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Autore: JaneA    31/01/2013    3 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy son colleghi ormai da anni, entrambi 'fidanzati e innamorati' dei rispettivi compagni, o almeno questo è quello che credono. Sarà il loro vero amore? O c'è altro in serbo per loro?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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3. The Party

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Try to tell you no, but my body keeps on telling you yes

Try to tell you stop, but your lipstick’s got me so out of breath

I’ll be waking up in the morning, probably hating myself

I’ll be waking up inner satisfied, guilty as hell.

    One More Night, Maroon 5;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avrebbe dovuto presenziare a quel party. Avrebbe dovuto vederlo. L’avrebbe di sicuro coinvolta nel suo epico discorso di ringraziamento. Avrebbe brindato a lei, alla loro carriera, alla fortuna futura e presente del loro ufficio legale.

Non ci sarebbe andata. Avrebbe finto un’influenza, un virus letale, la peste. Qualsiasi cosa pur di non vederlo.

Pur di non vederlo accanto a lei. Aveva sibilato demoniaca la sua mente.

Si era smaterializzata a casa sua, dopo aver frettolosamente congedato Ron con un bacio sulla guancia. Ennesimo segnale di quanto l’amore per il futuro marito fosse diventato quasi inesistente.

“Andremo a questo party?” le aveva chiesto il rosso con capo chino, senza realmente esserne interessato.

“Vuoi andarci?”

“E’ il tuo collega, non il mio.”

“Credo dovremmo andarci.” Aveva sussurrato la donna torturando le dita.

“Bene. Passo a prenderti alle 18.45.”

“Oh, d’accordo.”

Poi l’aveva visto sparire.

Era questo che davvero voleva? Un matrimonio freddo, inutile, privo d’amore?

Sapeva benissimo quale fosse la risposta. Lo sapeva benissimo.

 

 

Si era seduta sul bordo del suo letto. Le mani poggiate sulle gambe. Non aveva nulla da indossare a quel maledetto party. Maledetto come la persona a cui era dedicato.

Malfoy e le sue manie di protagonismo.

Si alzò quasi urlando contro se stessa e si avvicinò all’armadio.

Nulla.

I soliti abiti, scontati, privi di fascino, i soliti abiti che indossava a lavoro.

Non ti noterà ugualmente.

Come avrebbe potuto farlo, era logico. Lui avrebbe avuto solo occhi per Astoria.

La stessa storia, la stessa delusione. Ci aveva ormai fatto il callo.

Poi lo vide. Bellissimo. Meraviglioso.

Non ricordava più di averlo acquistato, di averlo conservato in attesa del grande giorno.

O meglio il grande giorno era arrivato ma senza che lei davvero vi prestasse attenzione, lo aspettasse.

Giaceva lì, in un angolo dell’armadio, abbandonato.

Come l’amore per l’uomo per cui l’hai acquistato.

Lo prese e dopo essersi spogliata, delicatamente lo indossò.

Ricordò il giorno in cui lo aveva acquistato, era costato un mucchio di galeoni, ma li valeva tutti. L’aveva preso per la ‘grande occasione’, quella che aspettava da quattro lunghi anni. La proposta di Ron. Si era fiondata in quel negozietto e l’aveva provato.

Ora, ricadeva sul suo corpo perfetto, come se non fosse passato un giorno dall’acquisto.

L’abito nero fasciava interamente il suo corpo, un corpetto predominava, rilasciando poi una gonna di seta che arrivava sino ai piedi. Delle spalline, ricoperte di perline e swarovski, fissavano il corpetto al suo corpo. La schiena era totalmente scoperta.

Eccolo, avrebbe indossato quello. Perfetto.

Si fissò ancora un attimo nell’ampio specchio che campeggiava nella sua camera.

Era l’abito che aveva acquistato per Ron.

Chi era diventata?

Perché stava permettendo che Ronald scivolasse lento dalle sue mani sino a scomparire?

Scosse il capo, non scostando lo sguardo dal suo riflesso.

“Io amo Ron.” Disse ad alta voce.

Lo disse più volte, imprimendo quelle lettere, quelle parole nella sua mente, poi iniziò a prepararsi.

 

 

 

 

 

 

                                                                 ***

 

Era ancora seduto nel suo ufficio, nonostante mancasse solo un’ora al party. Tra le mani stringeva le due missive. Quella della Granger e quella della sua fidanzata.

Rilesse ancora una volta quella della Granger.

 

Malfoy,

come al solito gentilissimo. Perdonami per esser scappata via, ma avevo un incontro importante con il mio fidanzato. (Sei pregato di risparmiarti le tue inutili e schifose battute al riguardo). Sarò contenta di sostituirti quando avrai il tuo matrimonio da preparare. Anzi, no. Lo sappiamo tutti che lascerai fare tutti ai tuoi elfi. Stasera dovrei far loro un bel discorso. A proposito del tuo party (sei il solito egocentrico), ci sarò e con me verrà ovviamente il mio fidanzato. Grazie per l’invito. A questa sera.

