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Autore: Pioggia    22/08/2007    4 recensioni
Un raggio di sole impertinente si fece strada tra le persiane di una stanza malandata di una locanda a Hogsmeade.
In un letto, circondato da vestiti, mantelli e un piumino logoro caduto per metà, una donna dai capelli rosa dormiva profondamente.

Ecco la mia prima ff. Spero davvero che vi piaccia!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nuova guerra di Sirius




Che lei, Ninfadora Tonks, fosse goffa non c’erano dubbi. Oramai lei aveva perso le speranze di imparare a muoversi furtivamente o con agilità. Ma quello che le stava accadendo dentro la logora cucina era davvero strano. Sembrava che non riuscisse nemmeno a mettere un piede dietro l’altro, ma per quanto si sforzasse e per quanto le diventassero neri i capelli per l’impegno non riusciva a capirne il motivo.

Certo, quel Remus Lupin le aveva fatto uno strano effetto: prima l’aveva quasi presa in giro al supermercato, poi l’aveva squadrata dalla testa ai piedi come se dubitasse di quello che lei gli aveva detto a proposito del suo lavoro. E poi… poi l’aveva guardata in quella maniera che l’aveva lasciata senza fiato. Non credeva che una sola occhiata potesse stravolgerla, ma invece era successo. Sua madre spesso le aveva descritto come aveva incontrato suo padre e ora quelle parole le vorticavano in testa.
- “Lo vidi e capii in quell’istante che nessuno mi avrebbe mai guardato nella stessa maniera. Dopo due mesi ci eravamo sposati” amava raccontare con lo sguardo sognante Andromeda Black.
Decise che per il bene suo e degli altri occupanti della casa era meglio sedersi al tavolo, specie se il suo cervello era impegnato in quelle strane quanto inopportune – secondo lei – reminiscenze.

Era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse che Lupin si era seduto accanto a lei.
- “Tutto ok?” chiese premuroso.
- “Sì, sì” rispose sobbalzando.
- “Scusami se prima ti sono sembrato dubbioso. Ero semplicemente sorpreso dal fatto che fossi già un auror” le disse con un sorriso timido.
- “Tranquillo; in realtà non sono poi così giovane. E’ la parte di geni dei Black che fa questo effetto. Agisce come un elisir di lunga vita” rispose con un ghigno simile a quello che Sirius sfoggiava ogni tanto.
- “Allora sono felice per te che i tuoi cromosomi si comportino così bene” rise Lupin.

Il resto della serata lo passarono ridendo alle battute di Sirius, spazzolando le numerosissime portate che Molly metteva loro davanti e scherzando come se fossero amici da secoli e non quasi due perfetti sconosciuti.
- “Felpato mio, non ricordavo quanto avessi a cuore l’igiene personale di Mocciosus” sghignazzò Remus dopo il racconto di un memorabile levitacorpus in Sala Grande che aveva rivelato la biancheria intima di Piton.
Tonks aveva le lacrime agli occhi: Severus era stato un suo insegnante al settimo anno e per quanto lei fosse portata per pozioni, lui l’aveva sempre messa alla berlina per la sua goffaggine.
- “Ma un certo uccellino di nome Harry mi ha raccontato che tu hai fatto di peggio durante l’anno in cui hai insegnato” rispose l’amico alzando un sopracciglio.
Remus rise come un matto e ci vollero un paio di minuti prima che riuscisse a mettere in fila due frasi complete. D’altronde avevano fatto fuori un paio di burrobirre che avevano trovato in una dispensa piena di ragni verdi.
- “Neville Paciock, il figlio di Frank e Alice, aveva il terrore di Piton, così quando abbiamo studiato i mollicci gli ho consigliato di immaginarlo con i vestiti di sua nonna. E’ uscito fuori qualcosa aldilà delle mie migliori aspettative! Era Severus con la borsetta, il vestito col collo di pelliccia e il cappello. Davanti ai ragazzi non potevo, ma quando sono rimasto solo ho riso per un’ora…” raccontò tra le risate.
- “Lupin ti amo!” esclamò Tonks sghignazzando senza ritegno.
- “Ohi cuginetta: vi siete appena conosciuti e già passi alle dichiarazioni? Non perdi tempo!” esclamò Sirius ridendo sempre più.
Tonks si accorse solo allora della gaffe e i suoi capelli diventarono rosso fuoco, facendo aumentare l’ilarità del cugino.
Remus si accorse dell’imbarazzo della ragazza e cercò di venirle incontro. Sapeva che l’amico poteva continuare per ore a ridere delle “disgrazie” altrui.
- “Dimmi che anche tu hai tirato qualche tiro mancino a Piton, così anche io posso decidere se ricambiare il tuo amore” disse alzando un sopracciglio. Sirius si ricompose, mentre la strega si accigliava alla ricerca di un ricordo.
- “Ci sono! Quando ero al settimo anno gli ho fatto esplodere in faccia un calderone di polisucco, ma prima che mettessi la pelle di girilacco. Si è trasformato in una specie di gibbone con le sopracciglia pelose ma ha mantenuto il suo nasone!” esclamò.
- “E’ ufficiale, anche io ti amo!” rise Lupin mentre schioccava un gran bacio alla guancia della ragazza. I suoi capelli raggiunsero tonalità di rosso che non aveva mai sperimentato, ma si unì alle risate.

- “E’ meglio che vada. Se domani ritardo la Umbridge mi rifila nuovamente un suo promemoria infiocchettato sull’importanza del rispetto dell’ordine e delle regole” disse la strega imitando la voce in falsetto della sottosegretaria anziano.
- “Lavori con quell’arpia?” chiese Remus.
- “No, ma una volta mi ha vista con i capelli arancione e da allora non fa che perseguitarmi” rispose alzando le spalle. “La conosci anche tu?”
- “Non direttamente, ma la maggioranza delle leggi contro i mannari hanno la sua firma” mormorò cupamente.
- “Allora le darò del filo da torcere anche per te. Dopo tutto noi ci amiamo” rispose allontanandosi sghignazzando.

Molly e Arthur erano andati a letto già da tempo, così la stanza piombò nel silenzio.
- “Erano anni che non ridevo così” confessò Sirius.
- “Anche io. Sai, tua cugina è davvero simpatica”
- “Lo so. E so anche che pensi molto di più di lei” ribattè facendogli l’occhiolino.
- “Per carità Felpato. Non siamo a scuola; non cercare di accasarmi” si difese il licantropo sospirando.
- “Io non cerco di accasarti. Ma ricorda che sono la voce della tua coscienza…”
- “Quella sporca, però” lo interruppe con un sorriso sghembo. “Per te sono una battaglia persa”
- “Ma non una guerra” finì con un sorriso malizioso.


  
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