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Autore: TheGhostOfYou    28/01/2013    1 recensioni
E se Lily avesse ricambiato l'amore di Severus? Se fossero stati insieme, e dalla loro relazione fosse nato Harry? Cosa sarebbe accaduto?
Severus Piton conosce Lily Evans poco prima di cominciare Hogwarts; Lily è una nata Babbana, ma è una strega eccezionale. Severus se ne innamora all'istante. Passano gli anni, e anche Lily si accorge di provare gli stessi sentimenti di Severus. Si mettono insieme, e vanno a vivere nelle campagne inglesi. Ma Severus è tentato dal potere, e si unisce a Voldemort, proprio quando Lily scopre di essere incinta. Lei lo lascia e lui, distrutto da dolore, mette anima e corpo nella causa di Lord Voldemort. Quando scopre che Lily ha sposato James Potter, suo nemico di sempre, lascia i Mangiamorte e tenta di riprendersi colei che ama. Ma è troppo tardi. Lily è stata assassinata.
Undici anni dopo, Harry Potter, suo figlio, arriva a scuola. Ha lo stesso carattere di James, ma Severus sa che è suo figlio. Da quel momento in poi, rischierà tutto per tenerlo al sicuro, senza però rivelargli la verità.
Harry scoprirà chi è il suo vero padre, o vivrà per sempre con la convinzione di essere figlio di James?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, I Malandrini, Narcissa Malfoy | Coppie: Lily/Severus
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tuo fantasma - La serie'
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29. Who we were?

 

Cuz’ the world is ugly, but you’re beautiful to me.
Are you thinking of me?
Like I’m thinking of you?
I would say I’m sorry though, though I really need to go.
I just wanted you to know
That the world is ugly, but you’re beautiful to me (I just wanted you to know)
Are you thinking of me?

My Chemical Romance – The World Is Ugly

 

 
 
 
Te lo ricordi, chi eravamo?
 
I polmoni di Severus si dilatarono dopo la sua materializzazione, e lui inspirò un po’ d’aria prima di rendersi conto del puzzo dei gas inalati dalle alte ciminiere di fronte a lui. Il cielo scuro sopra di lui lasciava intravedere qualche stella, ma le luci del quartiere rendevano la vista meno bella di quanto fosse ad Hogwarts.
L’uomo cominciò a camminare velocemente, sperando che nessuno lo avesse seguito, in direzione della sua fatiscente casa; se c’era qualcosa che non era cambiato in tutti quegli anni era sicuramente la piccola Spinner’s End. Le case non avevano mai cambiato colore, le due strade che collegavano quel quartiere al resto della città erano diventate sempre più sporche e logore, e le alte ciminiere erano rimaste ad inquinare quel poco di bello che era rimasto.
Il mondo era un posto orribile, e Severus non si era mai sentito tanto vicino alla sporcizia di Spinner’s End come quella sera; sembrava quasi che la spazzatura abbandonata fuori dal numero 7 volesse ricordargli ogni minuto in cosa si fosse trasformato.
Era stata una sua scelta, dettata dall’ingenuità, dalla voglia di essere finalmente qualcuno, dalla paura di non essere abbastanza che lo aveva ridotto in un cumulo enorme di spazzatura, feccia della quale nessuno si sarebbe più fidato.
Aveva incolpato Silente, aveva incolpato qualche divinità in cui non credeva, ma la realtà era solo una: era lui l’artefice di quel destino infausto che lo stava punendo in tutti i modi possibili.
 
Ti ricordi, Severus, che cosa eravamo noi due?
 
Si chiuse la porta alle spalle, abbandonandosi sulla poltrona logora che suo padre aveva occupato per tanto tempo, poi chiuse gli occhi, cercando di darsi un motivo per non piangersi e per non lasciarsi andare. Rivedeva gli occhi di Lily, così simili a quelli di Harry, e lo stesso sguardo di disappunto, lo stesso dolore con il quale entrambi lo avevano scrutato e lo avevano accusato. Quello sguardo, così simile nella madre e nel figlio, era stato peggio delle parole che si era sentito dire dalle due persone più importanti della sua vita.
Cercò di scacciare quel terribile pensiero alzandosi e raggiungendo l’armadio pieno di polvere; sapeva di avere ancora da qualche parte il Firewiskey; quando lo trovò, se ne versò un bicchiere abbondante e lo buttò giù tutto d’un sorso, poi lo fece una seconda ed una terza volta. Il bruciore alla gola era un piccolo fastidio, ma il dolore parve un attimo anestetizzarsi sotto gli effetti dell’alcool; un po’ più tranquillo, si distese nuovamente sulla poltrona e chiuse gli occhi.
 
