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Autore: Alchbel    30/01/2013    2 recensioni
Ebbene sì, eccoci di nuovo per una "AnderBros Week" a cui davvero non vedevamo l'ora di partecipare! Perché una sola puntata con quei due ha dato vita a davvero troppe cose nelle nostre teste e questa sarà una bellissima occasione per provare a riempire alcuni vuoti lasciati dal telefilm.
Enjoy it ♥
Day 1: Klaine break-up + Cooper.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Cooper Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Day 3: Scambio di corpi

 

Why is this happening to me?

 

 

Quella mattina Blaine si svegliò con la solita sveglia che gli trillava nelle orecchie. Come tutte le altre mattine, schiaffò una mano sul comodino vicino al letto e spense quell’aggeggio infernale, per poi nascondere il viso sotto le coperte e grugnire il suo disappunto. Come al solito poi, scivolò fuori dal letto per dirigersi in bagno, fermandosi infine davanti allo specchio e passandosi una mano in quel nido che erano in realtà i suoi capelli.

 

Quella mattina però, a differenza delle altre mattine, i suoi capelli non erano  come sempre. Affatto. Erano troppo lisci, troppo ordinati. Sconvolto, Blaine si fissò per la prima volta allo specchio. E un grido gli scappò dalle labbra.

 

 

***

 

 

Qualche ora prima…

 

«Andiamo Schizzo, non puoi non essere felice di rivedermi!» Cooper lo stava inseguendo su per le scale, petulante come al solito.

 

Blaine alzò gli occhi al cielo.

 

«Andiamo, dovresti essere felice! Soprattutto dal momento che l’ultima volta abbiamo finalmente chiarito e ora ci vogliamo più bene che mai… giusto Schizzo?»

 

Esasperato, Blaine si fermò davanti alla porta della sua stanza. «Ovvio che mi fa piacere vederti, Cooper! Ma avrei di gran lunga preferito che tu ti facessi vedere una o due ore dopo…»

 

«Già…» sul volto di Cooper spuntò un sorrisetto diabolico, che portò subito Blaine a preoccuparsi.

 

«Oh no, non dirlo neanche, non osare-»

 

Ma ovviamente non venne ascoltato.

 

«Non pensavo che tu e Kurt ci deste dentro in questo modo!»

 

Blaine grugnì, arrossendo di colpo e nascondendosi il viso tra le mani. Cooper era entrato nella sua stanza senza nemmeno avere la decenza di bussare, sorprendendo lui e Kurt in atteggiamenti un bel po’ equivoci – ed era tutta colpa di Kurt; non poteva andarsene in giro con quei pantaloni così stretti e che gli fasciavano il sedere come una seconda pelle e pensare che Blaine non gli sarebbe saltato addosso nel primo momento in cui fossero stati soli -  e imbarazzandoli da morire. Cooper non aveva avuto nemmeno la decenza di uscire dalla stanza; era stato Blaine a spingerlo fuori senza troppe cerimonie mentre Kurt si rivestiva e andava via da casa Anderson con le guance più rosse che mai e la coda tra le gambe.

 

Chiariamoci, Blaine era ovviamente felice di rivedere il fratello – soprattutto ora che le divergenze tra loro erano state chiarite e quasi risolte – ma Cooper aveva la strana e inquietante abilità di far arrabbiare le persone con niente.

 

E infatti, di lì a qualche ora, Blaine e Cooper si ritrovarono a urlare l’uno contro l’altro da un lato all’altro del corridoio, mentre i loro genitori al piano di sotto si chiedevano come mai più passassero gli anni, più i loro figli sembravano regredire all’età di due anni ciascuno.

 

«Non ti sopporto più! Sei un disastro!» urlò Blaine.

 

«Ha parlato Mr. Perfettino!» rispose Cooper.

 

«Beh, io per lo meno lo sono!»

 

«Perché, credi che io non lo sia?!»

 

«Assolutamente no! Preferisco essere me, grazie!»

 

«Idem! Non vorrei mai ritrovarmi pelato a trent’anni per il troppo uso del gel!»

