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Autore: pinzy81    27/01/2013    3 recensioni
E se Edward perdesse Bella, l’amore della sua vita? E se Renesmee non nascesse mai? E se il branco si disperdesse? E se, dopo molto tempo, i Cullen tornassero a Forks? E se un’altra ragazza incrociasse il loro cammino? Sono molti se, tutti quelli a cui ho pensato io dopo aver letto Breaking Dawn. Questa è la mia versione della storia se…
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- CAPITOLO 26 -
 

 
Baciare Edward Masen era, senza ombra di dubbio, un'esperienza mistica. Il corpo di Page aveva cominciato a fluttuare nello stesso istante in cui le labbra di lui erano andate a posarsi su quelle della ragazza. La morbidezza di lei, in contrapposizione con la durezza di lui, le sembrava la cosa più perfetta che potesse esistere al mondo. Niente di sbagliato, di storto, solo gli opposti che si attraevano, completandosi.
Edward era stato irreprensibile: le aveva lasciato la possibilità di abituarsi a lui e poi, gradualmente, l'aveva avvicinata di più. Se la donna avesse voluto sottrarsi, avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento. Ma lei non si sarebbe privata di quel momento per nessuna ragione al mondo.
La mano di Page tratteneva ancora la camiciadi Edward mentre lo attirava maggiormente a sé. Lui, in bilico sul fianco, aveva prontamente spostato le dita dalla pelle morbida e profumata della giovane, per posarla sulle coperte, accano al suo viso. Nel movimento, di una lentezza esasperante per la ragazza, aveva incontrato l'ostacolo della spallina della sua canottiera. L'aveva leggermente scostata al passaggio ed ora, pendeva inerte sul braccio coperto di pelle d'oca di lei.
Edward la sovrastava, mantenendo allo stesso tempo uno strano timore reverenziale. Le dava quasi la sensazione che lui avesse paura di farle del male.
Ad un tratto uno strano rumore aveva attirato l'attenzione di Page: un pacato ringhio saliva  nella gola di Edward e si ripeteva ogni volta che lei lasciava che la sua lingua accarezzasse quella del ragazzo.
Presto, troppo presto, Edward aveva messo distanza tra di loro, baciandola prima in modo dolce e poi scansandosi del tutto dal suo corpo.
«Perché il tuo respiro è così accelerato?» Page aveva cercato, con queste poche parole, di stemperare la tensione che si percepiva nell’aria.
Lei aveva percepito l’allontanamento della pelle fredda di lui come uno strappo secco; Edward, dal canto suo, sentiva che avrebbe potuto morire tra le braccia di quell’umana.
«Hai paura di me?» le aveva chiesto lei, ribaltando le posizioni di qualche minuto prima.
«Ho paura di me.» Edward, allo stesso modo, ma per motivi assolutamente diversi rispetto a quelli che avevano indotto Page a dire quella frase, le voleva far percepire il tumulto di emozioni che si agitavano dentro di lui.
E non si trattava solo di sentirsi in colpa nei confrontidi Bella, né della paura di poter nuocere fisicamente alla ragazza. No, Edward era terrorizzato dal desiderare a tal punto Page da volerla tenere con sé per sempre. Perché con sua moglie l’argomento era tabù ed invece, ora, lui non desiderava altro che litigare per il resto dei suoi giorni con ladonna seduta al suo fianco?
Page non era una di quelle che cincischiava di fronte ai momenti difficili della vita, lei si gettava a capofitto nel problema e ne cercava la soluzione, per quanto possibile. Proprio in nome di questo, si era alzata e, tendendo la mano al ragazzo ancora imbambolato, l’aveva accompagnato alla porta. Pochi passi che davano a lei la possibilità di riprendere in mano la situazione e a lui di sfuggire da una cosa che lo terrorizzava.
«Buonanotte, Edward.» Page era tranquilla, forse solo leggermente. Lui era sempre più perplesso, questa mossa proprio non se l’aspettava.
Grazie alla sua esperienza con Bella credeva di dover intraprendere una battaglia psicologica con Page per convincerla che la desiderava, anche se si allontanava da lei come se fosse colpevole di qualche crimine.
«Mi stai dando il ben servito?» Page era un mistero per lui.
«Senti, – aveva cominciato a dire la giovane, appoggiandosi allo stipite della porta – è chiaro che non siamo pronti per andare oltre il bacio che ci siamo scambiati.»
Edward ci capiva sempre meno. «Ma… » aveva provato a dire lui.
La ragazza l’aveva prontamente fermato con un gesto secco della mano. «Se avessi voluto rotolarti con me tra le coperte per tutta la notte non ti saresti fermato. E, per quanto mi riguarda, non credo che sarebbe una buona idea farmi coinvolgere in una relazione con un uomo in questo momento. Men che mai con un vampiro.»
Page stava forse scherzando? Non lo sapeva nemmeno lei.
«Perciò… buonanotte.»
Ma lui non era ancora pronto a lasciarla andare per quella sera. «Altri cinque minuti.»
«No.» gli aveva risposto lei con un’espressione divertita sul volto.
«Quattro minuti.»
«No, Edward. Buonanotte.»
Lui non aveva opposto resistenza, con enorme rammarico di Page. Probabilmente avrebbe sperato in un po’ più di insistenza da parte del ragazzo. Appoggiata con le spalle alla porta di casa sospirava come una tredicenne. Non era da lei.
“Che ti prende? Cerca di levartelo dalla testa.”
«Spero proprio che non lo farai.» La voce dell’immortale era risuonata chiara dall’altro lato della stanza. Page si era spaventata, ma non poteva nascondere a sé stessa che una parte di lei era felice che lui non fosse tornato a casa. Non credeva di rivederlo per quella sera.
«Che ci fai tu qui? Questa è violazione di domicilio.»
«Non se la padrona di casa ti vuole nel domicilio violato.» aveva risposto lui con una sicurezza che non gli aveva mai visto negli occhi.
La penombra, creata dalle candele accese qua e là per la casa, rendeva l’atmosfera palpabile. Era quasi possibile percepire i contorni dell’aria che li divideva.
«Come mai usi sempre le candele?» Era chiaro che Edward parlava solo per deviare l’attenzione della giovane dal fatto che stesse diminuendo la distanza fra di loro ogni secondo di più.
«Sono una romanticona.» Ovviamente Page lo stava sfidando, e non solo con la voce. Dopo essersi fatta una ragione del fatto che era impossibile per lei sfuggirgli, aveva deciso di andargli incontro. Lui non avrebbe mai fatto l’ultimo passo per arrivare a lei, altrimenti.
«Page… » La voce del vampiro era un misto di rimprovero e divertimento.
«Ok, non ho avuto ancora modo di attaccare la corrente.» “E i soldi… Oh cazzo!” Come poteva tenere un segreto se di fronte a sé c’era un immortale che poteva ascoltare senza problemi i suoi pensieri? «Mi hai sentita, vero?»
Edward aveva abbassato lo sguardo colpevole. Doveva essere una maledizione, oltre che un dono, entrare così a fondo dentro le persone che aveva intorno. «Si, mi dispiace.»
Page aveva interrotto il cammino verso di lui, deviando verso il bancone della cucina. Aveva aperto il frigorifero, estraendone una lattina ghiacciata. Era il caldo che le seccava la gola o la sua presenza alle sue spalle?
Aveva bevutoun lungo sorso di acqua tonica, ma la secchezza non era minimamente diminuita. «Odio il fatto che tu possa leggermi. Mi fa sentire nuda.» “Oh, perfetto Page. Ora mettigli anche in testa le tue idee da pervertita.”
«Beh, se può farti stare meglio, riesco a sentire i pensieri di tutti e non solo i tuoi.»
No, non la faceva sentire meglio, se ne fregava degli altri. Page era imbarazzata e nemmeno il pensiero che Edward potesse ascoltare segreti e bugie, perversioni e sogni di tutto il resto dell’umanità, la faceva stare meglio.
Eppure, diversamente da quello che le suggeriva la sua mente, aveva risposto tutt’altro. «La cosa mi conforta molto.»
«E poi…»
Ma perché il suo cuore aveva deciso di cominciare a battere in quel modo forsennato? Perché sentire il respiro freddo di lui mentre le spostava i capelli sull’altra spalla, scoprendole il collo, la eccitava tanto? «Cosa?»
«Niente. Pensavo a te… nuda.»
 
