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Autore: Lost on Mars    31/01/2013    3 recensioni
Ci sono quegli amori che nascono a prima vista, uno sguardo, una carezza fatta per sbaglio, e improvvisamente tutto acquista quel senso che sembrava perduto.
Ci sono quegli amori che nascono dopo aver passato il tempo ad odiarsi, ad insultarsi, a disprezzarsi a vicenda, perché troppo codardi e intimoriti da quella sensazione strana.
Ci sono quegli amori genuini, che nascono per caso, dalla pura attrazione di due persone che impareranno a conoscersi, a diventare amici e successivamente ad amarsi.
Poi ci sono quegli amori che nascono da affetti fraterni, da un’infanzia passata a tirarsi i capelli, conoscendosi meglio dei palmi delle proprie mani, imparando ad accettare i difetti dell’altro e a tirare fuori i miglior pregi.
Si dice che quest’ultimi, siano gli amori più impensabili, illogici che possano esistere ma sono quelli più veri, quelli in cui l’amore vero si mescola ad amicizia e a fratellanza.
Infondo innamorarsi della persona con cui si è cresciuti per dodici anni non è una tragedia, no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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La stanchezza però sconfisse il mio cervello che pensava al suo sorriso alle sue labbra, non avevo la minima idea di cosa sarebbe successo il giorno seguente, cosa ci saremmo detti, cosa avremmo fatto, come si sarebbe svolta la cosa.
In quel momento però l’unica cosa a cui riuscivo a pensare erano labbra di Fred sulle mie, la loro morbidezza e come avevo trovato incredibilmente dolce quel gesto.
Mi sentivo felice, pensai che per la prima volta in circa sei mesi, avrei avuto un vero sorriso da mostrare agli altri, avrei potuto sorridere imbarazzata quando gli occhi di Fred incrociavano i miei.
Il sonno si aggiunse alla stanchezza mettendo a tacere i miei pensieri, mi prese e mi gettò nel mondo che la notte mi inghiottiva, senza sogni, un sonno tranquillo.
 

***

 
La mattina seguente mi svegliai con il sorriso sulle labbra, decisamente in modo del tutto differente dalla mattina prima.
Era presto, e nessuno nel mio dormitorio si era ancora svegliato così mi preparai facendo il minimo rumore, ero così stordita da ciò che era successo la sera prima che non mi ricordavo nemmeno che suono avesse la mia voce, quando scesi in Sala Comune non trovai nessuno per quanto era presto.
Non mi ero nemmeno resa conto che il sole era appena spuntato all’orizzonte, colorando il cielo di un leggero arancione chiaro, sfumato con il rosa.
Lanciai un sospiro, non percependo un’altra presenza oltre alla mia nella stanza, infatti tornai alla realtà solo quando la voce di George riecheggiò nella Sala Comune.
«Buongiorno» Disse regalandomi un’occhiata complice, curiosa di sapere qualcosa che io custodivo piuttosto gelosamente.
E poi perché voleva saperlo da me? Non gliel’aveva già raccontato Fred?
E se a lui non glie ne fosse importato niente e non aveva nemmeno avuto l’idea di raccontarlo al suo gemello?
Per qualche istante una sensazione di panico mi attraversò lo stomaco, il cuore, passò nei miei occhi, spalancati per il terrore.
Avevo paura che per Fred non fosse contato nulla mentre per me era tutto.
«Tutto bene?» Mi chiese George dopo qualche secondo passato in trance, non l’avevo nemmeno salutato.
«Sì, grazie George» Dissi ritornando alla realtà, scuotendo la testa.
«Tu non me la racconti giusta» Mi disse avvicinandosi al divano, dove ero appoggiata.
«Credo che tu debba saperlo, ma non ti dirò niente» Dissi alzando le spalle per poi saltellare verso le scale che conducevano ai dormitori.