- Ti ho amato, Severus. Mi hai dato Harry, ma hai rovinato tutto! – gli occhi di Lily lo fissavano pieni di rabbia e di dolore, per quello che aveva fatto più di un anno prima. L’ultima volta che l’aveva vista viva.
- Hai ucciso Albus e hai venduto mia madre! Sei tu il responsabile della sua morte, sei un assassino vigliacco!– suo figlio, l’unica ragione per cui aveva sacrificato così tanto, che lo guardava nello stesso modo, con il desiderio inequivocabile di fargli del male per ciò che aveva fatto.
 
Tutto quel dolore non era nulla, nulla in confronto  a quello che provava quando il pensiero andava all’ultimo discorso con Albus. Harry era destinato a morire, allevato come carne da macello per essere giustiziato al momento giusto; avrebbe dovuto fare qualcosa, impedire che a suo figlio venisse torto un capello, ma che altro avrebbe potuto fare? Nessuno era in grado di eliminare il Signore Oscuro, nessuno tranne Harry.
Con un moto improvviso di rabbia, Severus scagliò il bicchiere contro la parete di fronte a lui, che si frantumò in mille pezzi; vetri rotti, come il suo cuore che sebbene fosse muto, poteva sentire rompersi ogni volta che pensava a Lily ed Harry, la sua famiglia. Quella che per tanto aveva desiderato e che non avrebbe mai avuto.
Il bussare insistente della porta lo destò dai suoi pensieri, e per un attimo temette che fosse Harry, venuto in cerca di vendetta; solo quando sentì alcune parole in Serpentese capì che doveva essere arrivato per lui il momento di recitare la sua parte migliore.
Con un colpo di bacchetta spostò il bicchiere rotto e nascose alla vista tutte le foto che ritraevano lui e Lily, o Harry. Solo lui avrebbe potuto vederle, lui e nessun altro.
Con un altro colpo di bacchetta aprì la porta, e davanti a lui vide Lord Voldemort, con un lungo mantello da viaggio nero, ed il suo meschino servo, Codaliscia.
- Mi lasci entrare, Severus? –
La voce di Voldemort non era che un sibilo freddo ed inquietante, ma con un cenno della testa lo invitò ad entrare.
L’uomo si guardò intorno per un attimo, mentre Codaliscia si dava da fare per trovargli un posto in cui potesse sedersi senza sporcarsi il mantello.
- Certe cose non cambiano mai, non è vero Severus? –
- Si, mio signore –
Non sapeva nemmeno a cosa si riferisse di preciso, ma decise di accontentarlo in tutto quello che richiedeva; anche una minima falla ed il piano sarebbe saltato in aria come dinamite.
- Questa casa è rimasta lurida come la prima volta che venni a trovarti. Ricordi quel giorno, Severus? –
Avrebbe voluto maledirlo in quel momento, odiava che lui pronunciasse il suo nome in quel modo spregevole; ricordava benissimo il giorno in cui lo venne a prendere per marchiarlo, il giorno in cui finì con Lily.
- Certo mio signore, come poterlo scordare? –
Per un attimo i loro occhi si incontrarono, e Severus sapeva bene che il Signore Oscuro stava leggendo nella sua mente per cogliere qualche falla o qualche bugia; ciò che non sapeva Lord Voldemort, però, era il suo essere così bravo nell’Occlumanzia. Aveva creato un ricordo fittizio, pensieri falsi che inducessero l’Oscuro a fidarsi di lui completamente.
- E così, Albus Silente è morto ed il merito è tuo. Che cosa vuoi in cambio? Lord Voldemort è generoso con chi si dimostra fedele a lui –
Ma Severus scosse la testa.
- Non voglio nulla se non la possibilità di sedere accanto a voi alle prossime riunioni –
Lord Voldemort si alzò e scrutò nuovamente l’uomo, che cercò di non lasciar trapelare alcun segno di debolezza o di paura; ma non aveva paura, perché quello che non sapeva era che Harry Potter aveva avuto istruzioni su come uccidere l’uomo che gli aveva portato via tutto.
- E sia, Severus. Ora andiamo, voglio che tutti sappiano ciò che hai fatto –
Lord Voldemort precedette Severus, che lanciò un’ultima occhiata alle sue spalle e vide appeso al muro, invisibili ad altri, ciò che gli aveva fatto coraggio durante tutti quegli anni.
Il volto di Lily, bello e sorridente, che lo guardava dalla cornice elegante in cui aveva messo la foto; sembrava infondergli coraggio, ed inspiegabilmente sentì il calore del suo fantasma che lo accompagnava in quel terribile momento. Lei era li con lui, come sempre.
Accanto a quella foto, il volto di un Harry sorridente, con in mano la coppa del Quidditch, con gli occhi talmente simili a quelli della madre che faceva male guardarli. In Harry era riposta la sua fiducia, in quel ragazzino di diciassette anni a cui Lord Voldemort aveva strappato tutto troppo presto.
Lord Voldemort aveva strappato ad entrambi la cosa di cui avevano più bisogno: Lily.
 
