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Autore: _Underwater    28/01/2013    12 recensioni
Era così che doveva andare.
Insieme, dopo la morte.
Insieme, per l'eternità.
Insieme. Perchè si amavano.
Insieme, perchè l'amore, va oltre ogni confine.
In questo caso, anche dopo la morte.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The long black veil.

 

 

 

 

 

She walks these hills, in a long black veil.
She visits my grave, when the night winds wail.
Nobody knows, nobody sees, nobody knows, but me.

 

 

 

 

 

 

 

La ricordo ancora, quella notte.

Faceva freddo e il vento era tagliente come una lama.

Ma c'era qualcosa, o meglio, qualcuno a tenermi caldo.

L'amavo. L'amavo più di me stesso.

Era l'unica che volevo al mio fianco.

L'unica a farmi sentire bene. L'unica ragazza che abbia amato in tutta la mia vita.

Eravamo insieme a guardare le stelle, nel nostro posto.

Era agitata e non ne capivo il perchè.

Così glielo chiesi.

Le parole che uscirono dalla sua bocca mi spiazzarono.

Furono come delle coltellate al cuore. Un coltello che continuava ad infilzarsi nella carne, ripetutamente.

 

 

«Sono stata promessa in sposa» mormorò con gli occhi colmi di lacrime.

«Cosa? A chi?» balzai in piedi con la rabbia al cervello.

Si torturò le mani per istanti che sembrarono interminabili,poi si decise a parlare «Louis Tomlinson, Harry»

Sgranai gli occhi. Non poteva essere.

«Lo-Louis Tomlinson?» balbettai passandomi una mano tra i capelli.

Annuì scoppiando poi in un pianto.

Strinsi la mascella mordendomi il labbro per evitare di piangere, insieme a lei, e l'abbracciai.

La strinsi come mai prima.

Era stata promessa in sposa, al mio migliore amico.

«Ma-ma... Non possiamo parlarne con i tuoi genitori, Rose?» le chiesi baciandole la fronte e strozzando un singhiozzo.

«L'ho detto a mia madre, Harry. Ha detto che... Che... Abbiamo bisogno dei soldi di Louis. Che-che non posso sposare te perchè non» si portò una mano sotto il naso, prendendo fiato «Perchè sei povero, come me»

Sbiancai abbassando lo sguardo.

Aveva ragione. Cosa potevo darle, io?

«Non hai parlato di noi a Louis, vero?» mi chiese alzandomi il viso.

Distolsi lo sguardo immediatamente. Non riuscivo a guardarla.

Non riuscivo a guardare l'amore della mia vita, promessa ad un altro.

«No, volevo aspettare di parlarne con i tuoi genitori, prima»

Annuì tirando su col naso «Io non lo amo, Harry» mugugnò chiudendo gli occhi.

«Lo so, amore. Lo so» sussurrai lasciandole un bacio sulle labbra per poi accoglierla tra le mie braccia.

«Troveremo una soluzione»

 

 

 

E quel giorno.

Quando il fidanzamento fu ufficializzato.

C'ero anch'io. Come poteva non esserci il migliore amico del promesso sposo?

Erano tutti felici.

Tutti con dei vestiti di alta classe, pronti a festeggiare l'unione di un nuovo amore.

Che amore non era.

 

 

Mi sedetti in un divanetto, all'angolo della sala.

La fissai per ore mentre ballava, al centro della sala, con il mio migliore amico.

Lui rideva. Era felice.

Voleva sposarla davvero.

Mi aveva confessato di amarla, la sera prima.

«Ehy, bell'imbusto»

Ruotai gli occhi al cielo, osservando June, la cugina di Rose.

Non la odiavo, ma quasi.

«June» sbottai acido.

«Come sei arrogante» borbottò accarezzandomi un braccio.

Cambiai posizione allontanandomi da lei di qualche centimetro «Non sono dell'umore adatto»

Rise.

Una risata cattiva. Lei sapeva.

Sapeva che ero innamorato di Rose.

«E' pur sempre il fidanzamento del tuo migliore amico, dovresti gioire. Non trovi?»

Strinsi i pugni e tornai a fissare Louis e Rose, ballare un lento.

Non le risposi. La ignorai per tutto il tempo.

Era cattiva, arrogante e presuntuosa. L'opposto della donna che amavo.

«Harry, caro...» continuò lei «Vuoi ballare con Rose?»

