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Autore: Shery    30/01/2013    1 recensioni
"Il compagno se ne stava ancora in silenzio e non si scostava di un millimetro dalla sua postazione. Ancora, il suo tono di voce era ignoto, e ancora, la curiosità, cresceva nel cuore di chi lo scrutava. Annoiato e demoralizzato, si assopì appena, l'antico, e così rimase. Le ore passavano e il silenzio era la manifestazione più rumorosa nell'intera stanza. Un bagliore, all'improvviso, illuminò le quattro mura, e il giovane compagno perse quell'oscura mascherina mangia luce, poi tonò: finalmente parlò. chiamava, chiamava e ancora chiamava..."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ne stava tutto solo in un angolo.. il più remoto angolo di quelle quattro corte mura color sabbia. Quando, d'un tratto, qualcosa lo sfiorò ed egli si illuminò di una flebile e calda luce. Non era più così giovane.. tanti anni aveva dietro di se.. un fagotto molto ricco era la sua memoria... anche se poco spaziosa. Non era al passo coi tempi e la sua tecnologia, se pur presente, non era di quelle odierne... Del tutto chiuso in se stesso, egli, non sì impedì, comunque, di osservare.. così.. spiò, e scrutò davanti a se: una figura al quanto robusta e aitante gli sostava d'innanzi: brillava, luminoso come un sole, ma che portava, tuttavia, un enorme mascherina che inghiottiva ogni raggio di luce. E ancora lo scrutò, egli, quel suo giovane compagno di gran lunga più tecnologico.. Questi possedeva più ricchezza, e di sicuro, quel giovane compagno, doveva essere molto più colto di lui.. possedeva, nel suo ricco bagaglio, più informazioni; nell'aspetto: più gusto; e via dicendo.. così, egli, si sentì sprofondare nella vergogna. si guardò, si osservò... e di sicuro, se era finito tutto solo senza alcuna compagnia.. doveva pur esserci un motivo.. e allora si nascose, e chiuse gli occhi.. eppure, con il suo bellissimo occhio verde bottiglia, non smise di osservarlo. Fingendo di dormire, osservo ancora quel suo compagno che non sembrava, nonostante la sua intelligenza, essersi accorto di lui.
Il compagno se ne stava ancora in silenzio e non si scostava di un millimetro dalla sua postazione. Ancora, il suo tono di voce era ignoto, e ancora, la curiosità, cresceva nel cuore di chi lo scrutava. Annoiato e demoralizzato, si assopì appena, l'antico, e così rimase. Le ore passavano e il silenzio era la manifestazione più rumorosa nell'intera stanza. Un bagliore, all'improvviso, illuminò le quattro mura, e il giovane compagno perse quell'oscura mascherina mangia luce, poi tonò: finalmente parlò. chiamava, chiamava e ancora chiamava, e di certo, si disse l'antico, chiamava a gran voce qualcuno che ovviamente non doveva essere lì. ancora chiamava, per un intero minuto.. ed lui, anche se antico, lo sapeva bene l'orario.. portava anch'egli un grazioso orologio di quelli digitali..ah, ma nulla in confronto al tecnologico orologio del compagno...! Il suo sì che era un orologio preciso! così preciso che, bah.. l'antico.. non sapeva neanche cosa fosse quel terzo spazio sullo schermo che indicava ancora numeri.. adesso ad una cifra, adesso a due cifre, ad una velocità a dir poco sorprendente..
