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Autore: hermyDdC    30/01/2013    3 recensioni
… un regalo perfetto, che gli piacesse da impazzire… quanto avrebbe dato per sapere che c’era qualcosa di suo che Harry teneva sempre con sé. Ovviamente non avrebbe potuto fargli sapere che era suo…
Natale 1995. Draco non riesce a smettere di pensare a Harry e decide di confessare i suoi sentimenti, ma ovviamente non può rivelare la sua identità... Harry e i suoi amici, naturalmente, capiranno fischi per fiaschi e si inventeranno mille teorie, una più improbabile dell'altra, per spiegarsi quel pacchetto anonimo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Terzo e ultimo capitolo!


Tornati a Hogwarts dopo le vacanze di Natale, il lunedì mattina, Ron e Hermione scesero a colazione rassegnati alla giornata da incubo che li attendeva: Storia della Magia, Pozioni, Divinazione (per Ron) e la Umbridge. Harry, seduto accanto a loro, non faceva caso a una parola di quello che dicevano gli altri intorno a lui, perché era nel panico: a quella fantastica giornatina, per lui, si sarebbe aggiunta un’ora di “ripetizioni” con Piton… Si riscosse dai brutti pensieri solo quando sentì Fred scuoterlo per le spalle.

«Ehi, Harry! Lo vedi quel gufo lassù?»


Harry guardò in su, nella direzione indicata da Fred. «Quello grande quanto un’aquila?»

«Proprio lui… È quello che ha portato il tuo Boccino.»

«Sei sicuro?»

«Sicurissimo», saltò su George, sbucando da dietro le spalle di Fred. «Ho riconosciuto le macchie… Beh, ora non resta che vedere dove atterra, no?»

Harry, Ron, Hermione e i gemelli seguirono il volo del gufo, aspettandosi di vederlo planare verso il tavolo di Grifondoro. Invece l’animale si allontanò, si diresse dalla parte opposta della sala e atterrò… sul tavolo di Serpeverde, davanti al naso di Draco Malfoy.

«Ha! L’ho detto, io! Te l’ha mandato quel simpaticone di Malfoy!» esclamò Fred, trionfante. «Chissà come mai…» aggiunse, pensieroso.

«Io resto dell’idea che voglia un’altra scarica di cazzotti…» rispose rapido George.

«Dai, ragazzi, siamo seri…» Harry incrociò lo sguardo dei gemelli e si corresse. «… sì, lo so, chiedo troppo. Ma non è possibile. Voglio dire: sono due settimane che gioco con quel Boccino. Mi sarebbe già esploso in mano da un pezzo, non trovate?»

«In effetti hai ragione anche tu…» rifletté George.

«A meno che…» Fred fece una pausa, apparentemente spremendosi le meningi per spararla più grossa che poteva. «… non sia davvero innamorato di te!» Scoppiò a ridere a crepapelle. «Te l’immagini?»

«E meno male che avevamo detto di essere seri…» replicò Harry, incapace di trattenersi dal ridere.

Ron, fino a quel momento troppo impegnato a mangiare per prendere parte alla conversazione, saltò su a dire la sua. «Magari è un gufo della scuola, e a Natale l’ha usato qualcuno che è rimasto qui.»

«No. Quello è il gufo di Malfoy, garantito», rispose prontamente Harry. «Mi è rimasto impresso la prima volta che l’ho visto al primo anno…» si giustificò, imbarazzato da tutti gli occhi puntati su di lui.

Hermione tentò di fare il punto. «Quindi: o George si è confuso, o questo è uno scherzo molto strano. Insomma, se io volessi fare un dispetto a Harry, non credo che gli comprerei un Boccino… e poi di certo non butterei via tutti quei soldi per uno che mi sta antipatico.»

«Malfoy ha i soldi che gli crescono in giardino, che vuoi che gli cambi una manciata di Galeoni in più o in meno…» obiettò Ron. «Il punto è: perché?»

Hermione si alzò di scatto. «Ragazzi, mi sa che ci penseremo più tardi… Ora dobbiamo andare, o faremo tardi a Storia.» I ragazzi la seguirono senza troppo entusiasmo; lei si fermò per lanciare un’occhiata di avvertimento a Fred e George. «E voi due… per l’amor del cielo, state lontani da Malfoy. Ammesso e non concesso che quel Boccino sia suo, non vi ha fatto niente di male…» I gemelli la guardavano come se fosse impazzita. «Be’, che c’è? Guardate che lo dico per voi… Non vorrete farvi espellere per la bella faccia di Malfoy?» Senza attendere risposta, si avviò con Harry e Ron verso l’aula di Storia della Magia.

La mattinata passò senza che i tre amici avessero modo di discutere gli ultimi avvenimenti. Certo, il professor Rüf era sempre talmente assorbito dalle sue noiosissime lezioni da non notare la gente che giocava a tris o che faceva i disegnini sul banco, ma di certo se ne sarebbe accorto se qualcuno avesse iniziato a conversare tranquillamente. A Pozioni, poi, nemmeno per sogno: Piton riusciva a togliere punti a Grifondoro anche quando nessuno fiatava, figurarsi se tre studenti si fossero messi a far salotto durante la sua ora… e poi, non era certo il caso di riprendere la discussione con Malfoy lì a due metri.
A fine lezione i ragazzi si diressero in Sala Grande, indignati dall’ennesimo scherzetto di Piton a Harry, che gli era costato l’ennesimo zero. Ron e Hermione passarono gran parte dell’ora del pranzo a insultare Piton, spalleggiati dal resto della classe, con Harry che borbottava qualcosa ogni tanto ma non era realmente presente: dopo Pozioni, se possibile, aveva il panico ancora più di prima all’idea della lezione di  Occlumanzia…


 


Dopo pranzo, Harry e Ron salirono in cima alla Torre Nord, dove li aspettava la professoressa Cooman. Si accomodarono al loro solito tavolino, su cui era già predisposta una copia dell’Oracolo dei Sogni.