Mi girai di scatto verso di lei e una scossa percorse la mia schiena «Come?» le chiesi, interessato.

Sì, volevo ballare con lei.

Volevo stringerla un'ultima volta, prima di perderla per sempre.

«C'è lo scambio di coppie» fece un cenno verso la sala da ballo «Tu vieni a ballare con me, poi cambiamo. Finchè arriverai ad essere in coppia con lei»

Mi alzai di scatto e la trascinai in pista a passo svelto.

Ridacchiò mettendomi una mano sulla spalla e stringendo l'altra con la mia.

Mi guardai intorno, Rose era vicina a noi insieme ad un signore molto più vecchio di lei.

Risi tra me, pensando i suoi possibili pensieri. Odiava ballare con 'i vecchi'.

Diceva che sputavano mentre parlavano di affari, e in più le pestavano i piedi.

«Smetti di ridere da solo, cambia adesso e prendi Rose»

Tornai alla realtà e prima che Louis potesse afferrare le mia Rose lo feci io, stringendole la vita e portandola al centro della sala.

«Ti è piaciuto ballare con mia cugina?» grugnì acida.

Sorrisi guardandola negli occhi. Erano il colore del miele, di un dorato più denso quando si arrabbiava.

«Ti amo» le dissi trattenendo l'istinto di baciarla. Lì, davanti a tutti.

Così tutti avrebbero potuto sapere che io amavo lei. Solo lei.

«Non la pensavi così quando eri con June» mormorò facendo un giro su se stessa.

Le afferrai la mano e con uno scatto veloce l'attirai di nuovo a me.

Arrossì facendomi un sorriso.

Potevo sentire il battito del suo cuore, insieme al mio.

Perchè è così che dovevano stare i nostri cuori. Insieme.

«Ho ballato con June solo per arrivare a te, piccola Rose»

Si morse il labbro stringendomi la spalla «Mi concede la signorina?» un signore sorrideva porgendo la mano a Rose.

Io risi di gusto. Non l'avrei lasciata, adesso che era tra le mie braccia «Magari il prossimo anno» sbottai lasciandolo sbigottito.

Boccheggiò per poi allontanarsi a passo svelto.

Sorrisi soddisfatto stringendola di più «Era mio zio» borbottò ridendo.

«Tuo zio, tuo fratello, tuo nonno... Può essere chi vuole. Ma nessuno può allontanarti da me»

Arrossì nuovamente e si avvicinò al mio orecchio «Ci fissano tutti»

Scrollai le spalle «Non m'importa»

Ed era vero. Non m'importava.

«Nemmeno a me» confessò baciandomi l'orecchio.

Rabbrividii per quel contatto e il desiderio di baciarla mi stava uccidendo.

«Vorrei baciarti, qui. Davanti a tutti» le dissi fissando le sue labbra. Così rosse e morbide.

«Fallo» sussurrò chiudendo gli occhi.

Mi avvicinai lentamente alle sue labbra. Volevo baciarla.

Volevo lei più di qualsiasi altra cosa, ma qualcuno m'interruppe trascinandola via dalle mie braccia.

Mi ritrovai a ballare con una bambina, mentre Rose era tornata a ballare con Louis.

Il suo promesso sposo.

Il suo ricco promesso sposo.

Il mio migliore amico.

 

 

 

 

 

Piansi come un bambino, quella notte.

Piansi anche i giorni seguenti.

Chiuso in casa per non incontrare Louis.

L'uomo che avrebbe portato Rose via da me. La mia Rose.

Ma, rimanere chiuso non era servito a niente.

 

 

 

«Harry, come mai non ti ho visto in paese?» mi chiese Louis, quando aprii la porta.

«Stavo male» biascicai con voce roca.

Abbassai lo sguardo per evitare che si accorgesse anche delle mie occhiaie.

«Oh, e adesso come stai?»

«Meglio» mentii.

Come potevo stare meglio, senza lei?

«Bene!» rise dandomi una pacca alla spalla «Volevo solo dirti che il matrimonio si terrà tra una settimana esatta. E tu devi esserci, amico mio»

Trattenni l'istinto di spaccargli qualcosa in testa e annuii con una smorfia.

«Ti consiglio di andare a letto» mi disse girandosi di spalle «Non hai una bella cera»

 

 

 

 

 

 

La sera successiva andai lì.

In quella collina dietro la sua casa, dove di solito ci incontravamo.

Però, mentre di solito venivamo qui insieme, felici di vederci, quella sera ero da solo.