Lui aveva il diritto di saperlo, tempo prima avevo giurato che sarebbe stato il primo nel caso fosse successo qualcosa tra me e Fred, lui infondo mi aveva aiutato, mi aveva ascoltato durante i lunghi pomeriggi piovosi a lamentarmi di ciò che succedeva.
Mi aveva sopportato dopo il lungo periodo di depressione dopo il fidanzamento di Fred e Angelina.
Mi aveva ascoltato senza fiatare durante i miei monologhi sulla mia vita sbagliata, che finivano sempre tra le lacrime.
Mi aveva consolato quando ne avevo bisogno, lui c’era sempre stato, e gli volevo bene.
Infondo meritava di sapere.
«Tanto lo so già» Disse con un sorriso beffardo sulle labbra.
A quel punto la sensazione che avevo provato poco prima svanì del tutto, lasciandomi con un sincero sorriso sulle labbra e gli occhi che mi brillavano.
Girai la testa per fargli la linguaccia mentre continuavo a camminare, ma proprio in quel momento mi scontrai con qualcuno.
Pregai Merlino, Circe e Morgana che non mi fossi imbattuta in Fred, non avrei saputo cosa dire o cosa fare maovviamente nessuno ascoltava mai le mie preghiere.
Infatti vidi i suoi occhi caldi puntati contro i miei e i suoi capelli rossi leggermente in disordine il tutto mentre mi rivolgeva uno dei suoi magnifici sorrisi.
Okay, avrebbero dovuto tenermi un posto in infermeria perché sarei svenuta a breve.
«Sai già cosa, George?» Chiesi staccando gli occhi da quelli di Fred e non muovendomi di un millimetro, li posai su George ancora appoggiato al divano.
Mi ero cacciata in una situazione più grande di me, se avessi continuato a guardare Fred mi sarebbero venute in mente tutte le immagini della sera prima, se avessi continuato a parlare con George sarebbe venuto fuori il discorso di ciò che era successo la sera prima.
In entrambe le situazioni avrei voluto avere la capacità di smaterializzarmi ma le lezioni sarebbero iniziate solo fra una settimana, dannazione!
«Per le mutande di Merlino! Il tema di Pozioni!» Esclamò George mettendosi una mano sulla fronte, iniziò a correre verso di noi, sorpassandoci e salendo verso il dormitorio dei ragazzi.
Non ero stupida, persino un troll si sarebbe accorto che non c’era nessun tema di Pozioni.
E poi, da quando George faceva i compiti? Era risultato davvero poco credibile.
Perché ci aveva lasciati soli?
«Bellissima giornata, non trovi?» Dissi alzandomi sui talloni per poi ritornare con i piedi per terra.
«Già, oggi non piove» Mi disse lui voltandosi verso la finestra.
Porca Circe, Alison, di’  qualcosa!
«Piuttosto strano parlare del tempo, date le circostanze» Osservai guardandolo negli occhi.
«In questo momento starei ore a parlare del tempo, se potessi» Mi disse Fred ricambiando lo sguardo con fare gentile.
Codardo.
Infondo anche io, se avessi potuto, avrei in ogni modo cercato di sviare quel discorso ma era impossibile, perciò mi dissi che era meglio affrontare la realtà.
«Fred, dobbiamo parlare di quello che è successo ieri» Dissi chiudendo gli occhi: non volevo vedere la sua reazione, qualsiasi cosa fosse stata, se uno sguardo confuso o un gesto repentino.
«Hai ragione, ci sediamo?» Mi chiese indicando il divano. Annuii e una volta raggiunto il divano rosso mi misi seduta, seguendo Fred con gli occhi, mentre aspettavo che prendesse posto accanto a me.
Quando fummo entrambi seduti, dimenticai tutte le cose che avrei voluto dirgli, come se il mio cervello si fosse svuotato, deglutii sonoramente, e Fred mi rivolse un sorriso divertito.
Cosa rideva? Tanto era nella mia stessa situazione.
