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Autore: vul95    27/01/2013    4 recensioni
Tenma aprì la bocca per dire qualcosa, perplesso. Da quando la voce del senpai era così sottile?
Poco dopo le porte si aprirono –Ah, ho un mal di testa tremendo…- aggiunse la voce, quindi Shindou uscì dal caravan.
Cadde il silenzio.

[Altamente Nonsense; What If epocale; probabile presenza di shonen-ai]
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Matsukaze Tenma, Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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-Wondaba è tornato

Shonen-ai; Shōnen'ai è un genere giapponese di anime e manga che include una relazione affettiva omosessuale tra adolescenti o giovani ragazzi, spesso affini ai canoni bishōnen. Mentre il genere shonen-ai tratta le relazioni gay da un punto di vista più romantico, quello yaoi si focalizza invece più sull'atto sessuale esplicito.

(Wikipedia- the free encyclopedia)

Sex Issues- problemi di sesso

 

-chapitre deux-

 

-Wonderbot è tornato!- la voce di Tenma era affannata. Kanon lo vide arrossire appena, quando la vide -Shindou-senpai!- lo sentì esclamare, boccheggiando.

Akane sorrise mesta, al modo di chi la sa lunga, e battè una pacca sulla spalla della ragazza di fianco a lei, che era arrossita a sua volta senza capirne il motivo -Kanon-sama, andiamo?- le scappò un risolino e si coprì le labbra con la mano.

-E-eh? Ah, si.- la più grande tornò presente a stessa, schiarendosi la voce. Si sentiva in imbarazzo, in quei vestiti, e non riusciva a capire se l'espressione del tutto persa di Tenma dovesse lusingarla o meno.

-Si, andiamo!- si riprese quindi il capitano, sviando lo sguardo del suo senpai e riaprendo la porta dello spogliatoio, lasciando galantemente il passo alle signore, impacciato.

-Tenma-kun, la prossima volta ricordati di bussare.- gli sussurrò Akane quando gli passò affianco, facendolo avvampare -Questo è pur sempre lo spogliatoio delle ragazze.- sorrise furba, superandolo.

 

Shindou sentiva gli sguardi di tutti addosso. Quelli di Tenma e Fey, in particolare, le stavano perforando la schiena, mettendola in difficoltà. Cercò di ignorarli e concentrò la sua attenzione su Wandaba, che, seduto al posto del guidatore del caravan Inazuma la guardava con espressione grave.

Dentro il camioncino c'erano solo i sei a conoscenza del fatto, e quando Wonderbot aprì bocca per parlare, il silenzio era tombale.

-Ho parlato con il professor Crossword.- cominciò, volgendo l'attenzione a Shindou, che lo guardava ansiosa.

-E che ha detto?- la voce di Tsurugi suonava quasi angosciata, quando il ragazzo pose la domanda.

Clark si prese qualche attimo per rispondere, facendo si che la suspance aumentasse, poi sospirò -Il problema è avvenuto quando siete andati nel passato.- riportò.

-Ma abbiamo rimesso tutto a posto!- esclamò Tenma, facendo un passo avanti, mentre Fey annuiva concorde –Wandaba, abbiamo fatto di tutto per riportare la situazione ad una condizione stabile, non è possibile.- tentò, lanciando uno sguardo a Kanon, che non li stava ascoltando e aspettava che a parlare fosse solo l'orso azzurro di fronte a lei. Akane parve accorgersene a sua volta -Lasciamo che Wonderbot finisca.- richiamò tutti all'ordine con la sua vocina sottile, sorridendo poi a Shindou, che sembrò calmarsi appena, annuendo -Per favore.- aggiunse, socchiudendo gli occhi (e una cascata di morbidi capelli castani seguì il suo voltarsi), al che gli altri tre ragazzi non poterono fare altro che ammutolire, messi ko dal solo sguardo della neo ragazza.

Wonderbot espirò pesantemente dal naso, ignorando le reazioni ormonali di tutti -Purtroppo, Fey, le distorsioni temporali possono avvenire anche con un nonnulla. E questo è il caso.- abbassò il tono di voce, e tutti furono costretti ad avvicinarsi. Shindou si chiese quanto l'orso si stesse divertendo a giocare al gioco dell'investigatore, visto l'impegno che ci stava mettendo.