 
- Te lo ricordi, chi eravamo?  Te lo ricordi, Severus? –
Piangeva, Lily, in quel lontano giorno di Ottobre; sembrava più grande dei suoi vent’anni, come se tutto quello a cui aveva assistito da quando aveva lasciato Hogwarts avesse influito sul suo aspetto. Rimaneva sempre bellissima, come lo era stata a dodici anni, come lo era stata a diciotto, come lo era stata durante la gravidanza. Ma quelle piccole rughe ai lati della bocca Severus le aveva notate subito, perché aveva avuto l’impulso di baciarle e di baciare lei.
Le lacrime la rendevano ancora più bella, ma lui sapeva benissimo che non si sarebbe avvicinata più di così, anche se sperava di poterla abbracciare.
- Ti prego, Lils, non piangere –
- Hai perso il diritto di dirmi quello che devo fare quando hai accettato quel marchio! –
Era passato un anno e mezzo da quando Severus aveva deciso di rovinare le loro vite facendosi marchiare, e Lily gli aveva inviato una lettera perché era giusto che vedesse suo figlio. Harry era sullo scivolo: era incredibilmente alto per un bambino di un anno e qualche mese, e camminava già bene, tanto che la sua mamma lo lasciava correre per il parco, senza però lasciarsi sfuggire nessun movimento.
- Devi proteggerti, Lily. Lui vi vuole, vuole uccidere Harry! Crede che abbia il potere di fermarlo! – le parole angosciate di Severus fecero piangere ancora di più Lily, anche se cercava di non farsi vedere da nessuno; era sempre stata una caratteristica che lui aveva tanto apprezzato, quella che lei fosse sempre forte e all’altezza di ogni situazione.
- Allora lascialo, Severus, lascialo e proteggimi. Anzi, proteggici –
Gli occhi verdi della ragazza si accesero speranzosi, ma lui si toccò con la mano destra l’avambraccio sinistro, poi scosse la testa deciso.
- Non me lo permetterebbe mai, mi ucciderebbe prima che io possa raggiungervi –
Di nuovo il silenzio intorno a loro, scandito solo dai singhiozzi di Lily che pian piano si facevano più radi; quando alzò nuovamente gli occhi su di lui, erano completamente privi di lacrime ma pieni di rancore, rabbia e dolore.
- Ti ricordi, Severus, che cosa eravamo noi due? Ti ricordi, Severus, che cosa eravamo noi due?
- gli porse una foto che aveva estratto dalla tasca; loro due sorridenti davanti al campo di Quidditch, il giorno in cui si erano detti ‘ti amo’ la prima volta – Questa la porto sempre con me per ricordarmi quanto amore sei capace di dare. Ti ho amato, Severus. Mi hai dato Harry, ma hai rovinato tutto! –
Severus prese la foto con le mani tremanti, poi se la infilò in tasca, cercando di raggiungere il viso di Lily; se lei avesse potuto vedere che cosa provava davvero, se lei avesse saputo…
Ma lei fu più veloce e lo baciò teneramente sulle labbra; il ragazzo sentì il sapore di sale, perché lei stava di nuovo piangendo.
Poi si allontanò, prese Harry, e con un piccolo ‘pop’ svanì proprio davanti ai suoi occhi.
 
Severus non sapeva che non l’avrebbe mai più rivista viva.
 
*
 
Luglio 1997.
 
