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Autore: bethfuckoff    27/01/2013    0 recensioni
Here we are again.
Fan fiction basata su Harry Potter, George degli union J e Francisco.
Titolo della storia è inspirato al libro the perks of being a wallflower.
Le attrici che prendono il volto di charlie&beth sono kaya scodelario & kristen stewart.
I ragazzi sono George Shelley e Francisco Lachowski.
enjoy :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Albus Severus Potter, Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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«Signorina Doyle può andare.» L’infermiera annunciò finalmente la mia guarigione, non vedevo l’ora di evadere da qui. Anche se da una parte non mi dispiaceva, la mattina mi svegliavo e studiavo poi c’era pace assoluta. Presi un bel respiro e raccolsi le mie cose, una volta raccolto tutto ed ascoltato la predica di Madama Chips mi diressi verso il mio dormitorio, alzai il cappuccio e mi strinsi nelle tasche del jeans. Camminavo tranquillamente passando inosservata, c’erano pochi studenti e conoscevo quasi tutti. Alcuni mi chiedevano come stavo, altri si fermavano a chiacchierare, mentre io volevo solo arrivare sana e salva nella mia stanza. Ero a pochi passi dalla mia sala comune che non mi sembrò vero, emisi la parola d’ordine ed entrai. La sala era così silenziosa, c’era quasi quel senso di pace. Stavo salendo i primi gradini per il mio dormitorio che qualcuno mi tirò a sé. Due braccia enormi mi cinsero in un tenero abbraccio. Aprì lentamente gli occhi e riconobbi ovviamente la figura, Francisco. «Black, stai bene?» Sciolsi l’abbraccio e annuì, non sapevo neanche descrivere il mio stato d’animo in realtà. Tra l’agitato e il curioso. Non riuscivo a capire che cosa ci fosse di curioso in questa storia, forse il fatto che non fosse più un segreto. «L'ho baciata.» Francisco esordì quella parole con tanta facilità che mi girai di scatto e rimasi a bocca aperta. «Chi? Cosa? Quando, perché.» Mi guardò con aria scettica, come se la risposta fosse ovvia. «Charlie, idiota, Charlie.» mi portai una mano sulla bocca e risi, certo, la mia amica chi sennò. «L'avevo detto io che se facevi meno lo stronzetto funzionava.» Lo appellai come se, fosse ovvio. Risi e mi sorrise di rimando, a volte quel ragazzo sapeva irradiare una felicità unica. Ma quello che più mi preoccupava era il fatto che George non si fosse fatto ancora vivo. «Organizziamo una festa di Halloween?» Alzai lo sguardo confusa alla sua proposta, che cazzo si era fumato? «Halloweed.» Risposi ridendo, e festa sarà. «Mi va, ma Charlie e George come li imbuchiamo?» Mi chiese preoccupato, che stolto. «Stai parlando con la cercatrice della tua squadra di serpeverde, quella che si porta a casa tutte le vittorie. Sai sono brava con i manici di scopa.» Annuì lentamente ma lui non sembrò capire. Gli diedi un buffetto sul capo e scossi il capo. «Posso portarli qui con i manici di scopa e mi apri la finestra, infiltriamo tante persone.»«Sei un genio, devo spargere la voce.» Sembrò tutto eccitato e saltellante, gli bloccai il braccio e lo guardai con tono serio. «Non troppe persone Francisco, non abbiamo una sala così grande.» Lo ammonì serio e lui mi sorrise e si allontanò. Ora dovevo trovare Charlie e George, insomma non roba da poco. Ero solo in un castello enorme e non conosco gli orari di George, quelli di Charlie poi. Mi infilai il mantello e cominciai a girovagare per i corridoi, tra poco era orario di pranzo. I corridoi erano vuoti e si sentiva solo il rumore delle mie scarpe, oggi era Halloween, ciò significava che la scuola era in festa. Nel mondo babbano quand'ero piccola io e mio fratello maggiore ci vestivamo sempre da esseri strani, il mio vestito preferito era la sposa