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Autore: pluviophilia    30/01/2013    25 recensioni
[SOSPESA, INCOMPLETA]
“Ehm... hm... scusa, non mi ero accorta che stava partendo, insomma…” mi alzai, imbarazzata.
“Nessun problema, torna quando vuoi.” rispose.
Solo una persona aveva un tono di voce così, così, superficiale.
Una moralità così inesistente. Un carisma così smisurato.
Un ego così immenso. Un assortimento di magliette bianche di cotone così vasto.
Dei capelli così lucenti. Delle labbra così, così… cazzo. No, non potevo.
**
Non era possibile.
Io non avevo messo il mio nome nel calice.
Io non avevo fatto del male a nessuno.
Io non ero importante come Potter.
Io non avevo l’età richiesta.
Non potevo essere IO.

**
Era successo.
Avevo supplicato Merlino e Morgana di prendere me, ma non lei.
I miei peggiori incubi si erano appena avverati,e non sarei potuto rimanere nell’oscurità ancora per molto. Mi girai: era sbiancato, non era passato nemmeno per i suoi pensieri che sarebbe potuto succedere stasera.
Crossover OneDirection/HarryPotter
Genere: Demenziale, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Più contesti
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-Liam

 
Prima porta, nulla.
Seconda, nemmeno.
Terza, neanche.
Quarta, aspetta!
Entrai e mi sedetti di fronte alle due ragazze, sentendo i loro occhi puntati addosso.
Le osservai perplesso e non staccarono le iridi blu dalle mie.
"He-Hey" sembravano risvegliarsi da una specie di trance.
"Oh ciao- rispose la prima, sorridendo con aria spensierata e porgendomi una mano -Luna Lovegood… e tu sei...?"
La strinsi titubante, per via dello strano comportamento della ragazza, che, senza offesa, sembrava fosse entrata nel giro di qualche spacciatore, per via dello sguardo perso e stralunato che mi rivolgeva.
L'altra, uguale alla prima se non per i capelli, che erano l'esatto opposto, continuava a sfogliare un giornale, al contrario. Ora capivo perché quello era l'unico scompartimento libero. Ma chi mi aveva mai convinto ad andare negli ultimi vagoni?
"Liam...- forzai un sorriso - Liam.."
"Payne" m’interruppe la mora, alzando lo sguardo.
"C-c-osa?"
"Payne. Mica ti chiami Payne?"
 Domandò leggermente perplessa, con le sopracciglia corrucciate.
"Si..." Ovvio, mi chiamavo Liam James Payne da quindici anni a quella parte.
"Allora tutto a posto" sorrise chinandosi di nuovo sul libro.
"Elizabeth...- la guardò Luna, accennando a me- ...su!"
Dovevano essersi fatte di qualcosa di molto pesante.
"Cosa su?" chiese l'altra, senza un filo di rabbia o di sentimento nella voce, rimanendo perfettamente calma.
"Forse non ci siamo presentate bene- parlò la bionda- lei è Elizabeth Whitey. Riesce a leggere nel pensiero- abbassò la voce e si accostò al mio orecchio- qualche volta fa anche predizioni, per il futuro, ma non ti fidare troppo" si ritrasse sorridendo leggermente.
"Lu, ti ho sentita." scosse la testa l'altra.
La bionda continuò, senza prestarle attenzione "Sbaglio o non ti ho mai visto qui?"
Mi risvegliai da uno strano stato di dormiveglia "No... cioè, si... più o meno, sono al mio quinto anno."
"Oh" annuiì sorpresa, facendomi capire che dovevo continuare.
"Ho cambiato scuola, tutto qui."
"Beh, ti hanno espulso, è un po'diverso" s’intromise Elizabeth, puntando i suoi occhi nei miei.
"El!- le tirò una gomitata Luna- basta con la legilimanzia! Potrebbe non gradire... " si voltarono entrambe verso di me.
Scossi le mani e la testa "No, no, tranquille" sorrisi, come a rassicurarle.
Rimasero in silenzio. Magari non volevo raccontare i miei fatti in giro, così cambiai discorso.
"Come funziona qui?"
