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Autore: AsfodeloSpirito17662    30/01/2013    9 recensioni
Doveva ubriacarsi. Non c'era altro modo di affrontare quella grigia, grigissima tragedia. Il punch scivolò giù nella gola che una vera bellezza! Forse un po' troppo bene, tant'è che lo stomaco iniziò a bruciargli come avesse inghiottito un fiammifero. Lasciò cadere il bicchiere di plastica vuoto a terra e si appoggiò al muro durante un giramento particolarmente crudele. Era alla maledetta festa della confraternita dei Camelot, Arthur Pendragon era lì da qualche parte a strusciarsi in mezzo alla bolgia ubriaco come una melanzana e lui, che finalmente era riuscito a trovarsi nello stesso posto alla stessa ora e non perché avevano lezione insieme, era vestito da donna!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Lancillotto, Merlino, Mordred, Morgana, Principe Artù | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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QUARTO CAPITOLO


Morgana si affrettò verso l'entrata del pub, ringraziando tutte le divinità esistenti per aver avuto la brillante idea di mettere il cappotto pesante. Le giornate si facevano via via sempre più fredde e quando calava la sera, la temperatura bassa iniziava a pizzicare sul serio. Anche se era autunno, da molti anni l'Inghilterra non lo distingueva più dall'inverno.

Chi ha detto che noi del nord siamo abituati a vivere al freddo ed al gelo? Io non sono abituata, non lo sono per niente!


Con le prime gocce di pioggia alle spalle, quando aprì la porta, immediatamente una ventata di aria calda le fece distendere i lineamenti del volto. Sospirò con sollievo, socchiudendo gli occhi come un gatto a cui stanno facendo le fusa.

Dio benedica i riscaldamenti. Li benedica e li inserisca nel calendario insieme a tutti gli altri santi!


Il momento di estasi idilliaco, venne brutalmente spezzato da qualcosa che iniziò a picchiettarle la spalla. Infastidita da quella distrazione, si voltò con un'espressione antipatica, trovandosi ad osservare il volto bianco latte di Merlin, sul quale spiccavano un paio di occhi di un blu imbarazzante. Il ragazzo si stringeva intirizzito nel suo giubbotto e la fissava con un cipiglio irritato, i capelli sconvolti dal vento che tirava.


"Scusaci Morgana se esistiamo anche noi, scusaci davvero. Ma sai, sento che mi stanno per crescere delle stalattiti sotto al naso, quindi se ci fai la grazia di entrare, così lo facciamo anche noi..." lasciò la frase in sospeso e le sopracciglia scure si alzarono con palese eloquenza. Dietro di lui, Lancelot stringeva Gwen tra le braccia, un sorriso serafico a piegargli le labbra. Sembrava che nulla potesse turbare quel ragazzo, neanche dieci gradi sotto zero. Non è che facesse veramente così freddo, era per dire.

Certo. A lui basta stare appiccicato come una cozza alla sua ragazza che già va tutto bene. Se ci fosse una pioggia di meteoriti neanche se ne accorgerebbe.


Roteando gli occhi verso il cielo, Morgana entrò nel pub e lasciò libero il passaggio a quella mandria di spostati. Li osservò sfilare davanti a lei uno per uno, ritrovandosi a diventare l'ultima della fila. Arricciò la punta del naso mentre iniziava a slacciarsi il cappotto e per la prima volta, notò sul serio il gran fracasso che c'era dentro il locale. Le labbra morbide si stesero in un sorriso, perfettamente consapevole che quella non era affatto una serata normale.

Già quando andiamo in giro noi facciamo sempre baccano, ma stasera ho il presentimento che ci supereremo...


"Dov'è il festeggiato?" gridò ad alta voce, scavalcando Merlin e le due colombelle, ancora tutti presi dall'operazione di svestizione. Si infilò tra di loro senza neanche avere la decenza di stare attenta a dove metteva i piedi e subito, tra il corposo gruppo di ragazzi che occupava il tavolo vicino una delle finestre, notò il suddetto interessato stare in piedi su una sedia.


"Signori" disse Gwaine solennemente, tenendo in alto un calice di birra e l'altra mano appoggiata sul cuore "E Signore" aggiunse, indirizzando palesemente un'occhiata verso Leon, che per tutta risposta iniziò a lanciargli delle noccioline per distrarlo. Una di queste, finì nel boccale di birra del festeggiato; Gwaine non ci fece caso e con la stessa aria importante, continuò a ciarlare.


"E' un onore avervi tutti qui, stasera. Porgo i miei più sentiti ringraziamenti! Ai belli ed ai brutti -sì ce l'ho con te Parsifal, è inutile che ti giri- agli sfigati ed ai gagliardi come me -cazzo ridi, Leon? Sto dicendo sul serio! E piantala co 'ste noccioline!- ai Camelot ed a quelli più inutili come gli Albion -ti puoi avvicinare comunque, Morgana, stasera mi sento buono e poi visto che sei così gnocca, ti sono concesse svariate cose-. Questa sera, ve lo prometto, sarà mia premura fare in modo che domani non vi ricordiate più un cazzo di quello che succederà. Perché è il mio compleanno ed io i miei compleanni li festeggio così. Questo è quanto. Evviva me!"


Un coro di 'ma guarda st'esaltato', 'è proprio il solito esibizionista', 'maledetto drogato' si alzò in contemporanea dai commensali che sedevano attorno al tavolo del festeggiato, intramezzato da risate che sapevano di presa in giro. Sollevarono tutti i bicchieri per aria e brindarono alla salute di Gwaine.


Come mai invece della solita chioma alla Pantene: perché io valgo, porta il codino? si chiese Morgana, accodandosi alle risate dei Camelot tra i quali, per fortuna, non spuntava Valiant.

E neanche Duirvir, aggiunse con soddisfazione una vocina nella sua testa.


Quando si sedette accanto al suo adorabile fratello, questi le lanciò una strana occhiata.


"Che c'è?" chiese lei, che per quanto non lo sopportasse, non le era inusuale sedere vicino a lui.


"Stavo tenendo il posto per Merlin, veramente..." biascicò Arthur, grattandosi la testa. Morgana sgranò gli occhi chiari, rimanendo interdetta per i primi, lunghi secondi.

Stava tenendo il posto per Emrys? Siamo arrivati a questo punto?


Un sorriso vagamente sornione fece capolino sulle labbra della mora, che fissò così intensamente Arthur da riuscire a metterlo a disagio (come al solito). Lo stava esortando a sputare il rospo senza neanche doverlo minacciare.


"Cosa?!" sbottò lui infatti, muovendosi sulla sedia come avesse le pulci "Non conosce nessuno, pensavi che dopo averlo invitato l'avrei lasciato a morire da solo seduto vicino a chissà chi?"


Morgana si strinse nelle spalle con non chalance, preferendo di gran lunga non commentare. Sapeva perfettamente che Arthur avrebbe svolto da solo tutto il lavoro sporco, cuocendo nel suo stesso brodo. Simulando un'espressione da sorella offesa si alzò, preferendo piazzarsi direttamente vicino al festeggiato. Suo fratello era sempre stato solito fare cose del genere, in superficie dava a vedere di essere egoista ma sotto sotto ci pensava eccome al prossimo.

La parte della vamp malvagia e subdola è sempre stata meglio su di me, del resto.


