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Autore: Aura    29/01/2013    7 recensioni
|Literati fic|
Sono passati dieci anni dal loro primo incontro, e cinque dall'ultimo. Un giorno che qualcuno definisce come “il suo giorno fortunato”, Rory lo rivede. Come se fosse ancora la diciassettenne per le strade di Stars Hollow, Jess ritorna ad essere la sua calamita, ed esattamente come dieci anni prima, ammetterlo non è semplice.
-Ho sempre pensato di non essere alla tua altezza, se vuoi sentirtelo dire, dannazione. Capisci che odio vederti con lui? Lui è come me! - gridò Jess.
Rory deglutì, sbattendo le palpebre per ricacciare le lacrime.
- Io non sto con lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gg4

So are you turning around your mind

Do you think the sun won't shine this time
Are you breathing only half of the air
Are you giving only half a chance.
(Heaven Out of Hell, Elisa Toffoli)







Camminarono in direzione di Central Park, in cerca di un posto dove mangiare, Rory si ritrovò a suo malgrado ad osservare con la coda dell'occhio il riflesso di loro due sulle vetrine, quasi ipnotizzata dall'immagine.
Scacciò a forza il pensiero dalla sua mente che forse, se le cose in passato fossero andate diversamente, in quel momento lei e Jess sarebbero stati una coppia, esattamente come apparivano agli occhi della gente.
- Sei contenta?
La sua domanda la distolse dai suoi pensieri, ma la mise in difficoltà.
- Beh, è stata una bella sorpresa ritrovarti... - si bloccò, osservando la sua espressione divertita, capendo di avere frainteso.
- Intendevo qui, a New York, all'Observer.
Strinse le spalle, cercando di dimenticare la figuraccia.
- Direi di sì. Lavorare in un quotidiano mi manca, ma l'Observer è un bel traguardo, per Rory di Stars Hollow.
- Rory di Stars Hollow era di ampie vedute, ricordo.
- Arrivati alla nostra età bisogna avere sempre voglia di evolvere, ma anche essere riconoscenti di dove ci hanno portato le nostre gambe, non credi?
Jess annuì,
- Ottima risposta, Rory di New York.
Lei rise,
- Non farti sentire da Rick, lui dice che non sono una vera newyorchese.
Jess sembrò rabbuiarsi per un istante, a quel commento, ma fu così veloce che Rory non seppe dire se aveva avuto un abbaglio.
- Ti va bene mangiare lì? - chiese, indicando un locale in una traversa fuori dalle strade principali.
Rory non sapeva cosa aveva sbagliato, annuì perplessa.
- Va benissimo. - disse, seguendolo.

- E tu, invece? - gli chiese, quando ebbero davanti i piatti. - Sei felice?
- Abbastanza. - disse lui, vago.
- E il nuovo libro che stai scrivendo? Hai detto che sei venuto qui per scrivere.
Una luce gli illuminò gli occhi.
- Sto scrivendo. È una prospettiva diversa, da quella che avevo in passato, ma sembra funzioni. - le spiegò. - Ma è ancora all'inizio, non voglio sbilanciarmi. Spero prima o poi di poterti regalare un grazioso fermaporte nuovo.
- Mi sembra che tu abbia guardato la mia libreria oggi, no? Non hai visto niente di famigliare? - disse Rory, alludendo al suo libro.
Jess nascose un sorriso, e continuò a mangiare.
Parlare del libro rischiava di trascinare degli altri argomenti, rifletté Rory: Philadelpia, quel bacio interrotto che però per un attimo lei era stata ben lontana da fermare e non solo per Logan, Hartford. Non lo aveva mai ammesso del tutto, ma a seguito dello scontro tra Jess e Logan aveva realizzato per la prima volta chiaramente quanto Logan fosse un cretino, in fondo. Lo amava, forse troppo, ma in quell'istante si era vergognata al pensiero che Jess vedesse con chi stava.
Li aveva amati tutti e due, Jess e Logan, ma la differenza probabilmente stava nel fatto che lei e Logan avevano avuto il loro tempo, ma non erano fatti l'uno per l'altra, mentre lei e Jess erano fatti l'uno per l'altra, ma non avevano mai azzeccato i tempi: anche in quel momento, erano passati dieci anni, e per quanto piacevole fosse stare in sua compagnia non era più ora di rivangare le vecchie cose, era passato troppo.
Jess tirò fuori il telefono dalla tasca, osservandolo.
- Sono arrivati. - disse, - Rick e Darla, sono qui fuori.