-Cosa vuoi dire?- la voce di Tenma era preoccupata. Clark sorrise come chi conosce già la fine e sa che sarà una bomba -C'è stato un ritardo.- fu la risposta.

Cadde il silenzio.

Fey parve capire immediatamente, ma tutti gli altri si guardarono confusi: suonava terribile.

... E poi non avevano idea di cosa stesse parlando.

Wonderbot sbuffò, arricciando il nasone da orso che si ritrovava, e si portò le mani ai fianchi, pensando contrariato che l'espressione interrogativa sul volto dei presenti non corrispondesse affatto a quella sbalordita-barra-ammirata-dalla-brillante-constatazione che si era aspettato.

-È grave?- intervenne Kanon, che era sensibilmente sbiancata -Non è grave, vero? Si risolve, vero?- ed ogni "vero" la sua voce aumentava d'intensità. Tsurugi, di fianco a lei, le lanciò uno sguardo di fuoco. L'avrebbe soppressa, lei (lui) e quella vocina acuta del cavolo.

Wonderbot sorrise beffardo -Tranquilla...-

-Tranquillo.- venne prontamente corretto dalla castana, che storse le labbra in una smorfia.

-Si, si, tranquillo.- l’orso tossicchiò –Comunque, dicevo…-

-Un ritardo avviene quando un evento viene posticipato durante il corso naturale degli eventi, potendo così correre il rischio di modificarne le conseguenze.- Fey si lisciava il mento, mentre pensava ad alta voce. Tenma lo guardava attento, ma davvero non riusciva a capire cosa avessero fatto di sbagliato. Erano stati molto attenti, quando erano tornati indietro nel tempo.

-Ed è successo questo a me?- Shindou stentava a capire come gli altri, e la confusione non faceva che aumentare la sua ansia e la sua paura di non avere alcuna possibilità di tornare alla normalità. “Diamine, Takuto, da quand’è che sei così emotivo?” si rimproverò, sospirando. Quel nuovo corpo l’avrebbe fatta impazzire.

Fey scrollò le spalle –A quanto pare…-

-AHEM.- Clark richiamò l’attenzione su di sé, irritato dall’interruzione del suo protetto –Dicevo.- inclinò la testa –Un ritardo è quando…-

-Potete smettere di girarci intorno, per favore?—sbottò Tsurugi, alzando gli occhi al cielo –La situazione è un pelo critica, e prima che sia irrecuperabile vorrei fosse risolta, visto che mi ci sono trovato coinvolto.- allargò le braccia.

-Prima che sia i-irrecuperabile?- ed ecco di nuovo l’acuto squittio di quell’essere ancor più irritante che era diventato Shindou.

-Per favore, non parlare.- ribattè l’attaccante, sgranando gli occhi –è insopportabile. Taci.-

Kanon gli lanciò un’occhiata offesa –Non è colpa mia se ho questa voce!- strinse le labbra, e tutt’a un tratto gli occhi le si velarono –Perché mi aggredisci in questo modo?- scattò sulla difensiva, coprendosi il volto con le mani. Perché, perché diamine adesso era sull’orlo delle lacrime? Cosa gli prendeva? Non riusciva a controllare le proprie emozioni, anzi, l’unica cosa che faceva era peggiorare la situazione esagerandole all’inverosimile, ed il bello era che non si spiegava nemmeno lei il perché. Risultava irritante anche a sé stessa.

Kyousuke era sbiancato –C-Che fai, piangi?- era indietreggiato, bianco come un cencio –Non piangere. Perché lo fai. Smettila. Ehi.- diamine, non aveva mai fatto piangere una ragazza. Si sentì una persona orribile.

-Shindou-senpai, non piangere, gli uomini non piangono!- tentò di consolarla Tenma, slanciandosi verso di lei, ma l’unico risultato fu quello di farla scoppiare ancora di più –Tenma, sono una ragazza adesso!- gridò istericamente, piagnucolando.

Clark non aveva idea di cosa fare.

