Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MrsBlack4    30/01/2013    0 recensioni
E’ una raccolta composta da tre one-shot, ognuna dedicata a una delle sorelle Black. Ogni storia è stata scritta dal punto di vista di una di loro, in ordine d’età. Sono collocate cronologicamente.
Il tema centrale è il dolore, la sofferenza. Ho provato ad evidenziare nelle sue mille sfaccettature lo stretto legame che univa Bellatrix, Andromeda e Narcissa.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il dolore delle sorelle Black

 

Narcissa

 

Narcissa Black era di nuovo davanti allo specchio maestoso che comprendeva la sua toletta. La guerra era finita e tutto era tornato alla normalità, almeno all’apparenza. Era riuscita di nuovo a sentirsi padrona della sua casa e della sua vita, suo marito e suo figlio erano riusciti a rimanere in libertà e il loro prestigio era stato salvato ancora una volta e principalmente grazie a lei.

Adesso, poteva tornare alle sue occupazioni abituali come quella di rimirarsi nello specchio della sua adorata toletta.
Da quando Narcissa avesse memoria, l’estetica era sempre stata per lei un fattore predominante e non c’era stato giorno, anche da bambina, in cui lei non avesse contemplato la sua immagine, anche a lungo. Ogni volta che scrutava il suo riflesso, sentiva sempre di aver vinto, si sentiva inebriata da quella sensazione d’orgoglio che le dava il trionfo della sua bellezza. Eppure, quel giorno, sul suo viso, riconosceva solo i tratti della sconfitta.

Un groppo le saliva in gola e le lacrime pressavano sui suoi occhi chiari per poter bagnarle le guancie e ricadere implacabili sul suo vestito. Ma Narcissa sapeva perfettamente che i Black non piangevano e proprio lei che era sempre stata algida, fredda e distaccata non poteva permettersi di cedere a simili debolezze, soprattutto non davanti allo specchio, non l’avrebbe sopportato. Con lo sguardo fermo e le labbra serrate, ricacciava indietro l’angoscia che l’aveva sovrastata per tutto quel tempo, il dolore lancinante che aveva seguito la perdita di sua sorella Bellatrix ad opera di una delle persone che più aveva disprezzato, la disfatta di tutto quello in cui aveva creduto, la distruzione della piccola sfera di cristallo in cui aveva sempre vissuto.

Con il passare degli anni, la famiglia a cui era sempre stata fiera di appartenere, era stata distrutta. Il nome dei Black sarebbe stato dimenticato e nessuno si sarebbe più sentito Toujours pur. Tranne lei e Andromeda, erano morti tutti e questo comportava il sentirsi addosso la fitta disperazione dei sopravvissuti. Che ne era stato del fasto, del lusso e dello splendore passato? Che ne era stato del feroce orgoglio dei Black? Tutto il suo mondo era stato distrutto e tutta la sua vita ridicolizzata.

Aprì il primo cassetto della toletta, dove da anni, teneva i suoi ricordi più cari. La mano andò spontaneamente ad accarezzare le rifiniture della pregiata cornice d’argento. Era oggettivamente sprecata per stare rinchiusa in un cassetto, ma lì doveva stare e lì sarebbe rimasta, testimone di un passato felice e perduto, custode di un legame spezzato dalla ferocia della vita.

La splendida cornice ospitava una splendida foto. Tre fanciulle dalla bellezza altezzosa guardavano Narcissa con la stessa espressione appagata di pura e semplice superiorità. Stavano vicine l’una all’altra trasmettendosi a vicenda l’amore viscerale che ognuna nutriva nei confronti della altre due. Perché Narcissa lo sapeva che Bellatrix l’aveva amata più della sua stessa madre e che l’avrebbe protetta da ogni cosa, così come Andromeda le aveva mostrato tutta la sua dolcezza e la sua indulgenza, accogliendo ognuna delle sue confidenze o delle sue paure.
Narcissa era la più piccola, la più coccolata, perfino le sue sorelle l’avevano viziata e lei si era sempre crogiolata in quel senso di sicurezza che le dava la loro presenza. Quando le aveva perse entrambe, aveva deciso di trarre conforto da quella foto, riponendola nel suo cassetto, a portata di mano, ma soprattutto in un posto che era solo suo.
Ma adesso, sentiva che era inutile fingere che non le mancassero e sentiva il bisogno di ritrovare quel senso di protezione che le avrebbe addirittura permesso di sciogliersi. Sentiva l’impellente bisogno di piangere, sentiva delinearsi il morboso desiderio di piangere tra le braccia di sua sorella Andromeda, come aveva fatto innumerevoli volte quando era solo una ragazzina.

Adesso, Narcissa aveva la consapevolezza di dover dimenticare la causa di un dolore passato per riuscire a superare il ben più disperato dolore del presente.

 

Angolo autrice: Eccoci arrivati alla fine, l’ultima delle tre one-shot dedicate alle sorelle Black. Ho scelto di dare a questa un tono più malinconico delle altre due. Innanzitutto, perchè la disperazione si addice poco a Narcissa che con la sua consueta eleganza sopporta anche i dolori più strazianti. E poi, perché si è giunti alla fine di un’era. L’era dei Black era finita da tempo, ma con la battaglia finisce anche l’era dei Purosangue. Bellatrix viene annientata insieme agli ideali in cui credeva e Narcissa non ha più una famiglia.
Ho voluto anche sottolineare il suo lato umano, in particolare alla fine, il dolore può allontanare o unire. In questo caso, penso che sia possibile una riconciliazione tra Andromeda e Narcissa.
Sono tre persone diverse e tre diversi modi di soffrire. Il dolore di Bellatrix è un dolore ostentato, il dolore di Andromeda è intriso di angoscia e sensi di colpa e quello di Narcissa è il classico dolore che si fortifica man mano che lo tieni chiuso dentro di te. Tutte però rimpiangono il passato, un passato in cui erano felici, un passato in cui erano insieme.
Non posso non immaginare queste tre sorelle unite nella rigidità formale della loro famiglia, con caratteri forti, radicalmente diversi e ben delineati, ma che riescono a coesistere fin quando non si passa alla concretezza delle scelte di vita.
Il  loro legame è ben espresso dalla frase pronunciata da Bellatrix nel settimo libro: “Noi, io e Narcissa non abbiamo più guardato in faccia nostra sorella da quando ha sposato quello sporco Mezzosangue”
Trovo significativo che nonostante gli anni passati e la rabbia viscerale, Bellatrix non può fare a meno di parlare di Andromeda come di sua sorella.
Dopo questo delirio, vi saluto. Se avete voglia, le recensioni sono chiaramente molto gradite!
MrsBlack 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MrsBlack4