L'aveva offesa, pensò Rory, non appena li vide: Rick l'aveva offesa.
Darla stava scostata rispetto a lui, braccia conserte e sguardo tempestoso, mentre Rick, sereno come al solito, sembrava così diverso da lei che avrebbe potuto giurare che fossero due estranei.
- Jess, sono venuto a prenderti, volevi anche dei fiori? - disse lui, irriverente.
- Anche se sei biondo no, tienili pure. O magari girali a Darla: sembra che tu debba scusarti per qualcosa. - rispose Jess, notando l'espressione seccata della ragazza.
- Come al solito. - sottolineò lei.
Rick si incamminò,
- Ma allora tu che ci stai a fare? Vieni qui, Straniera, - disse, trascinando Rory verso di sé, - lasciamo Jess a consolare Darla, visto che sembra che almeno lui riesce a sopportarlo.
- Ma cosa avete tutti, stasera? - commentò Rory, affrettando il passo per non cadere.

- È venerdì sera e non vediamo l'ora di divertirci. Jess, - disse, iniziando a camminare all'indietro, - sei sicuro che il locale di stasera non sia troppo, per la Straniera perfettina? - disse, indicandola con la testa.
- Tranquillo Rick, perfino lei potrebbe farti una buona lezione di musica, l'apparenza inganna.
Lui si girò su sé stesso per guardarla, ammiccando,
- Interessante.
- Com'è che mi sono guadagnata il secondo soprannome? - gli chiese, rinunciando a una discussione a oltranza su “Straniera”, capendo che era perfettamente inutile.
- Perfettina? Ma ti sei vista com'eri vestita oggi?
- Uscivo dal lavoro. - Le dava molto fastidio, che gli altri la giudicassero così. Lei non era perfetta, e in passato aveva rischiato di deludere molte persone dimostrando i suoi difetti. Aveva capito che era meglio accettarli, e dare il meglio di sé per come era. - Evita, per favore. - disse, rabbuiandosi.
Rick scoppiò a ridere.
- Umh, cattiva, eh? - commentò. - Sei simpatica, Straniera, anche quando cerchi di fare la dura.
Rory strinse le labbra, non sapendo se arrendersi e ridere o arrabbiarsi.
- Dimmi, quante persone ti hanno già detto che sei insopportabile?
- Jess! - gridò Rick. - Tra un po' dobbiamo fare cambio, anche la Straniera si sta innervosendo. - disse, scherzoso. La guardò, con la coda dell'occhio, e la tirò verso sé, amichevole. - Ma no, tu non ti innervosisci: alla fine ti piaccio, eh?
Rory si tirò indietro.
- Mi esasperi così tanto che alla fine mi riduci al tuo livello, e non mi arrabbio nemmeno più.
- Lo considero un sì.