 

«Ahhh basta!» gridò Blaine alla fine, sbattendo la porta in faccia al fratello e fiondandosi a letto.

 

 

***

 

 

Blaine fissò sconvolto il riflesso nello specchio. Quello non era lui: niente altezza media (bassa), niente capelli neri e ricci, niente occhi dorati. L’uomo che rifletteva lo specchio non era più Blaine Anderson: era Cooper Anderson.

 

Blaine si tirò un pizzicotto; doveva per forza star sognando. Ma quando la parte di pelle che aveva appena stretto tra le dita gli urlò il suo dolore, Blaine gemette e uscì dal bagno correndo. Non era affatto un sogno.

 

In corridoio, si schiantò contro una figura bassa ma abbastanza compatta, ed entrambi si trovarono per terra in un colpo. I due ragazzi si fissarono l’un l’altro.

 

«Blaine?» chiese quello che in realtà era Cooper.

 

«Cooper?» chiese di rimando quello che in realtà era Blaine.

 

«Oddio sono te!» gemette Cooper nel corpo di Blaine. «Che cos’è sta massa informe che ho in testa?!»

 

«Benvenuto nel mio mondo,» rispose Blaine nel corpo di Cooper, sbuffando mentre si rialzava e aiutava il fratello a mettersi in piedi.

 

«Che cosa diamine ci è successo?» chiese Cooper. «Pensavo che queste cose accadessero solo nei film!»

 

«Già… Oddio, è un disastro!»

 

«A chi lo dici! Oggi avevo un provino!» Cooper squadrò Blaine (se stesso, in realtà) da capo a piedi. «Dovrai andare tu… Vedi di non fare casini!»

 

«Cosa?! Ma io non posso andare al provino al posto tuo…» Blaine strabuzzò i suoi nuovi occhi azzurri.

 

«Certo che puoi. Anzi, devi! È un ordine, fratellino!»

 

«Non darmi del fratellino, che sono più alto di te! A proposito…» Blaine si guardò in giro. «Wow, che bella sensazione guardare da così in alto…» disse più a se stesso che all’altro.

 

«Sì, sì, lo so… Ora però aiutami a sistemarmi sto nido che ho in testa, ti prego!»

 

Blaine si passò una mano nei capelli – wow, niente gel, e soprattutto, sembravano praticamente perfetti così – e spinse il fratello nella sua stanza. Non lo avrebbe fatto andare in giro senza gel!

 

Cooper, seguendo il fratello, diede un’occhiata al corpo che si trovava davanti. «Certo che ho proprio un bel sedere!»

 

 

***

 

 

Blaine si guardò attorno un po’ sperso. C’erano un sacco di persone che giravano per quegli studi, e sembravano tutti così indaffarati e professionali. Blaine deglutì, preoccupato; un conto era fare un provino per entrare nel coro del Glee Club della scuola, un altro era farlo per la televisione locale. Tra l’altro, non ci andava di mezzo il suo futuro, bensì quello di suo fratello. E, per quanto fosse ancora arrabbiato con lui – era sicuramente colpa sua se il karma aveva deciso di punirli in quel modo – ci teneva a che il fratello superasse quel provino.

 

Perciò, spinto da quel pensiero, iniziò a seguire la direzione che indicavano dei cartelli appesi ai muri con la scritta ‘CASTING’. Doveva essere nella direzione giusta.

 

 

***

 

 

«Ehi, Kurt!»

 

Il ragazzo appena interpellato si girò di scatto, salutando la sua migliore amica con un sorriso. «Ciao Mercedes! Come stai?»

 

«Io bene ma… sei sicuro che anche Blaine stia bene?» chiese la ragazza di colore con uno strano sguardo.

 

Kurt sbiancò di colpo, spaventato. «Oddio gli è successo qualcosa?»

 

«Rilassati, zucchero, Blaine sta bene. Fisicamente. Ma riguardo al resto, non ne sarei così sicura…» detto questo, si voltò e fece cenno a Kurt di seguirla. Il ragazzo non esitò neanche un attimo, per niente rassicurato dalla risposta di Mercedes.

