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Autore: Odlisny    30/01/2013    4 recensioni
“Vedi, te l’ho detto che sarei entrato.” Sussurrò Zayn, sorridendo, compiaciuto di sé stesso. “E ora, mi mostri la casa.. partiamo da camera tua se vuoi, io non mi offendo.” Fece un piccolo passo verso di me, ma tanto quanto bastasse per far quasi sfiorare i nostri nasi. Riuscivo a sentire i nostri respiri, per il momento tranquilli, e alzai lo sguardo ai suoi occhi. Lui divenne del tutto serio, era la prima volta che lo vedevo così, e mi sembrò ancora più bello. I suoi occhi color miele, erano posati suoi miei, e io non capivo.. non capivo perché non mi muovevo, non capivo perché non parlavo, non capivo perché non lo sbattevo fuori da casa mia, perché era ciò che avrei dovuto fare. Ma soprattutto, non capivo perché ogni singola parte del mio corpo mi supplicasse di cadere alle sue braccia. Mai prima di allora mi ero sentita così.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il secondo giorno di lavoro procedeva come il primo, ed ebbi la conferma sui miei sospetti del giorno anteriore, Susan e Matt stavano davvero insieme e ora, oltre a mandarsi diabetici sguardi, si baciavano anche davanti a me. Come se avessi bisogno di qualcuno a ricordarmi che ero sola.

Già sola come un cane. Avevo ventitré anni, ed è normale che chiunque alla mia età avesse già avuto una storia seria, ma no, io no.
D’altronde non sono mai stata normale io, da piccola mi dicevano sempre che per colpa del mio brutto carattere non avrei mai trovato nessuno e non mi sarei mai sposata. Dicevano che nessun ragazzo avrebbe mai voluto uscire con una che invece di fare sport come danza classica praticava due arti marziali. Mi dicevano di continuo che ero un maschiaccio, la verità è che io non mi ero mai sentita meno femminile di quelle ragazze che pensavano solo a trucchi e vestiti e che praticavano quegli squallidi sport da femminucce.
Questo però non voleva dire che io mi vestissi da barbona o da maschio, tutto il contrario. Amavo i vestiti, amavo i vestitini e anche le gonne, i tacchi un po’ meno, per il semplice fatto che essendo io alta  1.73 mi era difficile trovare un ragazzo che, quando indossavo i tacchi, mi superasse, fatto che a volte trovavano più irritante loro di me stessa. Una volta infatti, un ragazzo mi aveva lasciato dicendomi che ero troppo alta e che gli facevo paura nei miei modi di fare quando ero arrabbiata, non che quel ragazzo mi importasse più di tanto, chiaro, ma la cosa mi lasciò sconcertata, tanto che stetti a pensare a quelle parole per le seguenti tre settimane, cosa che non mi capitava mai quando un ragazzo mi lasciava.
Ora erano cinque mesi che non uscivo con nessuno e intanto i due piccioncini continuavano a divertirsi e a farmi sentire ancora più sola. Io li guardavo di traverso, alzando gli occhi al cielo esasperata e cercando di imitarli con le facce più buffe che potevo sfoggiare, sotto lo sguardo divertito di Jack che nel mentre si era avvicinato a me.
“Bello fare il terzo incomodo vero?” Mi disse, beandosi della mia disperazione.
“Bello come un dito nel culo, capo” La mia battuta fece scoppiare Jack in una sonora risata sotto il mio sguardo trionfante.
“Se vuoi, puoi andare a sistemare il mio ufficio” Annunciò lui sfregandosi un occhio, con ancora lo sguardo divertito.
“Oh, tutto pur di non vedere ancora quei due baciarsi così spudoratamente, davanti a me.” Dissi a mo’ di ringraziamento, per poi precipitarmi nell’ufficio del mio salvatore.