"Scusate, l'ha detto lui che essendo gnocca ho un sacco di diritti" commentò quando fece scalare di un posto Parsifal, per rubargli la sedia alla sinistra di Gwaine. Con un sorriso ed uno sfarfallamento di ciglia era sicura di poter sistemare qualsiasi cosa. Il fatto che fosse circondata da una quantità immonda di testosterone le concedeva una buona dose di ragione.


Merlin adocchiò il rumorosissimo tavolo, bloccato ancora vicino all'entrata. La sua visuale fu oscurata per un attimo da Lancelot che, liberatosi dal cappotto, si era subito diretto da Gwaine per un paio di battute. C'era un posto libero, vicino ad Arthur. C'era un posto libero vicino ad Arthur e lui lo stava guardando con una faccia che diceva che diavolo ci fai fermo lì come uno stoccafisso? La mano di Gwen, gentile sulla schiena, lo fece sospirare.


"Perché ho accettato?" le domandò, lasciandosi guidare dall'amica come fosse stato un fantoccio senza volontà. Gwen rise brevemente, scrollando i riccioli scuri.


"Santo cielo Merlin, levati dalla faccia quell'espressione da patibolo e sorridi" rispose lei, con un tono di voce così paziente che scatenò un'ondata di amore profondo nel cuore di quello zombie che stava conducendo verso la tavolata.

Gwen sarà il bastone della mia vecchiaia, me lo sento.

Stese le labbra il più naturalmente possibile, ma il nervosismo che gli attorcigliava le viscere dello stomaco gli fece uscire fuori solo una strana espressione. Gwen lo guardò accigliata e con un tono di voce titubante, non poté esimersi dal commentare.


"Forse è meglio di no, sai..." disse, dosando con attenzione le parole "ma perché non cerchi di rilassarti e basta? Non è come andare ad un appuntamento! E poi dovresti smetterla di essere così negativo. Magari se diventi suo amico, scopre che gli piaci!"


"Sì" rispose immediatamente lui "e poi vivremo tutti e due felici e contenti. Gwen, smettila di guardare Once Upon a Time(1). E' un telefilm, quello" terminò, alzando senza convinzione una mano come bozza di un saluto generale diretto alla tavolata di festaioli. A parte Lancelot e Morgana, gli altri li conosceva solo di vista. Arthur gli fece subito cenno di avvicinarsi, indicando la sedia posta accanto a lui. Merlin annuì con una sorta di rassegnazione ed aggirò il tavolo, con lo sguardo di Gwen incollato alla schiena.


"Vieni" le disse improvvisamente la voce di Lancelot, tornato nei suoi paraggi "ci hanno tenuto due posti vicino a Leon!" la prese per mano, salutando nel frattempo il resto della combriccola. Gwen elargì sorrisi a destra e a manca; al contrario di Merlin, lei conosceva abbastanza bene tutti i componenti della confraternita dei Camelot, considerando che il suo ragazzo vi faceva parte dal terzo anno.

Anche se avrei preferito sedermi vicino a lui. E se si sente solo ed abbandonato? E se si sente a disagio? E se gli fanno i dispetti?


La ragazza lanciò un'occhiatina poco convinta al suo migliore amico, che si era appena seduto.

Basta Gwen. Smettila di fare mamma chioccia. Lascia che la tua creatura provi a camminare da sola sulle sue game rinsecchite!


Arthur ficcò sotto la faccia di Merlin un boccale pieno zeppo di birra scura. Il moro arricciò il naso, osservandolo come si osserva un particolare elemento scientifico.

Credo di averne avuto abbastanza di alcool per i prossimi mille anni. Faccio cose di cui mi pento, quando bevo.


"I primi due giri li offre Gwaine, ha deciso lui" commentò Pendragon, notando l'espressione poco convinta che c'era sul volto dell'altro ragazzo. Merlin strinse il bicchiere tra le mani fredde, ma non diede neanche a vedere di voler effettivamente bere. In realtà si sentiva un po' fuori posto lì in mezzo, tra l'altro il festeggiato neanche lo conosceva, stava quindi facendo la figura dell'infiltrato. Tuttavia, il festeggiato in questione, non aveva neanche dato segno di aver notato che ci fosse un volto nuovo. Si era avvicinato ad Arthur e dopo aver paccheggiato la spalla del biondo, aveva assalito anche la sua.


"Ehi, è bello vederti, chiunque tu sia!" commentò, con un sorriso così maledettamente serafico che sarebbe stato impossibile pensare il contrario. "Grazie per essere venuto! Facciamo squadra?"


Merlin sbatacchiò le palpebre, restando interdetto per lunghi secondi. Alzò il naso per aria e guardò Gwaine senza avere la più pallida idea di cosa diavolo stesse parlando.


"In... in che senso?" biascicò, con poca convinzione, mentre Arthur pareva appena essersi illuminato d'immenso. Allungò le braccia ed afferrò Merlin per le spalle, sul volto un'espressione seria ed autoritaria.


Questo vizio di cercare di intimidire gli altri ce l'ha anche Morgana. Allora è vero che sono fratelli pensò il moro, corrugando la fronte. Cosa stava succedendo così all'improvviso? Perché di punto in bianco quell'aria tesa? Si sentiva circondato. Arthur gli stava di lato, ma l'aveva costretto a girarsi per accalappiarlo in quella presa da giocatore di rugby e Gwaine si era chinato verso di lui, oltre la spalla dell'amico biondo e lo guardava con un sorriso così abbagliante da rincoglionire chiunque.

Cosa stanno tentando di farmi? Mi sento solo, abbandonato e a disagio. Dov'è Gwen? Perché dice di essere mia amica quando evidentemente non lo è?


"Emrys" esordì Arthur, parlando con un tono di voce estremamente greve "devi assolutamente stare nella nostra squadra"

Così il primo premio lo vinciamo noi, alla faccia di Googleon(2)!


"Sì" aggiunse Gwaine "abbiamo bisogno di un secchione come un assetato ha bisogno della birra!"


"Secchione?!" ribatté Merlin, sentendosi vagamente offeso dal tono con cui l'aveva sentito pronunciare quella parola "Gli hai detto che sono un secchione?!" il fastidio scaturito da quella parola si riversò su Arthur, che venne aggredito dall'occhiataccia che il moro gli lanciò.


"No" si frappose Gwaine "Mi è bastato guardarti, in realtà. Ce l'hai scritto in fronte. Senza offesa, amico!" ennesima pacca sulla spalla, che per poco gli smontò una scapola. Merlin si spazientì ma non osò fare altre domande, non troppo sicuro di voler sapere cosa volesse dire fare parte di questa benedetta squadra.

Sicuro non è rugby, il rugby non ha bisogno di studiosi, il rugby ha bisogno di babbei. Una quantità immonda di babbei.


"Stasera c'è il Quizzami" lo graziò Morgana, un paio di posti più in là, che si era interessata alla conversazione. Sorseggiava la sua birra con tranquillità e gli sorrideva con una luce sinistra in fondo agli occhi chiari. Arthur emise una specie di verso, un incrocio tra una bestia rara ed un essere umano.


"Morgana pensa di essere imbattibile a questo gioco" biascicò Pendragon, senza neanche guardarla, preferendo ficcarsi in bocca una generosa dose di pistacchi che avevano ordinato insieme alle birre. Gwaine continuò a sorridere fiducioso verso di lui, neanche ascoltando la conversazione in corso e Merlin sentì di non avere praticamente scelta. Doveva accettare o quel sorriso si sarebbe probabilmente trasformato nel suo peggiore incubo.