 

E se qualcuno avesse fatto del male a Blaine? E se lo avessero insultato? Dannazione, Kurt sapeva che prima o poi sarebbe successo! Blaine era fragile e ancora spaventato da quello che gli era successo due anni prima al ballo della sua scuola, e Kurt non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male.

 

Tuttavia, ciò che si trovò davanti agli occhi non era affatto la scena apocalittica che si era figurato in testa. Blaine era in mezzo al corridoio, e stava intrattenendo un gruppetto di persone – tra cui alcuni giocatori di football e cheerleader – raccontando delle barzellette.

 

Kurt lo osservò da lontano, stranito. Quello non era Blaine. Il suo Blaine non era così spigliato, era molto più tranquillo e composto – solo quando cantava si trasformava nel pazzo che saltava sui mobili – e soprattutto non andava vestito in quella maniera: jeans stretti, maglietta e giacca di pelle.

 

«Blaine?» Kurt lo chiamò; ma il ragazzo non si girò, così Kurt riprovò di nuovo. Finalmente, Blaine si girò e Kurt incrociò gli occhi dorati del suo ragazzo, che gli sorrise come suo solito. Okay, non c’era assolutamente nulla di diverso nel suo ragazzo.

 

«Ciao Kurt!» lo salutò. «Ciao… ehm…»

 

Mercedes lo fissò stralunata e scambiò un’occhiata con Kurt, che alzò le spalle.

 

Kurt si avvicinò a Blaine mentre gli altri ragazzi intorno a loro si allontanavano. Non appena gli fu vicino, Kurt si sporse in avanti e lasciò un piccolo bacio sulle labbra del moro, la cui reazione lo sorprese parecchio: Blaine si era irrigidito di colpo, sembrava quasi sorpreso. Kurt si allontanò da lui con sguardo interrogativo.

 

«Tutto bene? Che ci facevi qui con quelle persone?»

 

Blaine gli rivolse un sorriso smagliante. «Tutto ok, stavo solo raccontando loro la bellissima barzelletta che mi ha detto Coop ieri sera!»

 

Kurt strinse gli occhi, sospettoso, ma non disse nulla. Blaine fece un passo avanti e lo prese per mano. «Avanti, andiamo a lezione.»

 

 

***

 

 

«I nomi delle persone che sto per chiamare dovranno presentarsi oggi pomeriggio agli ultimi provini,» disse l’uomo dallo sguardo serio davanti a una ventina di giovani uomini – tutti avvenenti e tutti sulla trentina.

 

Blaine fece un respiro profondo, in attesa del verdetto. Si era attenuto a ciò che Cooper gli aveva detto di fare, anche se lui avrebbe di gran lunga scelto di cantare un’altra canzone e avrebbe montato una coreografia completamente diversa. Era rimasto stranito quando Cooper gli aveva spiegato tutto quanto velocemente mentre si vestivano quella mattina – fortunatamente la prima lezione a scuola cominciava alle nove – perché a Blaine era sembrato quasi come se Cooper si fosse trattenuto.

 

«Cooper Anderson!”»

 

Blaine era così concentrato sui suoi pensieri che quasi non sentì pronunciare il suo nome – quello del fratello in realtà.

 

Sorrise all’uomo, ringraziò e si alzò per andarsene. Aveva un appuntamento a casa con il fratello, che doveva spiegargli quale canzone e quale coreografia avrebbe dovuto portare nel pomeriggio.

 

 

***

 

 

Cooper entrò in casa, seguito a ruota da Kurt; il ragazzo aveva cercato di convincere il fidanzato del fratello a salutarsi a scuola, ma Kurt era stato irremovibile: voleva seguirlo fino a casa. Cooper non sapeva cosa fare, ma se pensava che la situazione fosse difficile in quel momento, non sapeva che cosa lo avrebbe aspettato di lì a qualche minuto.

 

«Ehi Blaine, c’è qualcun altro in casa?» chiese il controtenore con malizia, che tuttavia non fu colta da Cooper.

