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Autore: mikaru99    28/01/2013    0 recensioni
Gaara è un principe che, dopo la morte della madre, si trova a vivere con un padre che lo odia e i fratelli così presi dagli impegni con il regno da non aver tempo da dedicargli...tanto che imparerà troppo presto cosa è l'odio e che l'amore è solo un'illusione temporanea...ma qualcuno gli dimostrerà il contrario...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Erano trascorsi tre anni oramai dalla notte in cui il principe Gaara aveva stretto un patto infrangibile con la sua dama di compagnia, la sua confidente, la sua unica amica.
Gaara, davanti all'imponente specchio che vi era in camera sua, si stava preparando per un evento più unico che raro: la visita del re, suo padre.
“Mitsuki!” la chiamo lui.
Una bellissima fanciulla lo raggiunse correndo con movimenti aggraziati e fluidi che le muovevano i lisci capelli castani.
“Sì Gaara?” chiese una volta raggiunto il suo principe.
“Secondo te come sarà mio padre?” chiese lui lasciandola basita.
“Come?” chiese sperando con tutta sé stessa di aver sentito male.
Lui sorrise continuando a guardarla attraverso il grande specchio.
“Bhe...vedi Mitsuki...io ho visto mio padre solo una volta...durante il funerale di mia madre...a quel tempo avevo solo due anni quindi non ho ricordi di lui” spiegò come se fosse del tutto normale per un ragazzo non aver mai visto il proprio padre.
Si rimproverò aspramente per non essersene mai accorta.
Voglio dire...
Erano cinque anni oramai che era la dama personale di Gaara, da quando era stata rapita dal suo paese per saldare un grosso debito che suo padre aveva avuto con il re...e in tutto questo tempo non si era mai chiesta il perché Gaara era cresciuto con i fratelli e la servitù come unica compagnia.
Lui sembrò cogliere queste sue emozioni e le sorrise gentilmente, sorriso che, ovviamente, era riservato solamente a lei.
“Tranquilla Mitsuki...sono perfettamente consapevole di non poter avere una vita o una famiglia normale... so che mio padre è il re e, come tale, deve pensare unicamente al suo popolo...”
Mitsuki annuì anche se non del tutto rassicurata, ma del resto ci sarebbe stata lei, sempre e comunque, al fianco del suo amato principe.
 