Ah, dimenticavo. Io sono sempre presentabile.

 

HG

 

Aveva sorriso rileggendo quella lettera. Come poteva essere così odiosa anche quando scriveva? La immaginava intingere la penna nel calamaio, scostare una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Mordersi il labbro per la concentrazione.

Oh, avrebbe davvero dovuto smetterla.

 

Passò lo sguardo sulla missiva che gli era appena stata consegnata da parte della sua fidanzata.

 

Draco,

ho ricevuto questa mattina una missiva da tua madre, nella quale mi invitava gentilmente a presenziare ad un party in tuo onore. Son delusa, mi aspettavo un invito da parte tua. Gradirei parlarti questa sera. Abbiamo delle cose da chiarire.

Sempre tua.

AG

 

Parlarle. Chiarire. Cosa c’era da chiarire?

Devi dirle che non la ami più.

Come avrebbe potuto? Lei l’aveva riportato alla vita. Lei l’aveva salvato.

Non come la Granger.

La Granger, maledetta Granger. Maledetto il giorno in cui le era stata assegnata come collega.

Bevve l’ultimo sorso di firewhisky e dopo essersi passato una mano tra i biondi capelli, si smaterializzò al Manor.

 

 

 

                                                          ***

 

 

Era pronta. In perfetto orario. Aveva alzato i capelli raccogliendoli in uno chignon alto. Aveva indossato due punti luce come orecchini e una piccola collana in coordinato con le spalline dell’abito.

Un filo di eyeliner, una lieve spolverata di fard. Un lucido sulle labbra.

Pronta.

Era ferma dinanzi allo specchio.

Due braccia la cinsero alle spalle.

Capelli rossi. Un abito elegante. Una camicia bianca fasciava quel corpo reso muscoloso dagli addestramenti come Auror. Premevano contro la sua schiena quegli addominali.

“Sei splendida.” Sussurrò l’uomo al suo orecchio.

Lei sorrise.

L’uomo che l’aveva sempre fatta sentire desiderata, amata.

Io amo Ron. Disse ancora la sua mente, ripetendolo ancora, e ancora mentre l’uomo la faceva voltare e posava delicatamente le labbra su quelle della donna.

“Sarà meglio che io mi stacchi da te. Non voglio farti far tardi. E so come andrà a finire se non mi stacco ora dalle tue labbra.”

La donna rise ancora, posando i palmi sul petto dell’uomo. Sistemò la cravatta e allisciò la giacca.

“Sei perfetto.”

Lui le indicò il braccio e dopo essersi attaccata, la donna sussurrò

“Malfoy Manor.”

 

 

 

 

 

 

 

                                                          ***

 

 

Malfoy Manor si stagliava dinanzi loro perfetta e imponente. Dalle vetrate luci si irradiavano nel giardino. Una dolce musica arrivava sino alle orecchie di Hermione che percorreva il sentiero mano nella mano con il suo fidanzato.

Sentiva sassolini premere contro la pienta delle decolté. Il lungo vestito nero svolazzava leggermente guidato dai dolci sospiri del vento e cullato dai movimenti della donna.

Ben presto si ritrovarono dinanzi alla porta d’ingresso.

Negli ultimi anni Hermione si era recata spesso a casa Malfoy. Per lavoro e per presenziare agli inutili party che Lady Narcissa organizzava. Dal detestare quella casa era pian piano passata all’amarla. Ad amare l’enorme biblioteca nella quale cercava sempre di far tenere gli incontri di lavoro con il rampollo di casa Malfoy.

Strinse ancor più la mano di Ron non appena i suoi occhi si incontrarono con quelli del suo collega.

Questi, si avvicinò con grazia ed eleganza alla donna e al compagno.

“Buona sera, Granger.” Enunciò afferrando la mano della strega e ponendovi sul dorso un leggero bacio.

Il cuore della donna perse un battito, ma s’impose di non reagire, di non lasciarsi provocare da quel biondo terrificante.

“Malfoy. Grazie per l’invito. Complimenti, il Manor è meraviglioso.”

L’uomo annuì,  passò ad osservare prima le mani dei due intrecciate e poi si soffermò sul biondo riservandogli uno sguardo truce.

“Weasley.” Proferì secco.

Il rosso fece un gesto del capo.

Alle loro spalle un lieve colpo di tosse attirò l’attenzione.

In tutta la sua eleganza, Narcissa Malfoy scrutava la donna e il suo accompagnatore.