Senza di lei.

Avrei dovuto abituarmi alla sua assenza?

No. Mai.

 

 

 

 

«Harry»

Mi girai di scatto e un sorriso spuntò sul mio viso, istintivamente.

Lei era lì, i lunghi capelli marroni le ricadevano sulle spalle e gli occhi lucidi erano illuminati dalla debole fiamma di una candela.

«Rose» mormorai alzandomi velocemente per andarle incontro.

«Cosa fai qui da solo? Ti prenderà un colpo con questo freddo»

Le cinsi i fianchi e l'avvicinai a me «Il colpo mi viene senza di te, amore mio»

Strinse gli occhi facendo scivolare una lacrima sulla sua guancia.

«Ti prego, non piangere» sussurrai baciando le sue labbra delicatamente.

«Non lo amo, Harry. Non lo amo»

La candela si spense, lasciandoci abbracciati e illuminati solo dalla luna.

Mi allacciò le braccia al collo «Non sposarlo. Scappiamo» sussurrai al suo orecchio.

«Scappiamo?» chiese allontanadosi dal mio viso per osservare la mia espressione.

«Sì. Ti prego, fuggiamo insieme. Solo io e te» biascicai baciandola.

Si alzò in punta di piedi e approfondì il bacio. Rendendolo più passionale.

«Scappiamo» sussurrò tra un bacio e l'altro.

 

 

 

 

 

 

Due giorni dopo era prevista la data della nostra fuga.

Come nelle favole. Doveva andare tutto bene, doveva essere tutto perfetto.

Ma non andò come volevamo.

 

 

 

 

Ero poggiato ad una carrozza.

Ero pronto per fuggire con lei, quando mi giunse la notizia.

«John Grey è morto» borbottò un uomo intento a riferire gli ultimi pettegolezzi alla moglie.

Trasalii a quel nome.

John Grey. Non poteva essere. Non poteva essere morto il padre di Rose.

«Oh, cielo! Come faranno quelle povere ragazze senza il padre?» rispose la moglie, visibilmente dispiaciuta.

«La più grande, Rose, sposerà Louis Tomlinson, non avranno problemi economici»

Trattenni la voglia di piangere e con la mia sacca in spalla, tornai a casa per abbandonarmi al mio pianto pieno di dolore.

Piangevo perchè non potevo averla.

Piangevo perchè non potevo amarla davanti a tutti.

Piangevo perchè non potevo darle quello di cui aveva bisogno.

Piangevo perchè non sarebbe mai stata mia. Mai.

 

 

 

 

Il giorno del matrimonio.

Giuro, quel giorno non avrei mai potuto dimenticarlo.

Ero morto e risorto milioni di volte quando, entrambi, dissero il fatidico 'sì'.

Dovevo essere io a portarla all'altare.

Dovevo essere io a giurare il mio amore davanti a Dio.

Dovevo essere io ad amarla ed onorarla, per il resto della mia vita.

Ma non fu così.

 

 

 

 

 

La vidi uscire dalla sala, col suo vestito così bianco e così ingombrante.

La seguii silenziosamente quando nessuno degli invitati si sarebbe accorto della mia assenza.

Era seduta su una panchina, a piangere.

«Rose, amore» mormorai sedendomi accanto a lei.

Alzò lo sguardo, infondando i suoi occhi dorati colmi di lacrime, nei miei rossi a causa delle lacrime trattenute.

«Harry...» lanciò un'occhiata alle mie spalle per poi fiondarsi sulle mie labbra.

La strinsi ricambiando il bacio con passione.

Avevo bisogno di quelle labbra, di quegli occhi, di lei.

Poggiò la testa al mio petto e continuò a piangere.

Le accarezzai la testa e la strinsi a me «Ssh, andrà tutto bene» sussurrai baciandole la fronte.

«Non andrà tutto bene, Harry. Non andrà bene» singhiozzò stringendo la mia camicia tra le mani.

Sospirai «Ce la faremo»

«Non è vero» grugnì con la voce spezzata dal pianto.

«Ti amo, Rose» le dissi stampandole un bacio sulle labbra «E non m'importa se hai un marito, due mariti... Anche trenta. Mi basta sapere che tu ami me e io amo te. Nient'altro»

«Ti amo, Harry»

Sorrisi beandomi del suono di quella voce «Niente ci separerà, Rose. Niente»

«E co-come faremo?»