"Non sono mai stata in un'altra scuola quindi non ti saprei dire..." Rispose in tutta sincerità Luna. Aveva ragione, Morgana.
"...Come, ecco, come si frequentano le lezioni? Non so, suppongo siano le stesse..."
"Si, le stesse della tua vecchia scuola, esclusa Geografia. L'unica materia collegata ai babbani che svolgiamo è babbanologia, appunto”.
Forse Elizabeth non aveva capito che mi dava fastidio che entrasse nei miei pensieri, ma un'occhiata di rimprovero da parte di Luna bastò a farla tornare al suo giornalino.
"Ho capito cosa intendi- sorrise -vedi, siamo divisi in quattro case..."
Allora non era così stupida come sembrava a primo impatto.
"... invece, le farà perdere punti." Finì il suo discorso.
Stavo per porgere una domanda, quando Elizabeth anticipò la mia risposta.
"Corvonero. Io sono al quinto, lei al quarto, Corvonero." sorrise per la prima volta alla mia occhiata scocciata.
"Beh, tanto l'avresti chiesto no?" Posò il giornalino vicino alla finestra.
"il cavillo" si riusciva a leggere in prima pagina.
Allora- mi guardò Luna sorridente –in che casa vuoi essere?
Ma... mica le scegliamo noi… tu hai detto che...
Sisi- scosse la mano Elizabeth – ma il cappello tiene conto della tua decisione e bla bla bla”.
“Ti piacerebbe essere Corvonero?” domandò Luna euforica.
Menomale che non stavo bevendo nulla altrimenti mi sarei strozzato a forza di risate, che non riuscì a trattenere.
Perché ridi?” Luna, oh Luna.
“Dopo aver visto due squilibrate come noi ovvio che non vuol stare nei Corvi, scema.” la rimbeccò l’altra.
Oh...” Luna appoggiò la schiena al sedile, guardando in basso.
No, ragazze, n-non fraintendete, il fatto è che… le case non le conosco, e, insomma…”
Tranquillo.- Elizabeth mi poggiò una mano sulla spalla – La tua casa sarà la tua famiglia, ti troverai bene in essa, qualunque sia, lascia da parte i pregiudizi. Beh certo, non ti consiglio i Tassorosso, sai, sono un po’… fuffi, ecco. Dico, va bene la lealtà, ma svegliatevi ragazzi!”.
El!- le tirò una pacca Luna – piantala! – si rivolse a me –Non crederci, non è vero, sta tranquillo. Tutte le case sono fantastiche! Anche Grifondoro e Serpverde! Anche Tassorosso! Anche Corvonero ovviamente! – la stavamo perdendo di nuovo – E non trovi che la luna sia fantastica?”
La luna. Era già sera.
Dovremmo metterci la divisa. Che palle “ bofonchiò Elizabeth, distogliendo lo sguardo dal cavillo.
Indossai il maglione e la toga ampia, cosa che richiedette più di una manciata di secondi, perché prima infilai la testa nel buco della manica destra, poi il braccio sinistro in quello della testa, poi la indossai al contrario e solo con l’aiuto di Luna al quarto tentativo la misi nel verso giusto.
Al collo delle due ragazze brillavano delle cravatte blu e rame, colori di Corvonero, a quanto avevo capito.
Per il resto del viaggio non parlammo. Io guardai fuori dalla finestra cercando di non pensare a nulla, e loro due lessero, almeno credo, quel giornale.
Quando il treno si fermò apriì la porta entusiasto, finalmente libero.
Il corridoio era già pieno di gente che correva su e giù.
“Fred!! Le gomme bolle bollenti!!”
“Jo, prendile tu!”
“Ma non può! Lei le mangia tutte!”
“Allora prendimele tu Steph, non ce la faccio a tornare!”
“Io?!”
“Oh, che palle siete
 – sbuffò un ragazzo buttandosi dentro lo scompartimento e urtandomi – Scusa, non volevo” sorrise per poi allontanarsi in fretta.
Dai Lou! Muovi il culo!”
“E Maggie dov’è?!”
“Tranquillo non te l’abbiamo rubata!”
“Sì, ma dov’è?!”
“Ah boh. Maggieeeeeeeeeeeeeeee!!!!”
 qualche studente si tappò le orecchie.
“Jo!” urlò il ragazzo moro, Louis da quanto avevo capito.
“Che vvoi?”