Si svegliò, con una strana sensazione allo stomaco, ancora era simile alla delusione.
Contro ogni aspettativa poteva ammettere che la serata era andata piuttosto bene, in fondo si era divertita, ma praticamente non aveva scambiato nemmeno una parola con Jess: inizialmente era stato un susseguirsi di battute con Rick, mentre Darla e Jess parlottavano tra di loro. A un certo punto la ragazza si era alzata, per uscire a fumare una sigaretta, e per quanto non la conoscesse Rory aveva deciso di seguirla, pensando che magari volesse parlare con una ragazza.
- Jess mi sta semplicemente trattenendo prima che decida di staccare a Rick la testa. - le aveva detto Darla, non appena le si era avvicinata, - Nel caso volessi saperlo.
Rory scacciò l'imbarazzo,
- Non c'è nessun problema, non c'è niente tra di noi, ci conosciamo semplicemente da anni. - disse.
- Ah. - commentò Darla, spiazzata. Rory le sorrise timidamente. - Porca puttana, - continuò, ricambiando il sorriso, - non ti fa incazzare quel ragazzo?
- Rick? Oh, assolutamente sì. - disse, alzando gli occhi al cielo.
In quel modo strano avevano fatto amicizia, ed erano rientrate; la serata era continuata tranquilla, ma Jess dava sempre l'impressione di starsene in disparte, distratto.
E la mattina dopo Rory si svegliò con la sensazione che la serata fosse stata inconcludente, nonostante tutto.
Bevve il caffè, appoggiata al davanzale della finestra, rimpiangendo il sapore di quello della caffetteria.

- Ciao Rory! - la salutò amichevole Darla, non appena entrò, passandole davanti con un vassoio, diretta all'unico tavolo occupato quella domenica mattina.
- Buongiorno Rory. - Jess era da solo, al banco, e stava appoggiato alla cassa leggendo un libro.
- Che gran lavoratore. - commentò lei, avvicinandosi e sedendosi sullo sgabello di fronte a lui. - Il vostro caffè è una droga: ti prego, dammene un po'.
Jess appoggiò il libro,
- Lo spirito di Lorelai si è impossessato di te?
- No: se fosse così ti odierei, sai che lei ti odia. - ribatté Rory, annusando ad occhi chiusi il vapore che saliva dalla tazza che Jess le aveva messo davanti.
- Non ha ancora imparato a nasconderlo. - commentò lui.
Darla appoggiò il vassoio vuoto sul banco, e si arrampicò sullo sgabello accanto al suo.
- Non senti che pace qui, senza Rick? - domandò, allegra.
Jess la guardò, sollevando le sopracciglia, divertito.
- È questo il tuo modo di lavorare? - la prese in giro.
- Oh, piantala tu: non c'è niente da fare. Già è un'impresa essere qui la domenica mattina: a quest'ora probabilmente mi sarei appena addormentata. - esagerò.
- Lavorate tutte le domeniche? - si informò Rory.
- Stiamo a casa una domenica a turno. - rispose Darla per tutti e due. - Domenica prossima tocca a me: dici che sarà aperto quel vecchio negozio di dischi che mi dicevi l'altra sera? - le domandò.
Rory incrociò lo sguardo di Jess, complice, prima che lui si allontanasse per rispondere al cellulare.
- Penso di sì: ti ci posso portare, se vuoi.
Darla scivolò giù dallo sgabello, andando a prendere l'ordinazione a due ragazzi che erano appena entrati.
- Sai, Jess, - gli disse, quando mettendo il telefono in tasca, tornò verso di lei. - una volta ci ho portato Lane: rischiava un infarto dalla gioia.
- Ti prendi i meriti per il
mio negozio, eh?
- Non ho mai detto a nessuno che l'ho scoperto da sola. Lo sapevi che è ancora aperto?
- Sono secoli che non ci vado, ma a quanto pare tu sei diventata un'abitué.