 

«Sì, perché me lo chie-

 

Ma non fece in tempo a finire la frase che Kurt gli si gettò addosso, coprendogli le labbra con le proprie. Cooper fece un verso sorpreso; di certo non si aspettava tutto quell’impeto da quel ragazzino con l’aria così pudica. E invece ben presto sentì la mano del ragazzo scendere fino al suo inguine.

 

Perché mi sta succedendo questo?

 

Con un salto all’indietro, Cooper si allontanò da Kurt, che gli rivolse un’occhiata stranita.

 

«C’è qualcosa che non va?»

 

«No, niente…» Cooper deglutì, guardando Kurt avvicinarsi ancora a lui.

 

Di nuovo, Kurt gli si era appiccicato addosso, questa volta ancora più convinto di prima. Cooper non sapeva che cosa fare, era praticamente schiacciato contro il divano. Stava di nuovo per spingere Kurt lontano da sé quando la porta di casa si aprì e subito dopo qualcuno entrò in salotto.

 

«Ehi!» gridò Blaine.

 

Kurt si voltò verso Cooper e rimase sorpreso nel vedere quanto il maggiore degli Anderson sembrasse… arrabbiato? Il controtenore arrossì di nuovo, allontanandosi dal corpo di Blaine; era la seconda volta in due giorni che Cooper li sorprendeva insieme.

 

Cooper si rivolse a Blaine. «Che cosa stavi facendo?»

 

Blaine abbassò lo sguardo. «Scusa Bl-Cooper…”»

 

Cooper fissò Kurt con sguardo severo. «Kurt, io e Blaine avremmo bisogno di parlare. Ti dispiace lasciarci soli?»

 

Kurt annuì, salutando gli Anderson e rivolgendo un’occhiata stranita al fidanzato – che però non ricambiò dal momento che aveva ancora lo sguardo basso – e uscì di casa.

 

Rimasti soli, Blaine guardò male la versione di se stesso a testa bassa; non poteva credere a quello che aveva appena visto. Ma soprattutto, era sorpreso di esserci rimasto così male. Kurt non stava facendo niente di male, dopotutto pensava che quello lì fosse il suo fidanzato, e non Cooper nel corpo del suo fidanzato. Tuttavia gli aveva fatto male… in quel momento, capì che non avrebbe sopportato vedere Kurt con qualcun altro che non fosse lui. Non che prima non lo pensasse, ma non avrebbe mai pensato di stare così male.

 

Perché mi sta succedendo questo?

 

Blaine, prima che tu dica qualcosa, voglio solo dirti che ho provato a scansarmi… te lo giuro!” disse Cooper a bassa voce.

 

E Blaine non resistette. Non quando Cooper lo guardava con gli occhioni che in realtà erano i suoi – ora capiva cosa voleva dire Kurt quando lo pregava di non scatenargli contro il potere dei suoi occhi da cucciolo.

 

«Ok… ok, va bene, ti credo,” sospirò. “Hai passato la prima parte del provino, comunque, perciò dovresti spiegarmi che cosa dovrei fare la seconda volta.»

 

 

***

 

 

Blaine non era affatto contento della scelta del fratello; quella canzone che aveva scelto di cantare era troppo semplice, Cooper poteva puntare molto più in alto. Era la seconda volta in un giorno che si trovava a pensare quanto Cooper in realtà si sottovalutasse, e la cosa era totalmente assurda.

 

Cooper era conosciuto da tutti come la persona fiera e sicura di sé, sempre attiva ed energica, con le proprie idee fisse, divertente e spensierato. Ma forse non era davvero così.

 

A questo pensava Blaine mentre frugava nel borsone che gli aveva dato Cooper, alla ricerca dei vestiti che il fratello aveva scelto da indossare. In quel momento, colpì con una mano il bordo di quella che aveva tutta l’aria di essere un’agenda. Sorpreso, la prese in mano e la aprì.