“Senti Mitsuki...stavo pensando...” cominciò Gaara mentre percorrevano i lunghi corridoi diretti alla sala del trono dove si sarebbe svolto l'incontro con il re.
“Bhe...a te piacerebbe tornare a casa tua?”
“A casa mia?” chiese lei distrattamente, poi, appena pensò alle parole del principe, trasalì.
“Sì…una volta mi hai detto che desideri tanto rivedere il tuo paese natale…e stavo pensando di chiedere a mio padre di farti tornare dalla tua gente” disse lui.
Mitsuki lo guardò esterrefatta, senza sapere che cosa dire: non riusciva a credere che Gaara, che le aveva fatto giurare di rimanere sempre al suo fianco, ora voleva addirittura cercare di convincere il re a lasciarla tornare al suo paese, solamente perché sapeva che in questo modo l'avrebbe resa molto felice.
“Sì...credo di poterlo convincere a farci fare una bella 
vacanza a Konoha...un mese penso che possa bastare”
(E ti pareva...) 
Mitsuki sospirò internamente, mentre tutti i suoi sogni su un Gaara meno egocentrico si scioglievano come neve al sole. 
Non era mai stata così ottimista da credere che il principe avrebbe acconsentito a lasciarla tornare al suo paese 
-magari per sempre- sprizzando felicità da tutti i pori, ma considerando il modo in cui aveva reagito quando era venuto a conoscenza che le sarebbe piaciuto moltissimo, aveva sperato che Gaara avrebbe provato a rendere le cose più semplici.
Naturalmente si sbagliava...
“Siamo arrivati...” disse Gaara appena arrivati al portone che li separava dalla sala del trono dove sarebbe avvenuto l'incontro con il re.
“Buon giorno Gaara...Mitsuki” li salutarono due ragazzini di sedici e quattordici anni.
“Buon giorno a voi Principe Kankuro...e a voi Principessa Temari” salutò lei con un inchino. Gaara rimase impassibile
“Vogliamo entrare?” chiese Mitsuki.
Temari la guardò con occhi di ghiaccio che tradivano però un certo disgusto.
Kankur invece si limitò a spiegarle con aria indifferente:
“No...dobbiamo aspettare di venire annunciati” 
“Tra l'altro...tu perché sei qui?” chiese la principessa guardando Mitsuki torva.
A Gaara saltarono i nervi.
Come diamine si permetteva quella stupida di sua sorella di parlare con questo tono a Mitsuki?!
Lei non era affatto inferiore a loro solo perché era una  
popolana! Anzi, era l'unica che, per lui, aveva un valore in mezzo a quella massa di “tutto shopping e niente cervello”
Prima che però potesse difendere Mitsuki, una voce squillante giunse alle loro orecchie.
“Maestà...il Principe Kankuro, la Principessa Temari e il Principe Gaara”
A quelle parole le ante del portone si aprirono da sole, facendo entrare i tre fratelli.
Camminarono sul lungo tappeto rosso che continuava fino a raggiungere il trono sul quale vi era seduto un uomo dall'espressione autoritaria e austera.
“Padre…” dissero i tre ragazzi all’unisono inchinandosi.
“Maestà…costoro sono il principe primogenito Kankuro…” il re fece un cenno d’assenso 
“…la principessa Temari…”
Il sovrano accennò un piccolo sorriso.
“…e il principe Gaara” 
Il re rimare impassibile.
Come se tra i suoi tre figli,Gaara fosse l’unico indesiderato. 
“Table…” disse il monarca, rivolto all’annuciatore dei principi.
“Maestà” rispose questo inginocchiandosi e tenendo gli occhi puntati verso il rosso tappeto.
“Appena sarà finito il ricevimento porterai il moccioso malpelo…” disse mettendo nelle ultime sei sillabe tutto il disprezzo concepibile “…nelle mie stanze”
“Come voi comandate, sire”
Per tutto il riferimento, Gaara non parlò con nessuno, troppo impegnato a cercare disperatamente di darsi delle spiegazioni per il comportamento di quello che in teoria avrebbe dovuto essere suo padre.
“Sì…sarà anche mio padre, ma resta comunque il re, e come tale non posso pretendere che faccia i salti di gioia”
“Ma allora perché si è dimostrato felice di rivedere Kankuro e Temari?”
“Loro sono più grandi…forse, a differenza mia, hanno potuto estaurare un certo legame con nostro padre”
“Ma allora perché a voluto che fossi portato nelle sue stanze dopo il ricevimento?”
Naturalmente nessuno riuscì a notare della battaglia all’interno della testa del principe.
 
 
 
Angolo della ritardataria:
Salve a tutti!
Intanto mi scuso, prima di tutto per questo ritardo e secondo per la lungh…cortezza del capitolo.
In secondo luogo ci tengo a motivare una scelta che ho fatto sul personaggio di Kankuro che, mentre nel manga sarebbe il fratello di mezzo, in questa storia è il maggiore dei tre, e ora vi spiego il perché:
Vedete, ho letto che nelle civiltà antiche, per una casata reale era un disonore avere una figlia come primogenita…e in molti casi questa veniva addirittura uccisa, quindi ho voluto fare questa piccola modifica.
Ok…vi saluto e spero che:
1) il capitolo sia stato di vostro gradimento (in tal caso recensite per favore)
2) non succeda più che faccia un altro così grande ritardo (su questo non vi garantisco nulla, ma mi impegerò)
Ciao e…al prossimo capitolo!!
  
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