Stava bene lì, era un dato di fatto.
Se fosse stato più vicino a casa avrebbe fatto meno fatica a giustificarlo, ma non le interessava molto darsi una spiegazione.
Prese un libro, lo stesso che Jess le aveva dato la prima volta che era stata lì, e si spostò su una poltrona, con il suo caffè in mano.
Quando alzò gli occhi scoprì che il locale si stava riempiendo, ma non era un movimento frenetico: Jess e Darla lavoravano in maniera fluida, quasi tranquilla, riuscendo a servire tutti.
Era fiera di lui: probabilmente a diciassette anni avrebbe sputato in un occhio a chi gli avrebbe predetto un destino simile, eppure, come aveva detto proprio Rory, arrivati nel mondo adulto avevano imparato ad apprezzare dove le loro gambe li avevano portati..
E Jess non solo gestiva una caffetteria, ma era uno scrittore: alla fine nei suoi panni avrebbe considerato concretizzati i sogni di gioventù.
Non si era ancora abituata alla sua presenza, trovava ancora strano, guardarlo, specialmente dal momento che l'imbarazzo iniziale stava passando e si stava ricreando una sorta di confidenza, tra di loro.
Ripeté il suo nome nella mente, Jess, quasi per autoconvincersi che fosse veramente lui, senza fare caso al fatto che lo stava a tutti gli effetti osservando da un po'.
Lo ritrovava in ogni gesto, in ogni smorfia storta che faceva, e ogni volta pensava fosse assurdo e allo stesso tempo quasi confortante.
Poi una consapevolezza sottile, che autocriticò sentendola fastidiosa, iniziava a tampinarle la mente, mentre si accorgeva della risata complice che Jess stava facendo con Darla.


Don't you wanna shake because you love
Cry because you care
Feel 'cause you're alive
Sleet because you're tired.

(Heaven Out of Hell, Elisa Toffoli)