«George ci sta mettendo davvero tanto a prendere quel tema…» Disse Fred spostando per una frazione di secondo lo sguardo da me, mi fu sufficiente per ritrovare un briciolo di ragione.
«Non c’è nessun tema, Fred» Dissi io.
«Lo so, pasticcino» Mi rispose lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Quindi erano d’accordo?
Ora si spiegava tutto, Fred voleva evidentemente rimanere solo con me, e George per facilitargli le cose si era tolto di mezzo con una banale scusa, sapevo che tramavano qualcosa.
Sorrisi rendendomi conto del loro piano, poi la sensazione di panico mi attraversò nuovamente.
Avevo paura che Fred non approvasse ciò che provavo per lui, era sempre così scherzoso, ma aveva organizzato il tutto fin troppo seriamente, così presi un bel respiro prima di parlare.
«Fred, so che per te è tutto sbagliato, che noi…» Iniziai, ma lui mi mise un dito sulle labbra per farmi stare zitta.
«Perché sarebbe sbagliato?» Mi chiese.
«Beh… noi siamo cresciuti insieme, siamo come fratelli! E i fratelli non si baciano» Dissi guardandolo negli occhi.
Scosse la testa mentre faceva uno di quei sorrisi sghembi che io adoravo tantissimo.
«Ehi, sono Fred Weasley, quando mai ho fatto qualcosa secondo la sua logica?» Mi disse mettendomi una mano sulla spalla.
Finsi di rifletterci su per qualche momento. «Mai!» Esclamai infine, slanciandomi verso di lui per abbracciarlo.
Mi strinse tra le sue braccia, e mi sentii al sicuro.
Era una bella sensazione sentire la sua mano accarezzare i miei capelli, oppure stringermi forte a se come per proteggermi.
«Promettimi una cosa» Dissi, lui restò in silenzio ed io continuai «Che tutto questo non ti cambierà…che non ci cambierà»
«Saremo gli stessi Ally e Fred di sempre, promesso» Mi sussurrò all’orecchio, lasciandoci un sonoro bacio.
In quel momento entrò George, era incredibile come quel ragazzo riuscisse ad arrivare sempre nel momento sbagliato.
«Non ho trovato il mio tema, Piton mi ucciderà» Disse in preda ad una crisi di nervi.
«Dai George, smettila di recitare, non c’è nessun tema» Gli dissi io alzandomi dal divano.
«Oh, il tema c’è eccome» Disse sorridendo nervoso mentre ispezionava ogni angolo della Sala Comune.
Fred intanto stava cercando qualcosa nella tasca dei pantaloni, con gli occhi rivolti al soffitto, un sorriso gli spuntò sule labbra quando trovò quello che cercava.
«Intendi questo, George?» Chiese sventolando un pezzo di pergamena.
«Tu…cosa….come?» Chiese George aggrottando le sopraciglia, in seguito strappò la pergamena dalla mano del fratello, aprendola e posando un bacio sulla carta «Grazie a te George sarà ancora vivo»
Scossi la testa, alzando gli occhi al cielo e realizzai che era veramente troppo presto, dato che forse gli unici svegli in tutta la Torre di Grifondoro eravamo noi tre.
«Ho fame» Annunciai.
«È presto per mangiare, sono le sette, e si mangia alla otto» Disse Fred.
«E noi abbiamo due ore libere prima di iniziare le lezioni quindi…» Disse ancora George.
I due si guardarono negli occhi, escludendomi da quella conversazione muta.
«Ehi, fratellino, pensi a quello che penso io?» Chiese ancora George.
«Se stai pensando alla statua della Strega Orba al terzo piano, allora sì» Rispose Fred con gli occhi luccicanti.
Stavano davvero parlando di quella statua, di quella cosa orribile impiantata a metà corridoio del terzo piano?
«Scusate, credo di essermi persa qualcosa» Mi intromisi.
«Avanti, Ally, prendi il mantello e seguici» Mi disse George.