Per qualche secondo si sentì solo la ragazza singhiozzare, mentre tutti rimanevano in silenzio, attoniti.

S-Shindou, sei forse nel tuo periodo?-

La domanda di Wonderbot rimase sospesa in aria per qualche secondo. Era l’unico modo per spiegare quello scoppio improvviso, e l’orso si complimentò con sé stesso per la brillante osservazione. Kanon alzò lentamente lo sguardo vacuo, in silenzio. Poi le labbra si piegarono in una smorfia.

-No, Shin-sama, no…- Akane si slanciò verso di lei nel momento esatto in cui scoppiò del tutto in lacrime e si accasciò per terra –Shin-sama, va tutto bene, non pianger—

-Non sto piangendo!-

Si guardarono.

E Shindou ricominciò a piagnucolare.

Akane le poggiò una mano sul capo e le carezzò i capelli –Shin-sama, non ti preoccupare, risolveremo la situazione.- le rivolse un sorriso gentile, e lei arrossì come una bambina, vergognandosi del suo comportamento –Ora ci basta capire cosa è successo e potremmo mettere le cose a posto, va bene?- la vocina sottile di Yamana parve calmare Kanon, che annuì, ed aiutata dall’amica si rimise in piedi, tirando su con il naso. Fey le porse un fazzoletto, rivolgendole un’occhiata di comprensione, e lei lo accettò volentieri, soffiandosi rumorosamente il naso e piantando gli occhi sul pavimento, in profondo imbarazzo –P-Perdonatemi. Wonderbot, v-vai pure avanti.- balbettò, paonazza. Non era il suo modo di comportarsi, quello. Era estraneo anche a lei, e la metteva a disagio. Non sapeva gestirlo.
Dopo che l’atmosfera fu tornata pressochè normale, la spiegazione potè continuare –Nel nostro caso, il ritardo è avvenuto anni prima rispetto a quando gli eventi sono cambiati.- cominciò Wodaba –Mi spiego: quando siamo andati indietro nel tempo, siamo tornati alla giovinezza dei genitori di Shindou, così che si conoscessero e si innamorassero, quindi sposassero e quel che poi ne deriva.- tutti quanti annuirono concordi.

-Ma il cambio è avvenuto quando Shindou, invece di nascere maschio- e qui Kanon mugolò sofferente –è nato femmina.-

-Cosa abbiamo mai fatto per permettere un cambiamento così radicale?- domandò Fey, inclinando il capo.

La risposta fu secca –Il primo appuntamento.-

Il “che cosa?” incredulo degli astanti fece sospirare l’orso –Abbiamo posticipato il primo appuntamento di una giornata, con il nostro intervento.- chiaro, conciso e semplicemente incredibile.

-Cosa c’entra con me questo?- Kanon allargò le braccia –Sono nato otto anni dopo il loro primo appuntamento!- esclamò.

-Evidentemente gli eventi sono slittati tutti di un giorno.- fu la risposta –E qui arriviamo alla questione: il tuo concepimento.-

Tsurugi alzò una mano.

-Prego.-

-Non voglio sentire la storia del concepimento di Shindou.-

Akane gli diede uno schiaffetto insignificante sul braccio, e quello se lo massaggiò, risentito, guardandola male –Vai pure avanti.- incitò la ragazza.

-Essendo slittato di una giornata… bhè, le probabilità sono state azzerate: è tornato quel cinquanta percento di possibilità che fossi femmina, e femmina sei stato concepito.- pausa –In questo presente.- altra pausa -Che possiamo cambiare.- ci tenne ad aggiungere, prima che la smorfia che era comparsa sul volto di Kanon si trasformasse di nuovo in un pianto isterico.

Tenma schioccò la lingua –Bhè, allora torniamo indietro al primo appuntamento dei genitori di Shindou-senpai e rimettiamo le cose a posto!- si battè il pugno sul palmo della mano, sorridendo incoraggiante.

Kanon annuì. Era l’unico modo.

E di certo lei voleva che quella storia si concludesse prima che al suo periodo ci fosse arrivata davvero.