Mi morsi il labbro, prendendo in considerazione un'idea che mi ruotava in mente da giorni.

«Saremo amanti, Rose»

Spalancò la bocca alzandosi di scatto. E per un attimo temetti di perderla per sempre, davvero.

«Amanti?» chiese asciugandosi le lacrime.

«Sì» risposi abbassando lo sguardo.

Mi alzò il viso baciandomi la fronte «Amanti» confermò lei per poi allontanarsi a passo svelto.

 

 

 

 

 

Eravamo amanti.

Io e lei, contro il mondo.

Ci vedevamo di nascosto quando Louis era via per lavoro.

Ero un traditore. Era pur sempre il mio migliore amico, ma io l'amavo.

L'amavo davvero.

 

 

 

 

 

«Baciami...» sussurrai stringendola più a me.

Si avvicinò coprendomi il petto con il lenzuolo e sorrise poggiando un dito sulle mie labbra «Baciami tu»

Scoppiai a ridere baciandola lentamente. Giocai con le sue labbra per minuti, ore, non me ne rendevo conto.

«Louis tornerà tra poco» fece una smorfia allontanandosi dalla mia presa.

Mi alzai dal letto e mi rivestii lentamente.

Non volevo andarmene.

«A volte vorrei che ci scoprisse» sbottai agitato «Che si rendesse conto che tu non lo ami che... Che...»

«Lo faccio per la mia famiglia. Per le mie sorelle...» sussurrò abbassando lo sguardo.

Le cinsi i fianchi e la baciai «Lo so» soffiai sulle sue labbra.

«Sai che amo solo te, vero?»

Risi mordendole l'orecchio «Solo me» confermai «E io amo solo te»

Fece una smorfia «Mi è giunta voce che una certa 'Katrine' è interessata a te...»

Katrine. Una ragazza ricca e viziata che voleva sposarmi, dicendo che ero il ragazzo più bello che avesse mai visto.

Come si può sposare una persona solo per la bellezza?

Non l'avrei mai sposata.

Non osavo nemmeno immaginare di vivere con un'altra che non era Rose.

«Lei non m' interessa»

Rise baciandomi il naso «E' bella, ricca...»

«Ma non la amo» confermai irritato.

«Solo io e te» sussurrò aggiustandomi la camicia.

«Io e te»

 

 

 

 

 

«Rose!» urlai dal suo giardino.

La finestra della sua camera si aprì e lei rise, fissandomi «Che ci fai qui?» mi chiese guardandosi intorno.

Cosa facevo in piena notte nel suo giardino?

«Ti volevo dire che ti amo!»

Mi mandò un bacio «Anch'io ti amo, ma va via ora...»

Storsi il naso e mi arrampicai su un albero vicino alla sua finestra.

Continuava a ridere «Smetti di fare il pazzo» sussurrò quando fui abbastanza vicino al suo viso.

Le lasciai un bacio sulle labbra «Sono pazzo di te»

Qualcuno nella stanza tossì e lei sobbalzò girandosi di scatto «Rose, tesoro, che ci fai in piedi a quest'ora?»

Mi irrigidii sentendo la voce di Louis.

Rose con un spintone mi fece cadere al suolo «Niente, guardo la luna» disse con tono teatrale.

Risi. Mentiva così male...

Pochi secondi dopo si affacciò e sorrise mimando con le labbra delle scuse.

Le mandai un bacio «Ti amo!» sussurrai.

«Anch'io»

«Rose? Parli da sola?»

Mi nascosi, sentendo, di nuovo, la voce dell'uomo che mi aveva tolto, inconsapevolmente, l'amore della mia vita.

Rose rise «No, era un pipistrello. Sono così fastidiosi...» mi fece l'occhiolino e tornò dentro.

Tornai a casa sorridendo.

L'amavo.

Avevo bisogno solo di lei.

E quando, la notte, sentivo il bisogno di abbracciarla... Mi presentavo sotto casa sua, con la speranza che un giorno, al posto suo, non trovassi Louis.

 

 

 

 

 

 

 

Poi arrivò quella sera.

La sera in cui Louis sarebbe stato via tutta la notte.

Ne approfittammo per stare insieme.

E forse, proprio quella sera, il destino mi punì per aver tradito il mio più caro amico.

 

 

 

 

 

«Credimi, se ti dico una cosa significa che è vera» borbottai fissando il tetto.