cadavere. Poi per svariati anni mi sono travestita da strega, ed ora? Lo ero, in modo positivo. Assorta dai miei pensieri mi sentì tirare per un braccio e sperai vivamente non fosse mia zia. «Serpeverde.» Alzai lo sguardo e mi ritrovai lo sguardo di George fissarmi impaziente. «Grifondoro.» Risposi ironicamente. Nessuno avrebbe mai creduto che un Grifondoro e una Serpeverde potessero mai stare assieme nella stessa stanza senza ammazzarsi o rinfacciarsi quante volte avessero perso a Quidditch o cose così. Mi avvolse in uno dei suoi abbracci e mi sentì sciogliere, appoggiai il capo sul suo petto e inspirai il suo profumo. «Ti senti meglio?» Mi chiese accarezzandomi i capelli, lo strinsi sempre più a me. «Ora sì. Stasera da noi si tiene la solita festa, vieni?» Chiesi baciandogli una parte del collo scoperto e sorrisi. «E come ci entriamo in quel covo di acidi?» Gli diedi un colpetto sulle guance e sbuffai. «Non siamo acidi, ci facciamo di acidi però. Comunque, ti vengo a prendere con il manico di scopa e ti imbuchi.» Risposi come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «Sei pazza. Non ci salgo lì.» Rise e mi diede un bacio. Ah, non riuscì nemmeno a controllare il mio battito cardiaco che mi sentì infiammare le gote. «Ottimo, Francisco passa a prendere Charlie, a proposito sai dov'è?» Chiesi guardandomi intorno, al pronunciare quei due nomi lo sguardo di George diventò vitreo e spento. «Sta con quello?» Mi chiese in modo acido e scontroso, gli presi la mano per la prima volta da quando lo conoscevo e sembrò addolcirsi. «Avete litigato? Non fate i bambini, chiarite. Francisco non è così malvagio Shelley e poi tu stai con me.» Gli strinsi sempre di più la mano e si chinò per scostarmi una ciocca di capelli. «E va bene signorina Black, ai suoi ordini.» Fece un piccolo inchino e mi diede un buffetto. «Ora ho erbologia, ci vediamo dopo pranzo?» Mi sorrise e si chinò per darmi un bacio a fior di labbra, io mi limitai ad annuire. Lo vidi sparire lentamente e solo allora mi domandai che fine avesse fatto la mia migliore amica. Corrucciai la fronte e andai verso la sala da pranzo quando vidi Charlie appartata con Francisco, i soliti. Mi venne spontaneo sorridere perché lei una relazione normale poteva godersela. Mi rabbuiai e vidi mia zia venirmi contro. Deglutì e mi strinsi nel mantello. «Elizabeth, come stai?» Mi chiese afferrandomi per un braccio e trascinandomi dalla parte opposta. «Be..bene suppongo.» Le parole mi morirono in gola e sentì il corpo fragile cedere sotto la sua stretta. «Sam?» La voce di Francisco con Charlie accanto che sembrò ancora più piccola mi fece sentire un po' meglio. «Prego signorino Lachowski?» Mia zia lo chiamò con tono serio e rabbioso. «Sam mi serve intatta e ora, grazie.» Si avvicinò con passo felpato e mi afferrò per un braccio trascinandomi via. Mi allontanai velocemente facendo svolazzare il mantello a destra e manca. «Grazie, ma non dovevi. Ora se la prenderà anche con te.» Lo guardai disperata, non poteva sacrificarsi anche lui, no. «Sam!» Mi rimproverano entrambi e mi morsi il labbro. «Ho detto di no. E comunque, Charlie vedi di chiarire con George o BLBL*» La indicai con fare serio e mentre alzavo i tacchi mi ricordai della festa. <«Tonks, ci sei stasera vero?» «Certo che sì Sam, faccio amicizia con le serpi.» Sorrise radiosa mentre Francisco le lanciò un'occhiataccia. «Sono molti simpatici, soprattutto sotto l'effetto dell'erba.» Questa volta l'occhiata me la beccai io e sorrisi di sottecchi. Sapevo quanto entrambi si appartenessero e quanto si fossero cercati per tutti questi anni, per poi ritrovarsi. Io e George non c'eravamo ancora trovati, non del tutto. Però sapevo che ci appartenevamo, in un modo o nell'altro. Li salutai e mi diressi verso la sala grande.