 

Oh cavolo! Quella non era affatto un’agenda qualsiasi; sembrava più una sottospecie di diario di Cooper. Blaine sapeva che non era suo diritto leggere ciò che c’era scritto; quelle cose erano private e sapeva che Coop volesse rimanessero tali. Però…

 

Blaine sfogliò velocemente le pagine, fino ad arrivare all’ultima; la data scritta sopra nella calligrafia disordinata di Coop lo informava che quella pagina era stata scritta soltanto il giorno prima. Incapace di trattenersi, Blaine si ritrovò a leggere.

 

Oggi è un’altra giornata un po’ piatta, seguito di una settimana altrettanto piatta. Domani ho il provino e, nonostante mi sia preparato tantissimo, temo di non passarlo. La verità è che non sono abbastanza bravo – in famiglia è sempre stato Blaine quello talentuoso. Posso continuare con la mia recita, far credere a chiunque di quanto forte e in gamba io sia, ma non so quanto a lungo potrà durare dal momento che io stesso non ci credo. Non fino in fondo. L’unica cosa che mi ha fatto superare quest’ultima, noiosa settimana è stato il pensiero che fra qualche ora rivedrò il mio fratellino. Non vedo l’ora…

 

Blaine chiuse di colpo il diario, colpito da tutto ciò che aveva letto. Non pensava che il fratello si sottovalutasse così tanto, né che sotto quella facciata spavalda si nascondesse un giovane uomo insicuro e pieno di debolezze. Nonostante tutto, forse, loro due non erano così diversi.

 

Cooper non meritava di sentirsi così. Era in gamba, era talentuoso esattamente quanto Blaine, e glielo avrebbe dimostrato.

 

 

***

 

 

Cooper sospirò, la testa sotto l’acqua che gli lavava via tutto quel gel che era stato costretto a sopportare per tutto il giorno.

 

Quella giornata era stata folle. Blaine era davvero un ragazzo impegnato, e sembrava fare tutto con estrema serietà; sembrava che tutti lo adorassero. I professori gli rivolgevano sorrisi e lodi, molte persone che lo incrociavano in corridoio gli rivolgevano piccoli sorrisi o cenni di saluto, gli amici del Glee sembravano disposti a fare qualsiasi cosa per lui, pronti a seguirlo, ascoltarlo e sostenerlo – e Cooper pensava che per Blaine valesse lo stesso.

 

E poi c’era Kurt. Quel ragazzino era così innamorato di suo fratello che quasi non era riuscito a sostenere quello sguardo pieno d’amore, affetto e complicità. E Cooper sapeva bene quanto anche il fratello amasse Kurt. Non si sarebbe stupito di trovarsi, di lì a qualche anno, a partecipare al matrimonio di quei due.

 

Quella giornata però, nonostante la sua stranezza e follia, aveva dimostrato a Cooper di essersi fatto un’idea giusta sul suo fratellino. Blaine era davvero un ragazzo in gamba, che meritava tutto il bene di questo mondo e anche di più.

 

 

***

 

 

«Cooper! Cooper!»

 

«Ehm… Cooper, perché stai dicendo il tuo nome urlando?» chiese la madre guardando stranita il suo figlio maggiore.

 

Dio, che scemo…

 

«Uh, volevo dire Blaine… Blaine!!»

 

Salì le scale di corsa, fiondandosi in quella che era la stanza del fratello. Dentro, c’era Cooper, steso sul letto e intento a fare quelli che aveva tutta l’aria di essere i suoi compiti di matematica. Blaine rimase sorpreso ma non disse niente, troppo euforico e impaziente di dare a Cooper la buona notizia.

 

«Ehi, Schizzo, che ti urli!»

 

«Coop, mi hanno preso! Cioè, ti hanno preso!»

 

Il fratello saltò in piedi sul letto, gli occhi che gli si illuminarono di gioia. «Davvero?»

 

«Sì, non posso crederci! Anche perché non mi ero preparato la coreografia e ho cambiato la canzone e quindi-»

 

«Aspetta, frena…» disse Cooper alzando le mani, i ricci ormai liberi dal gel che gli ricadevano sulla fronte. «Hai fatto cosa?»

 

Blaine fece un profondo sospiro. Doveva tirar fuori la verità.