“Non urlare!”
“Ma non sto urlando!”
“Si che stai urlando!
-rispose una bionda uscendo dallo scompartimento a fianco- Eccome!”
“Maggie, sei salva! Lou stava mandando i soccorsi- le afferrò il polso - Andiamo! Mueves!”
Dopo che la combriccola se ne andò – avrei potuto giurare di aver visto la mora da qualche parte – riusciì a passare, più o meno, facendomi largo tra la folla a suon di ‘scusa’,’ciao’,’permesso’ e ‘non ti avevo visto’, senza contare un ‘mi dispiace di esserti venuto addosso’.
Scesi finalmente dal treno, e seguiì la massa di studenti su delle strane barchette, da cui non caddi per miracolo, prima di raggiungere un castello grandissimo.
Mi ci sarebbero voluti anni per ambientarmi, ma prima mi sarei perso e avrei vagato per mesi nei sotterranei di quel coso. Era troppo enormemente grande!
Luna – ma quella ragazza era ovunque! – mi diede una pacca faacendomi cenno di scendere, eravamo approdati.
Entrammo da un grandissimo portone, scortati da un omone grande, grosso, con la barba folta e i vestiti scuri. Non incuteva timore, ma non mi sentivo nemmeno di dargli fiducia.
Metà, anzi, ben più della metà degli studenti si diressero verso quella che doveva essere la “sala grande”, ma io dovetti rimanere con i primini, visto che, di fatto, lo ero pure io.
Una strega vestita di verde, elegante nei portamenti, ripeté quello che mi avevano detto Luna ed Elizabeth poco prima, e ci fece entrare nella stanza.
Stava per avere inizio la cerimonia dello smistamento.
Ordine alfabetico, meglio così, avrei dato meno nell’occhio, anche se supponevo che il preside avesse accennato qualcosa, visto che avevo molteplici occhi puntati addosso.
Sarei inciampato, rotolato, caduto e poi ricaduto mentre cercavo di alzarmi, ne ero sicuro.
Potevo sempre prendere tutto e correre via, dopotutto ero piuttosto veloce, facevo atletica da due anni ed ero uno dei migliori corridori della scuola.
No, non potevo, dovevo affrontare il peggio. Una buona parte di undicenni raggiunse i suoi tavoli, dove riconobbi Elizabeth e Luna, sedute con gli altri Corvonero, Louis a quello dei Grifondoro, in mezzo a due ragazzi identici, la bionda a quello dei Tassorosso, e la mora che – accipicchia! – al tavolo dei Serpeverde.
Quella era la mia vicina di casa! Ecco perché mi sembrava di averla già vista!
Era una strega? Davvero? No, non poteva essere. Aspetta, era la ragazza cui prima avevo raccolto il portafoglio? Sì, era lei! Questa, poi, da non crederci. Ad averlo saputo glielo avrei detto tempo prima, a Wolverhampton non credevo ci fosse una famiglia di maghi esclusa la mia. E invece si! Beh, certo, quei depravati dei miei genitori mi avevano mandato in un college irlandese, perché lo ritenevano la miglior scuola di magia, e quindi non conoscevo nessuno, mago o strega, delle mie parti. Livenbrack. Che nome di merda, Hogwarts era decisamente meglio. E ora che, ahimè, ero stato espulso e avevo dovuto cambiare plesso, si erano decisi a iscrivermi qui.
E avevo già socializzato con due persone! Beh, socializzato proprio no, e non ero nemmeno sicuro fossero persone e non qualche strano robot che leggeva al contrario, ma comunque era un grande passo. Nessuno avrebbe resistito al mio fascino. Si, ok, stavo scherzando, tsk tsk.
Una ragazza al mio fianco mi tirò una gomitata, accennando poi alla strega in verde, la McGranit. Perfetto, mi avevano chiamato e manco me ne ero accorto.
Di bene in meglio, Liam James Payne.
Mi feci strada tra gli altri novellini, che sovrastavo in altezza, e, sorridendo, mi avvicinai allo sgabello, prima che mi posassero in testa un cappello che, a quanto pare, parlava pure.
 