Feci appena in tempo ad afferrare il mantello che i due mi avevano già preso per mano e trascinato fuori dalla Sala Comune.
Pochi minuti dopo stavamo correndo per le scale, rischiando di romperci tutti e tre l’osso del collo cadendo quasi rovinosamente ogni due scalini che scendevamo.
Arrivati davanti alla statua, ormai senza fiato per la corsa, George alzò la gobba alla statua della strega «Dissendium» mormorò, e con mio grande stupore si rivelò una specie di passaggio segreto.
Spalancai gli occhi e guardai i gemelli, alternando lo sguardo tra di loro, per chiedere spiegazioni.
«Direttamente alla cantina di Mielandia!» Esclamò Fred.
«Prima le signore» Disse George invitandomi a scendere per quel cunicolo, che sembrava tutto, meno che invitante.
«Non credo proprio, prego!» Gli risposi incitandolo a scendere, lui sbuffò e si calò giù.
Stetti in silenzio finché Fred non parlò.
«Ormai dovrebbe essere arrivato, vai tu» Mi disse sorridendomi.
Presi un grosso respiro e mi calai giù per il passaggio, per qualche secondo scivolai sul terreno duro e ruvido, poi i miei piedi toccarono terra e continuai a camminare, finché non raggiunsi una porta leggermente aperta, forse da George.
Entrai e mi ritrovai in uno spazio buio, illuminato soltanto da due finestre non molto grandi che scoprii dare sulla strada del retro di Mielandia, mi girai e vidi George arrampicarsi su una cassa che sembrava piuttosto resistente, per aprire una delle due finestre.
«Che fai?» Chiesi avvicinandomi.
«Apro la finestra, Mielandia è chiusa, in qualche modo dovremmo pur uscire di qui» Disse armeggiando con la maniglia che sembrava non essere toccata da anni.
«George, stai sbagliando finestra, quella a destra si apre più facilmente» Disse Fred una volta entrato nella cantina, mentre si toglieva la polvere dal mantello.
«Hai ragione» Allora spostò la cassa sotto la finestra vicino e l’aprì senza molte difficoltà.
«Esco prima io!» Esclamai saltando sopra la cassa.
Aiutata da Fred e George – soprattutto da Fred – uscii dalla finestra ritrovandomi stesa sul freddo terriccio con il quale mi sporcai un po’.
Dopo di me uscirono anche i due gemelli, e ci incamminammo per le strade di Hogsmeade.
«Abbiamo le divise di Hogwarts, non credete che ci riconosceranno? Finiremo nei guai, me lo sento» Dissi mentre camminavamo.
«Non se sai dove andare» Disse Fred sorridendo, poi mi prese per mano, e se qualcuno mi avesse chiesto la causa del mio improvviso rossore, avrei dato la colpa al freddo.
Ci fermammo davanti alla Testa di Porco e alzai un sopracciglio quando i due gemelli mi trascinarono letteralmente dentro.
Quando entrammo il locale era semivuoto, se non per una o due persone solitarie, sedute ai tavoli in fondo al locale, un uomo alto e con una lunga barba grigia ci osservava torvo da dietro il bancone, lo sentii borbottare qualcosa inerente ad Hogwarts.
«Ehi, Ab, come va la vita?» Gli chiese George.
«Non c’è male Weasley, voi piuttosto che ci fate qui?» Rispose burbero il vecchio mentre puliva un calice di birra con uno straccio.
«Siamo venuti a fare colazione, sai ci siamo svegliati presto questa mattina» Concluse Fred.
«E c’è una novità! Abbiamo portato con noi la nostra sorellina» Disse George costringendomi ad uscire dal mio nascondiglio che avevo creato dietro le loro spalle.
Feci un mezzo sorriso ma mentre stavo per parlare l’uomo parlò: «Non sembri una Weasley» Disse aggrottando le sopracciglia.
«Oh, non lo sono, ma vivo con loro da quando sono piccola, quindi mi considerano come una sorella» Dissi.