 

«Ho deciso di cantare un’altra canzone… Quella che avevi scelto era troppo semplice, Coop!» fece una pausa, in attesa che il fratello dicesse qualcosa. Ma quando ottenne solo silenzio, decise di continuare. «Ho trovato per caso il tuo diario. Non l’ho letto… cioè, sì, ma solo l’ultima pagina che hai scritto. E Coop, davvero, non dovresti sottovalutarti così tanto.»

 

«Io non mi sottovaluto.» Le parole uscirono flebili dalle labbra di Cooper – sembrava non crederci lui stesso.

 

«Sì invece, e lo sai. E non dovresti…»

 

«E invece sì, Blaine, perché ho passato il provino solo perché sei andato tu a farlo. Non sono abbastanza bravo!»

 

«Ed è qui che ti sbagli! Questa è la tua voce,» urlò quasi Blaine, la voce di Cooper che si levava alta. «Questo è il tuo corpo, sono le tue gambe che hanno ballato, il tuo sorriso che ha convinto la giuria. Io non ho fatto nient’altro che darti il coraggio di osare. In una maniera forse poco convenzionale, ma te l’ho data.»

 

Cooper davanti a lui stava piangendo, una singola lacrima gli rigava il viso. Blaine pensò che vedere se stesso piangere fosse la situazione più assurda della sua vita.

 

«Io non-»

 

«No, Coop. Tu sei bravo. Sei talentuoso esattamente come credi che io lo sia. E ti devo delle scuse; pensavo che tu fossi esattamente ciò che mostravi – sicuro di te, un po’ ruffiano e a volte anche borioso – ma non è affatto vero. Sei una persona con delle insicurezze, ma ciò non toglie quanto tu sia in gamba, Coop, e… ti voglio bene.»

 

Cooper a quel punto si avvicinò e abbracciò Blaine, che per la prima volta provò l’emozione di stringere suo fratello forte tra le braccia e proteggerlo, approfittando dell’altezza per chinarsi su di lui e racchiuderlo in una sottospecie di bolla protettiva.

 

E in quel momento, tutto cambiò. Il corpo di Cooper rimpicciolì, i capelli si arricciarono, gli occhi cambiarono colore, ma rimasero chiusi; non si muoveva, stretto nell’abbraccio del fratello. E quando entrambi aprirono gli occhi, erano di nuovo loro. Cooper nel suo corpo alto e slanciato, Blaine in uno più basso e compatto.

 

Si staccarono, toccandosi entrambi i rispettivi corpi e rilasciando un sospiro beato nel sentirsi di nuovo padroni di se stessi. Quando Cooper alzò il capo, trovò Blaine pensieroso.

 

«Che c’è Schizzo?»

 

«Di solito queste cose finiscono sempre quando entrambi capiscono il bello dell’altra persona… ma a te non è successo niente di particolare oggi, credo. A parte il mio ragazzo che ti si è spalmato addosso,» spiegò Blaine.

 

Cooper sorrise. «Oh, credo che tutto questo fosse per te. Io ho sempre saputo quanto in gamba tu fossi.»

 

Blaine sorrise e fece di nuovo un passo in avanti, stringendo il fratello più grande in una morsa ferrea.

 

 

 

 

 

 

 

NdA:

Buonasera a tutti! Ecco qui la nuova storia della raccolta su questi due pazzi degli Anderson. Lo “scambio di corpi” è un’idea che mi è sempre piaciuta, ma devo ammettere che scriverlo è stato più complicato del previsto. Nei film sembra molto più facile! xD

 

Forse molti di voi si troveranno in disaccordo con l’immagine che ho dato di Cooper, ma secondo me in realtà è proprio così. Per il poco che si è visto, ho captato un bel po’ di insicurezza sotto quell’armatura da ruffiano.

 

Ne approfitto per ringraziare coloro che hanno recensito e letto. Insomma ragazzi, fatevi sentire! Le recensioni, di qualsiasi tipo siano, sono sempre un ottimo stimolo ma soprattutto un aiuto per noi scrittrici a migliorare! =)

 

A domani con Cooper cockblocker!

Bel

   
 
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