 
 
 
 


 

-Joanne

 
“Quello son sicura di averlo già visto da qualche parte” sussurrò Steph indicando col mento, appoggiato al palmo che a sua volta era appoggiato al braccio a sua volta appoggiato al tavolo, molto svogliatamente.
Menomale che non avevano ancora servito da mangiare, altrimenti mi sarei strozzata con il succo di zucca.
Ora non avevo dubbi, quello era Liam Payne! E stava per essere smistato!
Diedi una gomitata alla ragazza a fianco, zittendola. Volevo proprio vedere in quale casa sarebbe finito.
Ovviamente Serpeverde, indubbiamente, indiscutibilmente, palesemente Serpeverde.
Tassorosso proprio no, una delle poche volte che l’avevo incontrato non mi era sembrato quel tipo.
Grifondoro c’era già troppa gente che conoscessi, e… bah, nahhhh, corvonero non poteva essere.
Sarebbe stato Serpeverde e contro ogni mia volontà ci avrei anche fatto amicizia. Forse non quella sera, ma sarebbe andata così. Gli avrei anche sicuramente chiesto da quando era un mago, perché, come, cosa eccetera eccetera.
Perché lui sarebbe ovviamente finito in
“Corvonero!” esclamò il cappello.
“Ma che cazz-“ la mano che mi reggeva la testa era accidentalmente caduta, sbattendo sul tavolo. Accompagnata alla mia espressione scocciata, inevitabile dire che attirasse parecchio l’attenzione.
Jo, ti sta fissando mezza tavolata – credo fosse Stephanie a sussurrarmi all’orecchio, ma ero troppo occupata a osservare Payne che si sedeva al tavolo di Corvonero – Jo!” aumentò il tono di voce, distogliendomi dallo smistato.
La cosa che mi preoccupava di più erano Elizabeth e Luna, che gli stavano parlando animosamente.
Non avevo nulla contro di loro, anzi, conoscevo El dai tempi dei tempi, ma erano un po’…. ecco…strane, se si possono definire così. Non volevo si facesse strane idee.
Beh, certo, non che Louis, Fred e George fossero normali, però…
“è andata così, dai…- sorrise la mia amatissima amica – non è detto che non possiate conoscervi solo perché siete in case diverse”
Conoscerlo? E chi voleva conoscerlo? Corrucciai le sopracciglia e mossi la testa in segno di “no, ma che stai dicendo?”, ma sembrò non avere effetto.
“Dai- infatti sorrise nuovamente - e poi ti puoi sempre consolare” rise.
Steph, ma ti pare che … ahh, sei incorreggibile! E poi NO, capito? NO, io non mi consolerò mai con chi pensi TU, anche perché non ne ho bisogno. Smettila di farti film mentali su un ragazzo che FORSE, e sottolineo FORSE, è il mio vicno di casa, e mangia, che Brian ha dato inizio al banchetto."
Brian, così lo chiamavamo, Silente.
Stava spiegando di una cosa strana, coppa, calice, torneo bla bla bla, non che mi interessasse molto.
“Dicevo- continuò Steph imperterrita – c’è sempre lui, no?” sorrise, questa volta un po’ più maliziosamente.
“Ma tu riesci a pensare sempre e solo a questo?!” la rimproverai.
Hey, guarda, ci sta osservando, fai ciao!” non mi ascoltò.
Mi girai, piuttosto scocciata. Era vero, stava guardando nella nostra direzione, forse verso Steph, forse verso me, forse verso la sfilza di ragazzi dietro, poco importava. Sorrise. Ma che avevano tutti con questi sorrisi? Non ricambiai, e mi voltai di nuovo verso Stephanie.
“Stephanie Austin- riuscì a catturare la sua attenzione- basta. NO. No. NO. Mister maglietta bianca slinguatelo te, ok?”.

Va bene, forse ero stata un po’troppo diretta, ma era dall’anno prima che Stephanie continuava con questa storia, che era un ragazzo bellissimo bla bla, e anche simpatico bla bla, perché era stata vicina a lui ad una lezione bla bla e che aveva una bella voce. Poi, ovviamente, erano iniziati i suoi film mentali – se ne faceva troppi quella ragazza, anche se spesso ci azzeccava – e aveva iniziato a dire che secondo lei dovevo farci un pensierino. I suoi ultimi complessi erano stati su Margaret e Louis, pienamente azzeccati direi, forse, chi lo poteva sapere.
Ma, secondo me è un tipo interessante - nulla, nulla da fare, era una roccia – potrebbe essere divertent-“
“STEPHANIE. NON TROVO CHE MALIK SIA UN TIPO DIVERTENTE, PIANTALA CON I TUOI FILMINI”
 forse avevo alzato un po’troppo la voce.
La mia testa scivolò tra le mani, le dita a coprire gli occhi.
Urlavo troppo, ma quella donna era uno strazio.
Ero sicura che l’attenzione dei Serpeverde fosse nuovamente puntata su di me.
Non so se per puro autolesionismo, masochismo o sano sadicismo, mi voltai di nuovo.
Sorrise e tornò a mangiare la sua bistecca.
Cactus aum, bisogna ammettere che però era bello.






































Mannaggiammerlino è-è

Riguardo ai personaggi, questa è una mia idea, ma siete libere di immaginarle come volete:
 

Joanne 
Stephanie 
Margaret


 


Baci,
Joanne!

Much love xx
& Cactus Aum xx

PS- Per chi aveva pensato a Niall o Harry..... sbagliato! ;)


   
 
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