«Non credo che tu abbia la probabilità di trovare un tesoro in un pozzo, per poi potermi sposare»

Risi «E chi te lo dice? Può esserci una probabilità»

Scoppiò a ridere abbracciandomi «Sai, quando una delle mie sorelle si sposerà e quanlcun altro potrà mantenere la mia famiglia... Voglio scappare con te»

Sorrisi sentendo il battito del cuore accelerare «Davvero?»

Mi baciò delicatamente le labbra «Davvero»

«Mmh... E dove andremo, principessa?»

«Tu dove vuoi andare, principino squattrinato?»

Scoppiai a ridere «Voglio andare dove ci sei anche tu»

Trattenne il respiro, poi sorrise «Mmh, allora andiamo... Andiamo in America!»

Passai un braccio attorno alle sue spalle nude «In America? Ti piace l'America?»

«Non ci sono mai stata, lo sai. E tu sì»

Ridacchiai giocando con i suoi capelli «Andremo in America»

«Ecco, bravo. E poi possiamo anche andare in Italia, ti va?»

«Non vuoi una casa fissa?» le chiesi poggiandomi ad un gomito.

«Oh, tu la vuoi?»

«Certo! Voglio una casa con te. Una famiglia, con te. Voglio dei figli, Rose. Tanti marmocchietti»

Illuminò gli occhi e mi abbracciò «Li avremo»

Rimasimo lì abbracciati per ore. A parlare dei nostri figli, della nostra futura casa... Finchè un botto non ci fece sobbalzare.

Scattai giù dal letto e m'infilai i pantaloni velocemente.

Lei si affacciò alla finestra e portò una mano sulla bocca «Mio Dio» urlò.

La raggiunsi velocemente e sbiancai.

Un uomo morto era steso a terra.

Alcuni signori si avvicinarono lentamente a lui farfugliando qualcosa sotto voce.

«Voi lo avete visto?» borbottò un uomo.

«L'assassino?» chiese un giovane.

«Sì»

«Era... Era...»

«Harry Styles. Era lui» annunciò una signora.

Trasalii stringendo il fianco di Rose.

No! Non ero io!

«Ne è sicura?» chiese, di nuovo, quell'uomo.

«Sì. L'ho visto anch'io. Stessi capelli ricci, stessa altezza. Era lui» aggiunse un'altra donna.

Rose scoppiò a piangere mentre io rimasi immobile alla finestra per osservare la scena.

Perchè incolpavano me?

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno dopo, fui convocato in tribunale.

Diverse persone testimoniavano di avermi visto uccidere quell'uomo di cui non conoscevo nemmeno il nome.

Come facevano ad incolpare me se non c'ero?

 

 

 

 

 

Entrai nella sala e mi sedetti accanto al giudice.

«Harry Edward Styles, diverse testimonianze la incolpano di essere l'assassino di Thomas Robinson. Ha qualcosa da dire?»

Certo che avevo qualcosa da dire. Non ero stato io.

«Signor giudice, non sono stato io ad uccidere quell'uomo»

Lanciai un'occhiata alle persone presenti, tra cui vidi anche lei.

Spostai lo sguardo, notando che c'era anche Louis.

«Pensa che l'abbiano incolpato senza un motivo?»

«Sì, lo penso. Credo che forse l'assassino mi somigliava»

Scoppiarono tutti in una risata. Tutti tranne lei e Louis.

«Le somigliava?» disse il giudice, divertito.

«Sì» mormorai abbassando lo sguardo.

«E dimmi, figliuolo, qual'è il tuo alibi?»

Boccheggiai «Come?»

«Dov'eri ieri sera a quell'ora?»

Sgranai gli occhi.

Ero con Rose, a casa sua.

«Ero...» balbettai fissando Rose che tratteneva a stento le lacrime.

«Ero...»

«Dov'eri?» mi incoraggiò lui.

Louis mi sorride mimando un 'coraggio'.

Coraggio? Ne avevo proprio bisogno in quel momento.

Cosa poteva succedere se dicevo che ero tra le braccia della moglie del mio migliore amico?

Sarei passato per un traditore -che ero.

Rose per una puttana.

Louis non mi avrebbe più parlato.

Ma, soprattutto, lei e la sua famiglia non avrebbero avuto più nemmeno da mangiare.

«Non mi ricordo» biascicai lasciando cadere una lacrima sul mio viso.

«Non lo ricordi?» il giudice sembrò sorpreso.

«Non lo ricordo» confermai.

«Quindi, non sai dov'eri?»