Devo togliermelo questo vizio di frequentare persone che mi ricattano o minacciano. Ma che diavolo!


"Non è che lo penso" continuò la ragazza, facendo scivolare le parole sulla lingua con un piacere quasi imbarazzante "lo sono, è diverso. Dimmi, Artie, quand'è l'ultima volta che hai vinto a questo gioco?" inarcò le sopracciglia scure ed il sorriso sardonico che aveva sulle labbra proprio sembrava non volerne sapere di scemare.

Tu il braccio, io la mente. È stato sempre così, sin da quando eravamo piccoli e sempre lo sarà. Fattene una ragione, ciccino caro.


Arthur, da bravo testardo orgoglioso quale era, si girò per fronteggiarla e le sorrise di rimando "Dimmi, Banshee, quand'è l'ultima volta che hai giocato senza prima esserti assicurata di avere Googleon in squadra?"


Morgana strinse le labbra in una linea sottile, irritata più dal sentir nominare quel nomignolo che dall'allusione al fatto che tutte le sue vincite non erano state totale merito del suo cervello. Inchiodò Arthur con uno sguardo che avrebbe potuto uccidere qualcuno di già bello che morto ma il ragazzo era troppo pieno di sé per fiutare il pericolo cui stava andando allegramente incontro, tutto gaio e sorridente. Spostò gli occhi su Merlin, che stava fissando la sua birra come avesse voluto farla sparire magicamente dal boccale. Gwaine gli si era seduto vicino, cercando di fargliene scolare almeno la metà tutta di un fiato e, ve lo assicuro, quando Gwaine ci si metteva sapeva essere di un'insistenza che faceva venire voglia di rasarlo a zero. Probabilmente era l'unica minaccia in grado di zittirlo per minimo cinque minuti.


"Emrys" disse Morgana, con uno strano tono di voce. Attese finché gli occhi del ragazzo furono su di lei, prima di continuare "Non vorrai stare in squadra con loro, non è vero?" terminò suadente, gentile ma neanche troppo. Anzi, per niente.

Vale a dire: se non stai in squadra con me ti sputtano. Conosco il tuo segreto!


Gwaine agì d'istinto e la prima cosa che fece fu abbracciare la testa di Merlin con entrambe le sue braccia ingombranti.


"NON GUARDARLA NEGLI OCCHI!" urlò, già mezzo condizionato dalle quattro pinte di birra che si era già scolato "Il segreto è non guardarla mai negli occhi, Emrys! Fallo e la tua anima sarà perduta per sempre!"


Arthur si strozzò con la birra e cominciò a tossire e ridere insieme, non sapeva neanche lui cosa dovesse fare, per prima cosa. Il volto assunse un colorito dalle sfumature violacee nel giro di qualche secondo e Gwaine dovette abbandonare la testa di Merlin per dargli qualche pacca sulla spalla. Perdere un importantissimo membro della squadra proprio la sera del Quizzami sarebbe stato devastante.

Non posso permetterlo. Alla vittoria o alla gogna!


Tornato in grado di poter vedere dove diavolo si trovava e cosa diavolo stava succedendo, Merlin sbatté le palpebre mettendo a fuoco il viso di Morgana che era rimasta incollata a guardarlo, come lo stesse sottoponendo a qualche sorta di incantesimo. Il ragazzo corrugò la fronte, osservandola di rimando con una certa circospezione; non sapevi mai come dovevi comportarti, con lei.


Mentre Gwaine tentava di non far spirare Arthur in un modo così stupido come poteva essere quello di strozzarsi con la birra, Merlin e Morgana si studiarono silenziosamente, in una battaglia di sguardi davvero feroce e sanguinolenta. Delle noccioline interferirono durante il combattimento, lanciate da Leon in direzione del festeggiato, che per tutta risposta masticò un'imprecazione seguita da un ma cazzo c'hanno in questo pub, l'albero delle fottute noccioline? Ma non finiscono mai? Ma basta!


Merlin sorrise. Una ruga deturpò il candore tra le sopracciglia di Morgana.


"Bè Morgana" iniziò, con un tono di voce particolarmente sibilante "dovessi stare in squadra con te non potrei continuare ad assolvere al mio compito come concordato. Sei stata tu che mi hai chiesto di aiutare tuo fratello, ma non mi hai detto in che modo o in quale o quante occasioni. Stasera la sua squadra ha evidentemente bisogno di un componente, capisci quindi che devo aiutarlo. Ti ho dato la mia parola, infondo. Vuoi farmela rimangiare tutto d'un tratto?"


Arthur alzò entrambe le sopracciglia, mentre tornava ad assumere un colorito più umano. Lasciò altalenare lo sguardo da Merlin alla sorella, con le labbra schiuse per la sorpresa.

Uho uho uho, piccolo temerario Emrys! Allora sotto le felpe formato XL si nasconde un vero uomo!


Morgana arricciò la punta del naso e fece un versetto stizzito, mentre Gwaine circondava con le braccia le spalle di Arthur e Merlin. Aveva il vizio di essere una persona molto fisica, per lui il contatto era praticamente essenziale.


"Vedrai Morgana" disse il festeggiato, spalleggiato dal maschio Pendragon "avrai pure Googleon dalla tua, ma noi abbiamo lui" ed inclinò la testa, facendola cozzare amichevolmente contro quella di Merlin che si trovava alla sua destra. Questo non poté esimersi dal sorridere, perché infondo quel Gwaine aveva un modo di fare che gli piaceva. Espansivo ed estroverso, gli dava la sensazione di una persona dal cuore enorme. E poi non si era neanche lamentato per non aver ricevuto nessun regalo da parte sua.

Punto molto importante. Non è che non mi vergogno di essermi presentato senza eh, sia ben chiaro...


"Vi daremo del filo da torcere" continuò Arthur, con un sorriso sbilenco sulle labbra, quel tipo di sorriso che ogni volta faceva stringere lo stomaco di Merlin perché era così maledettamente Arthur "E quando avremo noi il primo premio, riparleremo della tua imbattibilità. Giusto, Merlin?"


Merlin alzò gli occhi. Arthur lo stava guardando e continuava a sorridere, sorrideva a lui. Si ritrovò ad annuire senza neanche sapere come.

Valeva la pena di uscire anche solo per questo.


*


"Siamo dunque giunti alle ultime cinque domande!" esordì l'animatore, facendo partire dalla console una musica molto suspance. Il tavolo del festeggiato si era diviso in gruppi: in testa c'erano Morgana, Leon e Gregory, seguiti subito da Arthur, Gwaine e Merlin. Dopo di loro, arrivavano Lancelot, Gwen e Parsifal. Leon aveva i capelli letteralmente sconvolti, si era tolto la sciarpa e Gregory ogni tanto gli tamponava la fronte sudata. Arthur sembrava aver infilato le dita nella presa della corrente, i capelli biondi erano sparati da tutte le parti per tutte le volte che ci aveva passato le dita in mezzo. Lancelot, con una collezione invidiabile di boccali vuoti alle spalle, aveva la cravatta annodata intorno alla fronte e lo sguardo perso sullo schermo. Morgana aveva più volte rischiato di mangiare le sue magnifiche unghie e, per quello scempio, qualcuno avrebbe dovuto pagare. Merlin tentava di non farsi rompere le ossa della schiena dal peso di Gwaine che gli stava praticamente spalmato addosso dall'ansia, mentre Gwen aveva la fronte solcata da alcune rughe di concentrazione. Pareva essere la più lucida, lì in mezzo a quella bolgia. La temperatura era alta all'interno del locale, il caldo si faceva sentire... erano le birre? O era l'adrenalina? O erano i riscaldamenti? Nessuno avrebbe saputo dirlo, perché le ultime cinque domande avrebbero decretato il vincitore della serata. Era questione di vita o di morte.