***

Io e Francisco avevamo preparato la festa per bene. C'era un lungo tavolo ornato da alcolici e biscotti babbani. I cupcake fatti dagli elfi in cambio di qualche uscita libera in nostra compagnia. Eravamo vestiti con qualche vestito particolare, io ero una marinaretta mentre Francisco si era vestito da Jack di nightmare before Christmas, insomma un ruolo perfetto. Ce ne stavamo sulla soglia della porta a fissare i primini lavorare per noi, dava una certa soddisfazione. Ora ci toccava solo insonorizzare la stanza e sviare i professori dopo cena. A questo ci pensavano i ragazzi dell'ultimo anno era un incantesimo molto complicato. Intanto tutti noi c'eravamo messi i mantelli e aggiunto alla lunga tavolata tutti i drink possibili e immaginabili per questa sera, le feste dei serpeverde erano le migliori in assoluto. C'era sempre qualcosa di particolare, ed infatti in ogni drink c'era una pozione. In una il siero della verità, il filtro dell'amore ed altri. Scendemmo in sala grande e cenammo tranquillamente, nascondendo benissimo i nostri intenti. Guardai di sottecchi George che chiacchierava con un paio di sue compagnie di casata e lo stesso fece Francisco con Charlie. Quando la sala si stava svuotata demmo una rapita occhiata ai tavoli dei nostri corrispettivi, ma erano vuoti. Ci alzammo di fretta schivando tutti gli studenti ed entrammo nella nostra sala comune dove le preparazioni erano quasi finite, prendemmo i nostri manici di scopa e gli altri ci guardarono molto male. «Andiamo Francisco?» Mi legai i capelli e mi diressi vicino alla finestra della sala. «Andiamo, sono impaziente.» Annuì e notai come gli studenti parlassero tra di loro, per loro era semplicemente strano che Francisco potesse avere un'amica e lo stesso per me, eravamo due persone molto solitarie. Una volta aver aperto le finestre ed aver fatto alzare i manici di scopa salimmo in sella e cercammo di non dare nell'occhio. La sala grifondoro non distava molto dalla nostra, dovevamo salire di qualche piano. Volare mi dava una sensazione di libertà assoluta, roteare nel cielo era fantastico. Però dovevo muovermi o George mi avrebbe ammazzato, quel Grifondoro che aveva paura di volare, che assurdità. Coraggiosi? Ma dove? Ero quasi arrivata e mi posizionai davanti alla finestra della sua stanza, bussai un paio di volte e mi venne ad aprire titubante. «Devo per forza?» Mi chiese mentre guardava di sotto. «Ti fidi di me?» Lo guardai e gli allungai la mano e la strinse. Le sue dita tra le mie erano perfette, le sue erano lunghe e affusolate mentre le mie piccole e rovinate. Mi accostai alla finestra e montò sul manico di scopa. Per paura si strinse sempre di più a me e poggiò le sue mani su i miei fianchi, sentì una strana sensazione allo stomaco e sentivo le gote arrossate. Una volta ritornati alla mia sala comune e aver fatto venire una crisi di nervi a George per farlo entrare dalla finestra, finalmente avevo avuto l'occasione di guardarlo negli occhi dopo tanti giorni passati nel baratro del vuoto. «Non è viscida come sembra.» Esclamò George togliendosi il mantello e sfoggiando il suo costume da perfetto..marinaio. Non era possibile. Risi e mi tolsi il mio, lui sembrò sbalordito. «Senti Sam..io..mi hai copiato il vestito!» Sembrò serio poi si sciolse in un sorriso e mi prese la mano. Fu strano, non mi era mai successo prima d'ora. Mi diressi verso Francisco e Charlie sorridendo a quest'ultima. «Charlie, ma come siamo carine!» Notai la vicinanza assoluta tra i due e sorrisi di sottecchi mentre George se ne stava in silenzio. «Voi due, dopo parlate o BLB*» Francisco sembrò concordare con me. «Vado a bere qualcosa, ci vediamo tra po'.» La musica ormai rimbombava in tutta la sala e più o meno si era riempita. La metà ovviamente erano imbucati, ero così fiera della mia casata. Il nostro rettore era a conoscenza di questa festa, ce l'aveva concessa solamente perché la scorsa volta avevamo bruciato i corvonero a quidditch. «Allora, che ti va di prendere?» Mi trascinò verso il bancone e mi prese un drink e lui ne bevve uno tutto d'un sorso. Ne presi uno a caso e lo bevvi lasciando andare tutti i pensieri.

**

Dopo che George ebbe chiarito con Charlie mi accorsi che erano passati venti minuti. Venti minuti a bere drink assieme a lui eravamo più che brilli. Non riuscivo a vedere molto della sala, ma riuscì a vedere le scale del dormitorio maschile. A noi ragazze era permesso l'accesso mentre per loro no. Gli presi la mano e cominciammo a salire in modo scomposto le scale, avevo un mal di testa incredibile. «Sam..fermati un momento.» Mi chiese dolcemente mentre eravamo arrivati all'ultimo gradino. «Che succede Shelley?» Domandai con aria interrogatoria e preoccupata. «Credo che in uno dei miei drink ci fosse una pozione della verità.» Si strofinò gli occhi e si accasciò lungo il muro e mi trascinò con sé. «È che debbo dirti questa cosa. A volte faccio lo stronzo, ti ignoro e..» Si fermò e mi guardò negli occhi, il siero della verità è una brutta bestia, forse peggio dell'alcool in circolazione nel mio corpo. «Ma non è così. Io vorrei averti sempre con me, sono innamorato dei tuoi occhi verdi e dei tuoi capelli sempre mossi.» Deglutì e si avvicinò sempre di più a me appoggiando il suo capo sulla mia fronte. «Amo anche quelle cicatrici che hai su tutte le braccia, perché voglio guarirle.» Mi accarezzò il braccio e sentì le lacrime sgorgare da sola. Una ad una, era la cosa più bella del mondo ed era mia. Solo ed unicamente mia. «Quando saremo meno brilli ti racconterò la vera storia.» Cancellai la distanza tra noi due e lo baciai, mi sentì calma e a mio agio, perché io lo amavo.





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br il BLBL sta a significare che io e chiara non stiamo bene. No non è vero. ( un po'. ) è solo un nostro modo di esprimerci quando siamo incavolate o altro, non me ne vogliate ma faceva troppo ridere AHAHAHHA @fourtysunsets & @bethfuckoff

   
 
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