Lo so, dov'ero.

«No»

«Bhè, questo non ti scagiona. Anzi»

Strinsi gli occhi sperando con tutto me stesso di non sentire quelle parole.

Ma fu inutile.

«Harry Edward Styles, condannato per omicidio. Pena: la morte»

 

 

 

Il giorno stesso fui processato.

Impiccato, ecco come morii.

 

 

 

 

 

Lei era lì, prima del processo.

Piangeva. Non riusciva a smettere.

Io ero legato, non potevo nemmeno toccarla.

E questo mi uccideva, prima del tempo.

«Rose, Rose... Ti prego, non piangere» sussurrai mentre piangeva sul mio petto.

La guardia si allontanò preso, forse, da un attimo di pietà.

«Harry. Ti prego, Harry! Digli che eri con me. Ti prego» singhiozzò.

Strinsi gli occhi «Rose, lo faccio per te»

«Non-non m'importa. Dì che eri con me»

«Non posso» mugugnai con gli occhi pieni di lacrime «Non posso darti quello di cui hai bisogno. La gente non capirebbe. Hai bisogno di Louis per vivere...»

Singhiozzò buttandomi le braccia al collo «Ti prego, Harry. Non lasciarmi così. Ti prego»

«Ti amo» sussurrai baciandole i capelli.

«Ti-ti prego» singhiozzò ancora lei.

«Ti amo, e ti amerò per sempre»

La guardia l'allontanò facendomi salire sul patibolo.

Quando alzai lo sguardo, l'intera città era lì a guardare.

Anche lei era lì. Tra le prime file. Gli occhi gonfi e rossi a causa delle lacrime trattenute.

Louis la stringeva e mi fissava. La mascella contratta e gli occhi rossi.

«Non piangere, Rose. Non piangere» sussurrai mentre mi mettevano la corda al collo.

In quel momento vidi passarmi la vita davanti.

L'amore che provavo. Quello che mi aveva spinto a farmi impiccare per il bene di lei.

Quello che mi stava uccidendo.

«Le tue ultime parole?» chiese la guardia.

«Ti amo, Rose» bisbigliai in modo da non far sentire agli altri.

Ma lei aveva capito.

Mi misero un velo sul volto, ma protestai.

Volevo vederla, anche mentre morivo.

«Come preferisci» borbottò la guardia lanciando il lungo velo nero a terra.

Rose prese il velo e lo strinse.

'Non preoccuparti, ti raggiungo' mimò con le labbra.

Sospirai e annuii.

Mi avrebbe raggiunto, davvero?

«Uccidimi» dissi prima che lo sgabello fosse tolto da sotto i miei piedi per dar spazio poi, alla morte.

 

 

 

 

 

Erano passati mesi, anni... Non lo so.

Ma lei era lì. Ogni sera, sulla mia tomba a piangere.

Con il suo lungo velo nero.

Ma, l'ultima volta, qualcosa cambiò.

Lei non piangeva, anzi. Sembrava felice.

 

 

 

«Harry, ti raggiungo. Ti raggiungo» sussurrò felice inginocchiandosi davanti la tomba.

Tirò fuori un bicchiere da una sacca e una boccetta.

«Ringrazio chi ha inventato il veleno» biascicò ridendo.

Era felice di morire?

«Speriamo vada bene, Harry. Secondo te basta?» bisbigliò versando il liquido dalla boccetta al bicchiere «Sì, direi che può bastare» confermò allegra.

«Ad una vita insieme, Harry! No, aspetta. Ad una morte, insieme!» sorrise e bevve il veleno.

Era così che doveva andare.

Insieme, dopo la morte.

Insieme, per l'eternità.

Insieme. Perchè si amavano.

Insieme, perchè l'amore, va oltre ogni confine.

In questo caso, anche dopo la morte.

 

 

 

 

 

 

 

Salve (:

Siete arrivati fin qui? No, non ci credo lol

Premetto che per questa OS ho preso spunto da una canzone medievale (Sì, canzone medievale)

E che però ho modificato la storia, perchè la canzone finiva proprio di merda ewe

E' la prima volta che scrivo qualcosa di così... Serio, ecco.

Ma devo ammettere che questa OS mi piace sbchdbh

E spero piaccia anche a voi :)

Mi fate sapere? *faccia da cucciolo con gli occhi dolci e sbrilluccichevoli *

Spero non faccia poi così cagare ewe

Un bacio

-Sara.

   
 
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