 

-Kirino, dobbiamo parlare.- ok, sul fronte “sono stato trasformato in donna”, al momento Kanon era più tranquilla, e l’appoggio di tutti la stava aiutando davvero molto. Ma c’era qualcos’altro che la turbava, e quel qualcosa era il suo presunto migliore amico. A pensarci bene, se avessero sistemato tutto e tutto fosse tornato alla normalità, non avrebbe avuto nemmeno bisogno di prenderlo da parte come stava facendo in quel momento, visto e considerato che quella realtà sarebbe scomparsa, ma in ogni caso la curiosità le rodeva lo stomaco.

Il ragazzo con i capelli rosa la guardava perplesso. Si aprì in un piccolo sorriso –Che succede, Kanon? Va tutto bene, vero?- chiese con una vena di preoccupazione.

La castana si teneva il mento, le labbra strette, chiedendosi come avrebbe potuto formulare la domanda. Si ricordò che aveva poco tempo, e che di lì a poco sarebbe dovuta partire con gli altri per mettere le cose a posto.

-Il festival di Tanabata dell’anno scorso.- riuscì però solo a dire, alzando lo sguardo su di lui. Quello non afferrò molto bene, e aprì la bocca per chiedere delucidazioni. Kanon lo interruppe –Abbiamo giocato al tiro al bersaglio?- domandò, la fronte aggrottata.

Kirino, nonostante non capisse, al vedere l’espressione seria dell’amica si convinse a rispondere –No.- scosse la testa –A te non piace il tiro al bersaglio, hai preferito acchiappare i pesci con la retina.- alzò le spalle.

Shindou storse le labbra in una smorfia: lui odiava prendere i pesci con la retina, preferiva di gran lunga il tiro al bersaglio.

-Alle elementari.- proseguì Shindou, senza dargli la possibilità di dire altro –Alle elementari, te la ricordi quella gita in quel casale dove ci hanno fatto vedere come facevano l’olio?- inclinò il capo. L’altro annuì, lentamente –E ti ricordi che poi ci hanno dato un’ora di libertà? E siamo andati sul retro del casale? Ed era tutto pieno di fango?- sorrise appena.

Ranmaru rise –Si, certo che me lo ricordo.- Kanon allargò il sorriso, sperando nella risposta che voleva sentire. Ma Kirino continuò in modo diverso da come si aspettava –Ti sei arrabbiata tantissimo perché noi ragazzi ci siamo messi a giocare a calcio, e alla fine io ero pieno di fango dalla testa ai piedi. Eri talmente schifata.- continuò a ridere –Mi hai anche dato uno schiaffo.- sottolineò, socchiudendo gli occhi.

Kanon chiuse e rilasciò i pugni, scossa. Durante quella gita, anche lui aveva giocato tra il fango con i suoi compagni –E non sei mai venuto a dormire da me?- biascicò. Kirino sgranò gli occhi ed indietreggiò, guardandola di sbieco –No, mai. Insomma, siamo un ragazzo e una ragazza, tuo padre non lo permetterebbe, ma non ne abbiamo mai discusso, non ci è mai venuto in mente. Kanon, ti senti bene?- il suo tono era appena spaventato.

Quell’espressione intimidita ferì Shindou. Spesso Kirino era andato a dormire a casa sua, se lo ricordava. Ed erano rimasti svegli fino a tardi a parlare di calcio, o a giocare alla play o a guardare la televisione. In quella realtà Kanon e Ranmaru erano un ragazzo ed una ragazza, e non condividevano quello che Takuto e Ranmaru condividevano nei suoi ricordi. Sapere che il suo migliore amico non ricordava tutti quei momenti passati insieme, che non li aveva mai vissuti, fece male.

Cambiò repentinamente discorso, e si sentì davvero una stupida –E la lettera?- biascicò, mordendosi il labbro.

Cadde il silenzio.

Poi, inaspettatamente, l’altro si mise a ridere –Kanon, davvero è questo il problema?- continuò a ridere sotto lo sguardo sbalordito dell’amica, e quando riuscì a darsi un contegno, le sorrise –Ne abbiamo già parlato, no? Non sono stato io a lasciartela.- alzò le spalle, poi sospirò –Cos’è, non mi hai creduto?- ridacchiò -Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo volessi tipo dichiararti, o una cosa del genere.- sgranò gli occhi, per poi riprendere a ridere di gusto, sbilanciandosi all’indietro.

