nero lucido, che
fine orribile.
-
Certo che sì, ahahahah!- mi
risponde lui,
buttando la testa all'indietro e tenendosi la pancia con le mani
evitando per
un pelo di morire sul colpo.
Perché
invece non mi accontenta e schiatta lì sul pavimento? No,
troppo crudele, persino per me.
Sta
di fatto che la sua affermazione mi ha fatto ribollire il sangue
nelle vene e sono pienamente convinta di avere il volto tutto rosso per
l'incazzatura.
-
Non c'è niente di divertente in ciò che ho detto
sai? E non capisco
perché tu sembri sul punto di subire un collasso. - gli
rivolgo la parola, naturalmente con un tono di voce più
pacato e
rilassato.
-
Misterooo! - mi
dice lui di rimando,
allungando la parola con aggiunta di "o" per creare una pronuncia
spettrale, non rendendosi conto che così sembra un coniglio
in calore.
-
Qualcuno ha detto mistero? Sono qui! - dice
una testa pelata sbucando fuori dalla cucina.
Oddio
non dirmi che… non ci posso credere... è...
è Enrico Ruggeri!
Oh Santa Madre Teresa di Calcutta, salvami tu.
Perché
dico così? Perché quando ero in Italia dai miei
nonni materni,
questi ultimi mi obbligavano a vedere dei programmi insensati. Uno di
questi,
da come avrete capito, si chiama “Mistero”.
Ma poi che razza di programma
è, mi chiedo. Cioè, come può
interessarti un uomo di mezza età che non ha scopi nella
vita e con problemi –
abbastanza gravi – di mente che ti racconta di possibili
alieni, che
hanno creato possibili cerchi nel grano, e che
hanno rapito possibili
corpi di umani.
Che
poi, secondo me, sono dei decerebrati travestiti con dei costumi
di carnevale e che, per creare quegli strani cerchi, affittano dei
trattori
dell'anti-guerra.
Della
serie che ‘HO STATO IO COL TRATTORE’.
Che
tra l’altro… Cerchi nel grano, cerchi nel grano,
cerchi nel grano…
Ma cosa trovi?
Ok,
basta, la smetto, ahahah.
-
Loris… Leopold o come diamine ti chiami tu, caccia quel
tizio subito
da casa mia! - dico rivolgendo un occhiata al tipo
castano con gli
occhi azzurri.
-
Tecnicamente mi chiamo Louis, praticamente... come vuoi tu - dice
alzandosi dal divano e accompagnando il malato mentale
all'ingresso e, buttandolo fuori con un tocco di classe –
cioè con tanto ti
pedata in culo – chiude la porta e si riaccomoda al suo posto.
-
Grazie mille TomlinsON - lo
ringrazio calcando le ultime due lettere del suo cognome.
L'unica
cosa che ho capito della carota umana. Ma che poi, si chiama
TomlinsON solo quando è sveglio, oppure quando dorme diventa
TomlinOFF?
Oddio
no che battuta squallida, peggio di quelle di Harry. Credo, anzi
ne sono più che sicura, che l'arrivo dei mentecatti mi abbia
fatto diventare
scema. Probabilmente lo ero già prima, ma questi sono
dettagli insulsi.
-
Non c'è di che... mora. - mi
si
rivolge lui facendomi un occhiolino ma, più che altro, alla
fine sembra avere
un tic all'occhio.
Dopo
ciò, si stravacca sul divano e, mentre posiziona i piedi sul
tavolino di cristallo davanti a lui, afferra una bottiglia di birra
mezza
vuota. Dopo essersela scolata tutta finisce l'opera con rutto
fragoroso. CAVERNICOLO!
-
Fai schifo lo sai vero? - dico,
rivolgendogli
uno sguardo disgustato.
Beh,
forse non dovrei parlare tanto, visto che con le ragazze facciamo
le gare di rutti. Anzi facciamo qualsiasi tipo di sfida: quelle di
sputi, tiro
delle caccole, chi mangia più schifezze in un minuto,
scommettere soldi se una
riesce a sputare nell’occhio a Brad Bacarozzodimmerda.
Di
solito vinciamo io o Cel. Eheheh.
…Ok,
forse era meglio non dirlo questo.
-
Oh, mi scusi tanto principessina. Che maleducato che sono! - mi
risponde lui con un sorriso falso.
Che
ipocrita del cazzo!
Roteo
gli occhi e li rivolgo distrattamente alla finestra quando…
ma
che cazz-?
Sbaglio
o…
Oh
per tutti gli allevamenti di gamberi.
