Capitolo 2:
La pre partenza
Michelle si colpevolizzò di quella brutta intervista, non sarebbe successo, se avrebbe rispettato il patto e non avesse chiamato Rori.
Doveva farsi perdonare, doveva rimediare. Non avrebbe scritto l'articolo su Logan, avrebbe preso tutte le responsabilità di questo con il capo. Avrebbe improvvisato sull'aereo un articolo riguardante le sue scappatelle, niente di più niente di meno. Non avrebbe parlato di Rori e del suo spettacolino.
Sapeva che la mora stava soffrendo, si sentiva maledettamente in colpa e quel silenzio non faceva certo da tranquillizzante.
“Rori, scusami, ti prego”
“Cosa?” Si risollevò dalle nuvole.
“Ti prego, perdonami.”
“Non centri Michelle, anzi, ti sono grata di avermi portato. Ho risolto una o due situazioni lasciate in sospeso, dovevo chiudere con il passato. Ti devo ringraziare.”
Come aveva chiuso con il passato, ora doveva chiudere anche il suo cuore. Doveva usare un sigillo bello forte, lo sapeva, il suo piccolo organo stava sanguinando a dismisura e lei non faceva niente per bloccare l'emorragia. Voleva morire. Quante volte lo aveva pensato? Quel maledetto biondo le aveva rovinato la vita dal momento che era entrato nel giornale, lo sapeva. Tre anni e aveva mandato a puttane tutto, l'aveva sconvolta. Doveva riprendersi, doveva rinsavire da quella brutta malattia in cui era caduta. Era sprofondata, doveva solo rialzarsi.
“Stasera andiamo a ballare!” Disse di tutto punto Michelle.
“Cosa? Ma abbiamo l'aereo!”
“Tesoro, stasera io e te ci divertiamo. Partiremo domani o dopodomani, li compro io i biglietti. Non ti lascio così, tua madre mi potrebbe uccidere per come ti ho ridotta!”
Rori si sciolse in una finta risata, “E serata discoteca e ubricume sia!”
Passò la giornata, passarono le ore, le due donne erano pronte per uscire. Fortunatamente l'atmosfera era calda in quel periodo, così potevano sfoggiare un vestiario tanto corto da far ricredere Rori sulla loro decisione. Non si era mai vestita così, si sentiva una sgualdrina. Quasi tutte le sue amiche ormai andavano in giro com'era lei in quel momento, e non solo per uscire, ma anche per andare normalmente alle lezioni universitarie o solamente a prendere un caffè.
“Rori, una notte di pura follia tra noi. Dai, che magari troviamo pure qualcuno da cuccare.”
“Io non sono così Michelle. Non vorrei mai dirti che sei frivola, ma io non sono come te. Non mi sono mai vestita in questo modo, non ho intenzioni di uscire di casa.”
“Rori, io e te andremo in questa discoteca. È la migliore di Londra, ragazza, e sono riuscita ad entrare in lista!”
“No, io non ci vengo!”
“Tu vieni.”
“Ti sbagli di grosso, e niente mi farà cambiare idea!”
“Ti prego, ripetemi come hai fatto a farmi cambiare idea..?” Chiese Rori appena entrata in discoteca affiancata da Michelle.
“Amore mio stasera è la nostra serata. Beviamo, balliamo e cucchiamo! Dai su bella figacciona, ti sfido a chupito!”
“Non sai con chi hai a che fare mia dolce biondina!”
“Voglio proprio vedere!”
La serata continuò piacevolmente, ogni tanto le due amiche facevano librare in aria quei bicchierini pieni di vodka liscia, piano piano la tensione di Rori scese, fino a quando un bel uomo dai tratti rigidi e una mascella squadrata invitò la bionda a ballare, la dolce moretta la liquidò dicendo: “Tranquilla, io bevo un po' ancora!”
Rori non aveva voglia di stare lì, seduta a quel bancone, a bere quella schifezza. Prese il giubbetto di pelle e uscì fuori, cercò un bar e prese un caffè da portar via. Fece per pagare, ma le sue monetine caddero rovinosamente per terra.
Che era successo alla sua vita? Così perfetta, così fantastica. Aveva tutto quello che desiderava, e lo aveva abbandonato. Ora voleva un cottage, un camino schoppiettante, un libro, un the caldo e l'amore della sua vita che aveva pubblicamente umiliato davanti alla stampa. Poteva andare peggio di così?
“Pago io per la signorina” Una voce chiara, famigliare, accogliente, offrì i soldi alla donna del bar e pagò il conto.
“Ciao scheggia.” Disse chinandosi aiutando Rori a raccogliere ogni centesimo sparso sul pavimento bianco.
Si, decisamente poteva.