Harry Potter aveva appena chiuso gli occhi, pronto per farsi un sonnellino pomeridiano; i Dursley erano andati a scuola di Didino per parlare con i professori, nonostante fosse solamente luglio. Volevano assicurarsi che il loro amato figlioletto non finisse in classe con un ragazzino forse più odioso di lui, che era riuscito a fargli un occhio nero durante l’ultimo mese di scuola.
Finalmente riusciva a stare in pace, solo con i suoi pensieri e con il suo dolore; l’aver ritrovato un padre, il suo vero padre, ed aver scoperto che era un assassino lo aveva quasi ucciso. Per lui, avere una famiglia era forse la cosa più importante.
Provava l’ardente desiderio di uccidere Severus Piton – non voleva nemmeno pensare alla parola padre, suo padre era James Potter, non un meschino Mangiamorte – con le sue stesse mani, di fargliela pagare per tutte le vite che aveva spezzato. Per un attimo, un anno abbondante a dire il vero, aveva quasi sperato di poter avere almeno un membro della famiglia accanto, ma l’assassinio di Albus Silente aveva fatto capire ad Harry che era solo in tutto quello. Solo nella sua battaglia contro Lord Voldemort e solo nella sua battaglia quotidiana. Lui non avrebbe mai avuto una famiglia, perché Voldemort gli aveva tolto tutto ciò che aveva di più caro: sua madre, James, Sirius, Silente, l’amore di Ginny e persino suo padre Severus, che aveva scelto di servire lui e tradire il proprio unico figlio.
Un rumore destò Harry dai propri pensieri, e subito, spaventato all’idea che qualcuno potesse essersi intrufolato in casa, si alzò in piedi ed uscì dalla camera brandendo la sua bacchetta, ben conscio che contro un Mangiamorte avrebbe avuto ben poca speranza. Un rumore più forte lo fece sobbalzare, e a seguito sentì delle imprecazioni che poco lasciavano spazio all’immaginazione; con cautela scese le scale ed entrò in cucina, ma non era preparato alla visione della sua ex ragazza che litigava con una lampada da sala.
- G-Ginny? –
Lei si voltò e gli sorrise; i lunghi capelli rossi erano lasciati liberi sulle spalle ed indossava un vestitino azzurro senza spalline che lo lasciò senza fiato. Era al naturale e sembrava abbronzata. Fece in tempo a fare due passi che immediatamente lui la prese tra le braccia, stringendola forte; nonostante fosse assolutamente sbagliato, nonostante si fosse ripromesso di lasciarla in pace, si ritrovò a baciarla con passione. I suoi lunghi capelli profumavano di miele ed Harry ebbe l’impulso di tenerla con se per sempre.
- Che cosa ci fai qui? Sai che rischio hai corso? –
- Incantesimo di Disillusione – lei gli sorrise e si sedette su una sedia in cucina – Nessuno mi ha vista. Avevo bisogno di vederti, Harry –
La sua voce era ferma e lei sembrava talmente sicura di se che il ragazzo non potè fare altro che scuotere la testa e sedersi di fronte a lei, prendendole una mano.
- Ginny, non tornerò sui miei passi; è meglio per te se non stiamo insieme –
- Certo, però appena puoi mi baci – rispose lei, spiazzandolo – Ma non sono qui per elemosinare nulla. Voglio solo sapere se è vero che tu, Ron ed Hermione partirete –
Lui sgranò gli occhi, ma non fece in tempo a dire nulla che lei lo fermò, mettendogli una mano sulle labbra.
- Non prendermi per stupida, non sono una bambina. Ho sentito i discorsi di Ron ed Hermione, ma voglio sapere da te se è vero –
- Si – rispose lui, senza più difese; sapeva benissimo che non avrebbe potuto dire nulla in sua difesa, che Ginny avrebbe capito qualsiasi bugia avesse cercato di rifilargli.
- Voglio venire con te –
- Cosa? NO! – ruggì lui, alzandosi in piedi e prendendole i polsi – Non voglio che tu venga con me! –
Non voleva risultare così acido, e non voleva che lei fraintendesse; semplicemente, non se lo sarebbe perdonato se lei si fosse fatta male o peggio, se fosse morta, per aiutarlo nella sua missione impossibile.
Gli mise una mano sotto il mento e le alzò il viso, in modo da poterla guardare negli occhi.
- Torna ad Hogwarts, Ginny. Ripristina l’ES e ostacola Piton in tutti i modi possibili – entrambi sorrisero e lui le diede un lieve bacio sulle labbra – Organizza una resistenza, la McGranitt e Vitious ti aiuteranno, vedrai –
Un rumore scosse entrambi e lei balzò giù dalla sedia, avvicinandosi alla porta con la bacchetta in mano; Harry guardò dalla finestra e vide i Dursley scendere dalla loro utilitaria ed avvicinarsi alla porta d’ingresso.
- Presto Ginny, vai! – la guardò un’ultima volta mentre girava su se stessa e scompariva davanti a lui.
Che cosa avrebbe dato per poterle dire che l’amava senza sembrare uno stupido.
Che cosa avrebbe dato per starle accanto e costruire un rapporto con lei.
 