C’è
una corda fatta di lenzuola che scende giù quasi fino a
terra e… e
Celine che sta scendendo stile babbuino in calore col pigiama e con gli
Ugg ai
piedi. Mi fissa e mi fa un mezzo sorriso scemo, facendo tintinnare un
mazzo di
chiavi davanti al suo viso.
…Ho
bevuto troppo. Ho decisamente bevuto troppo, sì.
Chiudo
gli occhi e conto, respirando a fondo.
Una
giraffe, due giraffe, tre giraffe, quattro giraffe, cinque
giraffe, sei giraffe, sette giraffe, Celine che corre come una barbona
verso la
macchina…
Un
secondo.
Cosa?
Celine? Che corre? Come una barbona? VERSO UNA MACCHINA?
E…
è la macchina di Harry.
No.
Per favore. Non può essere vero. No.
Rimango
con gli occhi spalancati per un’infinità di tempo,
finché
probabilmente Harry non si decide di seguire il mio sguardo. E
lì è l’apocalisse.
–
Celine Hope Margeret Styles! DOVE. CAZZO. STAI. ANDANDO?! –
grida Harry rosso come un fottuto pomodoro, e correndo fuori dalla
porta seguito a ruota da Liam e quello moro col ciuffo –non
so come si chiami,
per me sono tutti cavernicoli.
Mi
catapulto fuori anch’io, ancora un po’ scioccata.
Qualcuno,
molto gentilmente, mi fa cadere a terra, precipitandomi addosso
col suo peso piuma.
–
Leopold! –
urlo incazzata.
Ormai
qua tutti urlano. Viva amplifon!
–
Sono Louis. – mi
corregge lui
sempre urlando.
–
Fottesega, levati! – lo
spintono
facendolo rotolare via, in direzione del cespuglio di rose poco
più in là. – CEEEEEL!
– sbraito ancora, balzando in piedi.
Sento
Leopold riafferrarmi per una gamba.
–
Scassa meno le palle! –
cerco di
scrollarmelo di dosso, fissandolo col peggiore degli sguardi.
Leopold
non molla, e continua a tenermi il piede.
–
Non riesco ad alzarmi. – si
lamenta.
Ahahah,
ma che carino che è, con quel visino.
No,
cazzo sto a di’, è un cavernicolo.
Comunque
sia, lui mi fa allegramente cadere di nuovo a terra.
–
Ti prego! Quella cogliona di Celine sta andando a uccidersi in
macchina, lasciami andare! – lo
supplico,
esasperata.
Lui
sorride e fa di no con la testa.
Ma
perché diamine è così carino? Sembra
un gatto. Aww.
No,
no, no. I cavernicoli non sono carini, oh.
Alzo
lo sguardo verso il garage e… ehi, non
c’è più nessuno. Merda,
non c’è più nessuno veramente.
Vedo
la macchina di Harry partire in quarta fuori dal vialetto di
casa, e poi… e poi Harry con qualche scimmia antropomorfe a
seguirlo, che
corrono come gazzelle in calore.
Questa
cosa non andrà a finire bene, me lo sento.
Sto
a pensare in quale crudele modo torturare Celine quando la polizia
presa, e improvvisamente sento i tacchi di Amber battere sulle pietre
del
giardino, e la vedo, con Eddie.
–
C-che è successo? –
balbettano
entrambi.
–Celine…
finestra… macchina… Harry…
scappata… –
farfuglio gesticolando, ancora stesa a terra con Leopold.
Oh,
cavolo, sto ancora a terra con quel cavernicolo puzzolente. E lui
continua a stringermi un braccio come se fosse un barattolo di Nutella.
Eddie
borbotta una bestemmia fra sé e sé, quando si
accorge del casino
che è successo.
Si
riesce ancora a sentire la voce di Harry che grida a Cel di
fermarsi.
Temo
che tutto questo sarà un bordello.
Non
finirà bene, no, no, no.
SESSANTANOVE
CON GLI ONE DIRECTION.
Grazie
per l’attenzione a tutte!
Questo
capitolo è stato qualcosa di simile a un
parto trigemellare.
Ho
faticato taaantissimo a scriverlo, e vi
chiedo scusa se ci ho messo così tanto
ç_ç
E
questo capitolo è stato reso possibile anche
grazie a quella strafiga di Peep, che vi saluta
tutte.(?)
Beeeh,
spero che continuerete a seguirmi e a
recensire! ^_^
Stavolta
cercherò di essere più puntuale con gli
aggiornamenti, LOL.
CIAAAAO
A TUTTE PELLE PAMPINE.
A
presto!
Ginger
xx