"La prima domanda..." iniziò il tipo del Quizzami, che sul cartellino attaccato alla maglia aveva scritto 'Kevin' "Riguarderà... tecnologia! Più precisamente, motori!"


Morgana gemette di dolore. Se per la consapevolezza o l'unghia, non ci è dato saperlo. Tra le altre cose, ad alimentare il nervosismo della nostra fantasticamente nevrotica-sempreconlepallegirate Pendragon, si era aggiunta la comparsa di niente popò di meno che Mordred Duirvir in carne ed ossa, al momento occupato a chiacchierare con alcuni amici seduto al bancone, minimamente interessato alla gara in corso. Individuo che, da quando aveva messo piede nel locale, non l'aveva calcolata neanche per mezzo secondo. Ma zero totale. Neanche un'occhiatina. Nemmeno una piccina picciò.

Caspita, devo averlo proprio terrorizzato ieri. I miei poteri di persuasione aumentano, non hanno limiti. Conquisterò il mondo!


Ma non è che stesse ironizzando perché sotto sotto la cosa in un certo qual modo la infastidiva eh. Per niente proprio. Neppure lontanamente.

La voce di Kevin pretese di nuovo attenzione da parte di tutti.


"Osservate l'immagine!" esordì, proiettando su un telo bianco la foto di una macchina dalle linee morbide, completamente nera(3) "Sapete dirmi di che modello si tratta?"


Non fece neanche in tempo ad illustrare le opzioni possibili che Gwaine scattò in piedi, rovesciando un po' di birra sui capelli di Merlin. Il ragazzo strabuzzò gli occhi, toccandosi la testa con un'espressione vagamente schifata e sentì Gwen cercare di reprimere una risata.

Divertente. Davvero divertente.


"Io lo so, io lo so!" gridò, super gasatissimo. Finalmente poteva partecipare attivamente anche lui a quella gara di cervelli! Lanciò un'occhiata ad un invidiosissimo Googleon, che lo guardava senza sapersi capacitare come fosse possibile che Gwaine sapesse qualcosa e lui no.


"E' la Bat-mobile!" esclamò quello, con una certezza così devastante da lasciare tutti senza parole.


Un silenzio interdetto scese sui partecipanti del Quizzami; si voltarono tutti in contemporanea per osservare Gwaine, forse nel tentativo di capire se stesse facendo sul serio oppure se fosse semplicemente troppo ubriaco.

Fu una voce femminile e delicata, l'unica ad esprimere qualcosa di concreto.


"Una cosa del genere me la sarei aspettata da Merlin..."

O per lo meno, dal quel lato nerd che ogni tanto prende il sopravvento sulla sua ragionevolezza...


Il diretto interessato, a quell'uscita, adocchiò Gwen con un'espressione ferita e tutto ciò che ottenne fu un piccolo sorriso innocente accompagnato da un'alzata di spalle.

Adesso anche il bastone della mia vecchiaia mi lancia le frecciatine. Ma dove andremo a finire, mi chiedo io...


Kevin tossì e si impegnò a riportare il corso del gioco sui giusti binari "Bel tentativo amico, ma... anche se sei il festeggiato, non posso abbonartela. Leggete attentamente le quattro opzioni che sto per mostrarvi, avete dieci secondi di tempo!" e sullo schermo apparirono difatti i nomi di quattro modelli di macchine, tra cui si trovava quello esatto. Sarebbe stata questione di fortuna o di conoscenza? Gregory aveva iniziato a strofinare con maggiore forza la fronte di Leon, che venne presto solcata da un segno rossastro; il ragazzo, tuttavia, era troppo concentrato ad esaminare le opzioni ed invece di farlo smettere, strinse tra le mani la pulsantiera come fosse stata una sorta di Sacro Graal. Morgana gli artigliava un braccio come un koala agguerrito e gli sussurrava ripetutamente il mantra della loro vita (dai che lo sai, dobbiamo vincere Leon, io devo vincere! Non ti azzardare a rispondere male, non lo fare o ti ammazzo).


Gwaine massaggiava le spalle di Merlin come lo stesse preparando ad una sorta di combattimento di pugilato, ma lo faceva con talmente tanta foga che il ragazzo intuiva avrebbe saputo presto come doveva sentirsi una lattina di coca-cola dopo essere stata svuotata ed accartocciata. Arthur, in preda al panico e con le mani a tirare i capelli direttamente dalla radice (di nuovo), altalenava lo sguardo dallo schermo a Merlin con una strana luce negli occhi, quasi folle. Indugiando qualche lungo, estremo e fatalissimo secondo, strappò di sua iniziativa la pulsantiera dalle mani di Merlin e pigiò la lettera A senza stare a pensarci troppo sopra. Congelati da quella presa di posizione pericolosissima, sopratutto se fatta in finale, gli altri due della squadra lo guardarono come avesse appena infilato le dita nel naso ad un drago dormiente ed Arthur sentì lo stomaco scendergli all'altezza delle ginocchia, assorbendo involontariamente il panico degli altri due. Era sicuro di aver dato la risposta giusta, conosceva il modello di quella macchina (ci stava facendo la corte da qualche mese ma suo padre non ne aveva voluto sapere di accontentarlo) eppure le espressioni terrorizzate di Gwaine e Merlin erano talmente profonde da essere in grado di farlo dubitare di se stesso.


Gwen, Lancelot e Parsifal fissavano le opzioni con uno sguardo vuoto, assente, come non si trovassero realmente lì a partecipare come concorrenti. Restando con gli occhi fissi sullo schermo, Lancelot allungò a tentoni il braccio sul tavolo dietro di sé, prese un boccale a caso e se lo scolò senza neanche sbattere le palpebre. Le loro espressioni perse, da veri pesci lessi e fritti, la dicevano ben lunga sulla loro capacità partecipativa. Sempre con gli occhi incollati allo schermo Parsifal chiese all'amico di squadra delle noccioline e con un passa mano generale, da Lance a Gwen e da Gwen a lui, fu accontentato. Ma nessuno di loro, per neanche un momento, aveva distolto l'attenzione dalla domanda. Si aspettavano forse che un'illuminazione li colpisse dritti dritti in mezzo alla fronte.


"Tempo scaduto!" esclamò Kevin, attendendo che il computer elaborasse le risposte ricevute. Sullo schermo apparve che: il gruppo di Leon aveva dato quella sbagliata, quello di Gwaine la risposta giusta e quello di Lancelot... bè, diciamo che si erano astenuti totalmente dal provarci. Quando Gwaine si rese conto che Arthur aveva compiuto il miracolo, ruggì di gioia ed avvolse il collo dell'amico e quello di Merlin con le braccia, per un abbraccio collettivo e molto maschio. Le tempie del biondo e di Emrys inevitabilmente cozzarono tra loro, facendoli lamentare dal dolore, tra la risata contagiosa di Gwaine sopra le loro teste. Con gli occhi lucidi, Merlin adocchiò il viso di Arthur maledettamente vicino al suo e mentre il cuore rallentava, soltanto per prendere la rincorsa e salirgli in gola, trattenne il respiro. Arthur lo spiava con un sorriso sghembo sulle labbra e l'espressione soddisfatta di chi aveva dimostrato qualcosa.