“Buonsera Lady Malfoy” sussurrò Hermione sorridendo alla donna.

“Signorina Granger. Devo ammettere che quell’abito le sta d’incanto.”

Hermione sentì le guance imporporarsi.

“Grazie, Lady.”

La donna annuì.

“Potete accomodarvi, nel salone centrale stanno servendo da bere. Buona serata e divertitevi.”

I due annuirono e ringraziarono ancora una volta, poi si diressero dove aveva loro indicato la padrona di casa.

“Sembrano una splendida coppia.” Aveva enunciato fiera la Lady.

“Madre..”

“In biblioteca c’è Astoria. Va da lei, mi occupo io degli ospiti.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                        ***

 

 

Incontrare Astoria era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare in quel momento. Ma fare scenate a sua madre dinanzi a tutti quegli invitati era assolutamente da escludere.

Così, a passo cadenzato, sorridendo a tutti gli invitati che incontrava lungo il suo cammino, Draco si diresse verso la biblioteca.

Scostò lentamente la porta e la vide.

Bellissima, aggraziata. La sua Astoria.

“Draco.” La sua voce, ricolma di speranza, d’amore.

“Astoria” sussurrò lui avvicinandosi.

Sfiorò le sue braccia e posò un delicato bacio sulla tempia della donna.

Vide quell’abito blu fasciarla interamente, lasciando poco all’immaginazione. Le sue curve delineate dalla stoffa. Quei capelli corvini lasciati sciolti ricadevano sulle nude spalle.

Era la sua donna.

E tu pensi ad un’altra.

“C’è una festa, Astoria.”

La donna chinò il capo.

“Lo so. Ma mi sei mancato.”

Si avvicinò all’uomo e posò le sue labbra su quelle sottili del biondo.

L’uomo ricambiò il bacio, privato ormai di qualsiasi emozione.

“Potremmo parlare quando il party sarà concluso?”

Il biondo annuì e dopo aver afferrato la donna per i fianchi la condusse nel salotto.

 

 

 

 

                                                          ***

 

Sentiva ancora il cuore battere all’impazzata. Aveva mandato giù tutto d’un sorso un bicchiere di champagne, scaturendo la reazione di Ron.

“Tutto bene, tesoro?”

Aveva annuito esageratamente, mentre il calore dell’alcool iniziava a pervaderla.

“Sì. Lo sai l’effetto che ha su di me questa casa.”

“Lo so. Prima finisce questa serata, meglio è.” Aveva sentenziato il rosso non smettendo di guardare la sua donna.

“Eccoli.” Sussurrò l’uomo fissando un punto alle spalle della donna.

“Chi?”

Hermione si era voltata immediatamente. I suoi occhi si erano posati su due figure perfettamente in sintonia.

Draco Malfoy e la futura Lady.

Perfetti.

Lei, era perfetta. Astoria, la purosangue, egocentrica, era perfetta per lui.

Non tu.

Sentì mancarle l’aria. Fissò il bicchiere ormai vuoto. Dov’erano i camerieri quando servivano?

Sollevò ancora lo sguardo, incrociando i suoi occhi dorati con quelli grigi del padrone di casa.

La stava fissando, la stava scrutando, le stava leggendo dentro.

“Devo uscire un attimo.” Sussurrò al fidanzato.

“Vengo con te.”

“No. Resta –sorrise fintamente- dopo mi riferirai l’epico discorso di Malfoy.”

Il rosso ghignò a quelle parole e annuì lasciando andare la donna che si divincolò a passo svelto tra la folla.

Due occhi grigi seguirono quel movimento. Scosse il capo e notando l’attenzione su di sé si schiarì la voce.

“Buona sera a tutti voi, grazie di esser venuti qui, questa sera. Ringrazio in primis mia madre per la splendida festa che ha organizzato in mio onore. Che dirvi, mi lusinga la vostra presenza e soprattutto la fiducia che ogni giorni riponete in me e nella signorina Granger, che in questo istante non so dove sia. Vi auguro una buona serata. Bevete e divertitevi.”

Un sonoro applauso aveva fatto da epilogo al discorso del biondo che dopo essersi scusato e svincolato da alcuni ospiti era andato alla ricerca di lei.

 

                                                             ***

 

 

 

“Sei qui.” Quella voce alle sue spalle, la sua voce.

“Ti ho cercata ovunque. Era bene ci fossi durante il discorso. Gli invitati, sono anche tuoi clienti.”

Egocentrico.

Idiota.

Maleducato.

Cosa poteva importarle del suo discorso, dei suoi ospiti, del loro lavoro?

Asciugò una lacrima prima che questa potesse scivolare lungo il suo volto e si voltò verso l’uomo che era alle sue spalle.

“Spero il discorso sia andato bene.”