«Sono Aberforth… Silente» Disse l’uomo presentandosi.
Silente?
Non poteva essere, quell’uomo era il fratello di Albus Percival Wulfric Brian Silente? Guardandolo meglio mi stupii di come si assomigliassero, i tratti del viso di Aberforth erano simili a quelli del nostro preside.
Mi stupii anche il fatto di essermi ricordata l’interno nome del professor Silente ma non importava.
«Io sono Alison Clark» Dissi facendo uno dei miei sorrisi migliori, però il bicchiere che Aberforth teneva in mano cadde, rompendosi in mille pezzi.
«Clark hai detto?» Mi chiese ancora.
Annuii, mentre il sorriso era sparito dal mio volto, lui sbatté gli occhi un paio di volte, per poi cambiare argomento.
«Cosa vi porto, ragazzi?» Chiese.
Io non risposi, ero troppo occupata a pensare perché il mio cognome gli suscitasse così tanto stupore, quindi Fred ordinò per tutti e tre.
«Tre burrobirre e qualche cosa da mettere sotto i denti» Disse mentre prendeva di nuovo la mia mano e si avviava verso un tavolo, il contatto con la pelle calda di Fred mi riportò alla realtà, e mi sedetti vicino a lui, aspettando che quello che avevamo ordinato ci venisse portato.
Aberforth stava per dire qualcos’altro ma George lo precedette: «Lo sappiamo Ab, nessuno sconto speciale, è già tanto se chiudi un occhio sulle nostre gite clandestine» Scoppiai a ridere, chissà da quanto tempo George e Fred conoscevano Aberforth e quel posto, io non ci ero mai stata, nessuno mi aveva mai parlato troppo bene del locale, e preferivo di gran lunga i Tre Manici di Scopa anche se in situazioni come quella in cui mi trovavo, non era esattamente il posto più indicato.
«Tutto bene?» Mi chiese Fred, notando la mia espressione.
Feci di no con la testa «Quell’uomo sa qualcosa sul mio passato, e io lo scoprirò» Dissi a bassa voce, mentre vedevo Aberforth avvicinarsi con le nostre burrobirre su un vassoio.


Spazio Autrice:
HERE I AM.
Ho aggiornato velocemente questa settimana *3* mi sento onnipotente.
No okay.
Finalmente son ricominciati i capitoli interessanti, aah, Ab ( Aberforth è troppo lungo e non mi piace) è evidente che sappia qualcosa su Ally, ma è un osso duro il mio Ab, tzk.
Anche se non fa molto in questo capitolo e dice poca roba nel prossimo (che devo solo scriverlo perchè in testa ne ho una bozza) non so come l'ho fatto uscir fuori. Se troppo OOC non lo so ç_ç perdonatemi se non è l'Ab che vi aspettavate.
Dato che siamo nel quarto libro, ho pensato che i gemelli si erano fatti tutti i passaggi di Hogwarts per andare a Hogsmeade almeno un centinaio di volte, lool.
Bien, cosa ne pensate dei nostri nuovi fidanzatini? *w* Vi premetto che ODIO le cose troppo sdolcinate e vomitevoli, quindi non mi vedrete mai scrivere cose del tipo "Fred amoruccio mio ti amo" (un qualcosa alla Lavanda Brown con RonRon, per capirci °-° ugh)
Adesso, dato che la mia febbre va affievolendosi sempre di più, credo che andrò a studiare per domani ç_ç
Come sempre, grasssie a tutti voi che recensite, mettete tra preferite/seguite/ricordate e leggete silenziosamente :3
A non so quando (quando mi deciderò a mettere per iscritto il casino di idee che ho in testa) :33
-Marianne

ps: ho cambiato l'introduzione della storia, vi piace? :3 pps: domani è il compleano del mio ricciolino dagli occhi verdi *-* (le directioner capiranno,lol) *scompare*  
   
 
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