"Dovresti provare a fidarti di me ogni tanto, Emrys" sussurrò, perché data la vicinanza, non c'era davvero bisogno di usare un tono di voce più alto. Merlin non seppe che cosa dire e francamente ringraziò il calore eccessivo del locale, perché avrebbe potuto attribuire a quello il rossore che aveva iniziato a colorargli le orecchie. Quando Gwaine li liberò, appiattì i capelli scuri per tentare di nasconderle.

Mi servirebbe una foresta di capelli per farlo. Potrei chiedere a Gwaine di prestarmi i suoi. Giusto per un po' eh, poi glieli restituisco.


Gregory aveva oramai scavato una voragine sulla fronte di Leon, che finalmente si era liberato delle sue attenzioni per evitare che a forza di strofinare, l'amico arrivasse a scoprirgli il cervello. Con un rumore sinistro, l'unghia di Morgana si era spezzata e questa stringeva tra i denti i suoi resti, come non volesse crederci per davvero. Lanciò l'ennesima occhiata verso il bancone, ma Mordred le dava le spalle e sembrava totalmente preso da un discorso di chissà quale natura.

Non si è nemmeno avvicinato a fare gli auguri a Gwaine! Che incivile! Cos'è, ora fa finta di non conoscermi?!


Parsifal si stava ingozzando di noccioline come una maledetta scimmia mentre Lancelot preferì farsi consolare dalla sua amata Gwen, che gli carezzava i capelli scuri con gentilezza, sfiorando distratta la cravatta che aveva ancora annodata intorno alla testa. La ragazza lanciò uno sguardo verso Merlin e quando lo intercettò, gli sorrise incoraggiante. Aveva notato come Gwaine l'aveva coinvolto subito in quella specie di squadra strampalata e non poteva negare di essersi sentita sollevata, perché almeno l'amico avrebbe smesso di pensare a quanto in realtà fosse stato nervoso prima di arrivare al pub. Come a dimostrare la ragione delle sue supposizioni, Merlin abbozzò un sorriso di rimando, uno di quelli che lasciava intendere che sì, si stava divertendo e che no, non l'avrebbe mai immaginato.


*


"Ma sei scemo?" sbottò Morgana, incapace di potersi frenare. In realtà più che una domanda la sua voleva essere un'affermazione, ma il tono di voce le era uscito male. Gwaine sorrise serafico, appoggiando i gomiti sul tavolo.


"No" rispose, minimamente toccato dall'aggressività della ragazza "Sono semplicemente ubriaco!"


Arthur corrugò la fronte, dimentico del nido di rondini che oramai aveva in testa al posto dei capelli. Si voltò verso di lui con espressione titubante e schiarì la gola "Gwaine, il kamasutra non è un gioco da tavola..."

E non è anche contemplato come risposta tra le opzioni...


"Però si fa in due o più persone!" continuò quello imperterrito, cercando con gli occhi l'approvazione di Merlin. Ma Merlin e Leon erano diventati di una competitività allucinante e se qualcuno non li avesse fermati, presto avrebbero probabilmente distrutto la pulsantiera, tanta era la foga che stavano mettendo nel pigiare la lettera C, ripetutamente. Arthur se ne accorse e con movimenti lenti, per non spaventare l'unico cervello funzionante che avevano in squadra, avvicinò le mani a quelle di Merlin per fermarlo.

Regola numero due del buon stratega: non fare agitare la preda, sopratutto se già imbizzarrita.


"Emrys" tentò, parlando con cautela "direi che va bene così. Puoi fermarti ora. Sul serio. Adesso basta, ormai è fatta! Emrys, dai, non c'è bisogno che ti spacchi il dito. Ehy, ma mi ascolti? Dacci un taglio, dai, è mezz'ora che stai premendo quel pulsante! Emrys? La vuoi piantare, Merlin?!"


La regola del buon stratega andò a farsi benedire nel giro di qualche secondo ed Arthur, che rare volte in vita sua era stato una persona paziente, strappò la pulsantiera dalle mani di Merlin, facendolo ringhiare per la frustrazione. Il biondo alzò le mani per aria, come a comunicare intenzioni pacifiche e si guadagnò un'occhiataccia che parlava da sé. Il ragazzo incrociò le braccia contro il petto scarno ed affondò nella sedia, guardando imbronciato lo schermo sul quale erano proiettate le quattro opzioni. La domanda era: quale gioco di società costringe due o più partecipanti ad assumere strane e divertenti posizioni?


Gregory, all'altro tavolo, non sapeva più come rendersi socialmente utile. Leon non gli lasciava tamponare la sua fronte, aveva ripiegato accuratamente la sciarpa che l'amico si era tolto, aveva incerottato con attenzione il dito di Morgana, oramai privo dell'unghia da gatta ed aveva ripulito il tavolo da tutte le briciole che avevano fatto. Si torceva le mani con aria contrita e guardava i tasti consumati della pulsantiera che Leon stava praticamente violentando. Forse, oltre ad essere consunti, erano anche sporchi... e lo sporco avrebbe potuto far scivolare inavvertitamente il dito di Leon mandandolo a premere un altro pulsante... e se quello fosse accaduto avrebbero potuto dare una risposta sbagliata a qualche domanda... frugò nel marsupio ed estrasse un pacchetto di fazzoletti con una bottiglietta di amuchina.


"Non ci pensare neanche" lo freddò Morgana, con uno sguardo che gli causò una fitta di dolore al costato. Maledetta strega! Cosa faceva lei, oltre che minacciare ripetutamente Leon di morti lente e dolorose? Era quello il suo concetto di aiutare la squadra?! Tuttavia il metodo Banshee pareva funzionare, perché ogni volta che Leon veniva informato di un nuovo ed originale modo per andare incontro alla morte, cominciava a sudare il doppio e le pupille si dilatavano per la concentrazione che metteva nel fissare lo schermo. Quella Pendragon aveva un'influenza sul prossimo che era veramente bestiale e disumana.


Gwen stava stringendo la pulsantiera con espressione pacifica, mentre Lancelot semi svenuto giaceva inerme sulla sua spalla. Sul volto della ragazza c'era un sorriso soddisfatto, segno che finalmente anche la sua squadra era stata in grado di dare una risposta partecipativa. Parsifal aveva finito tutte le noccioline e, non contento, si era attaccato ai pistacchi. Le bucce che accumulava nel palmo della mano, venivano ogni tanto lanciate verso Lancelot, giusto per controllare che non fosse ancora morto del tutto.


"Lasci fare tutto alla tua donna, ma non ti vergogni nemmeno un po'?" biascicò con un sorriso di scherno sulle labbra. L'amico mosse la lingua impastata contro il palato e dovette fare un paio di tentativi, prima di riuscire ad articolare qualcosa di intellegibile.