Voldemort gli aveva tolto anche quello.
 
*
 
Severus aveva cercato di tirarsi indietro, di non partecipare a quella battaglia, ma Lord Voldemort aveva insistito perché aveva bisogno di lui.
In volo su quella maledetta scopa, Severus lottava contro Lupin cercando di non ferirlo e di non ferire uno dei due gemelli Weasley che portava con lui. Aveva dovuto dire a Colui Che Non Deve Essere Nominato la verità sul trasferimento di Harry, omettendo qualche particolare, altrimenti lui non si sarebbe mai fidato in pieno; quelle erano le disposizioni di Albus Silente e così aveva fatto. Era molto difficile non colpire qualcuno, in aria; non era mai stato bravissimo a giocare a Quidditch, e combattere su una scopa non era così facile. Sapeva che suo figlio era con Hagrid ed era preoccupato; sebbene Albus lo ritenesse un valido aiuto, il guardiacaccia avrebbe potuto combinare qualche guaio.
Successe in un lampo: un Mangiamorte si avvicinò troppo a Weasley e cercò di colpirlo. Severus sfoderò la bacchetta contro di lui ed urlò – Sectumsempra! -; la potenza dell’incantesimo gli fece scivolare il cappuccio e per un attimo lui e Lupin si guardarono intensamente. Un urlo di dolore interruppe la loro guerra silenziosa e con orrore entrambi scoprirono che una parte dell’incantesimo di Piton aveva colpito l’orecchio di George. Fiotti di sangue colavano dal buco che una volta ospitava il lobo del ragazzo, e prima che Lupi potesse pensare di attaccarlo sparì alla velocità della luce. Doveva cercare di sopravvivere, altrimenti il suo piano sarebbe andato in fumo.
Vide un paio di Mangiamorte scendere di quota e decise di seguirli; faceva freddo lassù e gli occhi gli lacrimavano sia per l’aria pungente che per ciò che aveva fatto.
Di certo non aveva bisogno di un motivo in più per essere odiato da Harry.
Una volta a terra, vide qualcosa di strano nella via in cui si trovava: un corpo rannicchiato, come se fosse stato schiacciato da un mezzo pesante. Si avvicinò e scoprì che Malocchio Moody era stato ucciso da, almeno così gli pareva, l’Anatema Che Uccide.
Si chinò e prese il suo occhio magico, stringendolo tra le mani; prima che qualcuno lo potesse vedere si chinò e gli sussurrò nell’orecchio.
- Grazie per aver protetto Harry quando io non ho potuto –
- Severus, che ci fai li rannicchiato? –
Il suono della voce di Lord Voldemort lo spaventò: cominciò a deglutire, per paura di sentire ciò che gli avrebbe detto su suo figlio.
- Mio Signore – tese la mano e gli consegnò l’occhio dell’uomo a terra – Malocchio Moody è stato abbattuto –
- Una buona notizia per noi – l’uomo prese in mano l’occhio e se lo infilò in tasca.
- Avete preso Potter? –
Per un attimo ci fu il silenzio più totale, poi Lord Voldemort spedì un incantesimo verso il Mangiamorte più vicino che si afflosciò a terra.
- No! Quel vile mi è sfuggito di nuovo! Ma ho un nuovo piano! –
Severus chiuse gli occhi per un attimo, grato che Harry fosse ancora salvo.
- Andiamo, Severus. Dobbiamo predisporre il tuo ritorno ad Hogwarts –
Senza dire nulla Severus lo seguì, ma per un attimo guardò il cielo sopra di lui.
 
Harry, sei tutti noi. Anche se non lo sai, io sono con te.
 
*
 
E dopo mesi torno ad aggiornare! Sono pessima, lo so, ma purtroppo l’università mi sta uccidendo e io devo assolutamente laurearmi entro luglio perciò… Enjoy it!
P.s: domani GIURO che risponderò alle vostre recensioni! Ora torno a studiare! 
   
 
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