Metà della giornata era già trascorsa e io ero impegnata a portare nel negozio quattro alte pile di cd che speravo con tutta me stessa di non far cadere.
Ero intenta a scendere il gradino d'ingresso quando sentii qualcuno arrivarmi addosso facendo crollare tutti i dischi, e insieme a loro, anche le speranze di tenermi quel lavoro a lungo.
"Cazzo! potresti stare più attento?" Esclamai mentre dentro di me mi ripetevo di stare calma e di tenere a bada il mio brutto carattere, però cazzo come si poteva essere così imbecilli?
Mi abbassai di fretta, sperando con tutta me stessa che niente si fosse rotto, senza nemmeno guardare in faccia il deficiente che si era accovacciato davanti a me per aiutarmi.
"Scusa babe, ma stavo parlando con lo zio e non ti avevo vista arrivare." Mi disse mettendo una pila di cd su quella che avevo già in mano, quando finalmente mi decisi ad alzare lo sguardo verso di lui, ed uno spettacolo comparve davanti ai miei occhi. Un ragazzo dai meravigliosi occhi del colore del miele, con pelle ambrata e tratti del viso angelicali. Forse il ragazzo più attraente che avessi mai visto –dopo Jonnhy Deep, chiaro-.
Lui, davanti alla mia faccia senza dubbio incantata, sorrise inclinando leggermente la testa di lato. Non riuscivo a pronunciare una sola parola –cosa che in vita mia non era mai successa- . E’ pura e semplice attrazione, mi dissi. Come se fosse possibile non essere attratta da un viso così spettacolare come quello e capelli neri striati di biondo in un modo dannatamente sexy.
"Allora? Mi perdoni?" Chiese, muovendo da destra a sinistra una mano davanti al mio viso.
"Emm.. sì, sì" Mi ripresi e tornai sulla terra, riuscendo in qualche modo a spostare i miei occhi dai suoi e, seguita da lui, ad alzarmi.
"Dovrei entrare" Dissi dopo essermi schiarita la voce.
"Tu lavori qui?" Ignorò del tutto la mia affermazione, senza pensare che magari dovevo entrare a posare tutti quei dischi, e che erano dannatamente pesanti.
“No, lavoro al bar qui di fronte, ma siccome c’era poca gente mi sono detta: hei perché non andiamo a dare una mano a quelli di fronte, il tutto naturalmente gratis!” Esclamai con sarcasmo mentre il bel visino davanti a me sembrava stranito dalla mia risposta.
“Certo che lavoro qua, ciuffo biondo” Quel nomignolo mi era venuto in quel momento e per qualche strano motivo mi sentii fiera di me. Ciuffetto intanto aveva alzato gli occhi in alto cercando di guardarsi i capelli, e qualcosa dentro di me, mi disse che poteva farlo talmente era alto quel ciuffo.
Dopo qualche secondo tornò su di me e allargò un irritante, ma pur sempre meraviglioso sorriso. "Ah wow, mio zio è il tuo capo allora, eh" Jack? Zio di questo ragazzo? Mi domandai io. In effetti a guardarlo bene le somiglianze c'erano, il ragazzo davanti a me però aveva la carnagione leggermente più chiara di quella del mio capo.
"Ah bene, ora però dovrei davvero passare" La verità era però che dentro di me volevo rimanere lì, a stuzzicare ancora un po’ quel ragazzo.
"Vuoi che ti aiuti?" disse il moro, allungando le mani verso di me e allargando ancora di più il suo sorriso.
"Sei sempre così premuroso?" Fui pronta a rispondergli mentre cercavo in tutti i modi di entrare.
"Con le belle ragazze sì" Già, il solito deficiente, qualcosa dentro di me però, non voleva assolutamente che ignorassi le avance di quel ragazzo.
"Tieni" Alla fine mi decisi, sarei stata al suo gioco, almeno per un pochino. Male non poteva fare, no? Appoggia quindi tutti i cd che avevo sulle mani che mi aveva allungato e gli feci segno di avanzare.
"Che cosa sta succedendo?" La voce di Jack tuonò nella stanza, e un lampo di sorpresa balenò nei suoi occhi quando vide il nipote carico di dozzine e dozzine di dischi camminare davanti a me.
"Zayn, che cosa fai?" Zayn, allora era quello il nome di quell’incantevole quanto stupido ragazzo.
"Niente zio, do una mano a-a...A proposito, come ti chiami?" Il moro si voltò verso di me con la fronte leggermente corrugata e grandi occhi curiosi contornati da lunghe ciglia nere. Dio, quanto erano incantevoli quegli occhi.
" Chirstabel.. " Lo guardai con noncuranza per poi spostare gli occhi su quelli del mio capo, incuriositi .
"Piacere Chirstabel, io sono Zayn.. La mano magari te la stringo dopo, eh" Mi rivolse un sorriso malizioso ammiccando, per poi rimanere compiaciuto a fissarmi mentre le mie guance si tingevano leggermente di rosso. Nessun ragazzo era mai riuscito a mettermi in soggezione in quel modo e ciò mi confondeva, non poco.
Era riuscito nel suo intento e lo sapeva bene, 0 a 1 per lui.
"Va bene, io non so cosa stia succedendo qui, ma non voglio averne a che fare. Vado a lavorare" Disse Jack alzando gli occhi al cielo per rivolgerci poi le sue larghe spalle e tornare a quello che stava facendo.
Zayn lo guardò divertito, e avanzò con un certo menefreghismo. Si guardava in giro, sicuro di se, e dopo essersi fermato alcuni secondi a ragionare, si diresse verso la destra del negozio seguito da me che non facevo che guardarlo con fare interrogativo.
"Come sapevi che era qui dove bisognava sistemarli?" Gli domandai alle sue spalle mentre lui poggiava i dischi su un bancone.
"Bisogna sistemarli, dobbiamo ancora farlo." Puntualizzò per poi voltarsi verso di me appoggiandosi a uno scaffale e donarmi un sorriso sornione. Era bello, ma non si poteva dire che era ‘bello come il sole’. Quel ragazzo era tutto ombre e misteri, misteri che probabilmente di lì a poco mi sarei trovata a voler svelare.
"Dobbiamo? Hai intenzione di aiutarmi?" Incrociai le braccia al petto con fare di sfida, e un lampo di divertimento balenò nei suoi occhi.
"Certo, a meno che, tu non voglia farlo da sola" Il suo tono era di scherzo misto a un pizzico di malizia e io in tutta risposta sfoggiai uno dei miei sguardi più altezzosi, dopo di che, gli diedi le spalle e mi misi a lavoro.



Eccomi qua, dopo neanche un'ora, a rompervi le palle
con il mio secondo capitolo. E' che ne ho pronti un po' e non ho resistito, lol. 
Comunque aspetterò che mi facciate sapere che ne pensate prima di pubblicare i prossimi
*si sente una riccattatrice*. Ah, e so che Zayn non ha più i capelli così, ma scrissi questo capitolo quando
ancora li aveva, perciò, ve li tenete. uu
Ora vado a fare latino, che domani è il mio compleanno e non voglio trovarmi a
fare i compiti, cwc. Un bacione, josselyn.

      Twitter: @Odlisny

  
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