"Le lascio la sua indipendenza, i fiori non vanno soffocati, vanno coltivati..." commentò, con un sorriso ebete ed innamorato sulle labbra. Parsifal fece un basso fischio di ammirazione e Gwen sospirò pazientemente, appoggiando tuttavia la guancia contro i capelli di Lancelot. Certe volte ancora si imbarazzava per le mezze dichiarazioni che il suo ragazzo era in grado di farle tanto candidamente, ma le piaceva sentirsi così vezzeggiata. Almeno sino a quando la cosa non diventava pericolosa per l'incolumità di qualcuno, dettaglio che ultimamente si stava verificando un po' troppo spesso per i suoi gusti. Ancora non sapeva quanto.


Kevin annunciò lo scadere del tempo e comunicò la risposta giusta: il Twister(4), ovviamente. Tutte le squadre avevano agito correttamente, ma la più veloce era stata quella di Morgana. Un sorriso perfido piegò le labbra della ragazza che lanciò un'occhiatina vittoriosa ad Arthur. Merlin, dal canto suo, era impegnato a squadrare Leon, che lo fissava a sua volta: quest'ultimo sapeva perfettamente che vincere una battaglia non voleva dire vincere la guerra ed aveva riconosciuto in Emrys un avversario temibile. Avrebbe dovuto sfruttare al massimo tutta la sua abilità di condottiero della squadra, per farcela.


*


Lancelot era improvvisamente risorto dallo stato catatonico nel quale era caduto ed aveva strappato il microfono dalle mani di Kevin con una mossa così fulminea da aver lasciato tutti stupiti, l'animatore in primis. Gwen si era sentita congelare sulla sedia, ma non aveva osato muoversi, impegnandosi a fissare piuttosto il suo ragazzo con uno sguardo estremamente significativo.

Ti prego, non la fare, qualsiasi cosa tu stia per fare, non la fare. Sul serio Lance. Potrei ucciderti stavolta. Potrei farlo davvero.


"Io so qual è la risposta a questa domanda" commentò il ragazzo, con un sorriso meravigliosamente brillo, ebbro d'amore per la sua colombella "E ve lo posso dimostrare. Dedicherò la risposta a lei, la donna della mia vita, l'unica a cui sempre apparterranno il mio cuore e tutti i miei attributi!"


Puntò un dito verso Gwen con aria da attore di commedia romantica, la cravatta che penzolava al lato del volto. Lei aveva già iniziato a scivolare inesorabilmente in avanti, sulla sedia; percepiva perfettamente gli occhi dei presenti perforarle la faccia e fu per questo che accostò una mano al viso, abbassando lo sguardo sul tavolo. Stavolta fu il turno di Merlin, tentare di trattenere una risata. Parsifal sghignazzò senza ritegno al suo fianco, commentando con un blando "Te lo sei trovato con tutte le rotelle a posto l'uomo, eh!"


Una cosa è certa: con lui non mi annoio mai. Non è scientificamente possibile, pensò con magra consolazione la diretta interessata, evitando di guardare la faccia di Kevin che ancora non riusciva a concepire di come Lancelot avesse potuto spodestarlo in quella maniera.


Proprio lui, Lance, accostato il microfono alle labbra cominciò ad intonare I Say a Little Prayer(5) con una tale impersonificazione in Aretha Franklin che avrebbe commosso anche un sordo. Gli occhi chiusi, totalmente concentrato ad interpretare in falsetto anche le parti del coro di cui al momento era sprovvisto, aveva spostato Kevin da una parte ed era salito sul tavolino.


The moment I wake up, Before I put on my makeup (in falsetto: makeup!), I say a little (in falsetto: prayer for youuuuuu!)

While combing my hair, now, and wondering what dress to wear, now, (in falsetto: wear, now!), I say a little (in flasetto: prayer for youuuuu!)


Arthur si era accasciato subito sul tavolo senza ritegno ed aveva iniziato a ridere come un ossesso; Gwaine ne approfittò per arraffare la pulsantiera dalle mani distratte di Merlin e pigiare la risposta esatta, considerato che dalle parti di Leon e Morgana erano tutti troppo scioccati dalla performance che Lancelot stava loro regalando. Ma Gwaine era uno tosto, ci voleva ben altro per stordirlo! Dal canto suo, Merlin si era alzato in piedi e con gli occhi andava cercando Gwen, che non riusciva più ad intravedere.

O mio Dio. E' auto-implosa! Vuoi vedere che la vergogna l'ha fatta morire ed io non me ne sono accorto?! Signore, che razza di amico sono? Non è possibile, non può essermi morta sotto il naso!


Forever, (in falsetto: forever, you'll stay in my heart and I will love you)

Forever, (in falsetto: forever, we never will part oh, how I'll love you)


Qualcosa strusciò contro la sua caviglia e lo fece trasalire. Con gli occhi sgranati, andò a sbirciare sotto il tavolo e beccò Gwen che, camminando a carponi tra gambe di persone e di sedie, cercava di guadagnare silenziosamente l'uscita del pub. Senza pensarci due secondi, si chinò in ginocchio e si infilò a sua volta sotto il tavolo.


"Che stai facendo?!" sibilò, arrestando la sua fuga prima di lasciarsela scappare definitivamente. Lei si girò verso di lui con espressione stizzita e tentò di liberare la maglia che Merlin aveva artigliato.


Together, (in falsetto: together, that's how it must be) to live without you (in falsetto: would only be heartbreak for meeeeeee!)


"Voglio sparire. Non posso credere che lo stia facendo davvero! Guardalo Mer, per l'amor del cielo! Sta ancheggiando! E' sempre stato romantico ma non così tanto!" rispose lei con tono di voce frenetico, vomitando una parola dopo l'altra senza neanche prendere fiato. Tuttavia, nel bel mezzo della loro conversazione, sentirono Lancelot venire bruscamente interrotto da qualcosa. O da qualcuno? Gwen e Merlin si scambiarono un reciproco sguardo di confusione, una linea a marcare lo spazio tra le loro sopracciglia. Udirono una persona schiarirsi la voce al microfono, ma i due rimasero come imbambolati sotto il tavolo, attenendo di sentire cosa sarebbe venuto dopo lo scempio che Lancelot aveva fatto della canzone di Aretha.


"Scusate..." iniziò la voce, con titubanza "prometto che questo prenderà davvero poco tempo... Ma visto che ci siamo, approfitto del microfono per fare un annuncio molto importante..."


Merlin si alzò di scatto, dimenticando di essere sotto il tavolo e finendo così con il dare una poderosa craniata al legno che aveva sopra la testa. Gwaine, seduto nei pressi ed ignaro di tutto, corrugò la fronte con lo sguardo sulla tavolata.

Sono ubriaco io o i bicchieri e le noccioline hanno fatto un saltello? Cos'è, il terremoto?


Si piegò da un lato per sbirciare sotto il tavolo, accorgendosi finalmente della presenza di Gwen e di Merlin, che si stava tenendo la testa sussurrando bestemmie in sanscrito(6).

O mio Dio! Sono sotto il tavolo! Allora c'è davvero il terremoto!


Senza neanche avvisare gli altri del pericolo, si ficcò lì sotto pure lui.


"Sto cercando una persona, o meglio, una ragazza..." continuò la misteriosa voce "Ecco, diciamo che dovrebbe frequentare la mia università ma non ne sono molto sicuro. Quasi certo, ma non totalmente. Cioè, sta di fatto che l'altra sera abbiamo dato una festa e c'era questa ragazza con questo vestito verde ed un cappello pieno di fiori e... niente, la sto cercando e... non è che tante volte è qui presente?"