«Usate l’Oracolo per interpretare i sogni più recenti sui diari dei vostri compagni», disse la Cooman, sedendosi a consultare la sua sfera di cristallo. Harry allungò il suo diario a Ron, che lo sfogliò fingendo la massima concentrazione.

«Dunque, Harry… hai sognato che ti arrivava un Boccino con un biglietto anonimo…»

«Sì, esatto…» Harry rise e gli resse il gioco. «Una dichiarazione d’amore, portata dal gufo di Draco Malfoy… Allora, veggente? Secondo te che significa?»

«Significa…» Ron iniziò a sfogliare a caso l’Oracolo dei Sogni e finse di leggere da una pagina. «… che tu sei stracotto di Malfoy e vorresti tanto che anche lui fosse innamorato di te…» Accennò un risolino, poi si accorse dello sguardo assassino di Harry e alzò le mani in segno di resa. «Scherzavo! Scherzavo, scusa… Però ammetti che se fosse un sogno avrebbe la sua logica…»

«Sì, sì…» rispose l’amico, irritato. «Ma è successo davvero, e io di certo non l’ho chiesto. Mi sa che qui la psicanalisi dobbiamo farla a Malfoy, più che a me…»

«Quindi tu non pensi che George si sia confuso?»

Harry sembrò illuminarsi, come se a poco a poco stesse arrivando alla soluzione del mistero. «No, George ha ragione… i cazzotti…»

Ron lo guardò perplesso. «Be’… sì, su quello ha ragione, Malfoy dei cazzotti se ne merita sempre…»

«Ma no, non capisci? Io l’ho pestato e la Umbridge mi ha espulso, e lui mi ha mandato quel Boccino per girare il dito nella piaga…»

«… e farti pesare ancora di più il fatto che non puoi più giocare!» esclamò Ron. «Caspita, non fa una grinza…»

Harry era di nuovo pensieroso. «Certo, questo spiega il Boccino, ma non il biglietto… Come diavolo gli è venuto in mente di infilare nel Boccino una finta dichiarazione d’amore?»

Ron alzò le spalle. «Per sviare i sospetti, forse? Così te la saresti presa con qualche sventurata ragazzina e non saresti mai arrivato a lui…»

«Be’, non aveva tutti i torti: se non avessi visto il gufo, non ci sarei mai arrivato… E quindi il sogno finiva con questo gufo che mi faceva salire in groppa e mi riportava a terra», improvvisò Harry, vedendo la Cooman avvicinarsi al loro tavolo. «Che dice il libro? Che significa?»

Ron lo guardò per un attimo senza capire, poi notò anche lui la Cooman e riprese a sfogliare. «Dunque, il gufo…»

«Hai sognato un gufo, ragazzo?» intervenne lei, chinandosi su Harry. «Delusione d’amore, mio caro… sii forte…»

«Be’, ha ragione: delusione d’amore…» borbottò Ron, non appena l’insegnante si fu allontanata. «Pensavi di aver ricevuto una dichiarazione, e invece è solo Malfoy che fa l’idiota.»

«Qui ci vuole Hermione», disse Harry. «Anche se non si parla di ragazze, è pur sempre lei la psicologa…»

In qualche modo, la lezione di Divinazione finì, seguita da un’interminabile ora passata a far finta di leggere il libro della Umbridge. Finalmente, dopo l’ultima campanella, i tre amici poterono tornare alla torre di Grifondoro e si diressero spediti verso il dormitorio dei ragazzi, al sicuro da orecchie indiscrete. Harry e Ron esposero ad Hermione la loro teoria.

«… quindi noi pensiamo che l’abbia fatto per farmi rabbia e vendicarsi dei cazzotti», concluse Harry.

«In effetti se la metti così ha senso», rifletté Hermione. «Tu sei fissato col Quidditch, quale modo migliore per farti rabbia? E anche lui è fissato quanto te, potrebbe tranquillamente aver pensato una mossa del genere…»

«È il biglietto che non ha senso», disse Ron. «Secondo te è possibile che l’abbia scritto perché non sospettassimo di lui?»

«Anch’io avevo pensato questo», rispose Hermione. «Poi però la Umbridge mi ha fatto venire in mente un’altra cosa…»

«Che c’entra adesso Faccia da Rospo?» chiese Ron.

Hermione esitò. «Forse… voleva illuderti che ci fosse qualcun altro che sta dalla tua parte. Sai, di questi tempi… non è che se ne trovino poi tanti.»

Harry considerò la nuova ipotesi. «Un po’ contorta… ma Malfoy è astuto. Potresti anche avere ragione, sai?» Aprì il suo cassetto e liberò il Boccino. «Ad ogni modo, sapete che vi dico? Qualunque cosa avesse in testa, ha fallito miseramente. Certo, non è come il vero Quidditch… ma giocare con questo affarino mi fa sentire bene», disse mentre saltava per afferrare la pallina. I suoi amici si scambiarono un sorriso, felici di vedere che anche Harry stava finalmente sorridendo.


... e così Draco ebbe salva la pelle, nonostante tutto! ^^
Spero che la storia vi sia piaciuta, lasciatemi i vostri pareri!
hermy

  
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