 
 
Ciao a tutti.
Rieccomi qui dopo poco tempo dalla pubblicazione dell’ultimo capitolo. E chi lo avrebbe mai detto? Vero?
La verità è che avevo la linea guida di questo capitolo e buttarlo giù è stato abbastanza semplice. Che stia tornando l’ispirazione? Vedremo.
Ringrazio caldamente chi ha letto lo scorso capitolo, chi non mi ha lanciato verdura marcia per averlo fatto aspettare così tanto e soprattutto chi ha lasciato un commento anche se piccolo e non pubblicabile! Grazie.
Spero di concludere presto la stesura dei prossimi capitoli e di lasciarvi soddisfatti.
A chi mi chiede perché i capitoli sono così corti rispondo subito: all’inizio ero talmente ispirata che credevo di poter postare tipo un capitolo ogni due o tre giorni. In questo modo i piccoli capitoli sarebbero andati bene come un capitolo lungo una volta a settimana. Poi… beh, lo sapete, l’ispirazione se n’è andata in vacanza e ora si fa vedere a momenti per poi sparire di nuovo. Comunque ho imparato una lezione da quest’esperienza agghiacciante: mai pubblicare un capitolo se non hai la storia bella e pronta. Ma questo vale solo per me!
Ora vi lascio in pace.
Baci
 
Pinzy

   
 
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