Le bestemmie sanscritiane di Merlin aumentarono a dismisura ed invece della testa cominciò a tenersi la faccia (o forse a coprirla per la vergogna). Gwen lo guardava con infinito affetto, picchiettandogli una mano sulla spalla e Gwaine faceva altrettanto con quella rimasta libera.


"Non ti preoccupare Emrys" esordì lui "Sotto al tavolo siamo al sicuro"


Ovviamente non aveva capito un accidente, ma era meglio così. Quella che invece aveva iniziato disgraziatamente ad intuire qualcosa era Morgana. La ragazza fissava suo fratello senza vederlo realmente, ma nella sua graziosa testolina il cervello aveva cominciato a rombare come fosse stato una macchina da corsa.

Sera della festa. Vestito verde. Cappello con i fiori. Ragazza. Merlin!

E subito dopo:

Arthur. Il giorno dopo la festa. Pomicia con qualsiasi ragazza che gli capiti a tiro. Ne cerca una in particolare. Merlin!


Sgranò gli occhi, voltando immediatamente la testa per inquadrare il ragazzo in questione. Sfarfallò le ciglia, quando notò che sembrava essere sparito e con lui Gwaine e Gwen.

Ma che diavolo...?


"Niente?" sentì chiedere Arthur, con la speranza che gli si spegneva negli occhi "Va bè, ci ho provato... Grazie comunque per l'attenzione... E scusaci tanto, Kevin, solitamente siamo brave persone"


Fu a quel punto che Morgana li vide strisciare tutti e tre fuori da sotto il tavolo, Merlin con le lacrime agli occhi.

Oh mio Dio. Oh mio Dio che ho scoperto! E l'ho pure costretto ad aiutare quel fesso di mio fratello a trovare questa benedetta femmina! Oh mio Dio, mio santissimo Dio! Senza rendermene conto ho realizzato il colpo di genio più grande dell'intera storia dell'umanità! E non posso vantarmene! Perché non posso vantarmene?


Mentre si rimetteva seduto ed investiva Arthur con ondate negative di estrema potenza, il moro sentì che qualcosa non andava; se solo avesse fatto caso allo sguardo intenso con cui Morgana lo stava sezionando, avrebbe anche capito che cosa.


Parsifal si alzò dalla sedia e diede una pacca sulla spalla di Gwen "Vado a chiamare Lance. Dato che non ti ha più vista è uscito a cercarti fuori. Ha detto qualcosa di strano tipo se le è successo qualcosa, questa è la volta buona che mi ammazza. Dovrebbe andarci piano il tuo ragazzo, con la birra"


Gwen aggrottò la fronte interdetta, ma non si soffermò più di tanto su ciò che le aveva detto Parsifal convenendo che, sì, Lancelot doveva aver decisamente bevuto troppo.


*


Arthur rabbrividì, mentre la porta del pub si chiudeva alle sue spalle. Tirò su la lampo del giubbotto sin sotto il mento e ficcò le mani nelle tasche, adocchiando gli altri che già erano usciti. Un felicissimo Gwaine stringeva sotto il braccio una tanica di birra Guinnes da venti litri, meritato primo premio di quella gara a colpi di pulsantiera. Ma quello più contento di tutti era stato Kevin, al termine del gioco: finalmente aveva potuto liberarsi di quella mandria di esauriti cronici.


Merlin, poco davanti a lui, se ne stava silenzioso con il volto affondato nel bavero della giacca scura, talmente magro da sembrare un palo della luce. Teneva gli occhi bassi, semi nascosti dalla frangia e partecipava passivamente alle chiacchiere degli altri. Arthur gli si avvicinò lentamente, dandogli una lieve spallata per rendere nota la sua presenza. Merlin ondeggiò, ma non si mosse e non disse niente.


"Che ti è preso tutto d'improvviso?" chiese il biondo, con un tono di voce discreto. Era una domanda seria ed aveva intuito che per far parlare Merlin, non bisognava metterlo al centro dell'attenzione o sotto pressione.

Punto a faticare sempre meno per farti parlare. Prima o poi una tecnica efficace la trovo, che ti credi?


Merlin si strinse appena nelle spalle e gli lanciò un'occhiata. Pallido com'era, gli occhi chiari spiccavano che una meraviglia sul suo volto spigoloso. Arthur tuttavia non aveva intenzione di arrendersi così facilmente e, testardo, lo osservò di rimando.


"Qualcuno ha detto o fatto qualcosa che ti ha offeso? Sono stato io?" riprovò, tentando di non attirare l'attenzione di nessuno. Il fatto che gli altri stessero chiacchierando tra di loro gli faceva comodo in quel momento.


"Se anche fosse, non sarebbe colpa tua. E ho detto se" rispose finalmente Merlin, che aveva già distolto lo sguardo per osservare, senza interesse, gli altri invitati a quella strampalata serata.

Anche se mi piacerebbe poterti incolpare per tutte le volte che mi fai andare il sangue al cervello. Ma la situazione è più complicata di così.


Arthur espirò, liberando una nuvoletta di vapore dalle labbra schiuse "Se sono stato io deve essere per forza colpa mia" replicò, con una certa dose di ragionevolezza. Merlin sbuffò per tutta quella insistenza e roteò gli occhi verso il cielo.


"Intendo dire che magari sono state fatte o dette cose inconsapevolmente"


Arthur piegò le labbra verso il basso.

Ah, questo sì che spiega tutto. Adesso ho capito Merlin, grazie per la tua chiarezza, è sempre un piacere parlare con te. Ma il gioco a premi non è già finito? Sto ancora partecipando al Quizzami? No perché qui si tratta di indovinare la risposta, di leggere il pensiero! Ma ci sto ancora lavorando, su quello.


"Senti" iniziò il biondo, che amava farla molto più semplice dell'altro "Ti ho già spiegato il motivo per il quale sei qui stasera. Non è invitandoti ad un pub che voglio ringraziarti per quello che stai facendo. Intendo farlo offrendoti la mia amicizia. Mi sembravi d'accordo, ieri pomeriggio, ti assicuro che ne valgo la pena!"

Voglio dire, sono bello, simpatico ed intelligente, chiunque vorrebbe essere mio amico.


Merlin inarcò le sopracciglia con scetticismo a quella dimostrazione di profonda modestia, ennesimo lato che forse aveva in comune con Morgana, ma non lo fermò.


"Quindi, sempre se non ci hai ripensato, per offrirti la mia amicizia devo sapere se la causa del tuo cambio di umore sono io. Perché altrimenti qui non progrediamo, Merlin! Non voglio fare qualcosa che ti irriti, a parte cercare quella ragazza. E quelle volte in cui mi fai venire voglia di farmi beffe di te-"


"Scusa?!"


"Il punto è che io stasera mi sono divertito. Mi sono divertito davvero tanto ed è anche perché c'eri tu in squadra con me. Sei buffo, te l'ho mai detto? Ti trovo divertente e a dispetto del livello impressionante del tuo sarcasmo, penso che tu sia uno spasso. Sul serio."


Merlin sbatté le palpebre un paio di volte, osservandolo con espressione profondamente interdetta.

Mi ha detto che lo invoglio a burlarsi di me, che sono buffo, che mi trova divertente e che sono uno spasso. Cosa mi frena ancora dal picchiarlo selvaggiamente? Mi prende in giro o cosa?! Io non la voglio la tua amicizia, stupido asino babbeo!