34 days after

- Non capisco se questo posto sia la rovina o la salvezza di George: passa più tempo di prima ai videogiochi, però d'altra parte qui socializza con i suoi coetanei, e non mi sembra un ambiente brutto. - osservò Melinda, pensosa.
- Tutt'altro, è un posto tranquillo, E Rick va spesso di là: per quanto lo faccia per divertirsi alla fine tiene d'occhio la situazione. Anche se trattandosi di lui non so fino a che punto sia in grado di farlo. - si corresse poi, scherzando.
- Di sicuro è la tua, di rovina: sei sempre qua o sbaglio?
Rory stava per rispondere, ma fu interrotta da Rick, che stava passando di fianco in quel momento.
- Un applauso a Rory, - gridò, sentendo la conversazione, - che questo mese ci ha pagato l'affitto del locale a suon di caffè!
Gli lanciò un'occhiataccia e si mise la mano di fronte al viso, scuotendo il capo.
- Idiota. - commentò.
Melinda prese un sorso di cappuccino, nascondendo una risata per non offenderla.
- L'altro giorno ho sentito la tua amica Lane, invece. - le disse, poi.
- Sì? Come mai?
- Ha iscritto i gemelli al campeggio estivo, dove andava George, e mi ha chiesto un consiglio.
Rory già sapeva perché: erano anni che Lane le ripeteva che non vedeva l'ora che i gemelli fossero abbastanza grandi da andarci, per poter fare una turnée estiva “degna di tal nome”.
- Mi ha detto di tenerti d'occhio. - continuò Melinda, interrompendo i suoi pensieri.
- Cosa?
Le si avvicinò, abbassando il tono della voce.
- Com'è che ti sei scordata di dirmi che tu e Jess siete stati insieme?
Rory rischiò di farsi andare di traverso il caffè, ma fece finta di niente.
- Non mi sono scordata di dirtelo, non lo considero così rilevante. E io e te in genere non parliamo delle nostre storie passate. - si giustificò.
Melinda sbuffò,
- Mi sono laureata e Spencer mi ha messo incinta, tocca a te.
- Io e Jess siamo stati insieme a diciassette anni, fine. - la ragione le diceva che era così, non importava se qualcosa dentro di lei le suggeriva che stava decisamente sminuendo la cosa. Melinda fece una smorfia annoiata.
-
Fine, eh? Peccato che tu non mi abbia detto che è stato il ragazzo ti ha lasciato e che hai fatto così fatica a dimenticare che persino dopo parecchi anni stavi per tradire il tuo fidanzato con lui. Così, per dirne una. O no?
Rory avvampò, imbarazzata: sapeva decisamente troppo.
- Da quando tu e Lane fate questo alle mie spalle?
Melinda la buttò sul ridere,
- Facciamo pratica con la tua vita privata per quando le nostre figlie saranno grandi. E Lane non si sbaglia, a dirmi di tenerti d'occhio: se solo me lo chiedesse lascerei Spencer, i ragazzi, baracca e burattini e me ne andrei con Jess inseguendo il tramonto. - disse, strappandole un sorriso.
- No, non lo faresti mai.
- Oh sì, invece sì: ma lo hai visto? Mi correggo, certo che lo hai fatto.
Istintivamente Rory guardò con la coda dell'occhio Jess, al banco, ignorando la sensazione che la perseguitava costantemente.
- Non c'è pericolo, - mentì, nonostante il suo volto esprimesse il contrario, - ora siamo solo amici.
Ed era praticamente sicura che tra Jess e Darla potesse nascere qualcosa da un momento all'altro, se non addirittura fosse già iniziato.
- Usciamo, scrocco una sigaretta a Darla.
Rory sbuffò,
- Devi proprio?
Melinda la gelò con lo sguardo.
- Lavoro cinquanta ore la settimana, ho due figli di cui una che si crede la piccola principessa e uno è un ragazzino che sta per compiere tredici anni, mando avanti una casa, ho un marito tanto adorabile quanto sulle nuvole e sono astemia. Sì,
devo fumarmi la mia sigaretta settimanale.
Detestava quando la metteva su quel piano.
- Lo dicevo per il tuo bene... - disse, seguendola fuori.
Melinda si godette in silenzio la sua sigaretta, osservando Rick che, da oltre la vetrina della caffetteria, faceva le boccacce a Rory, cercando di farla ridere.
- E sai, - le disse pensierosa, guardandoli, - che ogni tanto mi chiedo se devo tenerti d'occhio con Jess, o con lui.
Rory scosse la testa,
- Rick? Zero pericoli, te lo assicuro. Portami una Bibbia e ti faccio un giuramento solenne, qui e ora.
- Attenta, - la ammonì, - non esagerare. Di fatto per l'uno o per l'altro sei sempre qui, no?
Rory la spinse nuovamente dentro.
- Dimentichi Darla, dimentichi che è vicino a te, la mia collega preferita, e dimentichi l'ottimo caffè e i libri. E poi, com'è che fino a ieri tutti non facevano che ripetermi che dovevo uscire, stare in mezzo alla gente, e ora vi preoccupate?
- Sei maledettamente convincente Rory Gilmore, riferirò a Lane che l'interrogatorio è andato bene, sotto quasi tutti i punti di vista.
La guardò, perplessa,
- Cos'è che ho sbagliato?
- Non te lo dico, se non te ne sei accorta da sola è meglio che tu non lo sappia.







Nda Quanto sono contenta che questa storia vi piaccia ^___^
Che vi devo dire,  come ho specificato quando l'ho pubblicata ero terribilmente insicura che potesse annoiare, che il personaggio di Rick potesse essere frainteso (questo mi preoccuperà ancora per un paio di capitoli u_u), e sapere che la leggete e vi piace mi rende contentissima, per cui grazie mille per le vostre recensioni!
In questo capitolo ho citato per ben due volte Heaven out of Hell di Elisa, fondamentalmente mi piace questa contrapposizione con la citazione di Jess nello scorso capitolo "Colora la mia vita con il caos dell'inquietudine" e le parole della canzone che ho scelto:
"Quindi stai ancora cambiando idea
pensi che il sole questa volta non splederà?
Sai respirando a metà?
Stai dando solo mezza possibilità?

Non vuoi tremare perché ami?
Piangere perché ti importa?
Provare qualcosa perché sei viva?
Dormire perché sei stanca?"
Alla prossima!

   
 
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