Ad un tratto il giovane s'arresto. nessuno rispose al suo appello, e di questo, l'antico, non ne fu scontento, anzi, s'illuminò di curiosa soddisfazione.. anche se più innovativo, pure il suo compagno aveva i suoi benservito! Ci fu ancora silenzio, ma questa volta, l'innovativo, non rimase zitto a lungo... ancora una volta cominciò a strillare, senza sosta, e dopo ancora un minuto, un rumore infondo allo stanzone, riecheggiava.. e si faceva sempre più forte. Doveva provenire dalle scale, certo... l'antico lo ricordava, adesso... se la sua corta memoria non lo ingannava, quella stanza doveva possedere uno scalone che portava tutti un piano sotto. E dunque, non sbagliò. si spalancò la porta, egli ne sentì il rumore, riconobbe anche lo scricchiolio del legno di quel portone così vecchio e mal ridotto... proprio come lui; chi la richiuse dietro se fu una gran bella ragazza, e l'antico non la ricordava così grande, ma la riconobbe... La ragazza, frettolosa, borbottava qualcosa: l'antico, siccome in silenzio, riuscì ad ascoltare..: "ma dove..?" diceva, "dov'è.." poi lo vide, ella "ah, ecco!" e gli rispose. Sì.. cercava l'altro... l'innovativo.. ma era ovvio...! Come avrebbe potuto pensare di poter essere lui, così vecchio.. così scarso... così cupo... colui che cercava...?! e poi, lui, non l'aveva neanche chiamata. e allora ella cominciò a parlare, sorridere, sospirare... e ogni tanto boccheggiava, lei.. e mentre l'altro parlava, lei si muoveva, danzava, spostava gli oggetti, prendeva in mano ritratti, dondolava soprammobili, passerellava per la stanza e spostava la roba da un enorme cassettone. Su quest'ultimo vi si fermò. Proprio lì, dove aveva trovato il suo amico innovativo. E allora anche qui, sul cassettone, cominciava, sulla polvere, a fare cuori con le dita, stelle e a scrivere nomi. Continuò, poi, a scrivere in sequenza una serie di "C" in ascesa, dalla più piccola alla più grande. le sue esili e forti dita camminavano su quel manto bianco che pareva neve, e scivolavano senza intoppi finchè, per mano del destino, non inciamparono su quelle quattro mura color sabbia... dunque, ella sussultò, guardò le mura, il suo colore e si accigliò, s'incuriosì e vi guardò all'interno; deglutì un sussulto, rimase a bocca aperta e vi frugò con delicatezza. Rispose ancora all'innovativo, con noncuranza, quasi come se non ascoltasse più con interesse, e con la punta delle dita, diede uno spintone ad una grande lettera gialla.. l'espressione della ragazza si addolcì lievemente, e accennò un sorriso, poi l'antico capì..: ella non puntava quell'enorme lettera gialla che tanto buio faceva sotto di se, ma guardava quel tantino che ne spuntava da sotto, e allora il suo volto mutò, il flebile sorriso si allungò, i suoi grandi occhi scuri, da cerbiatta, si strinsero in una dolce espressione di gioia e si riempirono di commozione che lentamente ricadeva sulle sue soffici guance; allungò una mano, salutò "l'interlocutore" distrattamente accantonando l'innovativo da qualche parte, e strinse a se l'antico, volteggiando per la stanza. "Il mio bellissimo citofono!" gridò più d'una volta, la ragazza, e all'improvviso, quell'occhio verde bottiglia s'illuminò ed ella lo ammirò e senza smettere di volteggiare corse giù per quelle scale, che l'amico anzianotto non vedeva da troppi anni. Allora la ragazza, saltellando e urlando nello stretto corridoio, esclamò: "mamma, mamma! non l'avevo perduto!! era solo finito nello scatolone delle mie preziosissime lettere!!" la madre sorrise, la guardò con sufficienza e l'antico capì che non sempre, quando chi amiamo si allontana da noi, ci ha abbandonati.. a volte, questo, accade per causa di forze maggiori, per cui non si deve mai trarre conclusioni da se stessi, perchè, magari, un giorno, ci verrà data una risposta. Magari lui non era così innovativo, non era così bello, così brillante e ricco di utili informazioni, ma di sicuro, per le emozioni vissute al suo fianco, egli, doveva essere il cellulare più caro a quella ragazza.
 
( /XP abbiate pazienza, l'ho concepita in doccia... ahahahah...)
 
Dedicata al mio bellissimo Mostro Nero.
   
 
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