"Mi dispiacerebbe sapere che per te, invece, non è stata una bella serata. Ho creduto fino all'ultimo che non saresti venuto, invece l'hai fatto" terminò Arthur, aggrottando le sopracciglia con una certa titubanza.

Senti, dopo questa sviolinata di sincerità, se non cede lo faccio di nuovo ricattare da Morgana. Se una cosa non la ottengo con le buone, la otterrò con le cattive, che diamine! Questa conversazione sta diventando troppo seria per i miei gusti.


"Sono stato bene" commentò Merlin, dopo un tempo che era parso interminabile "E se vogliamo essere amici, l'ultima cosa che devi fare è farti beffe di me, Pendragon. Se lo farai potresti pentirtene e poi non dire che non eri stato avvisato..."


Il moro inumidì le labbra, cercando di sciogliere quel groviglio senza senso che aveva nello stomaco. Arthur gli aveva praticamente detto di essere stato bene con lui. Quella consapevolezza aveva fatto serpeggiare lungo la sua spina dorsale una scarica di gioia mista a disillusa aspettativa. Merlin sapeva che nella realtà le cose non potevano andare come nei telefilm di cui Gwen si drogava in ogni minuto libero, eppure sentirsi dire una cosa del genere proprio da Arthur, l'aveva fatto sentire leggero ed allo stesso tempo consapevole come non mai della sua fisicità. Quando la sera della festa l'aveva baciato, si era detto che quello sarebbe dovuto bastargli per tutta la vita, perché altro non avrebbe potuto di certo ottenere. In quel momento, invece, aveva ottenuto anche qualcosa in più da aggiungere alla prima nebulosa esperienza e, sul serio, stavolta che quello sarebbe dovuto bastare.


Arthur sfoggiò un sorrisetto sbilenco alla palese minaccia di Merlin e gli passò un braccio intorno alle spalle con maschia virilità, costringendolo a piegare la schiena in avanti solo per strofinargli il pugno chiuso sui capelli scuri; il ragazzo tentò di liberarsi da quella presa a tenaglia, lamentandosi dell'asinina brutalità del biondo.


"Pendragon, miseria ladra, mi stai scavando nel cervello!" gemette, barcollando come un ubriaco quando Arthur decise di graziarlo e lasciarlo andare. Scrollò la testa, i capelli che sembravano essere reduci dall'esplosione di una bomba atomica. Arthur rise divertito e lui, incavolato, gli mollò un pugno sulla spalla. Una piacevole sensazione di calore tuttavia iniziò a cullargli lo stomaco e, cedendo, finì per ridere insieme a lui.


*


Morgana osservava Emrys e suo fratello ridere, attuando la meravigliosa dote della discrezione (la usava solo quando voleva). Aveva deciso di non far sapere a Merlin cosa aveva capito, perché lei sapeva riconoscere il valore delle informazioni. Un giorno le sarebbe potuto tornare utile conoscere quel segreto continuando a far credere al mondo di esserne invece all'oscuro. Le labbra morbide della ragazza si stirarono in un sorriso quasi felino e se avesse avuto i baffi, sicuramente li avrebbe già leccati.

Non mi sfugge niente. Gli altri pensano di potermi nascondere qualcosa ma in un modo o nell'altro vengo sempre a sapere tutto.


La sua visuale fu oscurata qualche secondo da un gruppo di ragazzi che le passò davanti; sfarfallò le ciglia per metterli a fuoco e notò la presenza di Mordred, tra di loro. Ancora una volta, il ragazzo non la degnò di un'occhiata e tirò dritto, rivolgendo piuttosto un saluto a Gwaine ed al resto della sua confraternita. Morgana si morse l'interno della guancia, mantenendo un controllo così glaciale da sembrare impossibile. Anche lei distolse subito lo sguardo, perché se lui voleva giocare a far finta di non conoscerla, a lei andava benissimo. Avrebbe fatto altrettanto.

Non mi abbasso al livello dei mocciosi come te, Duirvir. Non mi interessa quello che fai o che non fai, deve ancora nascere chi può farmi rodere il fegato, mio caro e di certo quella persona non sei tu.


Accanto a lei, una barcollante Gwen cercava di reggere il peso del corpo e delle parole di Lancelot, che brillo come poche volte gli accadeva (cioè soltanto quando offriva Gwaine), le sussurrava poesie Shakespeariane (o presunte tali) nell'orecchio. La riccia le lanciò uno sguardo supplicante ma Morgana, da brava menefreghista professionista quale era, si limitò a stringersi nelle spalle ed a sorridere malignamente.


Non si sentiva proprio in vena di fare la buona samaritana. Non quella sera.











NOTE DELL'AUTORE: Shalallallallà! Io ve l'ho detto che gli aggiornamenti non saranno regolari, vi avevo avvisati tutti, eh! Basta portare un po' di pazienza, su su ù_ù eccoci qua con il quarto capitolo *_* AVETE NOTATO LA PRESENZA DI GWAINE? No, perché io l'ho notata eccome, così la piantiamo una buona volta di piangere nelle recensioni per Gwaine di qua e Gwaine di là ù_ù POI NON DITE CHE NON VI PENSO! (Siete le mie puffole pigmee *_*) E' inutile dire che ho amato scrivere questo tripudio di stupidità. Più i capitoli sono idioti, più io li amo <3 e poi ci voleva un po' di leggerezza in mezzo a tutta quest'aria tesa, no? ù_ù Ringrazio: POLL (ogni volta che leggo il tuo nick mi viene in mente Paul di Ransie la Strega °_° ma non ti sto dando dell'uomo, lo giuro ç_ç), Morganalastrega (hai sclerato di brutto), Draviran, Emrys_____ (ho contato esattamente 5 trattini, sono una persona precisa io), layla84, Ryta Holmes (la mia salvatrice da sviste!) e VexDominil come recensori. Poi, bè, i preferiti/seguiti/ricordati hanno il mio cuore (e se vogliono anche il mio corpo <3). Passiamo nel dettaglio del capitolo:


  1. Scheda tecnica del telefilm di Once Upon a Time per chi non lo conosce: http://it.wikipedia.org/wiki/C%27era_una_volta_%28serie_televisiva%29

  2. Googleon: Google + Leon. Non so come né perché, ma la mia mente l'ha partorito. È successo e basta XD

  3. La Bat-mobile di Gwaine: http://goodnews.ws/wp-content/uploads/2012/01/Mithos-ElectroMagnetic-Sports-car-Concept-by-Tiago-Inacio.jpg forse dalla storia non si è ben intuito ma i Pendragon hanno soldi a palata e ad Arthur piace (o piacerebbe, visto che papino non lo calcola manco per sbaglio) trattarsi bene XD

  4. Nel caso in cui dovesse veramente esistere qualcuno che non sa cosa sia il Twister... http://www.kinectmania.net/wp-content/uploads/2011/08/twister1.jpg

  5. Ecco la canzone che Lancelot storpia: http://www.youtube.com/watch?v=STKkWj2WpWM

  6. Il sanscrito è una lingua realmente esistente ù_ù se morta o viva questo non so dirlo XD sono troppo pigra per andare ad informarmi su Googleon u.u



Shhhhhhiao beLi!


p.s. Invece di infilarvi le dita nel naso tutto il pomeriggio e tutta la sera, fatemi sapere cosa ne pensate ù_ù anche una cosa come 'fico' va bene.



   
 
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