“Certo. Avrei voluto ci fossi anche tu.”

Perché? Perché? Avrebbe voluto domandarlo, ma improvvisamente tutto il coraggio grifondoro le era finito sotto i piedi. Il petto di sollevava frenetico. Doveva avere un aspetto orrendo.

Lo vide avvicinarsi e fece un passo indietro.

Perché la stava tormentando in questo modo?

“Mia madre ha ragione.”

Deglutì a fatica e si fece forza.

“Su cosa?” domandò.

“Sul fatto che..”

“Che?” lo incalzò.

“Sul fatto che quell’abito ti sta d’incanto.”

Vide il petto dell’uomo sollevarsi ed abbassarsi dolcemente. Mentre i suoi occhi grigi si posavano sul giardino loro sottostante. Dirle quella cosa doveva essergli costato fatica e ribrezzo.

“Grazie, Draco.”

Lo vide sussultare e voltarsi a guardarla.

“Mi hai chiamato Draco.”

Sorrise rivolto alla donna, questa annuì.

Le si avvicinò, incastrandola contro il muretto del terrazzino.

Sentiva il suo fiato sulla pelle. Candida. Profumo di vaniglia lo invadeva.

Il petto si alzava frenetico sotto quel corpetto nero.

Quanto la desiderava.

“Malfoy cosa vuoi?”

“Dillo.” Aveva sussurrato l’uomo senza staccare lo sguardo dal suo.

“Dire cosa?”

“Dillo, Granger.”

“Malfoy, lasciami andare. C’è Ron. Devo tornare da lui.”

“Lenticchia. Quel pezzente non ti merita.”

Sgomento. Aveva davvero, Draco Malfoy pronunciato quelle parole?

“Dillo, Hermione.”

Vide quelle labbra sottili pronunciare con dolcezza il suo nome, incurvarsi, accarezzare quelle lettere. Deglutì ancora.

“Dillo. Lascialo. Dillo che anche tu provi qualcosa.”

Hermione sentì la testa girarle. Non avrebbe dovuto bere quello champagne. Era indifesa. E lui stava facendo cadere tutte le maschere.

“Dillo Granger!”

“Io amo Ron.”

Draco si discostò dalla donna scottato dalle sue parole.

Si allontanò da lei e rientrò nel Manor.

Hermione inspirò a fondo ancora una volta, mentre una lacrima scivolava sul suo viso.

“Hermione? Stai bene?”

Ronald. Aveva il volto paonazzo. Di sicuro aveva bevuto.

La donna annuì. Era diventato così semplice mentirgli.

“Vieni. Malfoy ha appena detto di voler fare un annuncio.”

Hermione si sistemò il corpetto e afferrando la mano del rosso rientrò nella sala.

 

 

 

 

 

 

                                                            ***

 

 

L’aveva rifiutato. Sentiva il peso di quelle parole sul suo petto. Il suo profumo invitante annebbiarlo.

Le mani erano strette in pugni.

Si fece vicino a sua madre.

“Madre. Ho bisogno del vostro anello.”

La donna sorrise e annuendo sfilò dall’anulare l’anello della casata Malfoy.

 

 

“Signori, perdonatemi se interrompo questa serata, ma ho un annuncio da fare. Prego la signorina Astoria Greengrass di avvicinarsi.”

La gente era ammutolita.

Hermione era appena arrivata in sala. Ancora una volta i suoi occhi s’incontrarono con quelli grigi del biondo.

Questo continuò a parlare alla folla non smettendo di osservarla.

La strega deglutì.

“Tutti ormai saprete dai giornali di gossip che io e la signorina Astoria ci frequentiamo da anni. Beh, credo sia giunto il momento di rendere ufficiale la cosa.”

Hermione perse un battito mentre quegli occhi si posavano sulla figura alta che aveva accanto.

Draco afferrò le mani della giovane purosangue e s’inginocchiò.

“Astoria Greengrass, vuoi tu diventare mia moglie?”

Dalla folla si sollevò un piccolo sussurro in attesa della risposta della giovane.

“Sì.” Sussurrò quest’ultima portandosi poi ad abbracciare l’uomo che le aveva infilato l’anello al dito.

Il biondo strinse a sé la donna, guardando Hermione. Sul suo volto un ghigno vi era stampato

La strega sentì ancora mancare il fiato e afferrando la manica della giacca del rosso, sussurrò:

“Ti prego, portami via di qui.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

Eccomi qui con un nuovo capitolo ricco di sorprese. Le cose non sembrano andare bene per la nostra Hermione. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Un grazie a chi recensisce, a chi legge in silenzio e a chi ha messo la storia tra le seguite, preferite e da ricordare.

Alla prossima, JaneA

 

 

  
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