Kanon avvampò dalla testa ai piedi –Ma che diamine dici!- sbottò, la vocina acuta e perforante della sua versione donna di nuovo all’attacco –E’ che… non me lo ricordavo.- buttò lì, non trovando giustificazioni valide. Il fatto che il suo migliore amico non avesse una cotta per lei la rincuorò. Poi inclinò il capo –E allora chi me l’ha lasciata?- si grattò una guancia.

Sentì Kirino sbuffare e poi darle una schicchera in fronte. Mugolò, mentre l’altro la riprendeva –Ma insomma, soffri di amnesie o cosa?- poi inclinò il capo -Forse hai dimenticato qualcosa dopo il viaggio.- si rispose da solo, apprensivo. Poi riprese –Avevamo fatto un paio di supposizioni, comunque.-

Kanon drizzò le orecchie -… E?-

Ranmaru sghignazzò.

 

-Allora, pronti a partire?- domandò Wandaba, al posto del guidatore. I sei erano di nuovo sul caravan, pronti a tornare indietro nel tempo. Un “si!” convinto partì dalle labbra di tutti, tranne che da quelle di Shindou.

-Shin-sama, va tutto bene?- domandò Akane, di fianco a lui, preoccupata.

L’altra scrollò le spalle, guardando dritto davanti a sé.

-E’ solo in ansia perché ha paura di rimanere così per sempre.- uno Tsurugi ghignante si affacciò dal posto dietro il loro. Kanon scivolò con la schiena sul suo sedile, incassando la testa tra le spalle, e rimase in silenzio.

Tsurugi sbiancò per la seconda volta in una giornata –Se ti rimetti a piangere ti sopprimo.- minacciò, mascherando lo strisciante senso di paura che aveva preso possesso di lui. Si beccò un altro schiaffo da parte di Akane, e borbottando si rimise a sedere, maledicendo il genere femminile.

Shindou non ci fece caso. Dopo aver terminato il discorso con Kirino, averlo abbracciato e avergli detto che gli voleva bene (e lì il rosa aveva temuto di nuovo in una dichiarazione), aveva rimuginato molto su ciò che si erano detti. Su tutte quelle informazioni che aveva appreso.

E che con tutta probabilità, ecco, aveva il sessantasei percento di possibilità che il suo ammiratore segreto si trovasse tra i cinque che viaggiavano con lei.

 

°asterisco°

Un anno fa passò per questi pizzi una ragazza che di Inazuma Elevn sapeva solo lo stretto necessario, che non conosceva nessuno e che, a parte Haruya-tulipano, non conosceva nemmeno un headcanon. Ebbene, questo anno è passato e questa tipa sfigata ha conosciuto più a fondo Inazuma Eleven, ha conosciuto tante persone fantastiche, e adesso sa che Kyousuke lavora in un maid-bar.

Ok, al di là dell’introduzione che dovevo fare (e me ne scuso xD), oggi compio un anno in questo fandom, oh yeah! Voglio ringraziare tutti, quello di Inazuma Eleven è il fandom in cui sono stata e sto da più tempo, e lo amo. Ci sono casini e robe varie, ma lo amo e sto bene qui assieme a voi e askdlgnadsgnajlk ok la smetto con le mie smielosaggini— ma davvero, grazie di tutti <3 abbraccio di gruppo (?)°

E voi siete autorizzati a picchiarmi per il mio enorme ritardo, oh yeah! °scappa°

Comunque, a parte i miei sproloqui, che ne pensate del capitolo? Vi è piaciuto? Ci saràl’ammiratore di Shindou? Che cosa avrà scoperto parlando con Ranmaru? Con chi si metterà alla fine questo povero sfigato? Sono aperte le scommesse!

Mi piace approfondire, sfruttando questa situazione, il rapporto di Shindou con gli altri <3

Grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono e ricordano/ preferiscono/ seguono questa fanfiction <3 °regala torte°

Al prossimo capitolo!

 

Greta.

  
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